Cominciamo dalla fine. Il risultato finale, i meri numeri, nudi e crudi. Un 2-2 in casa che lascia ancora delle possibilità per il ritorno. Vittoria o pareggio con 3 o più gol. Con 2 si va ai supplementari e poi si vedrà. In percentuale? 35% forse meno.
Forse la qualificazione ce la siamo giocata a Siviglia e non tanto martedì. Non so. Il ragionamento “bisogna giocare come nella mezz’ora finale” per me non funziona. E anche così le possibilità di passare mi sembrano sinceramente basse. Il 35% scritto precedentemente ora mi sembra una esagerazione. Quindi? Non si va e ci si risparmia il viaggio? Si va con le riserve per preservare i titolari e inseguire almeno il campionato. No, neanche questo. Il mio umore ha un sussulto e torno, non dico ottimista, ma possibilista. Bene, ok, vado, parto: che cominci l’epica.
Perché Kung Fu Panda ci ha insegnato qualcosa. Sì, il cartone animato, proprio quello. Il saggio Oogway dice ad un certo punto: Spesso ci si imbatte nel proprio destino sulla strada presa per evitarlo.
Questa frase ci riguarda, è per questa squadra. Cosa desideriamo, per cosa scendiamo in campo, qual è il destino che inseguiamo? Beh, ce lo ha riassunto magnificamente Boniperti con quella magnifica frase: alla Juve vincere non è importante. È l’unica cosa che conta.
Ecco il nostro destino. Vincere. E non solo una partita, ma la competizione. Non siamo gente che celebra un record di vittorie a novembre per poi ritrovarsi a maggio a festeggiare al massimo un compleanno o una Prima comunione. Se vincere è il nostro destino, vincere a maggio, alla fine, ecco che iniziamo a imbatterci da subito in lui. La strada presa per evitarlo si chiamava primo posto nel girone, mancato, sorteggio favorevole, mancato. Se si vuole vincere la Champions bisogna battere le migliori. Non ne puoi fare a meno. E allora ecco l’occasione per avvicinarci al nostro destino. Iniziare a sconfiggere i migliori, o quelli che stanno a ruota dei migliori (l’anno scorso furono eliminati in semifinale proprio dal Barcellona).
Perché si cresce, si diventa grandi, solo superando gli ostacoli. Ulisse è diventato Ulisse perché ha inventato il cavallo di Troia dopo 10 anni di guerra, ha affrontato il Ciclope, sedotto e abbandonato Circe. Sì, è vero, ha anche ascoltato il canto delle sirene, quelle se le è scelte lui, ma poca cosa rispetto a tutto il resto. Insomma ha affrontato gli ostacoli che aveva davanti, anche quelli che avrebbe evitato.
Spesso c’è bisogno di un ostacolo inatteso, non desiderato per crescere. Perché, anche inconsapevolmente, la tua mente ti prefigge dei limiti oltre cui pensi di non poter andare. E occorre un due a zero in casa per svegliarti. O ti lasci annichilire o cominci a giocare, conscio che non hai nulla da perdere. Appunto, rompi il tuo limite mentale, il pensare che se faccio questo e quello allora forse posso. No, facendo questo e quello ho visto che non ci riesco. Allora basta, vado, vado all’assalto, tento contro ogni logica. Gioco come avrei pensato di giocare contro l’Empoli (con tutto il rispetto) non contro il Bayern. E scopro chi sono veramente.
Ecco, si tratta di questo, di scoprire chi siamo. Qualcosa in merito ce lo aveva detto anche la finale di Berlino, sempre in terra tedesca, con quel secondo tempo arrembante. Ma poi la sconfitta finale, gli addii dei vari Pirlo, Tevez, Vidal, hanno scalfito quella consapevolezza.
Ora forse, con questo 2 a 2, abbiamo ripreso coscienza di chi siamo. Forse perderemo alla fine, non so, possibile. Ma di certo questa uscita in Germania va vissuta con consapevolezza, per una volta, non di quanto è forte l’avversario che abbiamo davanti, ma della stazza dei giocatori che indossano la maglia bianconera.
È giunta l’ora di mettersi davanti allo specchio e scoprire chi siamo. Lo specchio non mente, ti dice come sei fatto. E a calcio lo specchio è chi sta nell’altra metà campo e ti dice cosa vali, se più o meno di lui. È arrivato il momento di alzare gli occhi e guardare davanti a sé, per scoprire chi siamo. Perché come diceva Charlie Chaplin “Non troverai mai un arcobaleno se il tuo sguardo è a terra” e, aggiungo io, non vincerai mai neanche una Champions.
Paolo Montanari
Lo confesso, ho visto la partita in differita e sapendo gia’ il risultato; e questo chiaramente puo’ influire sull’interpretazione; ma alla fine ognuno vede quello che vede e quindi non mi esimero’ dal fare le mie considerazioni.
Secondo me il Pep aveva una paura fottuta di perderla questa partita; ma dato che e’ un genio visionario ha reagito in modo non convenzionale, mettendo in campo una squadra votata all’attacco. In questo senso ha usato bene il fatto di non poter schierare difensori puri, perche’ con Benatia e Badstuber quel gioco lo vedi col binocolo. E che gioco poi; nella prima frazione il Bayern ha tenuto Vidal come ultimo uomo sulla linea di centrocampo e tutti gli altri davanti ad attaccare; e questo lo puoi fare solo se
– hai giocatori molto tecnici
– non hai paura
– non sbagli praticamente mai.
Insisto sul terzo punto perche’ persino nel primo tempo in cui il Bayern ha tenuto palla oltre i 70% ci sono state 5/6 situazioni di uscita della Juventus che non si sono concluse con giocate in campo aperto per un soffio. Il punto e’ che da tutta questa montagna di gioco il Bayern ha partorito un goal, una occasione clamorosa con Muller e quanche altra discreta opportunita’. Vantaggio meritatissimo per carita’, ma esiguo rispetto alla mole di gioco prodotta; e si capiva che non poteva durare.
Infatti il secondo tempo e’ cominciato in maniera abbastanza diversa, molto piu’ equilibrata. E all’interno di questo equilibrio il Bayern ha trovato il raddoppio (per me irregolare, ma cambia poco). Dopo il raddoppio il Bayern ha chiaramente finito la benzina (giocare il primo tempo sovraritmo si paga) e la Juventus ha preso campo fino a pareggiare meritatamente, dove il maggior merito sta nel non aver perso la calma dopo lo 0-2 e aver continuato a provare a fare cio’ che voleva. Conclusione: il Bayern e’ una squadra fortissima, ma anche noi non siamo malaccio.
Detto questo, mi sono chiesto cosa avrebbero detto molti “intenditori” di calcio se Allegri avesse fatto la partita del Pep; e mi sono anche anche dato una risposta. Avrebbero detto che Allegri aveva schierato una formazione troppo sbilanciata e aveva speso troppo nel primo tempo; e che aveva rischiato di perdere una partita gia’ vinta; e che con maggiore equilibrio avrebbe vinto facilmente. Io non sono un intenditore e dico invece che il Pep ha fatto benissimo; perche’ altrimenti la partita l’avrebbe sicuramente persa, come altri prima di lui.
Infine due parole sull’arbitro; se ti devi giocare una eliminazione diretta con una squadra tedesca o spagnola c’e’ una sola cosa peggiore di avere un arbitro inglese. Ed e’ avere un arbitro inglese scarso. E Atkinson e’ veramente scarso; io l’ho visto arbitrare molte volte, sia in campo internazionale, sia in EPL, e ha quasi sempre fatto errori marchiani. Ed e’ riuscito ad arbitrare malissimo una partita facile come quella di ieri, tra due squadre di una correttezza esemplare. Ma al solito, la colpa non e’ sua, ma di chi ce lo manda; perche’ Juventus-Bayern era l’ottavo di CL piu’ importate per distacco e in una partita del genere tu devi mandare il migliore che hai, senza se e senza ma. E Atkinson non e’ neanche tra i primi dieci. Ma la fenomenite di Collina crea problemi sin da quando aveva ancora i capelli; e purtroppo ce lo dobbiamo tenere.
Kantor
Bon, dai adesso che in qualche modo ci siamo sfangati dalla gara di andata col Bayern con un risultato onorevolissimo (sì, lo so che hai le balle girate per il braccio di Vidal, ma vabbeh porta pazienza), facciamoci un bel volo tra i nostri Sciagurati della settimana.
Giovanni “Twitto ma solo giornali” Capuano – Alé Barcellona
Il bravo (e antijuventino doc) Capuano è uno di quelli che in radio ascolto più volentieri. Un po’ perché si diverte a fare il Cruciani dello sport, un po’ perché gli piace di tanto in tanto sentenziare. Ma questa è un’altra storia. Giuanin ha un profilo Twitter dove passa le giornate e twittare servizi e titoli dei giornali. Praticamente gli fa la rassegna stampa. E onestamente spero sia pagato per questo lavoro, altrimenti inutile. Dopo Juve-Bayern ci posta anche la prima pagina dell’Equipe. E ci mette il commentino “Sulla prima l’Equipe c’è l’impresa di Messi a Londra e non JuveBayern”. Come a dire. “’Sti francesi la sanno lunga, non gliene frega nulla che la Juve ha recuperato 2 gol alla squadra più forte d’Europa con il Barcellona”. Già, giusto. Chissene. Ma poi sarebbe bastato girare pagina e dire che l’Equipe titola: “Grande rimonta! Al termine di una sfida magnifica e intensa, Juve e Bayern chiudono sul risultato di parità che lascia spazio alla suspence per la qualificazione”. Ciao Giuan.
Maurizio “Lance” Crosetti – Niente di nuovo
Il buon Crosetti, prima firma di Repubblica (e non scordiamocelo mai, autore di un libro che inneggiava a Lance Armstrong come Dio), e il suo commento post Bayern. Mi sono segnato due passaggi: “In fondo, allo Juventus Stadium non è successo niente che già non si sapesse”. “Ma adesso, per eliminare il Bayern si dovrà vincere a Monaco il 16 marzo, oppure pareggiare dal 3-3 in su. Occorre molta fantasia per pensarlo, figurarsi per farlo”.
Punto uno: allo Stadium non è successo niente di nuovo. Già. In effetti negli ultimi dieci anni quasi sempre è successo che una squadra italiana andasse sotto di due gol contro il Bayern (o simili: Real, Barca) e poi andasse a recuperare fino quasi a vincerla (e al netto di due errori arbitrali evidenti). È successo alla Roma, al Napoli, al Milan… Ah, no. ‘Spetta. No, a loro non è successo.
Punto due: Crose’ mi stai dicendo che qualificarsi a Monaco sarà difficile? Ma dai? Questa riflessione profondissima da dove ti è arrivata? Forse leggendo gli esami del sangue di Armstrong.
Giancarlo “Er fallimento” Padovan – Retroattiva
Questa è retroattiva e risale a un paio di settimane fa. Adoro Padovan. Lo dico davvero. Uno che ha collezionato un’inimitabile serie di flop. Alla Stampa, 7Gold, in quella rete albanese che manco mi ricordo come si chiama. Adesso scrive come editorialista per Sprint&Sport. Un giornale locale per chi non lo conosce fuori da Piemonte e Lombardia. Degna parabola discendente di uno che è convinto di sapere di calcio e finisce in un giornale dove si parla Truccazzanese contro Uboldese. O robe simili. In un suo bel fondo dopo la vittoria col Napoli ha scritto “Troppa euforia tra i bianconeri. Fattore C con il Napoli”. Capito? Solo culo col Napoli. Non c’entrava nulla che Higuain è stato eclissato, che il tiro di Zaza Reina non lo avrebbe mai preso perché è saltato in anticipo, che il Napoli non ha mai tirato in porta. No. Solo culo. Ecco, magari Padovan può farsi una domenica sul campo della Bustese a mangiare panino con la salamella. Ma attento agli schizzi del grasso di porco, non vorrei mai ti sporcassero la cravatta granata (non te lo ricordi? Te lo ricordo io: allenava il Toro femminile. Il suo capolavoro).
di Matteo Valsecchi