Anche in una settimana complessa per motivi extra calcistici, la Juve in campo pare non risentirne minimamente e gioca concentrata dal primo minuto, assetata di pressing, brillante tecnicamente e domina in un campo in cui non è scontato farlo. L’Udinese, del resto, pur scansandosi, in questa nostra era trionfale, a Torino ha ottenuto gli stessi punti del Napoli e in casa sua ci ha già bloccato per due volte. Perfino l’anno scorso, quando vincemmo in dieci per 6-2, ci mise in serissima difficoltà, considerato che a secondo tempo iniziato da qualche minuto eravamo ancora sotto per 2-1 e con l’uomo in meno.
Quest’anno no, sin dal primo minuto si è capito chi volesse comandare e non c’è stata storia, con un unico grande limite dimostrato: l’incapacità di fare il terzo gol, prendendo in pieno più volte l’ottimo Scuffet (bentornato a certi livelli! Se continua così…) da due passi e rischiando così, quando per esempio Barak prende il palo da lontano, di riaprire una partita che avrebbe dovuto essere chiusa già nel primo tempo.
Per il resto, tra il supergol di Ronaldo, la corsa e la classe del fenomenale Cancelo, le chiusure di Bonucci e Chiellini, il gol costruito e voluto da Bentancur, la difesa del pallone di Dybala nell’azione chiave della partita e la partecipazione positiva di tutti gli altri, è difficile scorgere note negative.
8 vittorie in 8 partite ed ecco la domanda geniale letta su diversi mezzi di informazione: la Juve può vincerle tutte? Ma certo, e perché porsi dei limiti e non cercare di vincerne anche un paio di più?
La domanda è demenziale, ma siccome magari qualcuno rischia di cascarci, ricordiamo che la Juve solamente da metà novembre comincerà ad affrontare le milanesi, la Fiorentina, il derby, la Roma, in attesa del ritorno con il Napoli fuori casa e così via. Con diverse avversarie, basta vedere le prestazioni in Champions, in chiara crescita di condizione e qualità. Arriveranno momenti difficili, le rivali si avvicineranno, a quel punto sarà “crisi Juve”, “paura Juve”, insomma tutto quello che conosciamo già. E’ invece sarà del tutto normale: il campionato di 38 partite, apparentemente facile perché lo stiamo vincendo sempre noi, non finisce e non finirà mai a gennaio o febbraio. Piedi per terra e pedalare, quindi, partita dopo partita, senza perdere tempo a leggere queste fesserie: la vera garanzia di questa Juve non è la classifica o l’averle tutte anche grazie a un calendario non impossibile, ma la voglia e la qualità che sta mettendo settimana dopo settimana.
A quel punto c’è tempo per provare a gufare qualche rivale: la Roma devo scartarla (il sabato sera che mi abbrutirò a casa per guardare Empoli-Roma abbattetemi), l’Inter pure (cena straziante anche domenica sera); l’orario perfetto, domenica alle 18, mi permette di guardare il Napoli contro il Sassuolo. E provo a guardarlo come loro guardano noi, vivisezionando tutto, partendo dal presupposto della malafede altrui: non che non me lo aspettassi, ma effettivamente dal nulla si può creare l’inferno.
Improvvisamente vado in paranoia e scorgo la malafede in tutto: in De Zerbi che panchina Berardi e altri titolari (perché? Il Sassuolo ha riposato in settimana, mentre il Napoli no: che senso ha? Ora c’è la sosta, poi, non manca il tempo per riprendersi, quindi che bisogno c’è? ), in Locatelli che appena iniziata la partita fa un assist a Ounas imitando quelli di Insigne per Callejon, nel difensore a centro area che pare non capire cosa sta accadendo, nella mezz’ora seguente in cui si regalano palloni e il Napoli non fa 5-6 gol per puro caso, nell’arbitro che non vede un fallo di Diawara già ammonito, nell’arbitro che espelle direttamente Rogerio al primo intervento. In tutto questo, da SkyNapoli nel primo tempo ci fanno notare ogni due minuti che “Ancelotti è arrabbiato con l’arbitro”, Ancelotti non sta apprezzando il metro arbitrale, dando spazio a improbabili proteste partenopee per darci l’impressione di una partita zeppa di decisioni anti Napoli.
E’ facile, potrei scrivere 5 tweet di fila durante e alla fine del match, contribuire a creare dubbi, veleni, a riequilibrare un po’ le cose rispetto a quanto viene fatto settimanalmente con noi, ma la verità è che proprio non riesco a pensarla così: De Zerbi avrà visto chi dei suoi è più in forma e comunque si tiene delle armi importantissime per il secondo tempo (infatti rischia di pareggiare più volte), il Sassuolo sbaglia tanto anche per la forte pressione degli azzurri, che sono forti e creano tantissimo, non espellerei per il fallo di Diawara (e anche fosse un errore, tale rimarrebbe e nulla più), Rogerio entra in modo pericoloso e comunque la partita era quasi finita.
Allo stesso modo, vedo l’affetto con cui la gran parte degli juventini segue Higuain al Milan e perfino Asamoah, finito gratis all’Inter e mi piace che sia così, senza telecronisti o intellettuali che ne oscurano il nome per l’accusa di alto tradimento (ovviamente mi riferisco agli addetti ai lavori e alle persone civili, non ai livorosi e insultatori da social, distribuiti equamente tra tutte le tifoserie, compresa la nostra).
La verità, che ben conosciamo, è che, al netto di alcune eccezioni interessate a parlare di calcio anche nelle altre tifoserie, siamo due mondi diversi, abbiamo due approcci al calcio completamente opposti, e questi 7 anni infiniti non hanno fatto altro che aumentare esponenzialmente la lontananza tra noi e loro. Che attendono Report – o aggiornamenti dal Nevada – con la stessa impazienza con cui noi attendiamo il Genoa di Piatek. Perché mancano due settimane e so già che non finiranno mai.
Il Maestro Massimo Zampini.