Il meglio, il peggio, le prospettive: il mercato secondo Juventibus

A conclusione di un’estate per i più agrodolce, alcuni autori di Juventibus rispondono a quattro domande:

1) il giorno peggiore del mercato

2) quello migliore

3) l’uomo su cui puntare

4) il modulo e la formazione a oggi ideali.

 

 Luca Momblano (@MomblanOfficial)  

 

1) 18 luglio, comunicato congiunto Juve-Samp dopo summit a Roma a proposito di Schick. Roba da segreterie di partito.

2) 9 agosto, la 10 viene ufficialmente assegnata a Dybala, inaugurando un mese di forte maturità societaria con gli arrivi di Matuidi e Höwedes per centrocampo e attacco: realpolitik a tutto spiano dopo una partenza piuttosto esotica.

3) Bernardeschi. Avete presente la volata lunga? Il gioco-forza? L’arrivo in salita? L’ultimo che rimane, l’ha vinta.

4) 4321 perché ne hai due e talvolta tre in ogni ruolo, perfettamente nel ruolo, ognuno diverso, con esperimenti tendenti allo zero e lavoro a pie’ sospinto sull’intesa e le meccaniche: Buffon, Höwedes, 1 su 3 ce la fa, Chiellini, Alex Sandro, Khedira, Pjanic, Matuidi, Dybala, Douglas Costa (da febbraio: Bernardeschi), Higuain.

 

 Jacopo Azzolini (@AzzoJacopo)  

 

1) 21 giugno, giorno in cui Marotta conferma di fatto l’addio di Dani Alves. Forse il giocatore più determinante nella seconda parte della stagione passata, speravo che fosse una certezza della Juve 2017-2018.

2) 12 luglio, ufficialità di Douglas Costa. C’era prima di tutto l’esigenza tecnica di uno con le caratteristiche del brasiliano. Inoltre, è un tipo di operazione molto forte, che fino a poco tempo fa guardavamo con invidia fare ad altri top club.

3) Bentancur. Arrivato in sordina, ha suscitato quasi fastidio per il fatto che occupasse uno slot da extracomunitario. Lo scouting Juve ci ha puntato molto, quindi è lecito aspettarsi molto. I primi segnali sono però già importanti.

4) 433, perché è il tipo di undici che può toccare le vette più alte e sfruttare maggiormente gli uomini a disposizione. Buffon, Cuadrado, Rugani, Chiellini, Alex Sandro, Khedira, Pjanic, Matuidi, Dybala, Higuain, Douglas Costa. Spero che l’esplosione di Bentancur possa portare stabilmente l’urugagio sul centrodestra al posto di Khedira.

 

 Matteo Viscardi (@Viscardi Matteo)  

 

1) 14 luglio, l’addio del 19. Perché Leo non è solo un campione affermato ed affamato, Leo è anche e soprattutto un pezzo di cuore. Con il suo addio è come se avesse smontato il mio muscolo pulsante senza avermi lasciato le istruzioni per rimontarlo.

2) 21 aprile, quando El Lolo cruza el charco, perché erano anni che non arrivava a Torino un cc giovane con questo mix di classe e temperamento. Pronto per ogni ruolo della mediana e soprattutto per stupire madama e i suoi tifosi.

3) Douglas Costa perché il ritmo del calcio che scorre nelle sue vene è di quelli pronti a scombussolare i campi di calcio della serie A.

4) 4231: Buffon Lich Howe Rugani Sandro Matuidi Pjanic Costa Dybala Mandzu Higuain.

 

 Michele Fusco (@mike_fusco)  

 

1) il 14 agosto post Juve-Lazio che di per sé non conterebbe nulla se non per la supercoppa, ma che si trasforma nel terzo e quarto tempo di Cardiff scatenando l’isteria da centrocampista.

2) Bonucci a Casa Milan. Serviva una motivazione forte anche quest’ anno. Grazie per avercela data.

3) Douglas Costa, è lui il veri sostituto di Alves. Più giovane, più veloce, più forte.

4) Il MIO modulo ideale? 343 asimmetrico:
How Rug Chiello
Costa Pjanic Matu Sandro
Dyb Hig Mandz

 

 Claudio Pellecchia (@clape87)  

 

1) Giorno del comunicato di Schick. Il timore è quello di un rimpianto perenne alla Henry

2) Il giorno dell’arrivo di DC: lo sognavo da quando ci fece a pezzi con il Bayern

3) Dybala: deve essere il SUO anno, anche in prospettiva Mondiale e mercato 2018 (perché se ne va)

4) 4231: Buffon Howedes Rugani Chiellini AS Pjanic Matuidi Mandzukic Dyba DC Pipa

 

  Michael Crisci (@micha3lj89)  

 

1) Quando sono finiti tutti i terzini destri acquistabili sul mercato. Li ho capito che non ci saremmo liberati di Lichtsteiner

2) Quando è stato svelato il numero di Bernardeschi. Quel giorno ho capito che Dybala sarebbe rimasto. Venderlo non potendo avere accesso a rimpiazzi all’altezza (Mbappè, Dembelè, Asensio) sarebbe stato un crimine.

3) Dybala, non per essere banale, ma perché deve rappresentare il nostro biglietto da visita. Deve essere l’etoile, sul campo e fuori, anche oltre il 2018. Forse ci siamo

4) 4-3-3 Buffon Howedes Rugani Chiellini Sandro; Marchisio/Khedira, Pjanic, Matuidi; Costa, Higuain, Dybala.

 

  Valeria Arena (@valeriarena)  

 

1) Il giorno della cessione di Bonucci al Milan. Non tanto per la partenza in sé, quanto per il teatrino montato ad hoc intorno: intervallo di Cardiff, i ceffoni in spogliatoio, lo sgabello, il saluto dei compagni, il monitoraggio dei profili social per vedere chi salutava e chi no. Un brutto addio per un giocatore che è diventato una bandiera.

2) Il giorno della 10 a Dybala perché finalmente si è capito chi è e cosa può diventare Paulo per questa squadra.

3) Rugani. Credo che dandogli fiducia (e quindi facendolo anche sbagliare tanto) può davvero diventare un punto di riferimento importante, visto l’imminente ricambio generazionale della difesa.

4) 4231 Buffon, Howedes, Rugani, Chiellini, Alex Sandro, Matuidi, Pjanic, Mandzukic, Dybala, Douglas Costa e Higuain.

 

  Alexander Supertramp (@Super3mp)  

 

1) 8 Luglio. Esattamente la data di mezzo tra la certezza di perdere Bonucci e quella di aver perso già Dani Alves. Queste due defezioni ci fanno compiere un salto nel vuoto sconosciuto nell’era Andrea Agnelli. La difesa non sara’ il nostro punto di forza quest’anno. Robe da raccontare ai nipoti.

2) 9 Agosto. La 10 a Dybala. Dopo un’estate di paure sulla Joya, con i migliori club pronti ad accaparrarselo e noi già in lista di attesa per un trapianto di cuore, arriva la notizia, Paulo sara’ il nostro simbolo, il nostro trascinatore. E fidatevi, non e’ solo un numero, la 10 ti trasforma, le responsabilità ti trasformano, la fiducia ti trasforma se sei un predestinato. Ed il fuoco visto in queste prime giornate lo conferma.

3) La nostra grande speranza deve essere Douglas Costa. La difesa ha perso certezze, il centrocampo non ne ha acquisite di nuove, la differenza sostanziale con la passata stagione e’, deve essere Douglas Costa.

4) Piede sull’accelleratore, 4 2 3 1 sempre, tutte le stelle possibili in campo. Se il reparto arretrato non è più il nostro fiore all’occhiello, la miglior difesa diventa l’attacco. Buffon, Howedes, Rugani, Chiellini, Sandro; Marchisio, Pjanic- Douglas, Dybala, Mandzukic; Higuain.

 

  Dario Pergolizzi (@dariopergolizzi)  

 

1) il 21 giugno, per quello che ha significato per me Daniel Alves, e per quello che rappresentava in termini tattici e di appeal e autorevolezza;

2) 12 luglio, arrivo di Costa, vera svolta nell’approccio al mercato europeo anche per la scelta del profilo tecnico: un’ala brasiliana dribblomane che gioca a velocità ultrasoniche. Roba da far rigirare nel letto qualcuno.

3) Douglas Costa, per le ragioni di cui sopra.

4) 3421: Due centrali che sanno uscire palla al piede e anticipare aggressivamente (Howedes, Chiello, Benatia) Rugani in mezzo, definitivamente bonuccizzato, ma con un orientamento più palla a terra in costruzione; Cuadrado rivitalizzato a destra, Sandro lasciato libero di travolgere, Pjanic, maturato sufficientemente in un ruolo più difensivo potrà avvalersi del bagaglio aggiuntivo quando servirà, ma con 3 dietro non dovrà essere sempre lui a dar man forte in costruzione e potrà liberarsi per la ricezione più avanzata; Matuidi unica incognita in termini di funzionalità nella coppia, garantirebbe un dinamismo forse utile complessivamente. Marchisio Bentancur e Khedira a insidiarlo scomodamente, tutti adattissimi in maniera differente. Douglas e Dybala che fanno impazzire le avversarie tra le linee giocando anche sull’alternanza in ampiezza con i tornanti, potendo sfruttare l’egregio lavoro di traino sia tecnico che “di peso” di Gonzalone.
Inoltre, sia Bernardeschi che Mandzukic troverebbero valore aggiunto in un 2-1 / 1-2 nell’ultimo quarto di campo.

 

  Massimo Zampini (@massimozampini)  

 

1) mi è spiaciuto l’addio di Alves, mi ha amareggiato vedere il 31 agosto alle 20 Davide Lippi raccontare la delusione di Spinazzola per una vicenda con ben pochi vincitori, ma il giorno peggiore è stato quello di Bonucci al Milan: troppo rapida la trattativa per abituarsi all’idea, troppo spiazzante il pensiero che un autentico baluardo di questi 6 anni potesse andare in un’altra squadra italiana. Sono tutti cedibili, per me, perché la Juve ci ha abituato così, ma vedere i nostri con altre maglie italiane è sempre sgradevole.

2) il giorno di Matuidi. Premessa: tendenzialmente preferisco che la Juve scopra dei giocatori con margini di miglioramento, alla Vidal o addirittura Pogba, ma l’assoluta priorità era che comunque arrivasse un centrocampista di spessore, possibilmente senza arrivare al 31 agosto. Matuidi è stato un sollievo, la liberazione (momentanea) da un problema reale: avere un quarto centrocampo all’altezza dei primi tre (sperando che Bentancur…).

3) il (quasi) insostituibile è ancora lui, Higuain. Allora che faccia i suoi 25-30 gol in  stagione anche quest’anno e il più sarà fatto.

4) 4-3-2-1: Buffon (ma ottimo anche l’acquisto di Szczesny, eccellente alternativa), Howedes Rugani Chiellini; A.Sandro, Khedira Pjanic Matuidi (aspettando Marchisio e Bentancur); Dybala Higuain, D.Costa.

 

  Davide Rovati (@friedgorgo)  

 

1) Il giorno di Bernardeschi in bianconero, perché non adoro il giocatore e quel che ha fatto vedere finora non giustifica l’esborso di una cifra che ha pesantemente condizionato il resto del mercato.

2) Il giorno in cui la Juve ha puntato decisa su Douglas Costa “sacrificando” Danilo, perché per la prima volta si è scelta un’alternativa coraggiosa, da “sognatori”, di fronte a un’alternativa pragmatica.

3) Marko Pjaca, perché per assurdo sembra non crederci più nessuno e quindi avrà meno pressioni e perché se davanti giocheremo a 4 ci potrà essere spazio per lui. Sarebbe una sorpresa enorme (e, in quanto sorpresa, un po’ irrazionale).

4) Due opzioni. Opzione realistica, con tassa Mandzukic, 442: Buffon, Howedes Rugani Chiellini Sandro, Douglas Pjanic Marchisio (Matuidi) Mandzukic, Dybala Higuain. Opzione segaiolo e fantasia al potere, 343 (ibrido allegriano): Buffon, Howedes Rugani Chiellini, Cuadrado Pjanic Marchisio (Matuidi) Sandro, Douglas Dybala e chi si prende il posto.

 

  Fabio Giambò (@FabioGiambo)  

 

1) indubbiamente l’addio di Bonucci: il problema non è legato alla cessione in sé quanto al contesto generale ed alle modalità. Un fulmine a ciel sereno che ha alimentato un (bel) po’ di malumore

2) non credevo all’arrivo di Douglas Costa neanche quando lo davano tutti per certo, “gustarsi” le sue visite mediche ha fatto capire che, al netto dall’anarchia nella quale qualcuno si sta muovendo fra Italia ed Europa sul mercato, la Juve oggi attira comunque gente del genere. Di nuovo. Finalmente

3) Pjanic, perché gli altri sono tutti abbastanza scontati: se il bosniaco riuscisse ad acquistare un briciolo di sicurezza maggiore, ed una costanza ancora superiore di rendimento, saremmo a cavallo

4) abbastanza scontato per gli uomini a disposizione, questa è una rosa da 4-2-3-1: Buffon; Howedes, Rugani, Chiellini, Alex Sandro; Matuidi (ma perché qui si è deciso che non può giocare? Comunque in attesa di Marchisio, incrociando le dita), Pjanic; Cuadrado, DYBALA (!!!), Douglas Costa; Higuain.

 

  Stefano Utzeri (@utzi_26)  

 

1) Il peggior giorno di questi lunghissimi mesi di mercato è stato senz’altro quello dell’addio di Bonucci. Non che non fosse immaginato, previsto, probabile, ma ha lasciato l’amaro in bocca, la rabbia anche e forse soprattutto per la destinazione. Con calma e riflessione è stato un addio che ha chiuso una pagina importante e ne ha aperto una nuova.

2) Senza dubbio l’arrivo di Douglas Costa, giocatore che mi piace tantissimo e di cui avevamo un gran bisogno. Rapido, velocissimo, dribblomane, in grado di funzionare da grimaldello contro qualsiasi difesa.

3) Io punterei su Rodrigo Bentancur, giovanissimo, ma già abituato a teatri caldissimi come la Bombonera di Buenos Aires. Temprato da un errore per cui l’accesissimo tifo Xeneize non l’ha mai perdonato.
In campo sembra non sentire la pressione, gioca con personalità e massimo due tocchi come solo i grandi ragionatori sanno fare. E con la halma del suo ritmo compassato.

4) Nonostante non sia entusiasta del suo arrivo, al momento impossibile prescindere da Matuidi: 4231: Buffon, A.Sandro, Chiellini, Rugani, Höwedes, Pjanić, Matuidi, Douglas Costa, Dybala, Mandžukić, Higuaín.

 

  Giovanni Lentini (@giove85

 

1) il giorno della cessione di Bonucci – la sensazione di un altro schiaffo, dopo quello, fortissimo, rimediato a Cardiff. La partenza di uno dei giocatori che tutto il mondo invidiava alla Juventus, nel giro di tre giorni, ad una rivale storica, e con la sensazione che quelle due parti che parevano così legate si siano lasciate sbattendo la porta. Peccato, non era così che sarebbe dovuta finire.

2) Nessuno in particolare, forse quello dell’arrivo di Douglas Costa, che purtroppo non ci siamo goduti fino in fondo visto che poche ore dopo si è materializzato l’addio di Bonucci. In quel breve lasso di tempo, però, nella mente si alternavano i cross tagliati (chissà quanto apprezzarà Mandzukic), la velocità ed i dribbling spazzanti dell’ex Bayern. Finalmente, un esterno affermato e di valore internazionale a Torino.

3) Sarà la stagione di Dybala, deve esserlo necessariamente. Dopo due anni con molte luci ma qualche ombra, sopratutto europea, la Joya pare pronta per la definitiva consacrazione a fuoriclasse assoluto.

4) 4231 Buffon, Howedes, Rugani, Chiellini, Alex Sandro, Khedira, Pjanic, Costa, Dybala, Mandzukic, Higuain.

 

  Massimiliano Mingioni (@MassMing1)  

Il paradosso di Marotta: un mercato pessimo con buoni acquisti.

⁠⁠⁠⁠⁠1) Quasi tutti.

2) il 31 agosto.

3) Dybala.

4) 4321.

 

  Giulio Gori (@giuliogori)  

1) Il giorno dell’addio di Bonucci;

2) Il giorno in cui ci siamo liberati di Alves;

3) Dybala. Che sembra aver fatto un ulteriore passo avanti in termini di continuità. Sta diventando un fuoriclasse.

4) 3-4-3: Buffon / Howedes, Barzagli, Chiellini / Cuadrado, Pjanic, Marchisio, Sandro / Dybala, Higuain, Costa.

 

  Maurizio Romeo (@Mau_Romeo)  

1) Il giorno in cui escono le prime voci sui problemi per Schick, sarà un mio rimpianto.

2) Il giorno in cui si è chiuso il mercato. Non ho mai amato il periodo del calciomercato, in cui si dice tutto e il contrario di tutto, spesso poco di vero.

3) Sarebbe troppo facile dire Dybala, per cui dico Bentancur, sono sicuro che entrerà in punta di piedi e poi piano piano si prenderà la squadra e sarà una rivelazione in questo campionato.

4) 3-5-2 ibrido: Buffon; Howedes, Rugani, Chiellini; D. Costa, Matuidi, Pjanic, Marchisio (Bentancur,) Alex Sandro; Dybala, Higuain.

Mercato Juve? Più democristiano che coraggioso

Non mi avventuro in giudizi o, peggio ancora, pagelle sul calciomercato. Abbiamo ampia memoria di scudetti estivi a suon di Kondogbia, Iturbe e Gabigol. I veri giudizi sul mercato li dà il campo, alla fine. E spesso sbugiardano e ridicolizzano le pagelle estive, siano esse di twitstar o di celebri testate giornalistiche. Da questo punto di vista, dunque, la campagna acquisti bianconera potrà esser stata mediocre, buona, pessima o eccezionale. Dipende da se e cosa aggiungeremo in bacheca a maggio e da quanto, in quest’ottica, chi è rimasto, arrivato o scappato sarà stato determinante. Sono catalanate, ma è forse bene ribadirle, ogni tanto. Confesso, anzi, che giudico la rosa attuale più varia, qualitativa e ampia di quella della passata stagione e adoro alcuni dei nuovi arrivi, Costa e Bernardeschi su tutti. I fatti poi distribuiranno torti e ragioni.

C’è un aspetto, però, che possiamo giudicare già adesso. Pochi giorni dopo Cardiff e l’addio di Alves,  Zampini e Momblano, pubblicarono un loro dialogo “inutile” su Juventibus. Interrogandosi sulle prospettive future, a partire dal mercato appena iniziato, Luca Momblano affermò: “Ecco la parola chiave di questo mercato: voglio coraggio, non rivoluzioni. Che non vuol dire prendere sconosciuti o lanciare Kean titolare. Coraggio vuol dire togliersi di dosso alcune paure tipo imbottirsi di centrali difensivi, avere mille giocatori “di garanzia” a centrocampo per timore che un infortunio debba farti cambiare modulo. Il cambio tattico di Allegri è stato coraggioso e tra l’altro imprevisto, ora vorrei un mercato coraggioso. Ti piace un giocatore, in qualche modo accessibile? Vallo a prendere, senza prediligere le occasioni. C’è stato un momento in cui è stato grandioso puntare sulle occasioni, peraltro azzeccandole praticamente tutte. Le occasioni torneranno. Ora è un momento diverso: vuoi prendere Keita, Bernardeschi e Schick in una sessione, fallo pure. Uno sarà un flop, è probabile, uno un buonissimo giocatore, uno un campionissimo, e sarebbe già stupendo: in questo momento devi avere coraggio. La società deve dare coraggio ad Allegri, che mi pare uno predisposto a rischiare: se gli piace Bentancur, che lo tenga e lo faccia giocare, anche a costo di panchinare un big. Coraggio è anche capire qual è il momento di sovvertire una gerarchia perché il livello precedente si riproduca nel tempo, che per definizione è inesorabile e corrosivo”.  Concetto abbastanza chiaro, condito poi dalla iperbolica boutade successiva, da leggere in modo non letterale ma esemplificativo “vuoi sapere quale sarebbe catalogabile come atto di coraggio? Andare dal Milan e dirgli: ti do Buffon per Donnarumma” (che poi, quella era un’iperbole ma qualcosa di grosso sulla A4 poi si è mosso sul serio… ndr).

Bene, questa è la chiave di lettura sulla quale mi sento già di giudicare il mercato 2017-18. C’è stato questo coraggio? Direi di no. A parte un paio di operazioni, guarda caso le più criticate dalla tifoseria. Partiamo da alcuni dati: lo scorso anno la stagione svolta dopo il (coraggioso…) passaggio di Allegri dal 3-5-2 al 4-2-3-1. Pochi giorni dopo arriva a Vinovo Rincon, e da quel momento ci troviamo in rosa un centrocampista centrale in più quando in campo ne va uno in meno. D’improvviso siamo corti in attacco, specie sugli esterni, e debordanti a centrocampo (in quantità ma non in qualità). Forse non si pensava che la svolta potesse essere definitiva, ma nel nuovo assetto la squadra si esprime meglio, vince campionato e coppa senza patemi e arriva in finale di Champions fischiettando. Fino al secondo tempo di Cardiff, quando la mancanza di alternative di qualità dalla cintola in su peserà tanto, e sarà resa ancora più evidente dai cambi messi in campo da Zidane (Asensio, Bale, Morata).

Dopo la batosta davo dunque per scontato (non solo io) che si sarebbe continuato a puntare sul nuovo modulo, arricchendo la squadra con un centrocampista fisico e calcisticamente pulito, come piace ad Allegri. Un uomo giusto per affiancare Pjanic sopperendo ai suoi limiti fisici e non lasciandolo solo in fase d’impostazione, visto anche l’addio di Alves e quello possibile di Bonucci. Da questo punto di vista ho capito bene la rinuncia (se di rinuncia si è trattato) a Tolisso, una mezzala attualmente più adatta un centrocampo a tre. Ma allora mi sarei aspettato un innesto con le caratteristiche di Emre Can (il mio preferito), Matic, N’Zonzi o Strootman. Sarebbe stato coraggioso un all-in sul tedesco o sul serbo, perfino versare la clausola per il francese (non un fulmine di guerra, ma un uomo adatto allo scopo) o l’olandese. E’ stato democristiano, invece, fare retromarcia sul profilo adatto e puntare sulla “occasione Matuidi“. Apprezzo molto il centrocampista ex-Psg (anche più di N’Zonzi e Strootman) ma a quel punto non è più comprensibile la rinuncia all’ex-Lione, in pugno da mesi e in prospettiva più forte, visto che entrambi si esprimono meglio in una mediana a tre.

Anche davanti mi sarei aspettato più fegato, in un paio di casi. Intanto Keita Baldè. Perdere un giocatore di 22 anni così talentuoso- capace di fare l’esterno ma anche il falso nueve con risultati già ottimi e prospettive inesplorate – agendo con un celodurismo ormai superato dalle nuove logiche di mercato (o alle nostre condizioni adesso oppure a zero fra dodici mesi) mi fa rosicare. E ho paura che anche in società possano pentirsene. Dieci milioni in più sullo spagnolo si sarebbero facilmente recuperati, nel tempo, se il problema era questo. Perso Keita, comunque, avrei pensato che rischiassimo su Kean. Abbiamo tanti esempi di talenti scendono il campo già da minorenni, con frequenza, in vari grandi club. Si poteva puntare sul ragazzo come vice-Pipita, nel turnover o come cambio in corsa, ma si è preferita la scelta tradizionale del prestito in provincia.

Solo in due casi si è praticato il coraggio, quest’estate. Su De Sciglio, preso dopo un lungo corteggiamento, dietro precisa richiesta del tecnico, a una cifra alta o almeno non in linea con la scadenza contrattuale e le prestazioni degli ultimi campionati; e su Bernardeschi che, come Dybala, Alex Sandro, Pjanic e Higuain (i migliori attualmente in rosa?), è arrivato alle condizioni di chi lo vendeva. Secondo il principio “se giudico uno da Juve, e mi serve, lo prendo senza troppe chiacchiere”. Possono piacere o meno De Sciglio e Bernardeschi, ma i grandi club ragionano così. Mi sarei aspettato di vedere questa forma mentis all’opera con più continuità, quest’estate. Magari non siamo ancora pronti e basterà aspettare ancora qualche anno.

 

ps. Rispondo prontamente al primo commento, nemmeno quotato dai bookmakers: “se quando siamo coraggiosi prendiamo De Sciglio e Bernardeschi… meglio essere pavidi”. A parte che, quei due, andranno giudicati fra qualche mese o anno, erano solo esempi: coraggio è quello che ci ha permesso di avere il numero 10 che abbiamo adesso, anziché vederlo ballare “In Italia c’è Fabio” accanto a Javier Zanetti. Il coraggio è uno state of mind.

La nostra sul mercato – Sì, no, forse…

di Davide Terruzzi


Conta il risultato finale. Mai, secondo me, si dovrebbero pesare le intenzioni iniziali, perché le strade del calciomercato portano spesso altrove, a prendere in considerazione le occasioni che capitano. Per vari motivi, come imprevisti, concorrenza, eccessivo temporeggiamento e volontà giocatore, il piano di maggio non viene quasi mai corrisposto alla perfezione. Il mercato consegna una Juventus più completa e profonda, sebbene nel reparto difensivo si siano perse delle certezze (specialmente Bonucci). Ci si aspettava di più col centrocampista e col terzino destro, ma Matuidi e Howedes, per fortuna è arrivato, sono delle garanzie: se un giocatore non è da 10 ma da 8,5-9 non è un problema. Non si possono colmare tutte le lacune, non si poteva pensare d’avere la rosa del Real in un solo colpo. Ci salverà spesso Dybala? È quello che ci dobbiamo augurare, perché è quello che fanno sempre i grandi (e lui ancora non lo è).  Sta ad Allegri innovare trovando equilibri leggermente diversi. Infine, chiudo, personalmente mi sarebbe piaciuto una Juventus capace di controllare il mercato interno prendendo i talenti migliori: la vicenda Schick è complicata e tocca temi delicati, mentre per Keita è evidente come la dirigenza non abbia voluto, o potuto, davvero prenderlo. Peccato. Il voto al mercato? 8.



di Andrea Lapegna


Come si fa a definire buono o cattivo un mercato? Innanzitutto, lo si fa a fine stagione, ma un piccolo commento lo si può fare anche appena chiudono i giochi. Il calciomercato dovrebbe essere uno strumento per correggere i difetti della rosa, o per ovviare ad alcune necessità strutturali. Queste ultime si erano palesate nel corso della stagione in un inevitabile ampliamento della rosa – anche alla luce del nuovo modulo – e in un innalzamento qualitativo a centrocampo e, capitasse, un vice-Higuaín. Le cessioni di Bonucci e Dani Alves, preventivate dalla società ma non dai tifosi, aggiungono al carnet delle necessità almeno un terzino destro.
La società ha scelto invece un metodo per limare i difetti della rosa a mio avviso controintuitivo, ha consegnato cioè una rosa nel complesso molto più profonda e assortita di quella 2016/2017, ma chi è arrivato a centrocampo e sull’out destro non sembra in grado di soddisfare le esigenze di cui sopra. A un modus operandi lineare “problema –> soluzione”, si è preferita la flessibilità di una rosa in cui spicca l’ecletticità degli elementi. Praticamente tutti i nuovi acquisti sono capaci di giocare più ruoli in più sistemi. La rosa è complessivamente migliore? Probabilmente sì, anche se – per il tipo di impostazione vista sinora – per me perde qualcosa nelle prime scelte. Il terzino destro, benché Höwedes al 30 di agosto sia molto più che benvenuto, rimarrà un punto interrogativo: perché non privilegiare, ad esempio, un profilo più dinamico, tecnico ed offensivo, dal momento che i princìpi di gioco dell’allenatore vanno in questo senso? Ci si chiede se le scelte della società siano corrette. Lo dirà il campo,  ma anche chi è deluso o scettico come me farebbe bene a ricordare che – finora – lo sono quasi sempre state.



di Luca Rossi


Ritengo che il mercato della Juventus sia nel complesso abbastanza soddisfacente nonostante un’evoluzione e un andamento notevolmente differenti da quanto da me immaginato dopo Cardiff. Mi aspettavo senza dubbio un inferiore numero di entrate e di uscite. Trovo eccessivamente ardito in questo momento andare a giudicare se questa Juventus sia più o meno forte dell’anno scorso. Sarà il campo come sempre a emettere la sua sentenza. Però mi sento di sbilanciarmi dicendo che questa squadra è meglio assortita rispetto all’anno scorso avendo delle ottime alternative in ogni porzione di campo. A partire dal secondo portiere fino ad arrivare a un pacchetto offensivo completo per quantità e qualità (con Schick sarebbe stato letteralmente perfetto). Un’eventuale esplosione o comunque un assestamento a ottimi livelli di Bentancur significherebbe avere anche un centrocampo con una coperta abbastanza lunga. E ritengo che fosse questa la vera esigenza della Juventus in questa sessione di mercato, aldilà dei singoli nomi su cui investire: rendere questa rosa adattabile a più moduli e permettere ad Allegri di avere più giocatori con cui cambiare la partita in corso. Una valutazione maggiormente dubbiosa permane nell’analisi dell’11 titolare, soprattutto nell’out di destra dove avrei preferito un profilo più dinamico e in grado di offendere con discreta incisività. Allo stesso tempo ritengo che l’arrivo di Höwedes sia comunque una sicurezza che Allegri saprà sfruttare a dovere. Ci sarà senza dubbio da variare dei meccanismi tattici rispetto all’anno scorso ma ci sono un allenatore e una rosa che lo possono permettere. A fine anno faremo i conti, ma come ormai ogni anno io parto con una discreta dose di ottimismo.



di Kantor


Come si giudica il mercato di una squadra? L’operazione che vedo compiere normalmente è quello di filtrarlo attraverso i propri desiderata; in altre parole, per molti, se sono arrivati i giocatori che volevano il mercato è buono, altrimenti scatta il moriremo tutti, quasi per un riflesso pavloviano. Io invece sono un uomo pratico e mi limito a cercare una risposta a queste due domande: 1) la rosa è complessivamente migliorata? 2) sono state colmate alcune delle lacune evidenziate dalla stagione precedente?  Per la 1) direi che ci sono pochi dubbi: la Juventus ha allungato di parecchio la rosa (basta pensare a chi giocava l’anno scorso se uno dei quattro davanti non poteva), ha preso giocatori di alto livello (tranne uno che è una scommessa personale di Allegri) e si è pure ringiovanita non di poco. La 2) è necessariamente più soggettiva perchè non tutti vedono le stesse lacune; io credo che il grosso problema che noi abbiamo avuto l’anno scorso sia stato quello della mancanza di ricambi in attacco, che di fatto ha condizionato l’unica partita (anzi gli unici 45′) in cui abbiamo ceduto nettamente.  E questa lacuna è stata colmata. Un’altro problema per me era l’età media della rosa un pò troppo alta; e anche qui la società è intervenuta con efficacia.  Certo la cessione di Bonucci ha creato un problema che prima non c’era, ma non è un problema che puoi risolvere attraverso il mercato, semplicemente perchè Bonucci è un giocatore con caratteristiche uniche.  Cambiare il modo di far uscire la palla dalla difesa è un problema che deve risolvere Allegri, non Marotta; e di solito ci riesce.


di Francesco Andrianopoli


Non mi piace dare “voti al mercato”, perché il mercato non conta nulla, non è un valore in sé e per sé, è un mezzo e non è un fine; se una squadra mediocre fa un mercato straordinario e passa da mediocre a buona, mentre una squadra straordinaria non fa assolutamente nulla e rimane straordinaria, a che pro dare voto 10 alla prima e voto 6, 4, o s.v. alla seconda, se poi in campo la squadra straordinaria batte quella buona? L’unico verdetto che conta è vincere in campo, non vincere il mercato, e ragionando in termini di campo questa Juve mi sembra più forte di quella dell’anno scorso. E’ molto più profonda, è più giovane, e ha colmato alcune delle lacune più significative che avevamo  sottolineato l’anno scorso: la mancanza di ricambi in attacco e a centrocampo, la mancanza di giocatori in grado di “spaccare” la partita entrando dalla panca, la mancanza di un centrocampista dinamico ma al tempo stesso affidabile e rodato, la mancanza di un affidabile portiere di riserva e/o sostituto di Buffon. Certo, bisognerà sopperire alla partenza di Bonucci, ma Rugani era destinato in ogni caso a raccoglierne l’eredità in un paio d’anni, quindi non si è fatto altro che anticipare quella che sarebbe stata una naturale evoluzione; d’altra parte è vero che altre carenze non sono state affrontate, ma la perfezione non è di questo mondo, e tutto sommato direi che si può e si deve essere ampiamente soddisfatti di questa rosa.



di Francesco Federico Pagani

La scorsa estate avevo un’idea: arrivano Higuain e Pjanic alla Juve con Pogba ancora in squadra. Credo la mia idea fosse facilmente intuibile: quella rosa rinforzata dagli arrivi dell’ex Napoli e dell’ex Roma poteva fare il salto di qualità definitivo.
Poi le cose andarono diversamente, come noto. Il Polpo partì e la Juve, a mio avviso, non comprando un altro centrocampista di livello mondiale (di fatto Pjanic per me doveva essere un plus al reparto, quindi con via Pogba ne serviva un altro) mancò il salto di qualità. Cosa che, a mio avviso, ha mancato anche stavolta. La Juventus doveva ripartire da lì: da un centrocampista di alto livello. E poi vedere come muoversi sul mercato per puntellare la squadra e la rosa. Invece a fronte di alcuni acquisti di qualità, come Costa e Bernardeschi, ci sono state due cessioni importanti nell’economia della squadra, come Bonucci ed Alves. Ed il centrocampista arrivato, Matuidi, è un buon giocatore. Certo non colui il quale può essere deputato a farti fare il salto di qualità definitivo. Anzi, questo mercato ha lasciato insoluta la questione terzino/fluidificante (a seconda della disposizione in campo) destro. Una questione spinosa, a meno di una ri-deflagrazione di Mattia De Sciglio o del tentativo di adattare Howedes a terzino fisso, con la controindicazione che ovviamente non porterebbe grandissimo apporto in fase offensiva. Quello della Juventus è quindi un mercato a due facce, che se da una parte copre le spalle di Buffon sul medio-lungo periodo con un portiere di grande talento (per altro solidificatosi a Roma) e arricchisce di qualità il reparto offensivo, dall’altro mi lascia dei dubbi sia sulla difesa (terzino destro e fase di costruzione bassa) che sul centrocampo (dove appunto manca l’acquisto che a mio avviso potrebbe far fare il salto definitivo alla Vecchia Signora).



di Kareem Bianchi

Io preferisco giudicare il mercato a conti fatti, dunque a fine stagione, ma un paio di idee sul mercato appena terminato le ho. Io credo che bisogni prima di tutto valutare le cessioni, ipotizzando la squadra senza caratteristiche tecnico-tattiche dei giocatori venduti. Successivamente si esaminano le qualità e le caratteristiche dei giocatori acquistati, immaginandoli all’interno dello schema tattico della Juventus, per poi considerare quanto sia migliorata la rosa complessivamente: titolari e riserve (posto che alla Juve i titolari sono più di 11).

Quest’anno la Juventus ha visto partite Bonucci e Dani Alves, due giocatori unici nel loro ruolo e indispensabili per la prima costruzione ed evadere il pressing in vari modi. I profili di Alves e Bonucci sono particolari, dato che si tratta di giocatori che interpretano il proprio ruolo utilizzando le loro qualità fuori dal comune tra i pari ruolo. In fase di costruzione le loro qualità tecniche permettevano alla Juventus di uscire dal pressing mediante lanci lunghi o scambi a un tocco in spazi limitati.

L’ex Barça in fase di possesso era un giocatore al quale piaceva accentrarsi, scambiando posizione con Dybala ed agendo da mezz’ala e regista aggiunto; inoltre, schierato da esterno destro nel 4-2-3-1, ha saputo utilizzare le sue qualità di rifinitura e ha segnato goal importanti. Invece i lanci lunghi e precisi di Bonucci regalavano una variante tattica notevole alla squadra di Allegri. Preventivate le cessioni, la Juventus ha acquistato Douglas Costa e Bernardeschi, rinforzando il reparto offensivo e offrendo diverse soluzioni ad Allegri, date le caratteristiche diverse tra gli esterni presenti in rosa, partendo da Mandzukic, passando per Cuadrado e Pjaca e arrivando a Douglas Costa e Bernardeschi.

Quest’ultimo è un giocatore che predilige il gioco sulla trequarti, accentrandosi e stanzionandosi negli half-space per ricevere. Il brasiliano è un’ala classica che però, sotto la guida di Pep Guardiola, ha imparato a giocare tra le linee e negli spazzi di mezzo. Dunque, la Juventus ha acquistato due esterni diversi tra loro e soprattutto diversi da Alves.

A centrocampo sono arrivati Matuidi e Bentancur, giocatori che danno il meglio di sé in un centrocampo a tre e che regaleranno nuove soluzioni ad Allegri (ad esempio il passaggio a 3 in mezzo al campo a partita in corso). Il francese porterà esperienza e dinamicità mentre l’uruguayano potrebbe rivelarsi la sorpresa della stagione, come ripetuto in diverse occasioni da Allegri.

In difesa gli arrivi di De Sciglio (su scelta esplicita dell’allenatore, grande estimatore del terzino che ha fatto esordire al Milan) ed Howedes, un campione del mondo della nazionale tedesca ed ex capitano dello Schalke 04. Si tratta di un giocatore versatile che può giocare in ogni posizione della difesa, forte fisicamente, abile nel tackle, nell’anticipo e nel gioco aereo.

Inoltre la Juventus ha acquistato uno dei migliori portieri delle ultime due edizioni di Serie A, Wojciech Szczęsny, che sarà il vice Buffon per questa stagione. Con Rugani che molto probabilmente sarà il sostituto di Bonucci, la Juventus ha molti giocatori che si esprimono al meglio difendendo in avanti, quindi secondo me il mercato della Juventus potrà essere giudicato soltanto a fine stagione, analizzando l’organizzazione tattica finale in fase di possesso e non possesso. Dalle prime uscite sembra che per fronteggiare l’assenza Bonucci e Alves in costruzione, si voglia utlizzare la Salida Lavolpiana, con Pjanic che si abbassa tra i centrali mentre l’esterno destro (per ora Cuadrado) si posiziona a centrocampo.

Secondo me per superare la difficoltà in transizione, verificatasi nelle prime tre gare della stagione, bisognerà utilizzare un sistema di gegenpressing, sfruttando le qualità in accorcio dei giocatori e focalizzando il recupero del pallone sul taglio delle linee di passaggio; impiegare Höwedes da terzino destro permetterà alla Juventus di essere meno sbilanciata sugli esterni.

Douglas Costa è un giocatore diretto, abile nell’1v1, preciso nei cross che aggiungerà velocità in transizione. Bernardeschi permetterà alla Juventus di avere una migliore occupazione degli spazi e un maggior numero di ricevitori tra le linee. Rugani in pianta stabile nell’undici titolare regalerà alla squadra un centrale che pur non avendo in piedi di Bonucci, è più che abile nelle verticalizzazioni palla a terra e nel gioco corto.

Il mio giudizio è di un mercato fatto per sopperire ai problemi di soluzioni in attacco riscontrati la scorsa stagione, aumentando la qualità complessiva della rosa e abbassando l’età media. Il mio voto è 8, ma molto dipenderà da come Allegri supererà i problemi iniziali e da come inserirà i nuovi giocatori nel contesto tattico ideale per le loro qualità. Il calcio è un gioco di squadra, e come tale ogni elemento (dai singoli, all’allenatore fino all’organizzazione tattica) è cruciale per avere successo.