Domani sera la Juventus si ritroverà davanti un uomo che ha segnato 32 gol nelle ultime 32 partite; è andato sul tabellino dei marcatori contro tutte le squadre di Bundesliga (prendendo anche 4 pali), è capocannoniere del campionato tedesco ed è già a quota 7 in Europa, dietro Cristiano Ronaldo (12).
Parliamo naturalmente di Robert Lewandowski. Il polacco ha segnato nove volte nelle sei partite giocate nel 2016; 7 dei 10 gol del Bayern in campionato dopo la pausa invernale e 40 reti in 37 partite con club e nazionale nel 2015/16 sono suoi. Dal suo debutto in Champions League nel 2011/12, ben 30 reti. Solo Cristiano Ronaldo (60) e Lionel Messi (43) ne hanno realizzate di più nella competizione nello stesso periodo.
Davvero niente male.
La punta centrale è il giocatore del Bayern che tira più in porta in campionato (62), ovviamente, centrando più spesso lo specchio della porta che mandando la palla fuori (35). Spesso le difese avversarie sono costrette al fallo per abbatterlo: è in fatti il calciatore che più di tutti viene atterrato in rosa (38) in Bundes.
Rispetto ai colleghi, però, gioca meno per la squadra. Se la media di occasioni create a partita è di 0.82 per ruolo, quella di Lewandowski si ferma a 0.76. Indicativo anche il numero medio di cross a partita (0.14), significativamente più basso rispetto alla media degli attaccanti di Bundesliga. Recupera meno palloni, per esempio (1.10 a partita), e vince pochi contrasti (4). Tante sono anche le palle perse (238, 11.33 di media a partita in Bundes contro 9.77 di media ruolo). Ma quando c’è da metterla dentro, è praticamente infallibile (23% di percentuale realizzativa, 64% di precisione, tutti numeri superiori alla media).
È molto bravo a giocare di sponda e a pescare il compagno con un passaggio corretto (18.76 la media, contro quella del ruolo di 13.38), e gioca prevalentemente il pallone indietro o per vie laterali rispetto alla verticalizzazione. Tanto è vero che la percentuale di tocchi in profondità si attesta al 19%, rispetto ad una media ruolo del 26%. I numeri in Champions League riflettono questo discorso: basti pensare che la media di occasioni create dal polacco è di 0.50 a partita contro le 0.96 di un pari ruolo. I tiri nello specchio però sono ben 17 in Europa (2.83 a match: solitamente una punta ne fa 0.81 a gara).
Come si vede da quest’altro grafico, tuttavia, riesce a farsi notare in tutte le zone del campo, attaccando la profondità soprattutto dalla sinistra (ipotizzando un impiego a destra di Müller).
Praticamente in ogni modo in campionato, purchè da dentro l’area. Praticamente in ogni modo in Champions League, purchè da dentro l’area. Questo vuol dire una cosa sola: bisogna tenerlo lontano da quel rettangolo di gioco.
Il polacco ex Dortmund ha giocato praticamente ogni partita della stagione ad eccezione dell’andata contro il Darmstadt (comunque terminata 3-0 per il Bayern). Ci sarà allo Stadium: è il titolare inamovibile della squadra. In quell’unico match senza di lui, lo ha sostituito Mario Götze (trequartista naturale) al centro dell’attacco.
D’altronde è l‘unico centravanti puro in rosa. Robben è un’ala destra, Ribery sinistra così come Douglas Costa; Coman gioca defilato, anche se è stato impiegato sia da Allegri che da Guardiola come seconda punta, mentre Müller si trova a suo agio partendo da dietro.
Ecco, appunto. Thomas Müller.
Lui (17) e Lewandoski (22 gol) costituiscono la miglior coppia d’attacco nella storia della Bundesliga dopo 22 giornate. I due hanno segnato più gol (39) di 15 delle altre 17 squadre di questo campionato tedesco.
La punta nata e cresciuta nel vivaio del Bayern (e che da poco ha rinnovato fino al 2021) ha già superato di 4 marcature il suo precedente record di gol in una singola stagione in Bundesliga, segno questo che una volta bloccato Lewandowski, i problemi per i bianconeri non sono finiti.
In Champions ha fatto tanti gol quanti Suarez (5), e quest’anno ha sempre, sempre giocato in ogni partita dei bavaresi, per un impressionante totale di 2.437′, entrando sul terreno di gioco sia dal primo minuto che a gara in corso.
Rispetto al compagno di reparto polacco, è più altruista (5 assist in Bundes, 1 in Champions) ed aiuta la squadra a creare più azioni d’attacco (1,50 di media a partita in UCL, e 2,14 di media in campionato contro lo 0.82 dei colleghi nello stesso ruolo, per intenderci). L’ottima tecnica individuale si evince nell’elevatissima media di passaggi positivi a partita (26.09, contro 13.38 di media ruolo in Bundes) e di dribbling riusciti (1.41 a gara). Al contrario di Lewandowski, gioca spesso e volentieri in verticale: ben 153 i passaggi in avanti in campionato, e 33 in Champions, segno questo che il suo modo di vedere il gioco del calcio è l’essere a disposizione del pivot centrale e del successo della squadra.
In Champions League, Müller gioca prevalentemente a destra, da interno/trequartista, ricevendo palla dallo spicchio centrale di campo (da Alantara, Lahm o Vidal in genere) e gestendola sempre agli stessi tre giocatori, in prevalenza. Gli uno-due sono quindi frequenti in quel fazzoletto di terra, e servono a creare la superiorità numerica necessaria allo sviluppo dell’azione.
In campionato, invece, conquista palla allo stesso modo, ovvero facendosi servire con più gusto da Lahm, Xabi Alonso e Arturo Vidal, ma distribuisce la sfera più per linee orizzontali, facendo allargare Robben sulla destra oppure invitando Lewandowski all’inserimento.
Egli stesso non preferisce alcun ruolo in particolare e non si definisce né un centrocampista né un attaccante, bensì “uno che fa tutto nel settore offensivo”.
E poi, dopo questi due pericoli assoluti per qualsiasi difesa, Guardiola ha a disposizioen Robben, Ribery, Costa, Coman e Mario Gotze. Ma questa è un’altra storia, che approfondiamo qui sotto.
Sapevate che….?
Con 15 punti e una differenza reti di +16, il Bayern ha fatto registrare il miglior risultato per una squadra tedesca nella fase a gironi della CL.
I tedeschi hanno il miglior attacco della competizione con 19 reti, alla pari del Real (prima di giocare contro la Roma). Non erano mai riusciti a segnare così tanti gol nella fase a gironi della Champions.
Quando il Bayern gioca in Italia
La storia delle sfide fra Juventus e Bayern Monaco è relativamente recente (primo precedente soltanto nel 2004), ma la squadra bavarese ha giocato la sua prima partita su un campo italiano addirittura nel lontano 1968.
In totale sono 19 (su 39) le partite giocate nello Stivale dal Bayern, che in trasferta ha vinto 7 match, pareggiati 3 e persi nove (due dei quali proprio contro la Juve).
I precedenti in Italia
Si diceva, prima trasferta nel 1968: si giocò a Milano, semifinale di Coppa delle Coppe contro il Milan, e furono Sormani e Prati i marcatori, per un 2-0 che i bavaresi non riuscirono a risollevare al ritorno.
Con i rossoneri il Bayern si incrociò altre volte: in Semifinale di Coppa dei Campioni 1990 (a San Siro finì 1-0, rete di Van Basten), nella fase a gironi del 2002 (sconfitto a Milano per 2-1), agli ottavi del 2006 (4-1 per i rossoneri a San Siro dopo l’1-1 dell’andata in Baviera) e ai quarti dell’anno dopo (in questo caso finì 2-2).
Il Bayern ha anche incrociato in più di una occasione la Fiorentina in Champions League: due, per l’esattezza. Al Franchi ha pareggiato 1-1 l’8 novembre 2008 e perso 3-2, passando però il turno, nel 2010 (all’andata i bavaresi avevano vinto 2-1).
Due i precedenti anche contro il Napoli: il primo è del 1989, semifinale Uefa, i partenopei mettono una seria ipoteca sul passaggio alla finale vincendo 2-0 con reti di Carnevale e Careca. Replay ben 22 anni dopo: fase a gironi di Champions League 2011/2012, finisce 1-1 al San Paolo
Tornando a Milano, sono tre gli incroci dei bavaresi contro l’Inter: il primo è datato 1988, terzo turno di Coppa Uefa: dopo aver perso 2-0 a Monaco, il Bayern si impone per 3-1 al ritorno a San Siro, passando il turno. Vittoria esterna anche nel 2006, fase a gironi di Champions League: 2-0 il finale. Stesso esito anche nel 2011, ottavi di finale: 1-0, rete di Gomez (l’Inter passerà il turno vincendo a Monaco al ritorno, le foto sotto si riferiscono al match di Milano)
Tre, infine, anche i precedenti in Italia con la Roma. Prima puntata il 20 marzo 1985: quarti di finale di Coppa Uefa, dopo la vittoria in Germania il Bayern bissa all’Olimpico, passando per 2-1. Secondo episodio nel 2010, fase a gironi di Champions League: nella Capitale i bavaresi perdono per 3-2, ma si rifanno 4 anni dopo, nel 2014: gli uomini di Guardiola si scatenano, il finale sarà addirittura di 7-1.
I precedenti a Torino
Quattro i match contro la Juventus: negli ultimi 2 precedenti si sono imposti i giocatori tedeschi. Per la precisione è accaduto nel 2013, quarti di finale, con reti del grande ex Mandzukic e di Pizarro e nella fase a gironi 2009 per 4-1, dopo l’iniziale vantaggio bianconero di Trezeguet.
A proposito di Trezegol: è lui il marcatore della doppietta con cui la Juve ha battuto il Bayern per 2-1 nella fase a gironi 2005. Un match che replicava quello dell’anno precedente, sempre in fase a gironi: uno a zero in quel caso, con gran gol di Pavel Nedved al minuto 75.