MARIO DECOLLA
La cosiddetta fase di studio dura fino all’8′ minuto, quello in cui Alex Sandro lascia partire uno spiovente dalla sinistra e Mandzukic accende i reattori, decolla per sovrastare Rodriguez e schiaccia in rete di testa. La semplicità con cui il croato annichilisce il diretto avversario è il manifesto della superiorità bianconera: il Milan ha qualità e viaggia su buoni ritmi, ma è impressionante la tranquillità con cui la Juve manovra e impone il proprio gioco.
SZCZESNY IPNOTIZZA HIGUAIN
Alla squadra di Allegri però manca precisione nell’ultimo passaggio e non riesce a concretizzare una superiorità evidente. Un vizio che già è costato la gara di coppa contro il Manchester e che i bianconeri rischiano di pagare caro anche a San Siro: in una delle rare incursioni offensive dei rossoneri, affidate sempre al solo Higuain, un rimpallo sulla mano di Benatia porta Mazzoleni, dopo il consulto del VAR, a concedere il rigore ed è lo stesso argentino a incaricarsi della conclusione. Il tiro è rasoterra ed è angolato, ma Szczesny è sensazionale nell’allungarsi e nel deviare la traiettoria sul palo.
GESTIONE JUVE
La rabbia per l’occasione fallita porta il Milan a iniziare la ripresa con una maggiore aggressività che la Juve non fatica comunque a gestire. È anzi Ronaldo a impegnare Donnarumma deviando di prima intenzione il cross dalla sinistra di Alex Sandro, mentre Dybala scheggia il palo su calcio piazzato. La partita si infiamma intorno al 20′, con un contropiede per parte: quello milanista viene fermato dal puntuale intervento di Benatia che intercetta il suggerimento di Higuain per Crutone, mentre dall’altra parte la fuga di Ronaldo termina con un rasoterra intercettato da Donnarumma.
CR7 CASTIGA SAN SIRO
Il primo cambio di Allegri arriva intorno alla mezz’ora, con Khedira che rileva Pjanic, e poco dopo Dybala lascia il posto a Douglas Costa. La Juve sembra più fresca, riesce ad alternare possesso palla e accelerazioni con lucidità e, a forza di comandare il gioco, passa ancora: Cancelo lascia partire un tiro cross, Donnarumma respinge corto e Ronaldo si trova con la porta spalancata e il pallone sul destro. Il suo primo gol a San Siro è un gioco da ragazzi e scatena la frustrazione dei rossoneri, che subito dopo perdono Higuain, espulso per proteste. A quel punto però la gara è già chiusa. A quel punto la Juve ha già vinto.
MILAN-JUVENTUS 0-2
RETI: Mandzukic 8′ pt, Ronaldo 36′ st
MILAN
Donnarumma; Abate (29′ st Borini), Zapata, Romagnoli, Rodriguez; Suso, Kessié, Bakayoko, Calhanoglu (29′ st Laxalt), Castillejo (17′ st Cutrone); Higuain
A disposizione: Reina, A. Donnarumma, Calabria, Bellanova, Simic, Bertolacci, Mauri, Montolivo, Halilovic
Allenatore: Gattuso.
JUVENTUS
Szczesny; Cancelo, Chiellini, Benatia, Alex Sandro; Bentancur, Pjanic (29′ st Khedira), Matuidi; Dybala (34′ st Douglas Costa), Mandzukic, Ronaldo
A disposizione: Perin, Pinsoglio, De Sciglio, Barzagli, Bonucci, Rugani, Kean, Bernardeschi
Allenatore: Allegri.
ARBITRO: Mazzoleni
ASSISTENTI: Preti, Vivenzi
QUARTO UFFICIALE: Valeri
VAR: Fabbri, Giallatini
AMMONITI: 34′ pt Benatia, 16′ st Bakayoko, 38′ st Higuain, 42′ st Borini
ESPULSI: 38′ st Higuain
Milan-Juventus 0-2: come col Pipita ma senza il Pipita
E grazie Pipita: partiamo da qui. Si procura ma sbaglia il rigore che avrebbe riportato il Milan in parità, poi la sfuriata che lo porta all’espulsione che assomiglia tanto alle proteste in Udinese-Napoli qualche anno fa, sintomo della frustrazione che può provare un uomo che era diventato il simbolo della Juventus, che è stato costretto a “scendere di categoria” non per volere suo, e che oggi si ritrova in una prigione d’oro che evidentemente non basta ad un calciatore che vive per la vittoria. Questa partita l’anno scorso la decise una doppietta di Higuain, quest’anno ci hanno pensato Mandzukic, suo ex compagno, e chi è arrivato al suo posto: tal Cristiano Ronaldo. Primo gol su azione al Meazza per CR7, una zampata feroce dopo una fuga di Cancelo in fascia destra, ciliegina sulla torta su una partita dominata soprattutto nella ripresa, ma che ancora una volta è stata chiusa con pericoloso ritardo. Di fatto il Milan è arrivato dalle parti di Szczesny in una sola occasione, quella del rigore, lì è stato mostruoso il polacco, ma non si può rischiare di compromettere un costruzione del genere per troppa leggerezza.
Coraggioso mister Allegri a tenere fuori Bonucci, fortunato a vedere quanto successo sempre su quello che poteva essere – ma non è stato – lo spartiacque, e cioè il fallo di mano di Benatia, poi praticamente perfetto a parte quella piccola fesseria. Concentriamoci, però, sulle cose belle: da quanto non si vedeva un Alex Sandro così dirompente e dominante? Bene in fase difensiva, incontenibile in fase offensiva, cross perfetto sullo 0-1, e tante altre belle cosette. O la solita continuità di Matuidi: è vero, avrebbe bisogno di riposo come dice il mister, ma come si fa a fare a meno della sua potenza? Applausi anche per il sempre più smaliziato Bentancur. Una bella risposta, non c’è che dire, fermo restando il problema di fondo già sottolineato.
Piccola tirata d’orecchie per Dybala: non può portare la croce per 60 partite in stagione, ma non può neanche eclissarsi come fatto stasera, eccezion fatta per la punizione respinta dal palo in una delle poche occasioni lasciate libere da Ronaldo su quel tipo di situazioni. Era importante, comunque, chiudere con una vittoria prima della sosta, era importante farlo su un campo prestigioso e sicuramente difficile come quello del Milan, sarà importante ritornare più cattivi in campo fra quindici giorni.
Fabio Giambò.