Il fascino della Champions, l’attesa di una sfida esaltante, la voglia di scendere in campo, la concentrazione che aumenta minuto dopo minuto. Tutto questo a Vinovo, si respira nell’aria di un mattino terso, che i bianconeri hanno trascorso lavorando in vista della gara di martedì contro il Bayern, con una seduta a base di tecnica e tattica. Dopo Mandzukic, rientrato in gruppo ieri, oggi si è aggregato ai compagni anche Sami Khedira.
Una preparazione che proseguirà oggi, con la seduta in programma alle 15.30 presso lo Juventus Center di Vinovo, i cui primi 15 minuti saranno aperti ai media. La vigilia della sfida per i bianconeri proseguirà con la conferenza stampa che Massimiliano Allegri e Gianluigi Buffon terranno allo Stadium alle 19.00.
Un appuntamento che Juventus.com trasmetterà in diretta per i registrati al sito, esattamente come la conferenza dei tedeschi, che giungeranno a Torino solo dopo aver sostenuto l’allenamento al mattino presso il Bayern München training ground: Pep Guardiola, Philipp Lahm e Arien Robben parleranno, sempre dalla sala stampa dello Stadium, alle 17.00.
La sfida di Champions sarà diretta da Atkinson
L’UEFA ha designato l’arbitro inglese Martin Atkinson alla direzione di Juventus–Bayern Monaco, in programma martedì sera alle 20.45 allo Juventus Stadium.
Atkinson sarà coadiuvato da un team totalmente britannico: assistenti saranno Mullarkey e Child, assistenti arbitrali aggiunti (arbitri d’area) invece Oliver e Pawson.
Nato nel 1971, il fischietto inglese ha già arbitrato la Juventus in Champions League in tre occasioni: l’ultima è stata proprio pochi mesi fa, ed è un precedente che i bianconeri ricordano benissimo, la semifinale di andata contro il Real Madrid allo Stadium.
Precedentemente Atkinson aveva diretto questi due match con in campo la Signora: la vittoria per 3-2 contro l’OlympiacosPireo nella scorsa stagione (Fase a gironi, match giocato a Torino) e la trasferta contro il BateBorisov del 30 settembre 2008, terminata 2-2
Il centrocampo del Bayern
Partiamo da una considerazione preliminare: se state leggendo questa analisi con la speranza di sapere, alla fine, quali giocatori e quale modulo sceglierà Guardiola per la sfida allo Stadium, siete fuori strada. Ci spieghiamo. In ogni partita, il tecnico catalano cambia schema tattico ed interpreti a meno di avere uomini contati in quel reparto.
Per esempio, nell’ultima partita giocata, quella contro il Darmstadt, Costa ha giocato a sinistra, Coman a destra. Solitamente Kinglsey viene impiegato sulla fascia mancina. Contro l’Augusta, Muller ha fatto l’interno destro, Alcantara quello sinistro. Ieri era Muller l’interno destro, con al fianco Robben schierato quasi da mezzala pura invece che in corsia laterale.
Questa è stata la disposizione in mediana nel 3-1 contro il Darmstadt:
Costa – Robben – Muller – Coman
Vidal (a protezione della difesa)
Al centro della retroguardia, per la prima volta si è visto il centrale di ruolo Tasci. A sacrificarsi Xabi Alonso, entrato dalla panchina per Robben nel finale. Sulla destra Rafinha.
Nella partita prima invece lo schieramento era questo, con Xabi Alonso squalificato.
Contro l’Amburgo, per esempio, le carte sono state mischiate di nuovo.
Difficile dirlo. I mediani a disposizione di Guardiola sono: Rode, Kimmich, Xabi Alonso, Vidal, Thiago Alcantara, Mario Götze. Le ali invece Douglas Costa, Franck Ribéry, Julian Green, Arjen Robben e Kingsley Coman. Thomas Müller, mattatore ieri pomeriggio, è un giocatore ibrido, naturalmente seconda punta, ma che Guardiola ama far giocare anche nel reparto centrale (qui trovate i giocatori in lista Champions per il Bayern).
Insomma, tranne Kimmich che come abbiamo visto verrà probabilmente arruolato in difesa e Lewandowski, punta fissa centrale ed inamovibile, la lotta per quattro o cinque maglie è serrata. Vi si aggiunge anche Rafinha, utile jolly a disposizione di Guardiola, che ieri è apparso in difesa. Perfino Lahm, ieri fatto riposare, potrebbe stare nel mezzo, nonostante vista l’emergenza in difesa è molto probabile che verrà arretrato in retroguardia.
Andiamo per ordine. In Champions League i calciatori che hanno giocato di più finora sono Vidal e Kimmich, ciascuno con cinque presenze. Il cileno è anche colui che in campionato ha calcato più volte il green (21 presenze, così come Müller, ma i due sono anche i più sostituiti). Seguono a ruota Thiago Alcantara, Xabi Alonso, Kingsley Coman e Javi Martìnez (quest’ultimo è infortunato, tuttavia). Hanno fatto solamente un’apparizione Ribery e Rode, mentre sono fermi a quota due Mario Götze e Arjen Robben.
Molto probabile vederli in campo entrambi, data l’emergenza in retroguardia e la conoscenza dell’ambiente bianconero da parte di Arturo.
Thiago Alcantara è l’uomo che in Bundes è subentrato più volte (8), segno questo che Guardiola lo vede spesso e volentieri come un arma per rompere la partita a gara in corso. È anche colui che in Champions contrasta più spesso (17) e intercetta più palloni (12) di tutti. Forze fresche e guerriere in mezzo al campo. Ieri, inoltre, si è riposato. Non solo.
Il brasiliano naturalizzato spagnolo, di provenienza Barcelona, è colui che in Europa ha creato più occasioni per la squadra: ben 16, a cui si sommano i 4 assist che lo rendono primatista di squadra insieme a una vecchia conoscenza, Kingsley Coman.
Entrambi operano sulla sinistra, ma l’utilizzo dell’uno non preclude quello dell’altro: contro l’Amburgo, per esempio, i due hanno convissuto assieme a Douglas Costa, spostato sulla destra. Se Alcantara predilige di più la zona centrale del campo, il francesino si sposta di più sulla fascia.
Per numero di cross e dribbling tentati, quello imprescindibile sembra essere Douglas Costa. Quello che vedete qui sotto è un piccolo schema della direzione dei suoi traversoni in Champions League, per intenderci.
Passiamo a Mario Götze. Il 19 tedesco, infortunatosi gravemente a metà ottobre (rottura della fibra muscolare degli adduttori), è da poco rientrato in allenamento ma è naturalmente in ritardo di condizione. Contro l’Augsburg non figurava neanche tra i convocati, mentre ieri era in panchina. Difficilmente sarà della partita, così come Rode, il meno utilizzato tra i centrocampisti.
Rimangono Ribery, Robben e Müller.
Il francese per vari problemi fisici (caviglia e fasci muscolari) ha praticamente saltato tutta la stagione, finora. Rientrato in panchina contro l’Augusta, non ha ancora i 90′ nelle gambe e, se dovesse apparire in partita, lo farà quasi certamente a gara in corso. Un po’ come ieri, quando è entrato e ha servito l’assist giusto per ‘Lewa’ dalla sinistra (l’attaccante polacco è stato lasciato completamente solo dalla difesa avversaria, c’è da dirlo).
Quanto all’ala destra olandese, la sua qualità è ben nota. Anche lui ha dovuto fermarsi in due diverse occasioni per un infortunio agli adduttori e un problema muscolare, ma è riuscito a mettere insieme finora 17 presenze – 2 di queste in Champions League, nei roboanti 5-1 contro Arsenal e 4-0 contro Olympiacos.
Ultimamente sta giocando con continuità, da titolare e spesso e volentieri per 90′, segno che la sua condizione è buona e sarà uno dei candidati ad una maglia da titolare, insieme a Müller.
Il tedesco ha già segnato 17 reti in campionato (5 di queste su rigore) e 5 in Champions, a cui si aggiungono un assist per competizione. Viene schierato solitamente sulla destra, nella zona in cui opera anche Robben ma da interno o trequartista più avanzato, se non direttamente da seconda punta.
I due si scambiano le posizioni spesso e volentieri, su quella fascia, ed i loro movimenti di sovrapposizione sono da tenere d’occhio.
La risposta è: tenendo le linee molto corte (circa 34m la lunghezza squadra media tra Champions League e campionato). In Champions l’atteggiamento di fuorigioco (28.3m) ed il baricentro (54.2m) sono alti, così come in campionato. Costruendo una gabbia a centrocampo, Guardiola cerca di recuperare palla per poi ripartire subito sulle fasce – palla in avanti – dove si sviluppa il 61% del gioco del Bayern sia in Bundesliga che in campionato.
La maniacalità tattica del tecnico catalano si evince anche da questi numeri, che sono assolutamente identici sia che si giochi in Europa, che in Germania.
Ma guardiamo questi schemi relative alle posizioni medie in campo contro una formazione di bassa classifica (Hoffenheim) e contro una squadra più organizzata, come l’Amburgo.
Contro l’Amburgo la concentrazione di mediani sul centrodestra del campo è notevole. C’è poco spazio tra le linee, e la tecnica di ingabbiamento dell’avversario è decisamente più palese. Questo fa sì anche che gli spazi per il contropiede avversario siano maggiori, al contrario.
Contro la penultima in classifica, invece, la manovra è ampia e ariosa, e il gioco si sviluppa sulle fasce in maniera più evidente. Entrambi i gol di Lewandowski arrivano infatti dopo un’azione insistita sulla fascia (un po’ come quello di ieri): il primo su cross di Costa dalla sinistra, il secondo su intuizione centrale di Lahm sviluppata dopo che il laterale sinistro aveva allargato la difesa avversaria aprendo gli spazi.
La conduzione della palla attira gli avversari che vanno in pressing sul portatore e “dimenticano” gli altri giocatori del Bayern. Questi, con piccoli ma continui movimenti organizzati, si smarcano e giocano in zone del campo libere. L’obiettivo è quello di creare disordine tra le fila avversarie cercando di trovare gli spazi liberi alle spalle delle linee di pressing avversarie. In questo modo si “eliminano” dal gioco gli avversari superati.
Con il frangiflutti davanti alla difesa libero di muoversi dietro a quattro giocatori più la punta – per esempio, Robben, Coman, Muller, Douglas Costa e Lewandowski – si ricrea quello schema WW (il Metodo introdotto da Pozzo negli anni ’30, scrive Eurosport) in virtù del quale la squadra è generalmente messa in campo così:
– due difensori centrali (Alaba/Tasci e Kimmich?);
– due terzini in linea con il centrocampo (Bernat e Lahm?);
– il mediano davanti alla difesa (Vidal o Xabi Alonso);
– due mezzali di spinta (Muller e Douglas Costa/Alcantara);
– tre punte (Robben, Lewandowski e Coman/Douglas Costa/Ribery).
Come abbiamo visto, quindi, ad ogni partita, e ad ogni fase di gioco all’interno della stessa, i micro-movimenti per ingabbiare gli avversari nel pressing, ripartire e triangolare cambiano di volta in volta. Così come gli uomini che sono chiamati ad effettuarli. Saper prevedere quali interpreti si vedranno in campo allo Stadium è pertanto davvero cosa ardua.
Stats & Facts: il Bayern ai raggi X
Insieme a uno sguardo dettagliato su come il Bayern Monaco si schiera in campo, un altro modo per arrivare preparati alla grande sfida di martedì sera è analizzare come si stanno comportando i bavaresi, in patria e in Europa.
Ma iniziamo con un passo indietro…
Diamo un’occhiata a quanto ha fatto il Bayern, sotto la guida di Guardiola, negli ultimi anni: arrivato nel luglio 2013, il tecnico catalano ha messo a segno una prima stagione dai numeri impressionanti.
Tanto per dire, il Bayern è diventato Campione d’inverno dopo appena 14 giornate, un primato nella storia della Bundesliga. E poi, si è laureato Campione di Germania alla 27ª giornata, altro record nella storia del massimo campionato tedesco.
Un cammino impressionante, frutto anche di un grande filotto di vittorie: tra ottobre 2013 e marzo 2014 il Bayern ha ottenuto 19 successi consecutivi, record nella storia della Bundesliga.
Altra statistica: i migliori tre punteggi prima di Natale nella storia della Bundesliga sono stati ottenuti dal Bayern di Pep Guardiola: 2013-14 47 punti, 2015-16 46 punti, 2014-15 45 punti.
Come sta andando in Bundes, quest’anno?
I bavaresi sono primi, come nei due anni precedenti. 22 partite, 19 vittorie, due pareggi e una sconfitta. Un ruolino di marcia pazzesco, confermato dal numero di gol messi a segno, 56, a fronte di solo 11 subiti.
Inoltre, il Bayern ha vinto tutte le prime 10 partite di Bundesliga, la miglior striscia iniziale nella storia della competizione. Un filotto che ha permesso alla squadra di Guardiola di scavare un solco non tanto e non solo con il Borussia secondo (+11, ma con un match in più, quello di ieri) ma soprattutto con il Leverkusen, terzo (+21).
In Champions…
I bavaresi hanno raggiunto le semifinali in cinque delle ultime sei edizioni. Ma nelle ultime due stagioni si sono proprio fermati al penultimo atto: in entrambi i casi, fatali a Guardiola sono state proprio compagini spagnole. Prima (2013/14) il Real Madrid, che ha vinto sia al Bernabeu e all’Allianz Arena, totalizzando un impressionante 5-0 come computo totale. Poi, la scorsa edizione, il Barcellona, che ha vinto 3-0 al Camp Nou all’andata e perso 3-2 a Monaco al ritorno.
In entrambi i casi, le formazioni che hanno battuto il Bayern hanno poi vinto la Coppa.
#UCL: stagione in corso
Cominciamo col riassumere i risultati dei bavaresi in Champions League durante questa stagione:
Il Bayern Monaco ha vinto il girone F, raggiungendo la fase ad eliminazione diretta della Champions League per l’ottava stagione di fila. Con 15 punti e una differenza reti di +16, il Bayern ha fatto registrare il miglior risultato per una squadra tedesca nella fase a gironi della CL.
I tedeschi hanno il miglior attacco della competizione con 19 reti, alla pari del Real. Non erano mai riusciti a segnare così tanti gol nella fase a gironi della Champions. Ma non è questo l’unico primato della squadra bavarese in Champions. Eccoli, uno dietro l’altro.
- Gol fatti: 19 (come il Real Madrid)
- Tiri totali: 103
- Tiri nello specchio: 57
- Possesso palla medio: 72%
- Precisione passaggi: 91%
- Corner conquistati: 51
- Ammonizioni: 4 (meno di ogni altra squadra)