Umberto Agnelli nella “Hall of Fame” del calcio italiano

La cerimonia si è tenuta oggi a Firenze. Il saluto del Presidente della Juventus Andrea Agnelli
Alla guida della Juventus dal 1955 al 1962 e poi sempre vicinissimo alla società, Presidente della FIGC dal 1959 al 1961, Umberto Agnelli ha lasciato un segno indelebile nel calcio italiano e oggi ha ricevuto il giusto riconoscimento per il suo operato, entrando a far parte della “Hall of Fame”, istituita nel 2011 dalla Figc e dalla Fondazione Museo del Calcio-

«Desidero con questo messaggio esprimere gratitudine a Lei e alla commissione che ha deciso di assegnare il premio alla memoria a mio padre, il Dott. Umberto Agnelli». Con queste parole, lette dal Presidente della Figc Carlo Tavecchio durante la cerimonia tenutasi nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze, il Presidente Andrea Agnelli ha ricordato suo padre e portato il saluto suo e della Juventus, impegnata oggi nella vigilia del match di Champions League contro il Bayern Monaco.

«Nel corso della sua lunga carriera di imprenditore, di manager e di dirigente sportivo – prosegue lo scritto di Andrea Agnelli – egli ha saputo fornire un contributo di innovazione e di passione in ogni settore di attività, ma per me è stato, ed è ogni giorno, soprattutto un esempio e una guida. Insomma, un padre. L’occasione odierna sarà utile per ricordare le qualità del Dottore come Presidente della Juventus e come suo predecessore alla Presidenza della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Me ne rallegro, nella convinzione che il ricordo di questo passato sia un viatico per tutti noi nella costruzione del futuro grazie ad un rinnovato senso di responsabilità, una di quelle qualità principali che il Dottore Umberto ha sempre dimostrato. Suo tramite, Presidente, mi permetto di far giungere le più calorose felicitazioni a tutti gli esponenti del mondo del calcio che fanno oggi il loro ingresso nella “Hall of Fame” e mi permetto di salutare con affetto particolare i bianconeri che premierete oggi: Gianluca Vialli e Marco Tardelli.»