Monumentale, impenetrabile, perfetto, eroico: sono solo alcuni tra gli aggettivi accostati ad Andrea Barzagli negli ultimi tre giorni. Il numero 15 bianconero ha cancellato dal campo, con la gentile collaborazione di Bonucci prima e Rugani poi, il capocannoniere della Serie A Gonzalo Higuain. 0 tocchi in area e 0 tiri in porta per il Pipita sabato sera, una sconfitta assolutamente schiacciante. Statistiche di questo genere impongono una riflessione sulle prestazioni del Barza, praticamente impeccabile in ogni occasione da quando la Juventus, prima con Conte e ora con Allegri, è tornata ad essere tale.
Analizzando i dati complessivi di Barzagli negli ultimi 4 anni, ovvero dalla stagione 2012/13 a oggi, la pulizia e la perfezione del centrale arrivato per due spicci dal Wolfsburg emergono ancora di più. Tra le tante interessanti statistiche, due in particolare assolutamente sconcertanti: in 4 campionati di Serie A, Barzagli ha commesso un solo errore difensivo che ha permesso agli avversari della Juve di segnare, precisamente in Juve – Genoa 1-1 perdendosi l’ex compagno di squadra Borriello. Più in generale, negli stessi 4 campionati Andrea ha commesso in totale 4 errori difensivi. Vale a dire, un errore all’anno, un errore decisivo ogni 4 anni. Statistiche da alieno.
Ancor più interessante è analizzare come si sia evoluto il modo di interpretare il ruolo di Barzagli nel corso degli anni. Mettendo a confronto il Barza attuale con il sé stesso dell’anno scorso e di due e tre anni fa, emergono dati molto interessanti che danno diverse indicazioni sull’evoluzione del pilastro difensivo bianconero. Iniziamo sfatando uno dei tanti falsi miti che lo circondano: non è vero che negli ultimi anni Barzagli è migliorato nel giocare il pallone. La sua percentuale di passaggi completati era già altissima nella stagione 2012/13 (90%) mentre il picco è arrivato l’anno dopo, col 91% di appoggi a buon fine. Semmai, è aumentato il numero di passaggi in avanti effettuati da Barza. passato dal 39,1% di 4 anni fa all’attuale 44,3%. Stessa pulizia, ancora più coraggio.
Se intercetti e blocchi sono calati leggermente, con picchi di 2,65 e 0,38 a partita nelle prime 2 stagioni prese in considerazione contro gli attuali 2,47 e 0,32, i tackle vinti sono scesi in maniera più netta, da 1,44 a 0,63 a partita, segno che anche un superuomo come Andrea deve sottostare alle leggi della natura e dello scorrere del tempo.
Da grande conoscitore del mondo vitivinicolo, Barzagli è conscio del fatto che l’invecchiamento porta con se anche lati positivi. Così come il buon vino migliora col passare degli anni, anche la capacità del centrale bianconero nel leggere le gare e scegliere il tempo degli interventi è decisamente migliorata. Ciò emerge dal numero di falli commessi, meno della metà rispetto a 4 stagioni fa (0,26 a partita contro 0,68), di falli subiti, 1,11 contro 0,88, e di cartellini gialli, uno solo in 19 gare contro i 4 in 35 gare quattro anni fa, in pratica uno ogni 7 partite.
Invecchiare mutando il proprio stile di gioco per restare sulla breccia; un’operazione estremamente difficile che tanti tra i migliori difensori d’Europa, da Ferdinand a Vidic passando per Terry e Cannavaro, ai tempi non sono riusciti a portare a compimento. Barzagli ce l’ha fatta, non perché migliore degli altri, ma perché più conscio delle proprie possibilità e dei propri limiti, senza mai aver la presunzione di essere il migliore, alzando l’asticella stagione dopo stagione. Anche questo vuol dire essere un campione.
Alex Carpanelli