«La Juve è forte: serve intelligenza e strategia»

Il capitano bianconero dopo Barcellona: «Bisogna capire meglio le fasi della partita. Dybala è un grande campione, Bentancur non è una sorpresa»

«Migliorare nel capire le fasi della partita, soprattutto in riferimento all’avversario che si sta affrontando»: questo è ciò che Gianluigi Buffon auspica per la Juventus, come ha raccontato oggi in una serie di interviste alla stampa, tra le quali la lunga ed intensa chiacchierata con Claudio Zuliani, che andrà in onda questo pomeriggio alle 18 su Juventus TV (canale 212 di Sky).

Ecco i temi affrontati dal capitano bianconero:

LA PARTITA DI BARCELLONA RIVISTA A FREDDO

«Siamo un po’ ammaccati, come è normale che sia. Per chi è abituato a vincere e ad essere protagonista in positivo in gran parte delle proprie partita, arrivare da una trasferta così è sicuramente un qualcosa che infastidisce, però è una cosa positiva che si provi questo sentimento e le squadre forti e gli uomini forti devono dimostrare di esserlo quando superano le difficoltà. Col mister abbiamo visto le immagini delle fasi salienti del match, analizzando sotto il profilo tecnico e tattico la partita come si fa sempre. Abbiamo giocato contro una grande squadra e abbiamo perso male, ma se si analizza in maniera lucida la gara credo che si possa dire che sia stato un risultato troppo pesante per il tipo di gara che abbiamo fatto, almeno per sessanta minuti Questo ci ha insegnato ancora una volta che se si vuole fare gara alla pari, o cercare di vincere, con quelle tre o quattro squadre al mondo che obiettivamente hanno quei valori singoli e di squadra che sono superiori ai nostri, per noi è imprescindibile mantenere una certa compattezza e densità tra le linee, oltre a una certa ferocia».

MANTENERE LUCIDITÀ, ANCHE IN SVANTAGGIO

«Nel secondo tempo le nostre maglie si sono allargate perché avremmo voluto recuperare il risultato e abbiamo prestato il fianco agli avversari: purtroppo contro squadre così non te lo puoi permettere, devi essere sempre lucido, avere la forza mentale per rimanere in partita e sapere che devi soffrire anche se sei in svantaggio perché alla fine la palla gol te la concedono sempre e devi essere bravo a sfruttarla. Bisogna giocare avendo quel tipo di fiducia e serenità, cosa che invece abbiamo smarrito dopo il loro vantaggio: su questo dobbiamo sicuramente migliorare».

PER LA PRIMA VOLTA, BATTUTO DA MESSI

«Non dico che fosse inevitabile, però, considerata la frequenza con la quale segna, già aver fatto quattro partite senza aver preso gol da lui era stato un piccolo record. Quando ci giochi contro e vedi la cattiveria e la rabbia con la quale fa determinati movimenti, con la quale prepara il tiro e scaglia il pallone, capisci che si tratta di un giocatore di un’altra categoria. Quando calcia uno come lui o come Cristiano Ronaldo, ti accorgi che il peso della palla è diverso rispetto a quella calciata da un giocatore “normale”: a fine partita gli ho fatto i complimenti con grande sportività. Noi della Juve che abbiamo avuto spesso la fortuna di giocare contro campioni del genere, dobbiamo capire che cosa significa davvero affrontarli: spesso in Italia non abbiamo davvero la percezione dei livelli».

DYBALA, UN GRANDE CAMPIONE

«Già l’anno scorso avevo classificato Dybala tra i primi cinque nel mondo, e in certi momenti non avrebbe sfigurato neanche tra i primi tre. Confermo questo giudizio su di lui, al di là del fatto che uno possa fare un po’ meglio o un po’ peggio nella singola partita, soprattutto considerato che a Barcellona la Juve in toto non ha brillato e non gli ha permesso di sfoderare la migliore delle prestazioni. Con la continuità di rendimento che ha dimostrato in questo anno e mezzo, credo che si sia meritato la grande attenzione. Siccome ho giocato con e contro tanti grandi giocatori, posso dire che Paulo fa parte della cerchia dei grandi campioni».

BENTANCUR NON È UNA SORPRESA

«Rodrigo non è assolutamente una sorpresa per noi che lo vediamo tutti i giorni: pur essendo molto giovane, è un ragazzo molto intelligente che dà totale affidabilità dal punto di vista tecnico e tattico e da quello della tenuta psicologica, perché, seppur, in un altro campionato, era abituato a giocare partite con pressioni importanti. È un giocatore che fa diventare semplice e fluida ogni palla ed ogni giocata, questo significa che Madre Natura gli ha dato qualcosa di diverso da tutti gli altri».

LA CATTIVERIA AGONISTICA DI HIGUAÍN

«Mi fa molto piacere vedere che Gonzalo non accetti di perdere, che non accetti di vedere se stesso e la Juve non riuscire ad esprimersi al massimo delle proprie potenzialità. Questo mi piace, perché solo attraverso questi passaggi uno può cercare di migliorarsi e portare qualcosa di diverso e costruttivo per se stesso e per la squadra».

RIPARTIRE CON FIDUCIA

«Perdere a Barcellona ci sta, è quel genere di partite che si possono perdere. La Juve del primo tempo, che ha messo in campo determinate qualità, è una Juve che fa gara con tutti, col Barcellona, col Real Madrid, col Bayern Monaco. Quella del secondo tempo, cher per ambizione ed impeto di voler recuperare la partita, apre così tanto le proprie maglie, invece è una Juve che perde inevitabilmente queste partite. La strategia nel calcio conta, così come l’intelligenza e l’umità: se giochi contro una squadra più forte, fai fatica a vincere con un calcio propositivo. La nostra colpa è stata non aver capito nel secondo tempo che avremmo dovuto continuare a fare, come aveva detto il mister, tutto quello che avevamo fatto nel primo tempo. La partita di domenica col Sassuolo ci servirà per ripartire con rinnovata fiducia, compattezza e tempra da Juve».

EQUILIBRIO DA MIGLIORARE NELLA FASE DIFENSIVA

«Tutti gli anni la Juve all’inizio prende gol: un po’ dipende dal calendario, un po’ dal fatto che cambiando determinati giocatori la fase difensiva debba essere migliorata. Quando non hai ancora un equilibrio stabile, è normale che si rischi di subire di più, soprattutto se giochi contro gente come Messi, Suarez e Iniesta. Sicuramente, però, nella fase difensiva dobbiamo trovare un equilibrio e una solidità diversa se vogliamo ambire ad essere protagonisti in Italia e anche in Europa: per noi la forza difensiva è imprescindibile».

LA JUVE, ORA

«Sono convinto e fiducioso: abbiamo un bel gruppo, un bello spogliatoio e una squadra forte, che ci permetterà di essere protagonisti in Italia e, a certe condizioni, anche in Europa. Fra noi tre portieri c’è una grande sintonia e un gruppo di lavoro fantastico. La Juve ha mantenuto una straordinaria forza di squadra e nei singoli è anche migliorata, come qualità e quantità. Quello che deve stimolare tutti noi è la capacità di saper soffrire e di leggere le partite, per capire cosa c’è da fare in determinati momenti. Se riuscissimo ad evolvere da questo punto di vista, faremmo un notevole passo in avanti».

CHE CAMPIONATO SARÀ?

«C’è un risveglio del calcio milanese, il Napoli continua ad essere il Napoli, la Roma ha cambiato progetto tattico e probabilmente anche filosofia con l’avvento di un altro direttore sportivo. Le indicazioni dicono che sarà un campionato equilbrato, poi lo vedremo alla fine… Del resto, anche l’anno scorso abbiamo vinto con meno punti di vantaggio rispetto agli anni precedenti».