5 cose che vorrei dalla Juventus 2017

1) Un gioco più dominante (non solo per i primi 20’) e meno speculativo, più verticale e meno perimetrale, come dicono gli euclidei della tattica. Allegri ha diverse attenuanti per quanto riguarda il gioco scialbo e noiosetto mostrato dalla Juve nei primi mesi di questa stagione: tanti infortuni, alcuni giocatori rientrati da poco e non ancora al top della forma, qualche episodio sfortunato in alcune partite (gli episodi, in realtà, c’entrano più con i risultati che non con il gioco espresso). L’augurio è che la primavera allegriana porti in dote, oltre a una migliore forma fisica dei singoli giocatori, anche un miglioramento collettivo a livello di intese, di connessioni. Non uso questa parola a caso: sappiamo bene quanto possano essere devastanti le connessioni tra gli uomini di maggior talento in campo (do you remember Pogba-Dybala dell’anno scorso, o anche Dybala-Alves di inizio stagione?) e abbiamo spesso sentito il mister dire che diversi suoi titolari giocavano insieme da troppo poco tempo. Più si gioca insieme, più ci si intende con i compagni, è evidente. Nella seconda parte di stagione mi aspetto quindi un crescendo rossiniano, con i muscoli di Rincón a centrocampo e la probabile conferma della difesa a 4 con Pjanic dietro le punte. Come detto, ho piena fiducia in Allegri, che reputo un allenatore molto preparato e scaltro (sia sul piano tattico sia su quello comunicativo).

 

2) La stessa cazzimma europea mostrata, l’anno scorso, nei primi 60’ dell’ottavo di ritorno col Bayern. Tra febbraio e marzo affronteremo il doppio incontro con il Porto. I presupposti per far bene ci sono tutti, l’approdo ai quarti è un obiettivo reale e perseguibile. Credo che per quest’anno l’obiettivo della dirigenza sia andare avanti il più possibile in Champions, possibilmente facendo un’ottima figura: la Champions è una mucca da mungere a livello di introiti finanziari, ma anche una vetrina per attirare campioni. Anche su questo punto sono ottimista: questa Juve ha le carte in regola per rientrare tra le migliori 8 d’Europa.

 

3) Che la dirigenza dimostri di avere la forza e la volontà di blindare i top player. E i top player di questa Juve, le due colonne intorno alle quali costruire e puntellare la rosa del futuro, rispondono ai nomi di Paulo Dybala e Leonardo Bonucci. Sappiamo che entrambi sono corteggiati dalle big europee. La Juve non può offrire le stesse cifre di Real, Barcellona o Manchester City, ma può provare a convincerli a restare facendoli sentire al centro del progetto e attirando altri campioni di livello internazionale. Su questo terzo punto, però, ho qualche dubbio in più.

 

4) Un grande acquisto a centrocampo. Non parlo ovviamente della finestra di gennaio, in cui i grandi campioni non si muovono, ma del mercato estivo. A questa Juve serve come il pane un top player intorno al quale costruire il gioco del centrocampo. Quest’anno è venuta a mancare la fisicità di Pogba, Marchisio soffre un certo ritardo di condizione dovuto al lungo infortunio, Pjanic – pur avendo sfornato ottimi assist e punizioni sublimi – ha palesato limiti nella costanza di rendimento e nell’apporto alla costruzione del gioco, problemi dovuti anche ai dubbi di Allegri sul suo posizionamento in campo. Khedira sta giocando di più rispetto alla scorsa stagione (che Dio ce lo conservi intatto!) ma ultimamente è carente in lucidità in fase di inserimento. Inoltre, le seconde linee (Sturaro, Lemina, Asa, Hernanes) non si sono dimostrate all’altezza dei titolari, se non in pochissime occasioni. Il centrocampo è la zona decisiva, quella in cui si fa e si disfa: si disfa il gioco avversario chiudendo gli spazi e recuperando palloni, quindi facendo da schermo davanti alla difesa, e si fa gioco ripartendo, creando spazi e linee di passaggio. Un centrocampista di livello internazionale sarebbe il rinforzo ideale per questa rosa, soprattutto se si riuscisse, allo stesso tempo, a piazzare gli esuberi. Non sarebbe l’unico rinforzo necessario (qualcosa andrà fatto anche sulle fasce difensive), ma di certo il più urgente. Di nomi non ne faccio: lascio il divertimento ai capiscer di mercato.

 

5) Che la dirigenza gestisca al meglio le decisioni riguardo alla guida tecnica. Sia che si continui con Allegri (cosa che io mi auguro) sia che si cambi allenatore, è necessario che la dirigenza dimostri tempismo, efficacia e convinzione nella gestione dei rapporti con il tecnico. A mio modesto parere, Allegri merita ancora fiducia, ma il futuro lo determineranno sia i risultati raccolti nella seconda metà di stagione sia le eventuali offerte che arriveranno sulla scrivania del mister. L’importante è che, in un caso come nell’altro, si prenda una decisione convinta: non come tre estati fa, quando Conte fu confermato a giugno, con tanto di tweet ufficiale, nonostante fosse evidente che la convinzione stava solo da una parte (per aver fatto quella scelta il 15 luglio 2014, evidentemente il mister non era convinto già in partenza). Ho piena fiducia in questa dirigenza, la cui avvedutezza e capacità di programmazione sono le certezze alla base di questo ciclo di vittorie.

 

Queste sono le 5 cose che vorrei dalla Juventus 2017. Non sono banali e non sono per nulla scontate. Su alcune è lecito essere ottimisti, su altre un po’ meno. Staremo a vedere di cosa saranno capaci i nostri, il mister e la dirigenza. Noi facciamo il nostro sostenendoli, anche quest’anno, #finoallafine.

Di Federica Zicchiero