Tanti auguri, Alex!

Alessandro Del Piero compie 43 anni: lo celebriamo in un modo speciale

Oggi è il compleanno di Alessandro Del Piero. Fuoriclasse. Capitano. Trascinatore. Bandiera. In una parola: una pagina fondamentale dei 120 anni di storia della Juventus.

A proposito di storia, oggi vogliamo celebrare il compleanno di Ale raccontando le sue quattro, indimenticabili, prime volte. I suoi primi gol in quattro stadi diversi. Quali? Lo scopriamo insieme… 

Cambiar casa senza traslocare, un paradosso possibile a pochi. Se poi le case sono quattro, a uno solo. Uno che ha cominciato ad appendere quadri alle pareti fin da quando era un “bocia”. Non era ancora Pinturicchio, era solo un Primavera, ma già pennellava magie.

La casa aveva un nome popolare, Comunale, ed era carica di storia ed emozioni. Su quel prato, Alessandro Del Piero cominciò a sperimentare la gioia del gol nei derby: 18 giugno 1994, finale del campionato Primavera contro il Toro. Vent’anni da compiere, quando battezzò il vetusto impianto, ma qualche mese prima aveva già timbrato l’algido e colossale Delle Alpi, con i compagni più grandi.

Nel solito gelo creato dalla lontananza dalle tribune, il 19 settembre 1993, aveva arrotondato a quattro le reti della Juve contro la Reggiana. Un gol per la statistica, che anticipava di un anno il gol per la storia: il celeberrimo 3-2 alla Fiorentina. Una di quelle reti che demarcano il prima e il poi. Il grafico della storia della Juve, da quel momento, ebbe una vistosa impennata.

Alex ottenne poi il numero di maglia e lo status di Dieci per antonomasia. Continuò a segnare senza posa, fino al successivo trasloco. Che poi fu un ritorno. Il Comunale aveva cambiato nome e forse anche indole. Si autocelebrava come Olimpico e divenne la casa temporanea di una Juve di passaggio. Ma Pinturicchio non si formalizzava: vedeva una parete bianca e intingeva il suo pennello.

Era la stagione in cui, da campione del mondo, Ale giocò nella provincia dei cadetti. Il fuoriclasse, però, non guarda il blasone degli avversari, pensa solo a batterli. Perciò, prima partita in casa e primo gol del Dieci: è il 16 settembre 2006 e col suo gol la Juventus conquista la prima vittoria in serie B, 2-1 al Vicenza.

Andare e tornare, la vita è un pendolo. Lasciato il Comunale e tornato all’Olimpico, lasciò anche il “Delle Alpi” per ritrovarsi sullo stesso suolo, anche se il contesto era incomparabile: lo Juventus Stadium, oggi Allianz Stadium, aspettava il suo gol spasmodicamente. Alex stavolta si fece desiderare un po’, forse per sottolineare l’importanza dell’evento. Chissà se fu premeditato ma, per segnare anche nella sua quarta casa, il Dieci attese il giorno del nono anniversario della scomparsa dell’Avvocato Agnelli, il 24 gennaio 2012, quarti di finale di Coppa Italia contro la Roma. Una serata storica, grazie al secondo gol di quel 3-0. Alex avrebbe poi confessato: “Se mi avessero chiesto di immaginare il mio primo gol nel nostro nuovo stadio, l’avrei pensato proprio così”.

Alla fine di quella stagione, però, avrebbe segnato un gol che sarebbe persino andato oltre i suoi sogni: il 13 maggio, con l’Atalanta. Quando, per l’addio dell’unico che mai segnò nei quattro stadi, vide la sua ultima casa bianconera piangere di commozione.




Senza di te, Alessandro

Senza di te non avrei mai amato così questo sport.
Senza di te non sarei stato così tanto juventino.
Senza di te magari sarei diventato chessò, astrofisico nucleare, perché avrei passato più tempo a studiare sui libri anziché a fantasticare sul calcio.
Senza di te la mia vita sarebbe stata a sbiaditi colori anziché immersa in un sontuoso bianconero.
Senza di te non avrei mai saputo che si può essere fuoriclasse universalmente riconosciuto, esempio per i bambini e uomo impeccabile, tutto allo stesso tempo.
Senza di te il numero 10 non avrebbe avuto un significato così affascinante e Baggio sarebbe stato il mio indiscusso idolo…poi arrivi te e spazzi via qualsiasi altra cosa.
Senza di te non avrei mai creduto che intelligenza, rispetto, educazione, fantasia, stile, classe, umiltà e bravura potessero essere doti proprie di un solo giocatore.
Senza di te la Nazionale ha perso di interesse.
Senza di te non avrei mai sognato dietro la magia racchiusa in alcuni tiri, in alcune giocate, in alcuni tocchi.
Senza di te mio figlio si sarebbe chiamato in un altro modo.
Senza di te fedeltà coerenza e appartenenza avrebbero avuto altri valori.
Senza di te non avrei avuto il petto pieno di orgoglio per una standing ovation epica al Santiago Bernabeu dedicata dagli avversari al mio CAPITANO.
Senza di te nessun altro avrebbe sgretolato record su record con una naturalezza così sconvolgente, come se fosse la cosa più semplice del mondo.
Senza di te non avrei mai visto dal vivo con i miei occhi lucidi di lacrime d’amore 40.000 persone applaudire, osannare e piangere per 20 minuti consecutivi in tuo onore.
Senza di te senza dubbio io non sarei quello che sono ora.
Buon Compleanno Alessandro Del Piero, COME TE NESSUNO MAI.