1-1 a Crotone

La Juve non va oltre il pareggio contro un Crotone coraggioso e determinato, ma ha parecchio su cui recriminare: dopo aver riagguanto la gara, aver preso in mano il gioco, si ritrova con un uomo in meno, per una severa espulsione di Chiesa, ma ha comunque almeno due occasioni per vincere. Le stoccate di Morata vengono però vanificate prima dal palo, poi dal VAR e se l’1-1 finale premia gli sforzi dei padroni di casa, non può non stare stretto ai bianconeri.

SIMY DAL DISCHETTO, VANTAGGIO CROTONE

La prima di Chiesa in bianconero, ma anche Portanova e Frabotta ad occupare la fascia sinistra, e Arthur e Bentancur per la prima volta insieme dall’inizio. Le scelte di Pirlo per la gara dell’Ezio Scida sono stimolanti, ma non c’è il tempo di analizzarle, perché l’atteggiamento del Crotone, in campo senza il minimo timore reverenziale, impone di dedicarsi immediatamente alla cronaca: i padroni di casa arrivano subito al tiro con Simy, che mette di poco a lato un diagonale dal limite, e dopo una decina di minuti ottengono un rigore, grazie alla sovrapposizione di Reca, che sfrutta l’assist di Vulic e viene messo a terra in area da Bonucci. Dal dischetto Simy spiazza Buffon e, a distanza di due anni e mezzo, firma il suo secondo gol contro i bianconeri.

CHIESA-MORATA, PAREGGIO IMMEDIATO

La Juve non si scompone e pur lasciando qualche spazio al contropiede del Crotone, con il passare dei minuti riesce a sviluppare una manovra più fluida e soprattutto più rapida. L’ideale per gli scatti di Chiesa che quando parte imbeccato da Kulusevski è imprendibile e riesce a piazzare nell’area piccola un pallone delizioso, che Morata deve solo spingere in rete.

CORDAZ E BUFFON, PERICOLI SVENTATI

Agguantato il pareggio, i bianconeri prendono in mano il gioco e per quanto il dinamismo e il coraggio del Crotone rendano la gara tutt’altro che semplice, gli spunti di Chiesa e Morata creano più di un problema ai rossoblu. A pochi minuti dall’intervallo lo spagnolo libera Portanova davanti a Cordaz, che riesce comunque a respingere la conclusione. La Juve è padrona del campo, ma la rapidità di Reca sulla sinistra crea qualche fastidio: dal suo piede parte un cross rasoterra che attraversa tutta l’area, prima che Pedro Pereira spari il sinistro su Buffon, ben piazzato.

JUVE IN DIECI

Il Crotone è nuovamente aggressivo in avvio di ripresa, tiene la Juve nella propria area e sfiora il secondo gol quando Cigarini arriva a calciare dal limite con lo specchio della porta libero, ma manda a lato. Pirlo interviene, richiamando Portanova e inserendo Cuadrado, ma cinque minuti dopo, in un contrasto a centrocampo Chiesa commette fallo su Cigarini. L’intervento non sembra duro, ma il signor Fourneau non è evidentemente dello stesso avviso, perché estrae il rosso diretto e costringe i bianconeri in dieci.

MORATA, PALO E VAR

Già a Roma i bianconeri erano rimasti in inferiorità numerica ed erano comunque riusciti a riagguantare la gara. A Crotone, subito dopo l’espulsione, vanno vicinissimi al raddoppio ancora con Morata, che gira splendidamente di testa la punizione di Kulusevski, ma centra il palo interno e il pallone, danzando sulla linea termina tra le braccia di un incredulo Cordaz.

Pirlo cambia ancora, mandando in campo Rabiot e Bernardeschi per Arthur e Kulusevski. In regia si sposta Bentancur e quando l’uruguaiano riesce a trovare il tempo per impostare l’azione e ad aprire per Cuadrado, il colombiano punta l’area e lascia partire un diagonale che Morata tocca di prima intenzione e infila in rete. Il signor Fourneau però, dopo un lungo consulto con il VAR annulla, perché il piede sinistro dello spagnolo è oltre la linea dei difensori.

Sono pochi centimetri, ma costano alla Juve due punti: quelli che i bianconeri, nonostante ci provino fino all’ultimo dei sette minuti di recupero, devono lasciare in Calabria.

CROTONE-JUVENTUS 1-1

RETI: Simy rig. 12′ pt, Morata 21′ pt

CROTONE
Cordaz; Pedro Pereira (28′ pt Rispoli), Magallan, Marrone, Luperto, Reca; Molina (42′ st Petriccione), Cigarini, Vulic (28′ st Siligardi); Messias, Simy
A disposizione: Festa, Crespi, Cuomo, Golemic, Crociata, Rojas, Eduardo

Allenatore: Stroppa

JUVENTUS
Buffon; Danilo, Bonucci, Demiral; Chiesa, Arthur (24′ st Rabiot), Bentancur, Frabotta; Kulusevski (24′ st Bernardeschi), Portanova (11′ st Cuadrado); Morata
A disposizione: Szczesny, Pinsoglio, Chiellini, Peeters, Dybala, Vrioni, Rafia 

Allenatore: Pirlo

ARBITRO: Fourneau
ASSISTENTI: Lo Cicero, Cecconi
QUARTO UFFICIALE: Pezzuto
VAR: Abisso, Longo

AMMONITI: 11′ pt Bonucci, 14′ pt Cigarini, 37′ pt Portanova, 45′ pt Kulusevski, 21′ st Rezza, 38′ st Magallan
ESPULSI: Chiesa 15′ st

Una Juve da amichevole estiva, ma il campionato è iniziato

Confusa e infelice. Si riscopre così la Juventus rientrata dallo trasferta dello Scida con un pareggio che sa di giro a vuoto. Ci sono le attenuanti, d’accordo, dalle assenze importanti alla squadra in costruzione e ai pochi allenamenti per preparare la sfida, ma dai bianconeri era logico aspettarsi di più a prescindere.

La prima sensazione è quella di una squadra che tende subito ad allungarsi e a perdere le distanze nel campo, senza avere la compattezza necessaria della squadra solida che concede poco all’avversario e indirizza la gara. Troppe situazioni simili alla trasferta dell’Olimpico, con la differenza di un avversario con meno qualità tecnica e quindi meno letale nelle occasioni che i bianconeri gli lasciano.

La seconda sensazione è stata quella di una Juve sterile, tornata poco incisiva in attacco dopo l’ottima prestazione contro la Sampdoria e la significativa reazione contro la Roma: per larghi tratti è sembrato di rivedere la squadra dello scorso anno che, in alcune partite, non sapeva esattamente cosa fare, perdendosi nel possesso palla a centrocampo senza cercare di verticalizzare o portare uomini in area e finendo per non dare la percezione necessaria di pericolosità sino ad affidarsi per lo più alle intuizioni dei suoi gioielli, Ronaldo e Dybala. Senza Ronaldo e Dybala e col solo Morata a guidare l’attacco quella sensazione di pericolosità si è ri-materializzata. Due appena i tiri nello specchio della porta difesa da Cordaz e poche le occasioni degne di nota a confermare la serata poco felice.

La terza sensazione è quella di una squadra con ancora poca corsa, intensità, capacità di cambiare i ritmi e i tempi della gara, soprattutto quando gli avversari hanno gamba come capitato contro il Crotone: fa specie vedere come Junior Messias, da solo abbia saputo mettere in difficoltà un intero reparto.

La terza sensazione è quella del work in progress, dove però anche la retorica del Pirlo “maestro” rischia di ritorcersi contro l’allenatore juventino: se la squadra è in costruzione lo è anche il suo mister e, vista l’emergenza di uomini e le assenze importanti, la scelta di un undici iniziale con due under 23 e con costanti richieste di cambio di posizioni in attacco soprattutto tra i più giovani in campo, privandoli di necessarie certezze e confidenza col ruolo, sono sembrate idee e prove da partita precampionato.

Il problema è che non era un’amichevole e che il campionato è già iniziato, al netto di giustificazioni e assenze. Non solo: c’è chi corre e ha più sicurezze di questa Juve e, pur volendo dare il tempo necessario al progetto di rinnovamento, alla Juve c’è la regola di non attendere troppo per la realizzazione piena di questo cantiere. Arriva già la Champions dove il livello degli avversari si alza e dove le incertezze si pagano care. E c’è l’obiettivo decimo che, però, non permette troppi giri a vuoto.

Cosa non ha funzionato in Crotone – Juventus?

Più o meno tutto, si potrebbe dire, in maniera sintetica. E non si andrebbe nemmeno lontano dalla realtà in effetti. La Juventus ha effettuato una prestazione ampiamente sotto tono sia nelle individualità che complessivamente. Il Crotone, autore di una partita senza dubbio ottima, ha evidenziato con troppa facilità i problemi tattici di questa squadra che, d’altro canto, non è sembrata in grado nel corso dei 90 minuti di trovare alcun accorgimento per porre rimedio. E forse è quest’ultimo il tratto più preoccupante di una prestazione sconcertante alla quale però vanno riconosciute delle attenuanti: le assenze di Ronaldo, Dybala, Alex Sandro (oltre a De Ligt e a Chiellini), l’assenza dei nazionali nelle settimane precedenti che ha impedito a Pirlo di lavorare con la squadra al completo.

Pirlo, nonostante le assenze, ha optato per lo scaglionamento visto nelle uscite precedenti: un 3-4-2-1 o 3-2-5 in fase di possesso con Danilo nei tre di difesa insieme a Bonucci e Demiral, Arhtur e Bentancur come mediani, Portanova e Kulusevski alle spalle di Morata con gli esterni, Chiesa a destra e Frabotta a sinistra col compito di alzarsi e accompagnare l’azione. In fase di non possesso si sono andate a formare le due linee da quattro con Danilo che scala come terzino a destra e Frabotta che si abbassa in un sistema che abbiamo imparato a conoscere bene.

Le difficoltà in fase di non possesso

Come evidenziato peraltro già nelle partite precedenti, la Juventus ha evidenziato notevoli falle in fase di non possesso che hanno permesso ai Pitagorici di sviluppare senza troppe difficoltà la manovra sfruttando, nello specifico, gli enormi spazi concessi sulla destra dello schieramento bianconero. La Juventus, infatti, una volta persa palla, si ritrovava con Chiesa molto alto e Danilo in posizione piuttosto stretta. Il Crotone è riuscito quasi sempre tramite cambi di campo (concessi troppo facilmente) a trovare Reca su quel lato libero di attaccare e combinare con Simy.

Il Crotone gestisce il pallone con sapienza e, al primo momento utile a palla scoperta, cambia campo per sfruttare il vuoto lasciato dalla Juve sulla destra

Così è nato il calcio d’angolo nell’azione soprastante e l’azione che ha portato al rigore per l’1-0. Sempre dal lato destro bianconero è nata anche una notevole occasione per il Crotone allo scadere del primo tempo dopo un’azione.

Due cose da osservare: 1- quanto spazio ha Cigarini per effettuare il cambio campo; 2- quanto spazio ha Reca da attaccare davanti a sè

Aldilà però di quanto è seguito in concreto, si è vista una Juventus non in controllo del match ma soprattutto non in grado di porre opposizione al gioco avversario. Tanto che il Crotone, senza troppi patemi, è stato in grado per alcuni tratti della partita di posizionare le tende nella metà campo bianconera. Sono evidenti gli scompensi che questo scaglionamento si porta ancora dietro e sui quali sarà necessario lavorare. Il problema si accentua maggiormente ed è allo stesso tempo causato da una Juventus incapace di applicare una delle due regole auree di Pirlo: recuperare il pallone immediatamente. Sia in riaggressione immediata sia in pressing la Juventus è stata largamente deficitaria con un Crotone, come evidenziato dal video soprastante, in grado di trovare sempre l’uomo libero.

Il palleggio e la fase offensiva

Anche col pallone la Juventus è stata deficitaria, almeno sotto due punti di vista: l’uscita dal pressing e la creazione di occasioni da gol. Gli uomini di Pirlo hanno fatto una fatica tremenda a uscire palla al piede e a consolidare il possesso poi nella metà campo avversaria per via di un pressing avversario orientato sull’uomo e condotto in maniera armonica.

Accoppiamenti formati, Demiral si trova chiuso e riuscirà a uscirne solo con un dribbling

Demiral, schierato a sinistra, ha fatto molta fatica a giocare col pallone tra i piedi in quanto poco incline a usare il piede sinistro: è sempre sembrato macchinoso nel dover attendere il pallone e ruotare il corpo per giocare col piede destro. Arthur ha senza dubbio dato una mano grazie al suo primo controllo eccezionale e alla sua capacità di gestire la pressione dell’avversario ma, come affermato da Pirlo in conferenza stampa, deve provare a toccare il pallone qualche volta in meno. Dal punto di vista dell’uscita palla al piede è stato particolarmente utile un Morata ispirato che ha vinto alcuni duelli individuali ed è riuscito ad addomesticare il pallone e fare sponda. Da una sua sponda, per esempio, è nato il gol del pareggio. Quando si è riusciti invece a trovare l’uomo tra le linee, sono stati commessi errori individuali che hanno vanificato il tutto, come nel video sottostante.

Qui Demiral esce abbastanza bene da una situazione complicata, Chiesa però gioca a testa bassa. Su tracce centrali. Ma questo lo avevamo già detto

Anche negli ultimi trenta metri la Juventus non ha fatto bene. Pirlo, chiaramente, ha preteso dai suoi giocatori offensivi fluidità e continui cambi di posizione. Pertanto, Kulusevski più volte si è allargato con Chiesa che ha ricambiato seguendo tracce più interne. I risultati non sono stati soddisfacenti ma d’altronde sia Chiesa sia lo stesso Morata (o Bernardeschi quando entrato) non sono giocatori abili nell’associarsi nello stretto nè tantomeno nel trovare la giocata corretta da effettuare. L’unico in grado di disimpegnarsi più o meno discretamente in situazioni di questo tipo è Kulusevski che però ieri ha inciso di fatto solo nell’occasione del gol realizzato con un “third pass” (il passaggio che precede l’assist) a cui va attribuito il70% di quel gol. Per il resto anche l’ex Parma in situazioni congestionate ha perso alcuni palloni andando a sbattere contro la retroguardia pitagorica. La produzione offensiva juventina, in sostanza, è stata scarsa: solo due tiri in porta. La circolazione rapida del pallone e la ricerca dell’ampiezza con dei cambi di gioco, ammirate contro Novara e Sampdoria e che avevano fatto ben sperare, si sono dissolte di fronte a due squadre organizzate come Roma e Crotone. Sarà chiave per la Juventus la disponibilità di giocatori in grado di incidere su tracce centrali (Dybala, Ronaldo, Ramsey e lo stesso Kulusevski) in maniera tale da ricollocare Chiesa (e lo stesso Bernardeschi) su traccia esterna.

Pirlo ha molto da lavorare, in primis, per dare equilibrio a una squadra che ne ha avuto solo quando ha giocato in 10 e quindi è stata costretta ad abbandonare l’ibrido e a schierarsi con due linee da 4. In secondo luogo, sull’uscita dal pressing e sulla produzione offensiva. Molto probabilmente il ritorno di Dybala sarà chiave in questo senso. Di certo Pirlo ha molte attenuanti: l’assenza di un pre-stagione, l’aver lavorato nelle ultime settimane senza nazionali, un calcio-mercato terminato da poco poi di 10 giorni. Come d’altronde si diceva anche l’anno scorso, deve essere concesso tempo, essenziale per l’avvio di un progetto tattico.