Dopo mesi alquanto complessi (soprattutto inverno e primavera scorsi), coincisi con il tourbillon elettorale in seno alla società, lo Sporting Clube de Portugal è tornato a fare la voce grossa, non solo entro i confini lusitani. La cruda e spinosa battaglia politica tra Bruno de Carvalho e Madeira, conclusasi lo scorso marzo in favore del primo (riconfermato presidente), ha avuto effetti pesanti sui risultati della squadra capitolina e sulla stabilità in panchina del tecnico Jesus. Avesse vinto Madeira, infatti, l’ex Benfica sarebbe stato allontanato immediatamente: una situazione che ha fatto vacillare anche un santone come Jorge, in grado, però, di risollevarsi prontamente non appena passata la tempesta. Bruno de Carvalho, che lo ha fortemente voluto alla guida dei suoi leoni due estati fa, ha confermato la sua fiducia al 63enne di Amadora, e la scelta sta pagando ottimi dividendi.
Già dallo scorso aprile si è rivista la squadra tignosa, con qualità ed organizzazione notevoli, che seppe mettere in crisi il Real Madrid (poi campione d’Europa) sia a Lisbona che in Spagna e l’estate non ha invertito la rotta, anzi. Il mercato ha fatto tremare i tifosi biancoverdi sino alle ultimissime battute, vista la questione Carvalho (a lungo ad un passo dal West Ham), ma i supporter sportighisti hanno potuto non solo tirare un sospiro di sollievo per le conferme delle colonne Rui Patricio, Dost e Martins, ma anche sorridere per le entrate pesanti, in tutti i reparti. Alla casa base, ad esempio, è rientrato Iuri Medeiros (i suoi prestiti “inadeguati”, a detta di uno dei contendenti, furono una delle questioni più bollenti in campagna elettorale), 23enne ala destra guizzante, reduce da due esperienze molto positive con Moreirense e Boavista, e oggi alternativa di lusso nel reparto avanzato. Un settore, quello offensivo, dove si è inserito di prepotenza anche Bruno Fernandes, uno che gli amanti della Serie A conoscono alla perfezione. Per l’ex Doria l’impatto con lo Sporting è stato semplicemente spettacolare: dodici partite ufficiali tra campionato e coppa (e playoff) ed un fatturato sontuoso di sei reti e due assistenze, sublimato da una duttilità tattica notevole (sottopunta, centrocampista centrale o trequartista classico ma il rendimento non cala). La sessione estiva ha portato una ventata di aria fresca anche alla difesa, che ha subito una profonda ristrutturazione. In mezzo Coates è rimasto il leader, ma i compagni di reparto sono cambiati tutti. Dal Betis è arrivato, per pochi spiccioli, uno dei migliori terzini destri italiani, Cristiano Piccini (Gian Piero, pensaci!), mentre sull’altra corsia lo Sporting ha puntato fortemente sull’esperienza di Fabio Coentrao, volenteroso di riscattare gli ultimi tempi a Madrid, e molto importante in stagione sin qui. A completare il pacchetto un altro difensore in uscita da una grande di Spagna, il francese Mathieu che evoca il ricordo molto dolce del trionfo sul Barcellona in aprile.
Caratteristiche dell’undici tipo?
La retroguardia dello Sporting è solidissima centralmente, grazie anche al “filtro intelligente” della coppia Willy Carvalho-Battaglia, primo schermo protettivo ma anche discreta dispensatrice di fosforo, utile a rifornire il terzetto dietro la bocca di fuoco Dost. Se mancherà, e pare quasi certo, Alan Ruiz, esploso letteralmente nel finale dell’anno scorso, il trio dietro il cannoniere olandese, sarà presumibilmente composto dal funambolico Gelson Martins, uno sul taccuino delle principali squadre mondiali, a destra, il già citato Fernandes nel mezzo e l’”equilibratore” Acuna sulla sinistra, uno visto anche da terzino nell’Argentina di Sampaoli. Un pacchetto corroborato dalla spinta impetuosa dei due laterali bassi, che aiutano a diversificare la proposta offensiva. Se Fernandes e Martins cercano principalmente l’imbucata centrale, Piccini e Coentrao garantiscono un discreto numero di cross, anche dal fondo, così da poter stimolare il clamoroso fiuto del gol del cannoniere ex Wolfsburg con più soluzioni. Dost è un attaccante completo, formidabile di testa, abile nel giocare di sponda e nel premiare i tagli dei centrocampisti, e dotato di una percezione della porta con pochi eguali nel panorama mondiale. Vive un momento magico, arginarlo sarà la chiave principale per chiudere la serratura della nostra difesa ballerina nell’ultimo periodo. A noi, invece, il compito di prenderli ai fianchi, visto che le due catene laterali sportinghiste sono di primo livello offensivo, ma con lacune difensive da matita rossa. Per portare a casa tre punti fondamentali in chiave qualificazione ed affrontare la trasferta dell’Alvalade con più serenità, servirà una prova di grande spessore del collettivo bianconero, ma soprattutto delle nostre catene esterne, che devono essere il grimaldello per sfondare il portone “Ottavi di finale”.
Matteo Viscardi.