Il Bologna in campo. Prima e dopo.

L’avvento di Roberto Donadoni alla guida della squadra rossoblu ha portato la bellezza di 27 punti in 11 giornate. I dati spiegano perché.

La Juventus ha affrontato il Bologna nella gara di andata, il 4 ottobre scorso. In panchina, per i felsinei, c’era Delio Rossi, che è stato tecnico rossoblu per 10 partite, le prime della stagione. Quella contro i bianconeri, terminata 3-1 per la Juve, fu una delle ultime presenze di Rossi con la squadra bolognese: dal 1 novembre (match contro l’Atalanta) ha infatti esordito in panchina il nuovo e attuale tecnico, Roberto Donadoni.

Come è cambiato il Bologna sotto la sua guida?

Quarto posto virtuale

Intanto partiamo da un dato, a suo modo stupefacente: se il campionato fosse iniziato alla 11esima giornata, la prima di Donadoni, la classifica di Serie A vedrebbe il Bologna al quarto posto, con 27 punti, dietro a Juventus con 45 punti, Napoli a 35, Fiorentina a 28.

Vittorie. E gol.

Si diceva, 27 punti in 11 partite: il che significa una media di 1.80 a partita, tre volte tanto rispetto al predecessore. Tradotto: 8 vittorie, 3 pareggi, 4 sconfitte (erano state 8 nelle prime 10 partite, a fronte di 2 vittorie). Triplicata la media punti, più che raddoppiata quella delle reti: 23 (nei primi dieci match erano state solo 6), 1.53 a partita. Più vicini i dati sui gol subiti: 16 con Donadoni, 15 quelli subiti dalla squadra di Rossi.

Sistema di gioco

Quanto abbiamo appena detto si può tradurre in un solo modo: il Bologna ha costruito questa sua ottima seconda parte di campionato soprattutto segnando più reti. E questo numero maggiore di marcature ha soprattutto due firme: quelle di Giaccherini e Destro, che hanno segnato tutti i loro gol di questo campionato (6 il primo, 8 il secondo) con Donadoni in panchina.

Torniamo indietro, allora, e vediamo qual è lo schema con cui giocava il Bologna prima e con cui gioca adesso. Apparentemente è lo stesso: di base, Rossi e Donadoni schierano i felsinei con un identico 4-3-3, ma una prima differenza evidente si nota confrontando gli undici uomini più utilizzati nelle prime 10 giornate e poi nelle successive 15.

11 con più presenze per Delio Rossi: Mirante; Ferrari, Oikonomou, Rossettini, Masina; Rizzo, Diawara, Pulgar; Mounier, Destro, Brienza.
11 con più presenze per Donadoni: Mirante; Rossettini, Gastaldello, Oikonomou, Masina; Taider, Diawara, Brighi; Mounier, Destro, Giaccherini.

Spicca proprio il nome di Giaccherini, che con Donadoni diventa un elemento fondamentale: solo dall’inizio del 2016 ha segnato 4 reti. Guardate che zone di campo ha coperto nell’ultima trasferta a Udine, e capirete come sia diventato un giocatore imprescindibile del reparto avanzato felsineo.

Tradotto in numeri: 32 passaggi nella metà campo offensiva, 6 cross, 56 palloni giocati e 3 occasioni create, sempre in quella partita. Non poco.

Posizioni in campo

Prendiamo adesso in considerazione le posizioni in campo della squadra bolognese, prima con Delio Rossi e poi con Donadoni. Da segnalare un cambiamento rilevante: lo spostamento sulla destra di Rossettini, come conferma anche la sua “Heatmap” nel match contro la Sampdoria, poche settimane fa.

Per avere un confronto più chiaro fra i due allenatori, mettiamo a confronto le posizioni medie in campo dei felsinei, nel match contro l’Inter e in quello contro i blucerchiati. Per chiarezza: Rossettini è il numero 13. Da un match all’altro, il suo spostamento è evidente.

Bologna vs Inter

Bologna vs Samp

Non è un caso che (prendiamo come riferimento l’ultima vittoria del Bologna in cui ha giocato, quella con la Samp), l’esterno bolognese ha messo a referto 46 passaggi – numero fra i più alti della squadra – 25 dei quali nella metà campo offensiva con una precisione del 69%. Proposizione, ma anche copertura: nella stessa partita ha vinto tutti e sei i suoi duelli (4 aerei), segnalandosi anche per 4 respinte.

Il risultato è un gioco che predilige maggiormente le fasce, come si nota dalle percentuali di zone di campo in cui il Bologna ha attaccato, sempre contro l’Udinese.

 

Logico che un’impostazione del genere favorisca maggiormente le incursioni di un attaccante fisicamente e tecnicamente dotato come Mattia Destro, che non a caso ha ritrovato proprio nelle ultimi 15 giornate la sua migliore vena realizzativa. E il gol segnato domenica contro l’Udinese ne è conferma: una rete che mette in evidenza le doti dell’attaccante numero 10, ma che non a caso, nella sua azione, prende le mosse proprio da una fascia, in questo caso quella sinistra.