«È prematuro parlare di Cardiff, prima arriviamoci. Abbiamo ancora una partita da affrontare che nasconde molte insidie». Giorgio Chiellini, protagonista della conferenza stampa alla vigilia della sfida con il Monaco, mette subito le cose in chiaro. Non si parli di finale, non ancora, perché il passaggio del turno va ancora conquistato, nonostante il successo dei bianconeri nella gara di andata.
SUPER DIFESA
Certo partire dallo 0-2 di Monaco è un bel vantaggio, specie per una squadra che finora in Champions ha subito appena due reti. La forza difensiva della Juve però non nasce solo dalla qualità di Chiellini e dei suoi compagni di reparto: «Prendiamo pochi gol perché siamo una squadra equilibrata, perché tutti si sacrificano in fase di non possesso. Il calcio è bello perché si gioca in undici e ci deve essere un’alchimia speciale tra tutti i giocatori Merito del nuovo modulo? i numeri contano relativamente, abbiamo giocato con moduli diversi. Quello che si è creato di diverso è l’empatia tra di noi. Siamo riusciti a mettere i giocatori più tecnici in condizioni di giocare e tutti lo fanno mettendosi al servizio della squadra. Il Monaco comunque all’andata ci ha messo in difficoltà eccome. Abbiamo incontrato una squadra molto forte, con due attaccanti formidabili che si completano, un mix di esperienza e gioventù e anche a centrocampo hanno giocatori di qualità. Abbiamo finito provati e Buffon ha dovuto compiere più di un’intervento importante, cosa insolita».
PRIMO OBIETTIVO
La finale di Coppa Italia già raggiunta, quella di Champions a un passo, così come lo scudetto. In una situazione del genere non sarebbe un peccato di presunzione sognare la possibile tripletta: «Non ci penso -ribatte il difensore – Per ora dobbiamo arrivare a Cardiff, poi dovremo giocarci lo scudetto e quindi la Coppa Italia. Vedere il traguardo vicino dà ancora più energia e più carica. Fatichiamo da nove mesi per arrivare a questo obiettivo e rispetto al passato siamo maturati anche nel gestire le pressioni. È giusto che i tifosi sognino, ma noi dobbiamo pensare al presente, perché domani ci sarà da correre, sudare, faticare, per arrivare al primo obiettivo, ovvero giocarci tutte le competizioni fino in fondo».
LA FORZA DELLA SOCIETÀ
È grazie a questa mentalità che la Juve è in corsa su tutti i fronti e che sta continuando a vincere da anni. Una mentalità che per Chiellini «arriva dalla società, perché i risultati dipendono prima di tutto da chi è al vertice del club. In un periodo medio lungo non si vince solo grazie ai giocatori. I primi meriti sono della dirigenza, poi dell’allenatore e infine dei calciatori, perché è prima di tutto dalla società che vengono inculcati i giusti principi che permettono di arrivare al risultato».
MENTALITÀ VINCENTE
Anche le vittorie aiutano a cambiare mentalità, o, quantomeno, a crescere «nella consapevolezza e nella convinzione per affrontare certe partite. Nel 2015 forse non ci aspettavamo neanche noi di arrivare in finale e forse un po’ troppo rispetto per gli avversari a Berlino si è visto. Credo che anche la sfida con il Bayern dello scorso anno sia stata importante e ci abbia lasciato qualcosa».
MBAPPÈ E DYBALA
Tornando alla gara con il Monaco, uno dei duelli a distanza più interessanti è quello tra Mbappé e Dybala: «Sono diversi, sia per caratteristiche fisiche che per il modo di stare in campo. Paulo è un giocatore di raccordo, che viene a prendere la palla e permette alla squadra di essere più armoniosa. Mbappé si esalta nella profondità ed è più un uomo d’area come dimostrano i suoi numeri».
SUI COMPAGNI
Giorgio viene quindi interpellato sul suo rapporto con i compagni di difesa, Barzagli e Bonucci, ma anche su Dani Alves, Higuain e ancora Dybala: «Sono tanti anni che giochiamo insieme e tra ritiri con la Juve e la Nazionale ci vediamo di più tra di noi che con le rispettive famiglie – spiega Chiellini riferendosi alla BBC – È un bel rapporto che si è creato in questi anni e durerà anche quando smetteremo. Quello che dobbiamo fare essere d’aiuto e d’esempio per i nuovi che sono arrivati e arriveranno e saranno il futuro di questa società. Dani vive la vita a 300 all’ora sempre con il sorriso. Paulo è il più taciturno, ma già lo scorso anno quando è arrivato aveva negli occhi il suo obiettivo e non è un caso che abbia bruciato le tappe. Quest’anno credo si sia consacrato come una delle promesse più importanti a livello mondiale. E Gonzalo è la più grande sorpresa. Me lo aspettavo diverso, ma è una persona “da dieci”, che si mette sempre al servizio dei compagni. È incredibile come sia capace a cambiare le giocate per liberarsi in area, ma non solo. Aiuta molto la squadra tenendo la palla e permettendoci di salire. È sicuramente nel podio dei migliori al mondo».