L’abbiamo persa noi.
Noi che abbiamo vissuto in apnea per 25 giorni.
Noi che attendevamo (e attendiamo!) quella notte da 21 anni.
Noi che a Monaco e Amsterdam non credevamo ai nostri occhi.
Noi che non meritavamo l’epilogo di Manchester.
Noi che eravamo orgogliosi di esserci, a Berlino.
Noi che non ci siamo mai illusi, ma stavolta ci abbiamo sperato davvero.
Noi che dopo abbiamo pianto, come dei bambini.
Noi che abbiamo organizzato troppa parte della nostra vita in funzione del 3 giugno.
Noi che siamo stati ossessivamente scrupolosi nei riti scaramantici.
Noi che l’abbiamo sognata quasi ogni notte.
Noi che ogni mattina abbiamo aggiornato il conto alla rovescia.
Noi che “non possiamo perdere anche questa”.
Noi che “la vinciamo secondo te?”
Noi che abbiamo trascurato troppe cose pensando a quei 90 minuti.
Noi che li abbiamo caricati a mille fin dal primo giorno.
Noi che gli abbiamo fatto capire fin troppo bene quanto sarebbe stato importante.
Noi che li abbiamo difesi e sostenuti contro chi ogni giorno ne sminuisce i meriti.
Noi che eravamo all’aeroporto a caricarli anche venerdì mattina.
Noi che undici anni fa abbiamo convinto Gigi a rimanere, da campione del Mondo, in Serie B.
Noi che in estate abbiamo convinto Bonucci a rinunciare ai milioni del City e a Guardiola.
Noi che abbiamo portato un croato dal cuore grande a sacrificarsi, e poi baciare la maglia.
Noi che abbiamo sofferto con i nostri fratelli in piazza San Carlo.
Vincere è l’unica cosa che conta, e noi abbiamo perso. Non abbiamo vinto la coppa del gioco, né la coppa della moralità. L’abbiamo giocata, e semplicemente l’abbiamo persa.
Non l’hanno persa loro. L’abbiamo persa noi, l’abbiamo persa per troppo amore.
L’abbiamo persa perché abbiamo avuto troppa paura di vincerla.
L’abbiamo persa perché sarebbe stato troppo bello vincerla.
L’ha vinta il Real Madrid, nessun altro.
L’abbiamo persa noi. La vinceremo noi, con lo stesso amore. E sarà bellissimo. Credetemi. Crediamoci.
di Stefano Simonato