3-3 con il Sassuolo

Sopra di due gol prima, poi sotto di uno e con un punto in tasca alla fine della partita: con il Sassuolo la Juve non va oltre il pareggio e, se potrebbe recriminare visto come si era messa la gara dopo poco più di dieci minuti, può essere lieta di non aver subito eccessivamente la reazione e l’orgoglio degli emiliani, che ribaltano il risultato e vengono a loro volta riagguantanti. La squadra di De Zerbi si conferma una splendida realtà del campionato e come già aveva fatto all’Allianz Stadium, affronta a viso aperto i campioni d’Italia, mettendoli più di una volta in difficoltà, nonostante un avvio che avrebbe stroncato anche i più inguaribili ottimisti.

DOPPIA JUVE ALL’INIZIO

La strada sembra spianarsi subito per i bianconeri, con la sassata imparabile di Danilo festeggia i 29 anni compiuti oggi con il gol che sblocca subito il risultato. Non bastasse l’immediato vantaggio, arrivano subito dopo anche il lancio di Pjanic e il piazzato di Higuain, che portano il punteggio sul 2-0 dopo appena 12 minuti. Ne restano circa ottanta, e dopo un simile inizio da parte della Juve non sembrerebbero avere molto senso.

REAZIONE EMILIANA

Invece il Sassuolo è una delle poche squadre in grado di affrontare una simile situazione senza ansia. Un po’ perché cercare il gioco sempre e comunque fa parte della filosofia di De Zebri, un po’ perché aver vinto le ultime quattro partite regala una fiducia che non può essere minata da due episodi. Ecco allora che gli emiliani si gettano in avanti, sfiorano il gol con Muldur e Berardi, fermati da Szczesny che però non può nulla quando Djuricic infila sotto l’incrocio da fuori area.

UNO-DUE SASSUOLO

Il pareggio arriva con una superba punizione di Berardi, concessa ad inizio ripresa per un intervento falloso di Bentancur al limite. Il vantaggio tarda poco: Berardi, ancora lui, incrocia il destro quasi dal limite e Caputo, appostato sul secondo palo, infila da due passi.

ALEX SANDRO INCORNA IL PAREGGIO

Sarri, dopo aver cambiato Chiellini con Rugani a inizio ripresa, interviene ancora e inserisce Rabiot e Dybala al posto di Pjanic e Higuain. Il francese ha subito un’ottima occasione, ma mette a lato di testa il traversone di Bernardeschi, quindi è Ronaldo a colpire male il cross di Dybala. I cambi sembrano dare ai bianconeri energia nuova e poco dopo l’ulteriore sostituzione di Bernardeschi con Douglas Costa, Alex Sandro infila il pareggio, deviando di testa il cross di Bentancur dalla bandierina.

FINALE CONFUSO, FINISCE IN PARITÀ

La partita è viva, anche se confusa: con la stessa velocità con cui cambia il punteggio sul tabellone, così cambia l’equilibrio in campo. E così se la Juve sfiora il vantaggio con Ronaldo, fermato per due volte da Consigli, altrettanto fa il Sassuolo, con Traorè e Boga. Gli errori, dettati dalla stanchezza sono i veri protagonisti degli ultimi minuti. Non c’è più logica nelle giocate, solo grinta, quella che porta Bourabia a sparare un destro violento da trenta metri che Szczesny alza sopra la traversa. Finisce 3-3 e la Juve finisce la terza gara consecutiva senza vittorie, ma trova un punto che, a questo punto della stagione, e visti i risultati delle inseguitrici, può comunque valere parecchio.

IL TABELLINO

SASSUOLO-JUVENTUS 3-3

RETI: Danilo 5′ pt, Higuain 12′ pt, Djuricic 29′ pt, Berardi 6′ st, Caputo 9′ st, Alex Sandro 19′ st Alex Sandro

SASSUOLO
Consigli; Muldur, Chiriches (30′ st Marlon), Peluso, Kyriakopoulos; Magnanelli (21′ st Bourabia), Locatelli; Berardi (41′ st Ferrari), Djuricic (21′ st Traorè), Boga (41′ st Raspadori) ; Caputo

A disposizione: Pegolo, Haraslin, Magnani, Piccinini, Ghion, Manzari, Mercati

Allenatore: De Zerbi

JUVENTUS

Szczesny; Danilo, De Ligt, Chiellini (1′ st Rugani), Alex Sandro; Bentancur, Pjanic (12′ st Rabiot), Matuidi (41′ st Ramsey); Bernardeschi (17′ st Douglas Costa), Higuain (12′ st Dybala) Ronaldo

A disposizione: Buffon, Pinsoglio, Bonucci, Demiral, Muratore, Olivieri
Allenatore: Sarri

ARBITRO: Valeri
ASSISTENTI: Ranghetti, Liberti
QUARTO UFFICIALE: Sacchi
VAR: Chiffi, Galetto

AMMONITI: 43′ pt Magnanelli, 47′ pt Bernardeschi, 8′ st Kyriakopoulos, 13′ st Berardi, 17′ st Ronaldo, Bonucci 36′ st, Bourabia 44′ st, 50′ st Ramsey

Sassuolo-Juve 3-3: A scans(uol)o di equivoci

La Juve arriva a Reggio Emilia per mettere un carico di briscola pesantissimo su questo tricolore definito scudett-ino da australopitechi (non me ne vogliano, gli australopitechi) tifosi di squadre che, nell’ultimo decennio, l’unico scudetto che hanno visto è quello del galletto vallespluga in occasione di qualche grigliata fuoriporta.

Sarri ha il coraggio di tenere fuori Dybala e Bonucci. Quest’ultimo il più sbertucciato bianconero ma resta per quantità e qualità uno dei migliori. Le sue assenze pesano come quelle di nessun altro. Ancora più coraggio il mister lo mostra nel mettere in campo Chiellini, capitano con navigatore impostato su Lione ma con mille incognite, ancora. Il suo ritorno durerà solo un tempo, poi spazio all’analcolico biondo col numero 24.

Il Sassuolo è squadra di grandi paure: spaventosa davanti, orrida dietro. Affrontarla ora, checchè ne dicano gli australopitechi, è piacevole come un sorpasso tra 2 camion in autostrada.
Pronti via la Juve passa con Danilo e raddoppia con Higuain lanciato a rete da Pjanic con una pennellata d’istinto che ricorda Totti, ancora prima Zola, ancora prima le roi Michel Platini.
Sembrerebbe serata facile, ma con questa Juve psicopatica nulla è scontato, nessuna partita è mai finita: il Sassuolo cresce, la Juve si gonfia come un impasto lievitato male e il gol dei neroverdi è nell’aria come l’amore per John Paul Young.

Bernardeschi era diffidato. Fa una cosa buona: si fa ammonire. Il resto del tempo lo passa a sprecare palloni e discutere con l’arbitro. Fuori da tutto tranne che dal campo.

Il secondo tempo si apre con una specialità di casa Bentancur: recupero del pallone e pasticcio al limite dell’area. Dalla punizione nasce il 2-2 di Berardi.
Assistiamo ad un film già visto: la Juve sparisce dal campo e si fa recuperare. Finora abbiamo un pò tutti scavato nei ricordi alla ricerca di altre rimonte subite: una ogni tanto se ne trovava. Quest’anno invece i casi sono troppo frequenti da essere derubricati a semplice casualità sporadica. Una costante non è una variabile e se un accadimento si ripete con regolarità, e questo accadimento è negativo, c’è qualcosa di negativo su cui non si ha la forza, la voglia o l’autorità di lavorare abbastanza. È calcio d’estate ma questo rappresenta solo una leggerissima attenuante.

Succede anche di peggio, con Caputo che porta in vantaggio gli uomini di De Zerbi, poi pareggio di Alex Sandro da calcio d’angolo, nel festival dei gol dei terzini, manco fossimo il Brasile.

Finisce 3-3, tra sospiri di sollievi e recriminazioni. Prima dei bilanci tocca chiudere il campionato e fare i conti: nella peggiore delle ipotesi mancano 9 punti. Le prossime sfide sono con Lazio, Udinese, Sampdoria, Cagliari, Roma. 5 partite alla fine di una stagione che indipendentemente dai trofei che porterà in dote dovrà essere accompagnata da una profonda analisi a tutti i livelli.

La Juventus, che aveva ricominciato il campionato con 12 punti in 3 partite, nelle successive 3 porta a casa due punti. La cosa “comica” è che per due volte assistiamo ad un blackout dopo essere stati in vantaggio per 2-0. Non c’è più nemmeno il “fino alla fine” a salvarci, si spera solo di arrivarci vivi, alla fine. Si assiste tristemente alle avventure di una squadra che cerca di barcamenarsela come meglio riesce.

Sabato scorso ci avevano salvato le mani di de Roon e Muriel, stasera quelle di Szczesny.