Il campionato è finito da un pezzo, la notte di Cardiff si fa ancora sentire e il calciomercato, diciamocelo francamente, è una noia mortale. Lamentarci, quindi, è l’unica cosa che ci rimane, viste anche le temperature elevate.
Che la Juventus abbia un grosso problema di panchina e riserve, almeno a livello europeo, è un pensiero che nell’ambiente circola da tempo. Lo avevamo già capito a Monaco quando il Bayern (assolutamente più forte eh!) recuperava lo svantaggio proprio dalla panchina con Thiago Alcantara e Coman in versione The Punisher, mentre noi invece tentavamo di resistere e mettere pezze qua e là con Pereyra e Sturaro subentrati a Cuadrado e Khedira. Tutt’altra storia a Cardiff, anche se è bene ricordare che due dei cambi del Real si chiamavano Morata e Bale, subentrati rispettivamente a Kroos e Benzema
Poche storie in campionato, dove si sorride da tempo, nonostante qualche recente scivolone, in cui le riserve hanno comunque avuto la loro parte. Il problema resta comunque l’Europa, e lo sappiamo bene: si parla di mentalità, di voglia di vincere, di fame, tutte cose che in Galles sono un po’ mancate, ma ci si dimentica sempre di confrontare le rose al completo e i fatturati, e da questo punto di vista quest’anno in Champions si è fatto un mezzo miracolo. Ma torniamo alla lamentele.
Ogni estate Beppe Marotta ci delizia con perle di calciomercato inaspettate, parametri zero prestigiosi e clausole da capogiro, e ogni anno, alla fine dei giochi, ha quasi sempre ragione lui, anche quando sembra aver toppato. Adesso, però, complice il lutto post-Cardiff, le interviste di mezz’estate e la felicità, lontana da Torino, di ex amori come Pogba e Morata, suggellata da coppe europee, il cinismo e la disperazione hanno preso il sopravvento e non ci fidiamo neanche più di Beppone, nonostante sia ancora metà giugno. Alla fine del tunnel si vede solo nero e ci si chiede quale possa essere il futuro europeo di una Juve senza Alex Sandro e Dani Alves, con i fantasmi di Lichtsteiner e Asamoah che non vogliono propri farci dormire in pace. De Sciglio, poi, è un’ipotesi a cui non vogliamo neanche pensare.
Se le fasce piangono, il centrocampo non sorride. Due certezze, Marchisio e Pjanic, in un mare di punti interrogativi. Douglas Costa? N’Zonzi? Bernardeschi? Matic? Come si farà a stare tranquilli sotto l’ombrollone senza pensare che l’anno scorso, nello stesso periodo, si consumava il dramma Pogba, la cui partenza, per molti, è diventata la principale motivazione di un centrocampo traballante. Ad aggiungere sconforto allo sconforto ci pensa una panchina, intesa come gruppo di riserve, che, almeno al momento, pare rimanere intatta. Sturaro, Lemina, Rincon, Cuadrado. Non ci sta bene più nessuno. L’erba del vicino, che è stata comunque sempre più verde, adesso ci sembra splendente.
In momenti come questi, allora, si torna all’ovile e si spulciano le biografie e le statistiche delle promesse del nostro vivaio. Le alternative sono tante: Lirola, Mattiello, Caldara, Mandragora, Clemenza, Tello, Orsolini e Kean. Per un attimo si fa strada l’idea che l’alternativa è proprio quella di una rivoluzione giovanile, l’inizio di un nuovo e freschissimo ciclo, ma poi pensiamo: vogliamo davvero andare a Kiev, Baku o a Madrid con un gruppo di ventenni con poca esperienza? Torniamo lucidi e andiamo a controllare le opportunità di mercato: Ronaldo lascia il Real, Iniesta divorzia dal Barcellona, Donnarumma si offre al mondo. Ci pensiamo, ma l’ultima parola spetta al portafoglio della Proprietà.
Anche l’attacco riesce a diventare motivo di ansia. Dani Alves consiglia a Dybala di andare via, in futuro, dalla Juventus e la psicosi si impossessa della tifoseria bianconera. D’altra parte Morata e Pogba, coetani di Paulo, andando via dalla Juve sono saliti sul tetto di Europa, come facciamo a dare torto a Dani Alves? Quanto passerà prima che arrivi una super offerta da un top club? E quanto passerà prima che Dybala si stanchi di noi? E giù di paranoia. Nel mirino dell’attacco nevrotico ci sono finiti pure Higuain e i 90 milioni pagati per la clausola. È venuto per la Champions ed è tornato a casa con uno scudetto, una Coppa Italia e una finale europea. Non male se si pensa che Messi e il suo costosissimo cartellino quest’anno hanno portato a casa solo la Copa del Rey. Ce lo teniamo, quindi, ma iniziamo l’anno con qualche riserva.
L’unica certezza, che piaccia o no, è Mario Mandzukic. Parte dei tifosi, però, storce il naso, cerca il piede sopraffino, uno che salti l’avversario con una velocità mai vista prima, il fuoriclasse, il pallone d’oro annunciato, la giovane promessa mantenuta, e continua a pensare che con questi attaccanti non vinceremo mai.
Dopo Cardiff, per altro, anche la difesa più forte d’Europa ha subito un contraccolpo. Con un Barzagli anzianotto, sportivamente parlando, un Chiellini con parecchi limiti e un Bonucci continuamente richiesto altrove, il futuro non sembra essere roseo. Si chiamano a gran voce Rugani e Benatia, ottimi sostituti, ma in fondo vorremmo solo la BBC vista contro il Barcellona, ma nulla dura per sempre. Ma se non ci dà sicurezza neanche la difesa, cosa dovremmo fare? Pure Buffon è ormai considerato in pensione e ogni sostituto sembra addirittura migliore.
La sensazione, complice la finale di Champions, il caldo, la noia, le notizie di calciomercato, le interviste estive di fine campionato (che dovrebbero essere bandite) è che la Juventus più bella degli ultimi anni si sia quasi vaporizzata, sia stata addirittura dimenticata, che Torino non sia più un luogo così appettibile, così sognato e agognato, che il prestigio della maglia sia quasi scomparso, che un mateorita possa abbattersi su Vinovo e che l’Apocalisse sia ormai alle porte.
Passerà, è un periodo, ma passerà. Tre mesi di calciomercato sono lunghi da sopportare ma saranno solo un lontano ricordo. Fossi in voi, però, una scorta di kleenex la farei.
Valeria Arena
Marotta translate
Quando Beppe Marotta parla di “bugie bianche” al termine della sua intervista sul Corriere della Sera, dice la verità. O, meglio fornisce una chiave di lettura (la sua) con cui interpretare le dichiarazioni rilasciate, più o meno di facciata. Ed ecco perché, in esclusiva per i lettori di Juventibus, abbiamo riletto i passaggi salienti di detta intervista, riviste secondo mla logica del “quello che ha detto/quello che realmente avrebbe voluto dire”.
«Ho detto no ma è chiaramente un si. Noi sul giocatore ci siamo, eccome. E poi non avevo già detto che la storia della Juve è anche la storia dei portieri della Nazionale?»
«Su Verratti non sto bluffando. Noi come Juve ci sentiamo fuori dalla corsa al giocatore».
«Alex Sandro ha chiesto ufficialmente la cessione, dal suo punto di vista si sente già un ex. Se Leo abbiamo deciso di far scendere un tetro ma saggio silenzio, dopo che lui ha parlato con i rappresentati di Chelsea e City. L’offerta ufficiale al momento non c’è, il giocatore è in una fase cruciale delle sue scelte, in attesa che si sblocchi la situazione di Conte al Chelsea. Poi può succedere di tutto. Cessioni eccellenti, dal punto di vista tecnico più che di eventuali plusvalenze, potrebbero essere anche quelle di Cuadrado e Khedira mentre per Alves, intervista a parte, si stava addirittura pensando a un rinnovo fino al 2019».
«Tranquilli, è al sicuro».
«C’è ancora qualche speranza. Gli abbiamo fatto un’altra offerta in questi ultimi giorni (7 milioni, bonus compresi), è una pista che sto seguendo da 12 mesi. Intorno a me vedo tanto pessimismo, ma io ci credo. Serve un capolavoro, ci proverò».
«Manca poco. Non dico pochissimo, ma poco. Manca meno per Douglas Costa che per N’Zonzi. Ci sono tutte le autorizzazioni del Bayern a trattare e il Bayern sa che il giocatore l’accordo con la Juventus lo trova. Le cifre le avete scritte anche voi di Juventibus».
«Bugia Bianca, bianchissima. Ad un anno dalla scadenza del contratto su uno come Keita ci si muove. Si tratta del mio mestiere».
Bonus track – «Ah visto che siete voi, così bravi e rispettosi nel leggermi nel pensiero, vi lascio un jolly. Non avete osato chiedermi del sostituto di Alex Sandro e della situazione terzini. Beh, pare incredibile, ma la nostra nuova idea ha sette lettere».
Juventibus.