La Juve rallenta a Crotone

La rete di Simy in rovesciata pareggia il vantaggio di Alex Sandro. Il Napoli si porta a quattro punti dai bianconeri

Il Crotone ferma la Juventus, ottenendo il suo primo punto contro i bianconeri grazie ad una rete in rovesciata di Simy, che pareggia il gol di Alex Sandro. L’atteggiamento troppo morbido dei bianconeri, una volta ottenuto il vantaggio, dà una corposa mano ai padroni di casa, bravi poi a tenere il risultato anche grazie a due interventi prodigiosi di Cordaz.

COSTA-SANDRO, GOL BRASILERO

Del resto il Crotone, in piena lotta salvezza, gioca con personalità fin dall’inizio. Chiaro che il primo diktat di Zenga sia difendere, ma i calabresi non si limitano ad aspettare la Juve nella propria metà campo: quando possono alzano il pressing e non danno l’impressione di piazzare le barricate davanti all’area, semmai quella di chiudere gli spazi con ordine.
L’atteggiamento è nobile, ma finisce per permettere a qualche bianconero di godere di troppa libertà. E lasciarne a Douglas Costa, specie in questo momento di forma straordinaria, è rischiosissimo. Al terzo cross, il brasiliano è decisivo e, dopo i tre assist piazzati contro la Sampdoria, ne confeziona un altro delizioso per Alex Sandro, bravissimo a staccare sul primo palo e a infilare di testa nell’angolo opposto.

ANDAMENTO LENTO

La Juve ora può permettersi di dettare i propri ritmi alla gara e, pur non forzando, arriva ancora ad impensierire Cordaz con Higuain, che vince un duello con Ceccherini, entra in area e cerca di piazzare il destro, calciando però centralmente. Qualche distrazione di troppo permette ai padroni di casa di farsi vivo dalle parti di Szczesny, chiamato solo a qualche uscita non particolarmente complicata, almeno fino allo scadere del primo tempo, quando Simy, nonostante sia circondato da tre bianconeri, riesce a trovare lo spazio per scaricare il destro, trovando comunque piazzato il portiere polacco.Un atteggiamento troppo rilassato quello dei bianconeri che Allegri dimostra di non gradire, richiamando la squadra all’ordine più di una volta.

SIMY ALLA RONALDO

Evidentemente anche il Crotone si accorge di poter approfittare della poca “cattiveria” degli avversari e cerca di farlo in avvio di ripresa con l’iniziativa di Martella, conclusa con un sinistro potente sull’esterno della rete. La Juve dà comunque l’impressione di poter chiudere la partita da un momento all’altro, perché quando riparte in velocità è micidiale: ne danno prova Douglas Costa, Dybala e Sturaro, che in un lampo capovolgono il campo e arrivano nell’area avversaria, servendo Higuain, il cui tiro viene però ribattuto. Il Crotone non molla e dopo una decina di minuti ha una buona occasione per pareggiare, quando Benatia, pressato da Simy, tocca verso Szczesny che blocca con le mani. Il signor Fabbri ravvisa un retropassaggio volontario e comanda la punizione a due in area, che Faraoni spara sul muro di maglie bianconere. Allegri opera il primo cambio al 19′, inserendo Bentancur al posto di Marchisio, ma prima di vedere gli effetti della sostituzione il Crotone colpisce: una sponda di Rohden non sembra poter trovare sbocchi, perché Trotta buca il pallone e Simy è spalle alla porta, ma Ronaldo evidentemente ha fatto scuola, perché il nigeriano si coordina per la rovesciata e piazza il pallone a fil di palo.

CORDAZ, DUE MIRACOLI

La Juve prova a reagire immediatamente e Allegri richiama Sturaro e manda in campo Cuadrado. Cordaz compie due prodigi, prima togliendo dall’incrocio una sventola di Matuidi da venticinque metri, poi deviando in angolo il destro al volo di Higuain, servito da un gran numero di Bentancur. Negli ultimi minuti tocca a Bernardeschi, che rileva Dybala, rientrando dopo il derby dello scorso febbraio, ma l’assalto finale è portato avanti contro troppa foga e poca lucidità e non produce nulla. Finisce 1-1 e la Juve, che per qualche istante, quando era in vantaggio, si era addirittura portata a più 9 sul Napoli, per due volte sotto contro l’Udinese, lascia due punti preziosi per strada e ora ne ha quattro di vantaggio sui partenopei, capaci di ribaltare il risultato e vincere 4-2 contro i friulani. Lo scontro diretto di domenica prossima a questo punto, sembra davvero una finale.

CROTONE-JUVENTUS 1-1

RETI: Alex Sandro 17′ pt, Simy 20′ st

CROTONE
Cordaz; Faraoni, Ceccherini, Capuano, Martella; Barberis, Mandragora, Stoian (32′ st Sampirisi); Rohden (42′ st Ajeti), Simy, Diaby (18′ st Trotta)
A disposizione: Festa, Zanellato, Pavlovic, Izco, Simic, Crociata, Tumminello, Nalini, Ricci
Allenatore: Zenga

JUVENTUS
Szczesny; Lichtsteiner, Rugani, Benatia, Alex Sandro; Matuidi, Marchisio (19′ st Bentancur), Sturaro (23′ st Cuadrado); Douglas Costa, Higuain, Dybala (43′ st Bernardeschi)
A disposizione: Buffon, Pinsoglio, Chiellini, Howedes, Barzagli, Asamoah, Khedira
Allenatore: Allegri

ARBITRO: Fabbri
ASSISTENTI: Alassio, Costanzo
QUARTO UFFICIALE: Abbattista
VAR: La Penna, Giallatini

AMMONITI: 36′ pt Mandragora, 28′ st Benatia, 39′ st Lichtsteiner

Crotone-Juve 1-1: il mondo alla… rovescia!

Partiamo con la sentenza: lasciare punti del genere nella corsa scudetto, a maggior ragione in questo momento della stagione, è inammissibile. Inammissibile! Non chiudere una partita in pieno controllo come quella di stasera a Crotone rischia di costare caro alla Juventus, è ancora una rovesciata che rompe i piani di Massimiliano Allegri: in Champions League era stato Cristiano Ronaldo, stasera un po’ meno bella ma fatale allo stesso modo, è Simy il marcatore. Prestazione incomprensibile soprattutto dal punto di vista del carattere, della gestione, dell’atteggiamento di una squadra che arrivati a questo punto dell’anno dovrebbe sbranare il campo, come più volte “promesso” dal mister, e che invece, ancora una volta, sembra soffrire fisicamente, sembra avere poche idee, e così si regala al Napoli l’ennesima speranza di rientrare in corsa verso il tricolore. Domenica gli uomini di Sarri, moralmente a pezzi ad un certo punto di questa stessa serata, arriveranno all’Allianz Stadium con soli 4 punti di distanza. Soli? Potevano essere 9, dovevano essere almeno 6, ed invece un piatto già piccante di suo si ritrova fra gli ingredienti un altro po’ di spezie che probabilmente uno dei due cuochi si è fatto scappare di mano.

Emessa la sentenza, proviamo a capire qual è stato il corso dell’ultima udienza del processo: azzardiamo due scenari in particolare. Benatia ha evidentemente subito più di tutti il post-Real, o l’annessa situazione Crozza: il marocchino si è fatto sovrastare lungo tutto l’arco del match da Simy, emblematica la sua posizione in occasione della prodezza dell’attaccante della squadra calabrese. L’altro, forse più grave, è l’intorno di Paulo Dybala: non si capisce se è una questione fisica o mentale, ma la Joya sembra un pesce fuor d’acqua. Stranissimo a dirsi, senza dubbio, ma oggi più che in altre occasioni l’ex Palermo ha sbagliato tutto quello che c’era da sbagliare, corner e punizioni comprese, o anche semplici scelte di passaggio puntando l’esterno anziché tentare la giocata interna che sta nelle sue corde. In teoria, perché in pratica evidentemente stasera si è visto tutt’altro.

E’ chiaro che nulla è compromesso, forse un po’ più difficile di come poteva essere, ancora più chiaro è che questa squadra, dall’allenatore all’ultimo dei calciatori, compresa dirigenza, ha tutte le carte in regola per continuare a scrivere la leggenda, ma, appunto, la leggenda è ancora tutta da scrivere: non sono più ammesse distrazioni come quelle di stasera, passaggi a vuoto, attenzioni extra-campo. Archiviate le scorie europee, adesso silenzio, pedalare, vincere.

 Fabio Giambò.

Juve 7.0 e le spalle al muro

La sonnolenta serata in riva allo Ionio, turbata dalla favolosa rete di Simy per il definitivo pari del Crotone, ha confermato, se ce ne fosse ancora bisogno, una tendenza, per certi versi preoccupante, di questa comunque superba Juve 7.0. La formazione di Massimiliano Allegri, infatti, con la prestazione letargica in terra calabrese, è come se avesse ribadito per l’ennesima volta che in questa annata (la settima consecutiva a caccia del titolo), per trovare le motivazioni adeguate, partita dopo partita, la squadra bianconera debba sentirsi con la pressione addosso che solo il trovarsi con le spalle al muro è in grado di generare.

Un’urgenza che, in campionato, vista la cavalcata straordinaria del Napoli, fino ad un paio di settimane fa, non è praticamente mai venuta meno, con i campani a lungo davanti in graduatoria, ed in ogni caso, anche una volta superati, sempre pronti a soffiare il proprio fiato sul collo della Vecchia Signora. Almeno sino a domenica scorsa, quando la paratona di Donnarumma aveva dilatato in modo pesante il divario tra le due contendenti per lo scudetto.

D’improvviso, la pressione è scemata, idealmente corrosa anche dalle sterili polemiche post post post Madrid, che hanno ulteriormente allontanato la mente dei bianconeri dal focus dell’Ezio Scida. Il campanello d’allarme suonato a Ferrara un mese ed un giorno fa (quando arrivò uno scialbo 0-0 in casa della Spal, dopo il primo allungo stagionale), e quelli reiterati delle notti europee, quando, guarda caso, Madama  ha sciorinato il meglio del proprio repertorio  una volta ritrovatasi, più o meno volutamente, con le spalle al muro, non ha avuto nessun tipo di riscontro pratico, con i ragazzi che sono incappati in un’altra trappola da mancanza di motivazione. Come se la gara dello Scida fosse una sgradita interrogazione a sorpresa, nonostante gli indizi in tal senso di un professore severo, come la Serie A italiana.

Questa Juventus, infatti, assomiglia da vicino ad uno studente, il più talentuoso e bravo della classe, che, però, dopo anni di organizzazione ottimale del carico giornaliero di studi e una routine vincente, ma pur sempre “noiosa”, ha bisogno del brivido di prepararsi per il compito in classe all’ultimo giorno disponibile. Ecco che, paradossalmente, il calendario può venire subito incontro alla banda di Allegri, perché la prossima verifica, domenica sera, sarà la più importante dell’anno. Affrontarla con “le spalle al muro”, visto l’andazzo stagionale, potrebbe essere una nota tutto fuorché negativa. Buono studio.

Matteo Viscardi.

33a Serie A: Crotone Juventus 1-1

 di Luca Rossi

 La Juventus cerca di giocare a marce ridottissime ma non riesce a portare a casa i tre punti per via di un atteggiamento supponente e arrogante. Lo scontro diretto all’Allianz Stadium ora diventa più importante


Dopo la convincente prestazione e vittoria contro la Sampdoria la Juventus deve proseguire la sua marcia verso il settimo scudetto consecutivo contro il Crotone, squadra in piena disperata lotta salvezza. Questo match è l’ultimo prima dello scontro diretto di Domenica contro il Napoli all’Allianz Stadium, quindi una vittoria consentirebbe di arrivare a un solido più 6 allo scontro diretto. Allegri rivoluziona la formazione rispetto allo schieramento visto contro i blucerchiati: Szczęsny tra i pali al posto di Buffon; Lichtsteiner, Rugani, Benatia e Alex Sandro per il pacchetto arretrato; centrocampo inedito con Sturaro, Marchisio e Matuidi; trio d’attacco composto da Dybala, Douglas Costa e Higuaìn. Zenga schiera i suoi invece con il consueto 4-3-3 in cui figura Mandragora davanti alla difesa e un trio d’attacco senza Trotta e Ricci. La formazione recita: Cordaz; Faraoni, Ceccherini, Capuano, Martella; Stoian, Mandragora, Barberis; Rohdén, Simy e Diaby.

La lettura delle formazioni poteva far pensare a un 4-3-3 bianconero con Sturaro mezz’ala destra e Matuidi mezz’ala sinistra ma in realtà lo schieramento disegnato da Allegri, almeno al calcio d’inizio, è un 4-2-3-1 con Marchisio e Matuidi nel doble pivote e Sturaro alto a sinistra.

I primi minuti sono chiari segnali di quale sarà l’andamento del match nel corso della partita: un Crotone che di fatto rinuncia a qualsiasi tentativo di pressing, si chiude con un 4-5-1 molto compatto dal baricentro basso e cerca di fare densità nella zona centrale del campo per ridurre al minimo la pericolosità di Higuaìn e soprattutto di Dybala. Gli uomini di casa lasciano totalmente libera la circolazione tra i difensori mentre rimangono decisamente aggressivi ogniqualvolta il pallone viene indirizzato verso i centrocampisti o gli attaccanti. Spesso Matuidi per ricevere palla indisturbato si deve abbassare sulla linea dei difensori prendendo il posto di Alex Sandro che nel frattempo ha alzato la sua posizione.

Ben evidente il 4-5-1 del Crotone. Rugani è lasciato libero di impostare mentre i crotonesi sono pronti ad attaccare il destinatario del pallone.

Accanto a una totale rinuncia al pressing i calabresi si dimostrano pressoché inesistenti in fase offensiva tentando, una volta recuperato il pallone, qualche ripartenza rapida senza troppa convinzione con una verticalizzazione sulle punte.

È la Juventus che fin da subito mostra due aspetti non incoraggianti che caratterizzeranno l’intero match: in primis un approccio mentale decisamente superficiale e supponente deducibile sia dalla scarsa qualità nei passaggi sia da una totale assenza di grinta e concentrazione. L’idea chiara della squadra è quella di gestire, giocare a marce ridotte sperando di risolverla in qualche modo nei 90 minuti come già fatto a volte con le piccole.  In secundis le difficoltà generate da una formazione qualitativamente inferiore rispetto al solito con Lichtsteiner, Sturaro, Matuidi in campo accompagnati da un Marchisio insufficiente da un punto di vista fisico, e conseguentemente tecnico. Per via di questi due problemi la manovra bianconera si riduce a una circolazione sterile tra i due centrali difensivi anche oltre la metà campo avversaria (65 passaggi totali tra loro) che non riesce a trovare alcuno sbocco. A questo scenario si aggiunge un Crotone ordinato dalle maglie strettissime e una prestazione sottotono di due dei tre uomini offensivi, Dybala e Higuaìn. L’unica via per la Juventus di creare presupposti pericolosi è Douglas Costa, vero trascinatore in queste ultime partite, che infatti poco dopo lo scoccare del quarto d’ora serve l’assist per la girata di testa di Alex Sandro.

Douglas Costa: generatore automatico di assist

Dopo i primi dieci minuti Allegri comunque cambia subito schieramento portando Costa a sinistra e  Sturaro come mezz’ala destra con il compito di svolgere il ruolo di Khedira ossia riempire la trequarti e lo spazio alle spalle di Higuaìn, svuotato da Dybala che si allarga per aiutare in impostazione. Anche questa mossa però non fluidifica né migliora l’impostazione bianconera che rimane sterile e elementare. Dopo il gol del vantaggio la Juventus pare accontentarsi e la partita si addormenta se possibile ancor più di prima. La circolazione del pallone è prevalentemente orizzontale e ogni tentativo di forzare la manovra sbatte contro il muro calabrese. Gli unici presupposti pericolosi derivano da cross dalle fasce poi non sfruttati da attaccanti e centrocampisti inseritisi o da spunti  individuali di Costa e così un primo tempo anonimo si chiude sul risultato di 0-1.

Il secondo tempo vede gli stessi ventidue scendere in campo ma è mutato l’atteggiamento tattico della squadra di casa che ha alzato il suo baricentro di una quindicina di metri adottando anche saltuariamente pressing sulla difesa bianconera in impostazione.

Il Crotone non arretra fino alla sua trequarti, tiene baricentro più alto e è pronto ad alzarsi appena la Juve perde metri col pallone. Mandragora più basso rispetto ai colleghi di reparto per schermare meglio su Dybala e Higuain

La Juventus in ogni caso, pur inconcludente in fase offensiva, nei primi venti minuti rischia poco o niente (eccetto la punizione a due in area) ma è possibile denotare alcune letture sbagliate e distratte operate da difesa e centrocampo. Allegri nota questa difficoltà e cerca di correre ai ripari inserendo Bentancur per Marchisio in modo da dare maggior freschezza e atletismo. La sostituzione però non ha il tempo di sortire i suoi effetti poiché un minuto dopo Simy con una superlativa rovesciata trova il gol del pareggio. È palese nell’azione la passività dei giocatori bianconeri, chiaro sintomo di una squadra non connessa alla partita.

Rovesciata, ancora tu?

Da questo momento la Juventus deve riattaccare per forza alla spina, entra in campo Cuadrado al posto di un inadeguato Sturaro e la partita si gioca solo e soltanto nella metà campo calabrese. I bianconeri vanno molto vicini al vantaggio in particolare con un tiro dalla distanza di Matuidi e di Higuain dall’interno dell’area a botta sicura ma il generoso muro crotonese regge fino alla fine della partita e a nulla serve l’ingresso di Bernardeschi in luodo di Dybala negli ultimi 5 minuti.

La Juventus getta alle ortiche l’occasione di arrivare allo scontro diretto con sei punti di vantaggio e così facendo ha di fatto ridato entusiasmo al Napoli che giocherà ancora di più alla morte all’Allianz Stadium. Un atteggiamento supponente  complice alcune scelte di formazione inziali troppo ardite ha generato una prestazione molto deludente che non si è rivelata sufficiente per superare un avversario modesto come il Crotone. Non è necessario ovviamente fare drammi ma senza dubbio la rabbia per questo passaggio a vuoto è giustificabile.