Di fronte al recente infortunio di Emre Can, sommato a quello già noto di Khedira e in concomitanza con un blocco di partite decisamente importante, nella mente del tifoso juventino medio non può che formarsi la seguente domanda: “Ma non siamo un po’ troppo corti a centrocampo?“(frase spesso accompagnata da improperi legati alla cessione di Marchisio).
Proviamo a rispondere in maniera oggettiva, osservando e commentando le tabelle proposte qui sotto; sono considerati tutti i centrocampisti centrali di ogni squadra, che siano mezzali, mediani o registi, con in rosso i giocatori solitamente impiegati in altri ruoli ma che sono già stati schierati in mediana. La prima è relativa alle squadre di Serie A impegnate in Europa:
La Juventus e il Napoli sono le uniche squadre ad aver coinvolto in maniera considerevole tutti i centrocampisti in rosa. Le altre squadre presentano giocatori considerabili come esuberi o poco più (Joao Mario, Bertolacci, José Mauri), giovani considerati non ancora pronti (Coric più che Zaniolo) e calciatori ai margini del progetto tecnico (Cataldi e in parte Murgia).
Per quanto riguarda i sistemi di gioco, soltanto il Napoli gioca con un centrocampo puramente a 2, peraltro allargando in più occasioni Zielinski, dato che Roma e Inter schierano sulla trequarti calciatori considerabili a tutti gli effetti delle mezzali.
Tutti e sei i centrocampisti della Juventus sono considerabili giocatori di caratura internazionale, con un numero considerevole di presenze in nazionale e/o nelle coppe europee, affermazione che non può essere valida per nessuna delle concorrenti.
Allarghiamo il tiro, analizzando tutte le squadre europee di alto livello:
L’unica squadra che può vantare abbondanza nel ruolo è il Barcellona; altre compagini presentano giocatori di livello decisamente inferiore ai compagni che difficilmente vedranno il campo in stagione (come Valverde, Drinkwater e Diarra), infortunati di lungo corso (Chamberlain), giovani sui quali il giudizio è ancora sospeso (Bernede, Nkunku, Foden, McTominay, Guendouzi) o rientri dai prestiti rivelatisi più o meno importanti sin qui (Loftus-Cheek, Renato Sanches, ma anche Rafinha nel Barça).
Vanno parzialmente escluse dal discorso Atletico Madrid e Arsenal, che difficilmente impiegano più di due centrali di centrocampo (Koke è tornato a giocare esterno) e possono permettersi una rosa più risicata nel ruolo.
Vale la pena chiedersi se abbia senso inserire un giocatore in più in rosa “per far numero” da utilizzare solo in caso di necessità strettissima (vedi Sturaro), piuttosto che promuovere in prima squadra un Primavera, come ha intelligentemente fatto Tuchel nel Paris Saint-Germain con Bernede, in caso di bisogno.
Logica vorrebbe che il sesto/settimo centrocampista, pur in una rosa di altissimo livello come quella della Juve, debba essere giocoforza un calciatore con poche ambizioni di disputare un buon numero di partite, magari con poco da chiedere alla propria carriera e senza grande voglia di mettersi in gioco, oppure un giovane che ha ancora bisogno di imparare dai migliori. Voi riuscite a inserircelo Marchisio in questo identikit?
Alex Campanelli.