Per una volta, invece che #finoallafine, partiamo proprio dalla fine: la chiusura dell’ anno solare al sole di Doha con la sconfitta contro il Milan, unita alla sosta natalizia, al calciomercato di riparazione ed alle vacanze instagrammate dei nostri ha scatenato un vero e proprio Armageddon mediatico pullulante di “Moriremotutti” e “AllegriVattene”.
Bene, a parte questa divagazione sul tema predominante della vittoria dove alla fine del lauto pasto abbiam sbattuto la tovaglia e lasciato le briciole ai cani che avevamo avuto la clemenza di portare senza nessun merito sportivo alla nostra tavola, possiamo dire che del nostro 2016 da Juventini non possiamo proprio lamentarci.
Oggi mi chiedevo, come qualsiasi tifoso che traccia un bilancio di fine anno: ma se si dovesse riassumere in un’ immagine, un istante, un attimo, un tweet, quale sceglierei ?
Ho ripassato in memoria il gol di Zaza contro il Napoli che ha suggellato la rimonta scudetto, la cavalcata lirica e selvaggia (cit.) ma ahimè inutile di Morata a Monaco, Buffon che infrange il record di Sebastiano Rossi compiendo anche il miracolo di toglierlo per un giorno dalla naftalina televisiva, l’ urlo lancinante di Marchisio in una giornata di festa contro il Palermo in cui trovò gloria anche Padoin, Bonucci che si dimostra Leader e Uomo sia in campo che fuori affrontando il suo dramma e le sue paure senza farle pesare all’ ambiente e nel mentre alza una Coppa Italia da capitano, l’ amarezza di un vincente come Barzagli per l’ eliminazione dall’ europeo con un’ Italia di nuovo desta ed altri momenti che andranno persi come lacrime nello champagne.
Eppure per me l’ attimo che rappresenta il 2016 e la Svolta definitiva non proviene da un gesto tecnico, da un impresa epica o da un tweet memorabile dei nostri, ma da altrove:
Questo tweet è il punto di non ritorno, frutto di un’ operazione stellare di Marotta là dove la Juve non era mai giunta prima, ovvero pagare 90 milioni di euro per un singolo calciatore e che, di fatto, ci proietta in una nuova dimensione.
L’essere riusciti nell’ anno 10 D.C. (dopo Calciopoli) a dimostrare al mondo intero una tale potenza di fuoco (termine tanto caro ai mercatari che si presentano in versione Schwarzenegger Commando allo StarHotel) accumulata in appena 5 anni di stadio di proprietà e gestione Agnelliana presuppone una diversa considerazione da parte di tutti quelli ai quali la notizia dell’ eventuale pagamento della clausola di Higuain aveva suscitato ironie e sorrisetti:
- i tifosi bianconeri in primis, sempre pronti a criticare qualsiasi mossa della dirigenza (anche questa, che credete) secondo i quali dall’ alto dei loro Master in gestione aziendale, un costo annuo talmente elevato era insostenibile; e non mi si venga a dire “ma vendendo Pogba son capaci tutti” perchè esattamente in questi giorni, l’ anno scorso, dopo le prestazioni poco convincenti, le buffonate del 10+5 e i commenti sull’ inopportunità di fargli indossare quel numero, buona parte di noi era pronta a firmare con il sangue per trovare il fesso a cui cederlo per almeno una quarantina di milioni.
- i tifosi avversari, convinti che la Juve fosse solo un pretesto od un escamotage per scatenare un ‘asta all’estero (ma quale, se c’è la clausola?) e speranzosi in cuor loro che l’ unica manovra monstre fosse quella di privarsi di Pogba;
- i media che già da prima ne avevano fantasticato sulla possibilità, messi davanti al fatto compiuto hanno potuto dare libero sfogo a tutte le loro fantasie più nascoste ed intrecci più segreti per giustificare persino Griezmann al Benevento (a questa fonte attingerà a piene mani la Gazzetta appena 4 mesi dopo);
- le altre società di serie A, o a questo punto sarebbe meglio definirla serie A2, che si sono viste costrette a ricorrere chi a capitali esotici (cit.) per cercare di arginare il nostro strapotere presente e futuro, chi al rientro di capitali ticinesi, chi a rinunciare all’ ingaggio di Christian de Sica per Natale, altri ancora ad accelerare le oliature dello Zio d’ America per la costruzione di un nuovo stadio a 5 stelle di cui fa fatica a vedere la luce finanche il plastico (forse dovrebbero rivolgersi a Vespa).
Più ci ripenso e più mi convinco che, almeno per quanto mi riguarda, sia stato questo il Momento Memento del 2016, confortato anche dalle scene di panico e dall’ isteria di massa proveniente da un determinato punto sulla mappa, sfociata in più riprese in manifestazioni di ironia, schizofrenia e distorsione della realtà tipiche dell’ amante tradito, arrivando addirittura a promesse di evirazione al raggiungimento di determinati risultati.
Naturalmente poi, come volevasi dimostrare, la Nemesi si è ripresentata allo Stadium con una forma diversa rispetto al 13 Febbraio.
Un colpo in un istante. Per noi di mercato, per altri apoplettico.
Buon 2017 a tutti, sperando per quanto possibile che quest’anno venga ricordato negli almanacchi più di quello passato, #finoallafine !!!