Lavagna tattica: il Napoli

Alcune informazioni da tenere a mente in vista della sfida di sabato sera

Basterebbe solo dire che Juventus (414) e Napoli (336) sono le squadre di Serie A che hanno fatto più punti dalla stagione 2011/12 a oggi per inquadrare bene la portata della sfida di sabato sera.

Che il duello sia tra il miglior attacco (53) contro la miglior difesa (15) , oppure tra il secondo miglior attacco e la seconda miglior difesa, è noto. Entrambe le formazioni hanno fatto le prove generali di tenuta in retroguardia nell’ultima gara contro Frosinone e Carpi, non concedendo nessun tiro nel proprio specchio.

Lecito aspettarsi dunque, oltre a spettacolari azioni offensive, anche un serrato confronto tattico da parte dei due tecnici per cercare di spuntare le rispettive armi. Dopo tanto parlare di storia del confronto e dopo aver letto sui giornali innumerevoli opinioni sul probabile vincitore della contesa, cerchiamo di capire bene che tipo di avversario vedremo in campo allo Stadium lasciando che siano schemi e numeri a guidarci.

COME SI DISPONGONO

Il Napoli schiera da molte partita a questa parte una formazione di “titolarissimi”, come sono stati definiti dai media. Una squadra solitamente composta da:

Reina
Ghoulam-Koulibaly-Albiol-Hysaj
Hamsik-Jorginho-Allan
Insigne-Higuain-Callejon

Sarri, che ha rinunciato a Valdifiori trequartista in A dopo gli iniziali esperimenti, è l’allenatore che ha impiegato meno calciatori in questo campionato, 20 – quattro di questi (Higuaín, Hamsik, Reina e Albiol) sono scesi in campo da titolari in tutte le 24 gare finora disputate. Una mini-rivoluzione nata in Europa League il 17 settembre, e confermata in campionato contro Lazio e proprio contro di noi, all’andata al San Paolo. Detto questo, è Insigne il calciatore che ha collezionato più sostituzioni in corso durante la gara (19).

 Tatticamente, la squadra partenopea (53.1m) ha un baricentro più alto rispetto alla Juventus (51.3m) e, mediamente, recupera il pallone in una zona di campo più avanzata rispetto ai bianconeri (38.2m vs 36.8m). Sarri ha blindato la difesa aiutando il Napoli a creare meno presupposti per l’azione offensiva avversaria: sono “solamente” 353 le respinte difensive, infatti: meno di ogni altra formazione in questa Serie A.

Alzare la difesa è un modo per Sarri per mantenere corta la formazione e ridurre lo spazio di gioco degli avversari: la riconquista del pallone è così più semplice. Questo richiede tuttavia uno sforzo atletico notevole, che si allenta in fase di possesso palla, quando la sfera ruota molto tra i reparti.  Il Napoli è infatti la squadra che ha effettuato più passaggi in questa Serie A: una media di 642 a partita. Una fase che assume un’importanza non solo per la creazione di gioco, quanto anche per allentare la pressione fisica del tipo di gioco proposto.

L’idea di collettivo prevale, nella filosofia di Sarri. I bianconeri tendono a giocare un calcio più tecnico, come nelle corde di Allegri, e non disdegnano la giocata individuale: complici i numeri di Pogba, infatti (99 dribbling tentati), sono quelli che cercano più di scartare in questo campionato. Parliamo di 562 volte finora (317 quelli riusciti). Per la cronaca, nel Napoli cerca di dribblare più di tutti Higuain, il calciatore forse più tecnico della rosa (71).

Con Sarri il mantra è quello di cercare sempre un passaggio in avanti, oltre a portare sempre quattro uomini nella zona del pallone, ingabbiando il portatore di palla avversario. Un lavoro faticoso, come abbiamo visto, ma che crea superiorità numerica.

Nella metà campo difensiva è Albiol a dominare: il gioco passa dai suoi piedi con 903 passaggi, mentre in attacco è Hamsik il playmaker del Napoli (1259 tocchi verso i compagni), nonostante quello che faccia da raccordo tra i due reparti sia Jorginho (2081 passaggi totali, più di tutti in rosa).

SITUAZIONI DI GIOCO

Pur non cambiando solitamente i protagonisti della manovra, il tecnico nato a Napoli ma toscano d’adozione tende a far circolare il pallone più a sinistra, anche se il gioco parte dalla destra. Quando Hysaj riceve, Ghoulam si alza sulla sinistra e Jorginho viene incontro per ricevere palla. Il pressing avversario agisce di conseguenza, Insigne si avvicina e si muove tra le linee con più facilità mentre Hamsik supporta la manovra. Callejón si porta più vicino a Insigne, in tutto questo, per sbilanciare l’assetto offensivo a sinistra creando superiorità numerica.

Un’altra situazione di gioco è quella che vede Hamsik allargarsi, portare fuori il terzino e creare spazio all’inserimento di Insigne, per vie centrali; in alternativa, lo slovacco si avvicina per ricevere il passaggio da Jorginho mentre l’attaccante napoletano affonda in mezzo: un difensore è attratto dal movimento di Hamsik e si crea un corridoio per l’inserimento.

Palloni giocati da Insigne

Palloni giocati da Callejón

Il 4-3-3 con tanto gioco (ma pochi cross) sulle fasce aiuta questo sistema di scambi e sovrapposizioni.

Lo schema dei palloni giocati da Insigne e Callejón conferma la teoria: Insigne si butta più in area, come osservate qui sopra, mentre lo spagnolo tocca più palla in fase di copertura.

LE FASCE: DA DOVE SPINGE IL NAPOLI

Cross di Ghoulam

Cross di Insigne

Cross di Hysaj

Cross di Callejón

Queste lavagnette confermano come è da sinistra che arrivano i pericoli maggiori per le difese avversarie: l’asse Insigne-Ghoulam effettua più cross (42+70), mentre Callejón tende ad accentrarsi di più e lascia il compito del traversone a Hysaj (36+55 il computo dei cross dalla destra). Spesso e volentieri lo spagnolo si ferma prima della linea di fondo e prova da lì a piazzare il pallone per Higuain.

A destra  tuttavia si recuperano più palloni (129 per il solo Hysaj finora contro i 90 di Ghoulam; 98 per Callejón rispetto ai 74 di Insigne): segno questo che il lato forte del campo per la proiezione offensiva è il sinistro, ovvero la zona in cui dovranno operare i vari Barzagli, Cuadrado o Lichtsteiner. Quello più coperto è il destro.

Se guardiamo poi ai tiri totali, vediamo che Lorenzo Insigne ne ha totalizzati finora 90 contro i 31 dell’attaccante spagnolo, creando 48 occasioni da rete a fronte di 35. Il computo dei gol parla chiaro: 10 reti e 10 assist per il fantasista italiano, 4 gol e 6 passaggi decisivi per il compagno iberico.

È curioso notare che il Napoli sia la 19esima squadra in Serie A come percentuale di cross positivi (19%) rispetto alla Juve, che è la prima (27%): i ragazzi di Sarri cercano meno questo tipo di giocata (432 volte per l’esattezza, contro le 511 bianconere) e prediligono la palla veloce e a terra. Spesso anche in contropiede.

La maggior parte dei gol del Pipita sono arrivati da dentro l’area di rigore

Higuain riceve più passaggi da Insigne (131) in fase di accentramento, Hamsik (99) e Jorginho (98): l’attaccante argentino preferisce l’appoggio in verticale invece che dalle corsie esterne, anche se non disdegna affatto il cross per il colpo di testa.

I CALCI PIAZZATI

Sarà importante non concedere fallo nei pressi della nostra area di rigore: Insigne segna infatti una volta ogni tre tentativi (33% di percentuale realizzativa: ha calciato sei punizioni, e ne ha messe dentro 2). I partenopei segnano tuttavia meno di noi su palla inattiva (8 vs 10), incluso il calcio d’angolo (2 sole le reti così effettuate).

LE POSIZIONI MEDIE IN CAMPO

Lo schema evidenzia come sia a sinistra che a destra la mezzala e i due giocatori di fascia agiscano in triangolo, occasionalmente supportati dai giocatori difensivi Koulibaly e Albiol. Jorginho (che ama giocare di passaggi corti, ben 1992 a fronte dei 1075 di Allan, per esempio) è lì in mezzo, esattamente a centrocampo, a fare da perfetto metronomo per la manovra, mentre Higuain è libero di svariare sia a destra che a sinistra a seconda che il triangolo/pentagono di gioco offra più opportunità da una parte o dall’altra.

Come gioca il pallone Jorginho

Occhio, infine, ai lanci di Reina: lo spagnolo ha i piedi buoni e può, con un lancio, innescare la manovra offensiva saltando di netto il centrocampo.

I passaggi dell’estremo difensore azzurro contro il Sassuolo

A Marassi

Come gioca il Napoli di Sarri

Molto tempo è passato dalla partita d’andata, una vita fa. Un’altra Juventus e un altro Napoli. I Bianconeri avevano 10 uomini fuori, Hernanes davanti alla difesa ed erano alle prese con un ricambio tecnico complicato, reso difficile anche dal fatto che a partire erano stati uomini chiave, dentro e fuori del campo. Anche Allegri aveva i suoi problemi, alle prese proprio con queste difficoltà di inserire i nuovi e con la scelta del sistema di gioco migliore per affrontare la stagione. Anche Sarri ha trovato alcuni ostacoli all’inizio di questo 2015/16: la squadra non girava, il sistema scelto (il 4-3-1-2 con cui l’allenatore toscano aveva ottenuto ottimi risultati a Empoli) sembrava rendere difficoltosa la manovra partenopea, il pubblico contestava.
I numeri. Alla vigilia dello scontro di sabato prossimo, le cose sono cambiate. Sia Allegri che Sarri hanno stabilito il record per i rispettivi club per quanto riguarda il numero di vittorie consecutive (14 per lo juventino, 7 per Sarri…); se si escludono le prime tre giornate di campionato, quelle delle difficoltà iniziali, il Napoli ha prodotto 42 punti contro i 41 della Juventus; entrambi gli allenatori hanno trovato il sistema di gioco più adatto per esaltare le caratteristiche dei propri giocatori (3-5-2 per Allegri, 4-3-3 per il tecnico dei Partenopei).

Le due squadre sono simili anche per altri numeri. Il Napoli ha dimostrato grandi capacità offensive, segnando fino ad ora ben 53 gol. La Juventus, da parte sua, ha risposto con 45 reti segnate. I gol subiti sono pochi per entrambe le squadre, con gli uomini di Allegri che si fanno preferire con appena 15 reti concesse, a fronte delle 19 subite dal Napoli. Entrambe le squadre tirano molto in porta (424 tiri per il Napoli, 400 per la Juventus) e ne subiscono pochi (225 il Napoli, appena 198 i Bianconeri). Gli uomini di Sarri giocano leggermente più alti, con un baricentro medio di 53 metri contro i 51.3 della Juventus e recuperano palla un po’ più in alto (38.2 metri di atteggiamento recupero palla contro 36.8 della Juventus).
La tattica. Che tipo di squadra troverà la Juventus? Maurizio Sarri schiera il suo Napoli con l’ormai consueto 1-4-3-3. In difesa, Goulham e Hysaj sono gli esterni, con la coppia di difensori centrali formata da Koulibaly e Raul Albiol. A centrocampo, Jorginho è il pivote, con Hamsik e Allan ai suoi fianchi. In avanti Callejon e Insigne sono gli esterni a supporto della machina da gol Higuain.

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In fase offensiva, Hamsik si abbassa spesso a cercare palla per impostare la manovra, pronto poi ad inserirsi fra le linee, come Allan. Gli esterni offensivi sono pronti a stringere centralmente, con i terzini che si propongono in avanti in ampiezza.

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La fase offensiva del Napoli con la ricerca della palla fra le linee.

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Il Napoli attacca soprattutto con la catena di destra terzino, interno di centrocampo, esterno offensivo. Da notare gli esterni offensivi, Callejon e Mertens, che vengono dentro il campo.

La squadra, in fase offensiva, cerca immediatamente la profondità, attraverso i movimenti in verticale dei tre riferimenti offensivi. Anche gli interni di centrocampo cercano spazio fra le linee e in profondità, soprattutto Hamsik, che è il classico box-to-box midfielder, essendo anche colui che spesso si abbassa per aiutare Jorginho nella fase di impostazione. E’ una filosofia particolare di attacco alla difesa chiusa e bassa: non attraverso cross dagli esterni (come fanno altre squadre…) ma tramite scambi rapidi sul corto o palle filtranti per i giocatori che si inseriscono per attaccare l’area.

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Il Napoli cerca fra le linee gli interni di centrocampo e gli esterni offensivi che tagliano dentro il campo.

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Il Napoli occupa stabilmente la metà campo avversaria e, con i suoi giocatori offensivi, cerca e trova spazio fra le linee.

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Contro blocco difensivo basso, il Napoli attacca cercando comunque la palla in profondità.

Il Napoli, infatti, muove bene il pallone da destra a sinistra, attaccando quasi sempre con rapidi passaggi corti, alternando giropalla a rapide verticalizzazioni oltre la linea difensiva avversaria. Di particolare importanza è l’utilizzo degli half-spaces, le zone di campo intermedie fra la zona centrale e quella esterna, a sfruttare le quali sono maestri i giocatori di Pep Guardiola. Questa particolare zona di campo viene attaccata grazie ai movimenti a entrare degli esterni Callejon e Insigne e a quelli in avanti delle mezzeali Hamsik e Allan. Sempre in fase offensiva, il Napoli si muove per catene, con gli esterni che solitamente vengono dentro il campo nella zona 14 (quella davanti alla difesa avversaria e dietro la linea dei centrocampisti) giocando quasi sulla stessa linea verticale delle mezzeali, mentre l’esterno basso di parte si muove in avanti per dare ampiezza e profondità.

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L’occupazione della zona 14 da parte degli esterni offensivi del Napoli.

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Il Napoli utilizza anche i palloni fra le linee anche per superare difese chiuse centralmente.

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La fase offensiva del Napoli, con gli interni di centrocampo pronti a buttarsi dentro, il movimento di Higuain e gli esterni d’attacco che cercano la zona centrale del campo.

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L’attacco alla difesa chiusa avviene anche passaggi sul corto con inserimenti di chi viene da dietro.

In fase difensiva, il Napoli difende in avanti. In particolare, le coperture preventive risultano efficaci. Un’altra delle caratteristiche degli uomini di Sarri è data dalla linea difensiva che cerca di rimanere sempre alta, favorendo sia il gegenpressing dei partenopei, cioè l’azione volta all’immediata riconquista della palla una volta persa in zona offensiva, sia il lavoro difensivo degli esterni d’attacco. Sia Callejon che Insigne, infatti, sono abili nei ripiegamenti difensivi all’altezza del centrocampo, favoriti appunto dal baricentro alto del Napoli, che fa sì che questi giocatori non debbano fare corse di ripiegamento particolarmente lunghe, rimanendo così lucidi una volta riconquistata la palla.

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In fase difensiva, il Napoli come prima opzione non arretra, ma difende in avanti cercando l’immediata riconquista della palla.

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 In fase di non possesso palla, gli esterni offensivi Insigne e Callejon arretrano per formare un centrocampo a 5.

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 Il Napoli cerca di mantenere la linea difensiva alta in fase di non possesso.

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Ancora un esempio di come, in fase difensiva, il Napoli, avendo diversi giocatori in fase offensiva, scelga di aggredire subito in avanti una volta persa palla, invece di arretrare.

La Juventus. Uno dei temi che accompagnerà questi giorni che ci seprano dal big-match sarà quello del sistema di gioco che Allegri sceglierà. L’assenza di Chiellini sembrerebbe costirngere l’allenatore livornese a rivedere i suoi piani tattici, passando ad una difesa a 4. Ma…c’è un grosso ma. Infatti, da quando Allegri è tornato a giocare con il sistema 3-5-2, la Juventus ha riacquistato quella solidità difensiva che ha caratterizzato le ultime stagioni bianconere. E’ vero che difendere a 5 potrebbe far abbassare troppo il baricentro alla Juve, ma è altrettanto vero che questo è il sistema più conosciuto dalla squadra.

Inoltre difendere a 5 potrebbe voler dire contenere i movimenti offensivi del Napoli: Higuain verrebbe controllato da almeno due giocatori, i tre attaccanti sarebbero in inferorità numerica contro i 5 difensori juventini e, soprattutto, la catena difensiva costituita da esterno difensivo-interno di centrocampo-centrale di parte renderebbe la Juventus in grado di bloccare uomo contro uomo la catena laterale del Napoli formata da terzino-interno di centrocampo-esterno offensivo.
Conclusione. Lo scontro diretto di sabato sarà importante, ma non decisivo. Paradossalmente, sarà più importante per la Juventus che per il Napoli, in vantaggio di due punti. Se il Napoli dovesse vincere, si ritroverebbe con un +5 in classifica e questo renderebbe più difficile, non impossibile, la rimonta dei Bianconeri. Viceversa, una sconfitta da parte del Napoli lascerebbe ancora tutto aperto, perché i Bianconeri si ritroverebbero con un risicato +1 in classifica. Vero è che una sconfitta sarebbe più digeribile dalla Juventus che dal Napoli, che vedrebbe scemare improvvisamente tutto l’entusiamso costruito fino ad ora. Il Napoli, inoltre, dovrà non soltanto affrontare la difficoltà di giocare questa importante partita in trasferta, ma avrà contro anche la disabitudine a questo tipo di partite. Proprio questo potrebbe essere un punto debole di una squadra comunque forte.

di Michele Tossani