La Juve perde. Apocalisse Zombie

La Juve ha perso. In casa. Apocalisse Zombie.

E’ la quarta volta in 119 gare allo Stadium, Europa inclusa. Ce le ricordiamo tutte Inter, Bayern, Udinese e Lazio. Ricordarsi 4 KO in casa in 7 stagioni è qualcosa di irreale. E’ bene comprenderlo.

E’ stata una Juve brutta che con episodi poteva dar vita ad una vittoria solida, anche larga:

– il culo epocale di Strakosha sulla traversa di Higuain (quella palla lì va dentro 9 volte su 10),
– l’occasionissima di Higuain in cui è la coscia di Strakosha ad intervenire (da lì Pipa ne mette 9 su 10),
– quel palo di Dybala (che da lì in stagione è a 9 su 10)
– il rigore sbagliato (da lì Dybala è a 12 su 14).

Quattro episodi da 9 su 10. Che sia uscito 4 volte il NO è francamente più sfiga che errori. E, se in una gara in cui la Juve è stata lenta, confusionaria, disordinata, fragile dietro e povera di ritmo e variazioni in attacco ha avuto 4 occasioni da 9 su 10 per chiuderla o pareggiarla contro una rivale tonica, vogliosa e organizzata che invece ha sfruttato al 100% le due chance concesse. è tutto dire.

Ovviamente non è SOLO un episodio (anzi 4), così come non era solo episodico il pari di Bergamo o la difficoltà di sbloccarla contro l’Olympiacos.

Quando la Juve perde in casa la spiegazione non è MAI una sola (Messi a parte) ma un coacervo di più motivi, e alcuni provo a mettercene anche io:

1. RITMO

Allegri in autunno vivacchia in A, a basso ritmo, con esperimenti, ruoli adattati, forma fisica precaria, magari anche infortunati. La A la snobba quasi. Per lui la gara più importante di inizio anno è sempre la PRIMA con la TERZA rivale di UCL. Quella che se vinta ti fa mettere un piede oltre il girone. Per la Serie A c’è tempo, tanto tempo. E’ sempre stato così, anche al Milan. E in Primavera passa all’incasso.

2. MODULO

Il primo anno svoltammo con l’Olympiacos passando al 4312 (pur senza trequarti) era il 4 novembre.
Il secondo anno svoltammo dopo un derby vinto al 93° ripassando al 352 che ci avrebbe portato a 24 vittorie su 25 partite, era il 31 ottobre.
L’anno scorso abbiamo svoltato a Gennaio, proprio con la Lazio varando l’audace 4231, era il 22 gennaio. Il 433 visto sabato era disorganizzato, friabile e per nulla affiatato. Così come la catena di destra Licht-Costa o anche Mandzukic nel 433. Tutto fuori forma, fuori fuoco, fuori sincrono.

3. NUOVA DIFESA

Passato il periodo delle vedove di Bonucci visti gli sfaceli al Milan va detto con franchezza che con 4 gol con 3 tiri presi da Atalanta e Lazio non si va da nessuna parte. Beccare 2 gol in pochi minuti ai primi 2 tiri, anzi, le prime 2 volte che i rivali combinano qualcosa è una mazzata tale che rende difficilissimo riportarsi in vantaggio. Soprattutto quando sei fuori ritmo, modulo e sfigato. Perché becchiamo gol? Siamo in fase di transizione. Veniamo da una difesa bassa con un centrale che andava in anticipo e uno che faceva il libero, con due terzini prima bloccati e ora non più e -fino a 6 mesi fa- con 3 uomini davanti ai centrali uno dei quali Marchisio, uomo “posizionale” per eccellenza. Ora proviamo ad essere più corti, con difesa più aggressiva per cercare di recuperare palla più avanti, ma siamo ancora scollati e fuori fase, e prendiamo infilate da squadre brave a ripartire, che come la Lazio con due passaggi vanno in porta.

4. UOMINI

Pjanic out in vista dello Sporting. Cuadrado out in vista dello Sporting. Dybala out in vista dello Sporting. Oltre ai soliti assenti, oltre ai rientranti.

 

Insomma tutto già sentito, già letto e vissuto negli autunni di Allegri (e di Conte). Inclusa una squadra che viaggia veloce come quella Roma di Garcia (10 vittorie nelle prime 10), incluso un Napoli capolista (e aveva anche Higuain un filo più in forma), e un’Inter a +11 a botte di cinismo, solidità e buona sorte.

Questo non implica necessariamente che la Juve vincerà il campionato a Marzo e arriverà in finale di CL. Ma la Storia minima del Calcio di questi ultimi anni dovrebbe insegnare un po’ di moderazione, da un lato e dall’altro. Così come quei tifosi Juventini che dopo Bergamo parlavano di complotto VAR ai nostri danni. VAR perfetta con la Lazio che ha confermato un nostro gol valido (che complotto poteva esserci dietro l’annullamento di un gol irregolare a Bergamo??) e assegnando un rigore netto che l’arbitro si era perso, al 94°, ancora un rigore VAR decisivo. Dybala grazia gli avversari e salva il VAR, per ora.

Ma niente. Ogni volta che si pareggia e perde (e figuriamoci in sequenza) c’è l’Apocalisse Zombie.

Essere a -5, essere ad Ottobre, arrivare da 6 scudetti, dovrebbe tirar fuori in noi quella compattezza, quel gusto in più di tifare, quella voglia di rimonta senza la disperazione di una squadra che non vince da anni, quella lucidità di chi ha passato gli ultimi 3 anni a disperarsi per delle sconfitte in Autunno e leggere i titoli su Napoli e Roma scudettate e sulle milanesi #DaScudetto.

In più, c’è quella voglia di rivalsa che ci accende sempre. Il tifo è sentirsi vivi, rimontare fa sentire vivi

Invece molti tifosi juventini sono morti da 3-4 anni, sepolti dalle vittorie italiane e interrati dalle finali Champions. Tifosi non-morti che si rialzano solo quando si perde a litigare tra di loro.

Da un lato Lupi mannari bianconeri che ogni 6 mesi, al primo passo falso, azzannano chi ha vinto tutto: giocatori ridicoli, grassi, rotti, bidoni, falliti, senza palle, allenatore caprone, senza gioco, senza idee, senza nerbo, società ridicola, senza mercato, senza progetti, senza soldi! Gli stessi giocatori, mister e società che pochi mesi fa arrivavano in finale di UCL quasi da favoriti.

Dall’altro lato Vampiri gobbi che si rifiutano di vedere i difetti in nome di una riconoscenza cieca (ovvia e innegabile): Mandzukic eroe, idolo e indispensabile anche su una gamba, Lichtsteiner mito indiscusso, juventino e generoso, Allegri genio totale senza macchia, ko solo colpa di sfiga, episodi, VAR, complotti.

Insomma dai, basta zombies! Equilibrio e lucidità!

Sappiamo vincere discretamente. Ma 6 anni di vittorie non ci hanno insegnato ancora a perdere con distacco e freddezza.

Avanti con fiducia #FinoAllaFine

Sandro Scarpa.