Ronaldo è atterrato allo Stadium. Non che il suo perso specifico non si fosse già intuito nelle partite precedenti, ma c’era ancora quel gol che non arrivava e che tutti aspettavano con un’ansia ingiustificata. Bene, CR7 ha tranquillizzato tutti, segnandone due e decidendo la sfida contro il Sassuolo con una doppietta che mantiene la Juve a punteggio pieno, sola in vetta alla classifica. Un gol elementare, il primo, e uno da attaccante di razza, il secondo, permettono ai bianconeri di sbloccare una partita tignosa e di tenere a distanza gli emiliani, capaci di accorciare le distanze in pieno recupero.
POCHI LAMPI NEL PRIMO TEMPO
L’inizio della gara non è esaltante, anche se, dopo cinque minuti al piccolo trotto, Cancelo sfodera la prima accelerazione, partendo dalla destra e favorendo lo scambio tra Mautidi e Ronaldo, con la conclusione del portoghese deviata in extremis. Quando la Juve scatena i suoi fuoriclasse è una goduria per gli occhi e, anche se non sempre si arriva al tiro, alcuni numeri come il dribbling di tacco di Dybala, o la discesa di Alex Sandro sulla sinistra, strappano applausi. Oltre alla raffinatezza delle giocate però serve concretezza, anche perché il Sassuolo sa essere pericoloso sulle palle inattive, specie con Ferrari che prima centra la traversa, ma dopo aver commesso un fallo su Bonucci, poi colpisce centralmente e trova Szczesny piazzato. I bianconeri mettono in mostra la caparbietà di Matuidi che va a recuperare palla nell’area avversaria e permette a Mandzukic di battere a rete, ma la difesa emiliana fa muro a pochi passi dalla linea. Il primo tempo si trascina stancamente e alla fine la conclusione più pericolosa dei bianconeri è un maldestro tentativo di autogol di Lirola che, preoccupato dalla traiettoria del cross di Cancelo, colpisce al volo verso la propria porta centrando per sua fortuna Consigli.
SIUUU!!!
È evidente che serva un cambio di ritmo e la Juve lo impone appena rientrata in campo. Gli occhi sono tutti puntati su Ronaldo, perché tutti aspettano il suo primo gol in bianconero che lasci il segno sulla gara. L’attesa dura cinque minuti: sull’angolo di Cancelo, Bonucci riesce a girare verso la porta e Ferrari, intervenendo sulla traiettoria, rischia l’autogol deviando sul palo. Il pallone non varca la linea, ma si dirige docile verso CR7 che deve solo spingerlo in rete. È un gol semplicissimo, ma prezioso ed è fantastico sentire tutto lo stadio accompagnare l’esultanza del portoghese con un “SIUUU!!!” liberatorio.
E DOPPIO SIUUU!!!
Il Sassuolo prova a reagire con un coraggioso colpo di tacco di Boateng a lato, ma ora i bianconeri possono giocare con la testa sgombra e l’ingresso di Douglas Costa al posto di Mandzukic regala maggior fantasia alla squadra di Allegri. Ed è proprio il brasiliano al 20′ a innescare l’azione che porta al secondo “SIUUU!!!” della giornata: dopo un angolo del Sassuolo e il rilancio della difesa, il suo perfetto controllo permette ai bianconeri di sviluppare il contropiede. Emre Can mette in movimento Ronaldo che entra in area e infila il diagonale sinistro nell’angolino basso.
BABACAR ACCORCIA LE DISTANZE NEL FINALE
A questo punto la partita è in discesa e con il Sassuolo che cerca di alzare il baricentro, la Juve può scatenare le micidiali ripartenze di Douglas Costa che prima conclude un’accelerazione con un destro violento di poco fuori misura, poi combina con Ronaldo in un fazzoletto e mette il portoghese nelle condizioni di calciare sul primo palo, dove però è piazzato Consigli. Altra combinazione tra i due alla mezz’ora e altra conclusione di Ronaldo, questa volta a lato da ottima posizione. Negli ultimi dieci minuti l’ingresso di Cuadrado al posto di Alex Sandro permette di apprezzare una delle mille soluzioni a disposizione di Allegri: il colombiano si piazza sulla destra come esterno basso e Cancelo, tra i migliori oggi, si sposta sulla fascia opposta. Proprio da una sua sventola di sinistro, e dalla respinta di Consigli, nasce una nuova occasione per Ronaldo che però conclude sull’esterno della rete. Così, invece di chiudere la gara, la Juve si trova a dover difendere il risultato nei minuti di recupero, perché al 46′ Babacar, lasciato liberissimo a centro area infila il 2-1. Peccato per la rete subita e per l’espulsione rimediata da Douglas Costa, comminata dopo l’intervento del VAR, per uno screzio con Di Francesco e fortuna che Szczesny neutralizzi l’ultima conclusione di Berardi. Un brivido finale evitabilissimo, che però non pregiudica il risultato e non macchia la prima doppietta di CR7, ottimo segnale da parte del portoghese in vista dell’esordio stagionale in Champions, mercoledì, a Valencia.
JUVENTUS-SASSUOLO 2-1
RETI: Ronaldo 5′ st, 20′ st, Babacar 46′ st
JUVENTUS
Szczesny; Cancelo, Bonucci, Benatia, Alex Sandro (34′ st Cuadrado); Khedira, Emre Can (26′ st Bentancur), Matuidi; Dybala, Mandzukic (16′ st Douglas Costa), Ronaldo
A disposizione: Perin, Pinsoglio, De Sciglio, Rugani, Chiellini, Pjanic, Bernardeschi, Kean
Allenatore: Allegri
SASSUOLO
Consigli; Lirola, Marlon, Ferrari, Rogerio (27′ st Dell’Orco); Locatelli (38′ st Babacar), Duncan, Bourabia; Boateng, Djuricic (15′ st Di Francesco), Berardi
A disposizione: Pegolo, Adjapong, Lemos, Magnani, Boga, Magnanelli, Brignola, Sensi, Matri
Allenatore: De Zerbi
ARBITRO: Chiffi
ASSISTENTI: Del Giovane, Longo
QUARTO UFFICIALE: Ros
VAR: Di Bello, Posado
AMMONITI: 23′ pt Djuricic, 26′ pt Berardi, 32′ pt Cancelo, 40′ pt Bourabia, 15′ st Alex Sandro,
ESPULSI: 48′ Douglas Costa
JUVENTUS-SASSUOLO 2-1
RETI: Ronaldo 5′ st, 20′ st, Babacar 46′ st
JUVENTUS
Szczesny; Cancelo, Bonucci, Benatia, Alex Sandro (34′ st Cuadrado); Khedira, Emre Can (26′ st Bentancur), Matuidi; Dybala, Mandzukic (16′ st Douglas Costa), Ronaldo
A disposizione: Perin, Pinsoglio, De Sciglio, Rugani, Chiellini, Pjanic, Bernardeschi, Kean
Allenatore: Allegri
SASSUOLO
Consigli; Lirola, Marlon, Ferrari, Rogerio (27′ st Dell’Orco); Locatelli (38′ st Babacar), Duncan, Bourabia; Boateng, Djuricic (15′ st Di Francesco), Berardi
A disposizione: Pegolo, Adjapong, Lemos, Magnani, Boga, Magnanelli, Brignola, Sensi, Matri
Allenatore: De Zerbi
ARBITRO: Chiffi
ASSISTENTI: Del Giovane, Longo
QUARTO UFFICIALE: Ros
VAR: Di Bello, Posado
AMMONITI: 23′ pt Djuricic, 26′ pt Berardi, 32′ pt Cancelo, 40′ pt Bourabia, 15′ st Alex Sandro,
ESPULSI: 48′ st Douglas Costa
Juventus-Sassuolo 2-1: finalmente CR7, però…
Lo stavamo aspettando, si è deciso addirittura di pagare in termini di fluidità di gioco esagerando con la ricerca del suo colpo finale, alla fine però è arrivato nel momento più banale e casuale possibile: un’indecisione del difensore migliore del Sassuolo, ed un tocco facile facile a porta vuota dalla stessa zolla sulla quale è inciampato contro la Lazio in occasione del gol di Mandzukic, eccolo Cristiano Ronaldo. Quasi naturale il secondo gol arrivato qualche minuto dopo, e potevano anche essere di più se CR7 fosse stato un po’ più preciso: facciamo che se li è tenuti per occasioni più importanti che arriveranno in futuro. Finiscono probabilmente qui le buone notizie del pomeriggio, ovviamente oltre ad altri tre punti messi in banca.
Allegri ha scelto una squadra molto muscolare, nessun esterno di ruolo nel 4-3-3 di partenza, nessun regista di ruolo, l’imprevedibilità arriva dalle giocate dei terzini e da qualche sporadico colpo di Dybala, forse troppo sotto pressione. Primo tempo incolore, nella ripresa qualche emozione in più, qualche colpo di genio, una pressione ancora più alta rispetto ai minuti precedenti, poi l’ingresso di Douglas Costa che spacca ancora la partita, ma stavolta lo fa prima nel bene (la sponda sul contropiede del 2-0), poi nel male con la follia finale che porta al gol di Babacar, figlio anche di un’ulteriore disattenzione stagionale di Bonucci, ancora lontano parente del Leo scappato al Milan l’anno scorso.
E’ questo lo scenario con il quale la Vecchia Signora arriva alla prima di Champions League, sfida già delicata per cominciare nel migliore dei modi: c’è troppa voglia di Europa, ma sono ancora tanti i punti interrogativi a cui Allegri dovrà dare risposte.
Fabio Giambò.
Cancelo vitale per la risalita palla a terra
La formazione del calcio d’inizio, 433 con Dybala a destra e De Sciglio terzino, aveva generato un po’ di perplessità tattiche, soprattutto su quel lato del campo. I dubbi erano essenzialmente: Sarà Dybala a fare il quarto di destra? Contando che De Sciglio è un terzino bloccato e si sovrappone raramente, chi coprirà l’ampiezza?
Alla fine, i problemi fisici dell’ex Milan hanno fatto scendere in campo Cancelo, con la squadra che ha così acquisito una struttura più logica. Per la verità, in non possesso la Juve ha giocato in maniera leggermente diverso rispetto al solito. Indipendentemente dallo scaglionamento palla al piede, i bianconeri si sono quasi sempre difesi con un chiaro 442 in questi anni.
Contro il Sassuolo del bravissimo De Zerbi, invece, si è vista una squadra più flessibile: nella prima pressione, si componeva un chiaro 4312, con Dybala che andava ad aggredire Locatelli. Quando invece il Sassuolo alzava il baricentro, i 3 attaccanti restavano abbastanza alti e non erano così solerti nel ripiegamento (Mandzukic il più generoso sotto questo punto di vista). Spesso quindi la Juve difendeva con 7 uomini nella propria trequarti, con Allegri che accettava di tenere più giocatori alti per verticalizzare non appena recuperata palla.
Per la verità, il tentativo di recuperare palla alti e le 3 punte non sono coincise con un’effettiva qualità nel palleggio offensivo per quanto riguarda il primo tempo. Nonostante la Juve abbia preso facilmente campo e il Sassuolo si sia difeso compatto, i bianconeri hanno dimostrato i soliti problemi nella rifinitura centrale, con poca qualità tra le linee a causa delle caratteristiche dei centrocampisti.
Con difficoltà nel risalire palla a terra e un Can (buon esordio, ma va rivisto con Pjanic in campo) costantemente schermato da Boateng, la Juve ha un po’ ricordato quanto vistosi con la Lazio: tantissime responsabilità a Bonucci, poca presenza tra le linee e abuso del lancio lungo effettuato dal numero 19, con tanti giocatori che si buttavano dentro.
Azione tipo.
L’elemento che ha dato più imprevedibilità alla Juventus è stato Cancelo, il quale si sta rivelando utile soprattutto per la capacità di gestire il possesso nella propria metà campo, più ancora che non per le (sublimi) qualità nella trequarti avversaria.
Quando gli avversari ti bloccano il centro e ti costringono ad andare sugli esterni, disporre di un terzino come il portoghese è fondamentale, la sua grande facilità nel saltare l’uomo e dialogare con i compagni ha fatto vedere le cose più gradevoli della prima frazione, in particolare gli scambi con Dybala (eccezionale la corsa dell’ex Valencia verso il centro del campo). Per il resto, meccanismi macchinosi in attacco: ancora ben poca intesa tra i giocatori offensivi, spesso effettuavano lo stesso movimento e Ronaldo fatica molto nel coesistere con Mandzukic.
La situazione è poi migliorata nella ripresa dopo l’atteso gol(lonzo) di Ronaldo: il Sassuolo si è aperto molto e l’ingresso di Douglas Costa ha aumentato a dimisura la pericolosità dei padroni di casa. Con gli spazi aumentati, la Juve è migliorata sensibilmente nella rifinitura, riuscendo ad arrivare in porta con facilità. Il raddoppio, nato da un corner a sfavore, ne è un chiaro esempio: oltre al meraviglioso stop del brasiliano, va elogiato l’ottimo break di Emre Can, una capacità di conduzione che non ha nessun altro giocatore della rosa.
Insomma, nonostante il brivido finale, la Juve riesce a imporsi con facilità anche se c’è molto da migliorare, coi soliti difetti di sempre nell’attacco posizionale. La sensazione è che, nonostante questo centrocampo a 3 dia sicurezza difensiva ad Allegri, per vedere la squadra giocare meglio con la palla si dovrà cercare di mettere in campo gli uomini più forti tecnicamente (e probabilmente lo scopo dell’allenatore è arrivare lì). A proposito di ciò, bisogna sperare che il pessimo gesto di Douglas Costa non si traduca in un periodo di assenza troppo elevato, visto che il brasiliano è sempre più imprescindibile nell’economia della squadra.
Jacopo Azzolini.
4a Serie A: Juventus-Sassuolo 2-1
Per quanto ci si sforzasse di azzeccare la formazione con un occhio alla Champions, tutte le attenzioni dei tifosi si sono concentrate sul pre-partita all’annuncio dell’undici titolare. In effetti, Allegri si presenta al banco di prova post-sosta con: Szczęsny; De Sciglio, Benatia, Bonucci, Alex Sandro; Khedira, Emre Can, Matuidi; Dybala, Mandžukić, Ronaldo. Un centrocampo così muscolare e al tempo stesso la rinuncia alle geometrie di Bentancur, ponevano qualche interrogativo sulla posizione e i compiti di Dybala, oltre che sulla regia nelle fasi di possesso. Tuttavia, l’infortunio patito da De Sciglio nei momenti immediatamente precedenti all’incontro ha portato in dote un 4-3-3 più lineare, dove per un esterno che svuota la fascia (Dybala) c’è un terzino propositivo a prendere quello spazio (Cancelo).
De Zerbi, spauracchio di molti juventini dopo aver fatto veder loro i sorci verdi con il Benevento, si presenta alla Stadium con un 4-3-3 d’ordinanza, meno versatile e frizzante del 3-4-2-1 cui aveva fatto ricorso nelle ultime due uscite. La formazione recita: Consigli; Lirola, Marlon, Ferrari, Rogerio; Duncan, Locatelli, Bourabia; Berardi, Boateng, Ðuričić. La rinuncia ad una difesa a tre si spiega con la scelta di non sovraccaricare la fase di costruzione di uomini, contando forse sulla scarsa pressione da parte degli avanti bianconeri. De Zerbi, coerentemente con un profilo di allenatore proattivo ma anche sensibile all’avversario, ha di fatto voluto togliere un uomo dalla difesa per aggiungerlo a centrocampo, dove altrimenti avrebbe rischiato di alzare bandiera bianca da subito.
Tuttavia, Allegri confonde le acque, con due accorgimenti per niente scontati né alla vigilia, né all’annuncio della formazione. Il primo, è la grande pressione offensiva: profonda, orientata all’uomo, e soprattutto costante lungo la prima mezz’ora di gioco. Ad iniziare il pressing, inusitatamente, è il passaggio tra centrali o verso Consigli.
La squadra di Allegri chiuderà il primo tempo con un baricentro medio di 56,35 metri, un dato molto alto. Vale la pena calcare la mano su questo dato, perché la Juventus si è dimostrata anche incredibilmente corta verticalmente, accorciando il campo al Sassuolo e togliendo una possibile valvola di sfogo nei lanci lunghi. Il dato parla di 24 metri nel primo tempo, un dato estremamente positivo e difficile da raggiungere soprattutto in ragione del blocco alto con la difesa che ha svolto un lavoro magistrale nell’assecondare le tendenze di centrocampo e attacco ad aggredire la costruzione neroverde.
La circolazione del Sassuolo d’altronde non ha saputo rispondere alla pressione, e si è anzi rivelata particolarmente sensibile ai duelli individuali. Accorciando il campo, i giocatori bianconeri erano sempre in raddoppio: se uno seguiva il portatore, un altro prendeva il secondo uomo in verticale e un terzo si avventava sulla linea di passaggio. Si sparpagliava così sul campo una grande serie di 3vs2 e il Sassuolo si è improvvisamente ritrovato con le opzioni di uscita ridotte, perdendo di conseguenza diversi palloni sanguinosi nel primo tempo.
Khedira e Can hanno portato a casa 5 recuperi a testa, ancora meglio Cancelo con 6 e Benatia con 7. In particolare, le due mezz’ali si sono trovate perfettamente a proprio agio con una difesa così proattiva, e non hanno lesinato corse generose anche verso gli out. Lo scaglionamento ideale nei mezzi spazi, a cominciare dalle posizioni Dybala e Ronaldo, ha permesso un appoggio sicuro nelle situazioni di palla contesa, riconsegnando alla Juventus un’arma offensiva importantissima e troppo spesso accantonata l’anno scorso.
Il secondo accorgimento, meno appariscente ma certamente altrettanto cruciale, è stata la grande flessibilità dei tre attaccanti nell’occupare le posizioni. Dando per pacifica la scarsa appartenenza di Dybala in un 4-3-3 classico (a meno di fargli fare la punta), Allegri ha chiesto rotazioni radicali ai suoi: così, in un primo momento si poteva quasi disegnare un 4-3-1-2 con l’argentino dietro agli altri due. Ma durante il primo tempo si sono visti anche Dybala da attaccante e persino Cristiano a destra.
In questo contesto per il Sassuolo è stato veramente difficile proporre il proprio gioco. I giocatori di De Zerbi sono stati surclassati dal punto di vista fisico e anche da quello tattico, due circostanze che magari l’allenatore bresciano sperava di sfruttare di più. Una volta compreso il nuovo spartito, il Sassuolo si è adeguato mettendo in atto a sua volta una contro-pressione molto aggressiva, che è poi la ragione dei molti cartellini gialli sventolati da Chiffi nella prima frazione (tre per il Sassuolo, uno per la Juventus). La squadra di De Zerbi dal canto suo ha saputo alternare sistemi difensivi basati sul 4-5-1, ma anche attuare un buono scivolamento per passare al 4-4-2 (in questo caso era Ðuričić ad affiancare Boateng).
Il ghanese è stato forse il migliore in campo dei suoi, o quanto meno l’unico con la verve necessaria per provare a piegare i binari su cui si era messa la partita. In effetti Boateng è stato a lungo il solo riferimento offensivo del Sassuolo, cercato con insistenza sia dalla difesa, che attraverso passaggi diagonali dagli out (il centrocampo è stato a lungo zona off limits per i neroverdi, a causa anche dell’incredibile leggerezza degli interpreti, Locatelli in primis). Tuttavia, il grande isolamento del numero 27 ha facilitato le uscite di Benatia e le coperture di Can, che hanno in effetti limitato molto il gioco a venire incontro della punta.
Pur palesando qualche esitazione di troppo in fase di rifinitura, la Juventus non ha mai dato l’impressione di poter andare sotto. Semmai, l’unica tribolazione difensiva è stata un’eccessiva leggerezza sui piazzati, la sola arma con cui il Sassuolo ha potuto impensierire la Juventus. La fiducia nel sistema era tale da non alterarne i connotati nemmeno nel secondo tempo, iniziato esattamente come il primo.
La partita si è inevitabilmente aperta dopo il primo gol di Ronaldo, e paradossalmente ha avuto il merito di renderla ancora più facile per la Juventus. Ricominciando a giocare a calcio e risalendo il campo sugli esterni, il Sassuolo si è allungato a dismisura, preparando il terreno per transizioni positive ad alto coefficiente di pericolosità. In questo senso va vista la mossa, perfetta ancorché telefonata, di inserire Douglas Costa per uno spento Mandžukić. Il brasiliano ha avuto il grande merito da dare il La alla ripartenza che ha prodotto il secondo gol, e con le sue accelerazioni ha saputo mantenere il Sassuolo diviso in due tronconi.
Se devo cercare una nota stonata, questa va trovata nel gol subito. Quello di Babacar è sinistramente simile a quelli presi contro il Chievo e contro il Parma, quando un cross senza opposizione ha mostrato i difetti in marcatura stretta di Bonucci. Bisognerà lavorare sulla protezione dell’area di rigore, ma anche sui movimenti collettivi in caso di palla scoperta vicino all’out, perché a scappare ben oltre la linea dell’area piccola si rischia molto.
Menzione particolare per João Cancelo, MVP della giornata ed autore di alcune giocate tanto efficaci quanto in grado di scaldare i cuori del pubblico. Il portoghese sta prendendo per mano sia l’uscita del pallone dalla difesa (almeno nel corto) che la fascia destra, e lo sta facendo con una rapidità e una qualità tali da farci dire “João, dove sei stato fino ad ora?”. Adesso, come promesso, carrellata.
In definitiva, Allegri ha giocato la partita che aveva preparato, costringendo un comunque preparatissimo De Zerbi non solo a subire il piano gara della Juventus, ma anche a modificare il proprio in corsa, senza esito. Le consegne tattiche date alla squadra, talmente diverse da quelle interpretate nelle ultime uscite, hanno provocato anche i complimenti dell’allenatore bresciano, che ha ammesso come l’umiltà tattica e la capacità di adattarsi all’avversario siano qualità enormi delle Juventus di Allegri. È chiaro che la diversa cifra tecnica ha fatto la differenza, ma non bisogna dimenticare che la mediana bianconera era priva di Miralem Pjanić, ovverosia del centrocampista con più qualità: il centrocampo che ha fatto alzare il sopracciglio a molti va interpretato alla luce del piano gara messo in atto, e cioè di una partita di grande pressing ed intensità. Non erano lì per palleggiare a uno o due tocchi, e tutti hanno assolto in maniera preziosa il compito assegnato loro.