Forse la sfida più interessante degli ottavi di Champions League, Juventus contro Bayern è anche la sfida fra due concezioni di gioco diverse. Da un lato il calcio ‘controllato’, se si passa il termine, degli uomini di Max Allegri; dall’altra, il gioco di posizione dei Bavaresi, guidati da Pep Guardiola. Non è la prima volta che le due squadre si affrontano in Champions: nei precedenti 8 confronti si sono registrate 3 vittorie per la Vecchia Signora, 1 pareggio e 4 sconfitte, con 6 gol realizzati dai Bianconeri, a fronte di 11 subiti. L’ultimo confronto fu quello del 2013, quando il Bayern eliminò la squadra di Conte con un doppio 2-0 nei quarti di finale. In questo articolo, però, non ci occuperemo tanto di statistiche, quanto di inquadrare tatticamente (nei limiti di un solo articolo…) la squadra dell’ex profeta del Barcellona. Il Bayern è però una squadra tatticamente più camaleontica di quel Barca e maggiormente costruita sulla ricerca della verticalizzazione. Tuttavia, la filosofia di gioco che sorregge il Bayern è la stessa utilizzata in Catalogna.
Juego de posición. Positiespel, gioco di posizione, juego de posición o positional play…questa è la filosofia di gioco di Pep Guardiola, la stessa che lo ha portato a conquistare 14 trofei sui 19 disponibili al Barca e 4 su 6 nella sua prima stagione in Baviera. Splendidamente spiegato dallo stesso Guardiola nel libro di Marti Perarnau, Pep Confidential, il gioco di posizione è una filosofia di gioco che ha alla sua base la ricerca della superiorità numerica. Il gioco di posizione non consiste nel passare la palla orizzontalmente, tanto per mantenere il possesso palla, quanto nel creare superiorità dietro ogni linea di pressione, nel trovare giocatori liberi fra le linee. Ricercare la superiorità numerica in una determinata zona del campo significa appunto avere almeno un giocatore in più della squadra che difende in quella zona. Cioè avere un giocatore potenzialmente libero da pressione (un classico esempio di questa filosofia di gioco è l’utilizzo, che molte squadre fanno, del portiere per creare superiorità numerica 3 vs 2 in fase di costruzione contro squadre che utilizzano 2 attaccanti centrali. Per fare questo, il Bayern di Guardiola tende a occupare la zona del campo dove sta conducendo l’attacco con molti giocatori, in modo da formare triangoli e rombi per garantire così al portatore di palla almeno 2-3 opzioni di passaggio. E’ la superiorità posizionale, che crea opzioni di passaggio fra le linee della squadra avversaria.
Occupazione degli spazi; più linee di passaggio; ricerca della superiorità numerica in zona palla.
Il cambio di campo sul lato debole.
Il possesso palla va inserito in questo quadro tattico. Questo possesso palla è cosa diversa dal tiki-taka. Lo stesso tecnico catalano lo ha spiegato brillantemente nel già citato libro Pep Confidential: “Io odio il tiki-taka. Tiki-taka significa passare la palla per il gusto di farlo, senza un chiaro scopo. E questo è inutile. Non credere a quello che le persone dicono. Il Barça non faceva il tiki-taka! E’ completamente sbagliato!” Certamente, Guardiola è un sostenitore della “regola dei 15 passaggi,” cioè dell’idea secondo la quale una squadra non è in grado di organizzare efficacemente un attacco se non ha completato nella fase di costruzione almeno 15 passaggi. Ma dire questo è diverso da voler passare la palla continuamente da una parte all’altra del campo. L’obiettivo rimane quello di segnare. La squadra di Guardiola muove il pallone per creare superiorità numerica in zona palla in fase offensiva e per “manipolare” il sistema difensivo avversario, al fine di de-strutturarlo, creando così delle falle da attaccare. Il calcio del Bayern è una calcio offensivo, nel senso che fa un utilizzo del possesso palla rivolto a controllare la partita, a costirngere la difesa a cercare di adeguarsi all’attacco e non vice versa. E’ la fase offensiva che deve determinare, secondo Guardiola, come la difesa andrà a giocare e non la fase difensiva a costringere la squadra in attacco a giocare palla in un determinato modo in determinate zone.
Il Bayern sovraccarica di giocatori il lato forte, per cercare il cambio di campo per l’1 vs 1 sul lato debole di Coman (qui fuori inquadratura).
La struttura 4+1 in fase di costruzione del Bayern
“L’obiettivo è di muovere l’avversario, non la palla.” (Pep Guardiola). Muovere la palla, cercare l’uomo libero, significa far saltare la struttura difensiva avversaria. Un modo spesso utilizzato dal Bayern per trovare l’uomo libero è quello di cambiare velocemente il gioco sul lato debole, dove gli avversari saranno presumibilmente più scoperti. Per chi segue altri sport, tipo il basket NBA, non è una novità. “In tutti gli sport di squadra, il segreto è di sovraccaricare un lato di giocatori così che gli avversari debbano portare molti giocatori da quella parte per coprire. Tu sovraccarichi un lato e li porti lì, così che lascino scoperto l’altro lato.” (Pep Guardiola). Ciò che determina la posizione in campo dei giocatori è la palla. A seconda di dove si trova il pallone, i giocatori del Bayern occupano specifiche zone di campo. Fra gli altri movimenti tattici da sottolineare, ci sono l’occupazione degli half-spaces e l’utilizzo dei terzini, che spesso si alzano centralmente in fase di costruzione, diventando interni di centrocampo. L’immagine di sotto esemplifica questi due concetti, ed è tratta dalla partita vinta 1-2 dai Bavaresi contro l’Amburgo lo scorso gennaio, alla ripresa della Bundesliga.
L’occupazione degli half-spaces e la posizione in fase offensiva del terzino Lahm. Immagine per gentile concessione di spielverlangerund.de
In questa partita, Guardiola ha schierato un Bayern con il sistema 4-1-4-1, con Alaba, Badstuber, Boateng e Lahm in difesa; Alonso come pivote davanti alla difesa; Coman, Thiago, Muller e Costa dietro Lewandowski. In fase di posseso palla, il sistema diventava un 3-2-4-1, con Lahm, Thiago, Muller, Alonso, Alaba e Boateng che venivano variamente a trovarsi in uno degli half-spaces in fase di possesso. La posizione di Lahm, poi, variava fra la fase di non possesso e quella di possesso, dove si alzava venendo a trovarsi al fianco di Alonso in mezzo al campo.
La didattica. Fra i vari mezzi utilizzati da Guardiola per insegnare il suo calcio, l’allenatore catalano utilizza anche un particolare campo di gioco per allenare i giocatori a questo tipo di filosofia. Le 4 linee centrali sono le più importanti. Il campo è suddiviso in 4 linee verticali con 5 zone di campo verticali: 2 esterne, 2 interne e 1 centrale. “La sola cosa importante nel nostro gioco è quello che accade in queste 4 linee.” (Pep Guardiola). I corridoi centrali sono le zone più importanti nel mezzo, perché da qui i giocatori del Bayern hanno più possibilità di mandare in tilt la struttura difensiva avversaria. La regola generale è di non avere mai più di 3 giocatori in una stessa linea orizzontale nello stesso tempo e non più di 2 in una verticale. Questa filosofia di gioco permette al Bayern di essere anche organizzato al momento della perdita del pallone: avendo infatti superiorità numerica in zona palla, è più facile per i Bavaresi effettuare un contropressing immediato per la riconquista.
Il campo di allenamento. Immagine per gentile concessione di spielverlangerund.de
Conclusione. Quella contro il Bayern non sarà certamente una partita facile per la Juventus. Il Bayern è una squadra fondata su di una filosofia tattica ben precisa, come abbiamo brevemente illustrato qui sopra. Dal punto di vista del sistema di gioco, Guardiola ha cambiato spesso. Probabilmente, se si vuole parlare di sistema di base (che comunque cambia nelle due fasi di gioco, spesso più volte, facendo assumere al Bayern diverse strutture tattiche, con i giocatori che cambiano spesso posizione), possiamo parlare di 4-1-4-1 di base. Che sia questo il sistema che verrà utilizzato contro la Juventus non è però certo. Sono comunque, come sempre, i movimenti degli avversari quelli cui la squadra di Allegri dovrà prestare attenzione. Fin qui niente di nuovo. Fra questi, il cambio di campo per l’1 contro 1 dell’esterno sul lato debole dovrà essere attentamente gestito. E’ lo stesso tipo di tattica utilizzata l’anno scorso in Roma – Bayern 1-7, quando Robben ha attaccato alle spalle, sulla destra, una Roma compatta orizzontalmente sul lato opposto. Quando poi i Giallorossi hanno cercato di orientare la propria fase difensiva verso Robben, hanno finito per allargare le loro maglie difensive in altre zone del campo, come evidenziato nel gol di Goetze. Detto questo, la Juventus di oggi, indipendentemente dal pareggio esterno col Bologna (una delle squadre, giova ricordarlo, più in forma della Serie A…) è squadra in grado di creare problemi ad un Bayern falcidiato dagli infortuni e con la difesa da inventare.
di Michele Tossani