L’urna di Nyon ha detto Atletico Madrid: di sicuro non l’avversario che volevamo, probabilmente nemmeno quello che meritavamo, ma il sorteggio è stato implacabile e ora i bianconeri dovranno avere la meglio sulla squadra di Simeone per proseguire il cammino in Champions League. Come? Rispondono gli autori di Juventibus.
Luca Momblano
Ti elimino l’Atletico con la tecnica – prova del nove per la parola chiave di Allegri – perché a tattica e fisico oltre a essere match sostanzialmente pari, sarebbe anche (doppio) match affidato al filo degli episodi. Con la tecnica lo elimino in 135 minuti. Ma la tecnica nel calcio europeo, per i livelli di oggi, è tecnica in velocità. Velocità dell’uomo ma ancora più della palla. Quindi il trucco è far vedere la la parte nascosta di noi, fatta annusare a Old Trafford, fatta valere nel recente passato soprattutto quando l’underdog eravamo noi.
Sandro Scarpa
L’Atletico Madrid non si batte. Al massimo si uccide. E devi stare lì molto tempo a controllare che non si muova. Non sarà calcio, sarà guerra. L’Atletico di Simeone è la squadra più forte di sempre negli scontri diretti in proporzione alla forza della rosa. 3 EL, 3 Supercoppe Europee, ha eliminato 2 volte Messi, 1 volta Guardiola. Solo Cristiano li ha uccisi, non battuti. Perché non si battono, devi ucciderli, prima che lo facciano loro.
Giacomo Scutiero
La Juve è una delle due-tre migliori squadre di Champions e nelle tre non c’è l’Atletico.
La Juve può schierare il miglior giocatore del mondo alla pari con un altro, e quest’ultimo non gioca nell’Atletico.
Quanto detto non è bastevole per superare agevolmente un Ottavo di
Finale, ma basta ed avanza per ricercare e trovare la via migliore
per…Come nelle ultime stagioni. Anzi (vedi prime frasi), meglio.
Alex Campanelli
Come già scritto nella presentazione post sorteggio, l’Atletico 2018/19 è probabilmente la versione meno efficace della squadra di Simeone degli ultimi anni, anche se da qui a febbraio/marzo è molto probabile che cambino le carte in tavola. Pur essendo i nuovi arrivati più tecnici dei predecessori (Rodri e Lemar su tutti, con Gelson Martins ancora parzialmente rigettato dal sistema del Cholo), i colchoneros stanno faticando a trovare la quadratura e sembrano più attaccabili che in passato; ecco perché, invece che giocare a chi si fa meno male, potrebbe essere interessante aggredirli già al Wanda con quel pressing posizionale che tanto ha fatto penare lo United. Servono però tutti gli interpreti giusti, al posto giusto e in una condizione fisica e mentale ottimale.
Jacopo Azzolini
Difficile prevedere oggi una partita che si giocherà a febbraio, soprattutto perché l’Atlético 2018-2019 è ancora una formazione abbastanza in divenire su cui nutro dubbi riguardo il livello massimo di efficienza che riusciranno ad ottenere, Oltre alla pesante grana Diego Costa (potrebbero intervenire a gennaio), hanno parecchi singoli che stanno rendendo ben al di sotto delle aspettative, come Griezmann, Koke e Saul. Vedendo le ultime partite, noto che nonostante la solita eccellente protezione del centro (che costringe l’avversario ad andare sulle corsiie esterne), difendono i cross con molta più difficoltà rispetto a prima. Il Real Valladolid ha creato parecchio così nell’ultima gara. Può darsi che col rientro di Gimenez la situazione migliori, però con le squadre che attaccano bene l’area la difesa in spazi stretti mi pare meno imperforabile. Poi certo, a febbraio cambia tutto.
Dario Pergolizzi
Di tutti gli indicatori difensivi preoccupanti della squadra del Cholo, ce n’è uno a cui prestare particolare attenzione: l’abilità dei colchoneros nell’inibire la costruzione dei propri avversari, aggredendo con tanti uomini già dalla metà campo avversaria. Si tratta di una condizione spesso sofferta dagli uomini di Allegri. In ultimo, proprio nel derby con il Torino, avversario profondamente diverso ma che per abnegazione ed intensità agonistica può aver già fornito un’anteprima delle difficoltà di Champions. E allora, auspicando un rapido ritorno di Joao Cancelo, occorrerà abituare la squadra al più presto a questo tipo di contesto, migliorando le connessioni nella fase di costruzione attraverso l’utilizzo degli smarcamenti e una esecuzione tecnica prossima alla perfezione, magari ricominciando a puntare forte su Douglas Costa. Insomma, far sì che la testa di tutti sia già in grado di assorbire lo stress tattico portato da un avversario così ostico.
Giuseppe Gariffo
Atletico-Juventus non sarà una partita di calcio normale. Inutile pensare al “giocar bene tehnihamente”, a gestire bene il pallone, a farlo girare velocemente etc etc…
Contro di loro si vince così: si gioca male (cioè come ti permettono
loro), si ribatte colpo su colpo e alla fine, senza capire come ne
perchè, la mette Cristiano Ronaldo (o Mandzukic imbeccato da Cristiano Ronaldo).
Dunque cerchino di far arrivare al massimo, di fisico e di integrazione tattica, il portoghese per il 20 Febbraio!
Davide Rovati
“Il calcio è semplice: in campo tu devi fare l’opposto di quello che fa l’avversario.” (M. Allegri).
L’Atletico si batte quindi senza accettare che loro portino la sfida
sul terreno che gli è più congeniale, anzi forzandoli a giocare fuori
dalla loro comfort zone. Ad esempio – e in questo il calendario ci è
favorevole – costringendoli a guadagnarsi la qualificazione fuori casa.
Questa Juve è una squadra da grandi trasferte e mi aspetto che al Wanda
Metropolitano giochi con autorevolezza, segni e non perda.
Fabio Giambò
Sarà banale, ma si vince con l’Atletico facendo la Juventus: non si cerchi spettacolo, non si cerchino colpi ad effetto, o meglio, non si cerchino colpi ad effetto collettivi. Giochiamo male senza problemi, l’estetica se la tengano altri senza problemi, qui si provi ad isolare chi ha nell’1 vs 1 la migliore arma, che sia Dybala, che sia Douglas Costa, perché alla fine poi questi devono giocare. E poi c’è sempre quell’animale lì che deve portarci dove non ci è arrivato nessuno negli ultimi 20 anni, quello che è nato per partite del genere, per competizioni del genere, per eccellere in questi contesti. Mi pare si chiami Cristiano Ronaldo. O magari al 90′ del ritorno ci pensa capitan Chiellini con un’incornata a regalarci la qualificazione…
Valeria Arena
Neanche il tempo di dire «sempre bella la presentazione delle 16 qualificate, sembra il trailer di Game of Thrones», che Game of Thrones lo abbiamo preso noi. Quindi: conservare gelosamente Chiellini in una teca per due mesi, salvaguardare Mandzukic, far allenare Ronaldo con la bandiera dell’Atletico davanti come i tori e dare ad Emre Can la licenza di uccidere. Poi, sfruttare al meglio le legnate che prenderemo scegliendo accuratamente il ciuffo di erba migliore e ricordando a quei tre che tiravano delle punizioni da far cadere la mandibola.
Mike Fusco
L’Atletico Madrid si batte pensandoci solo il 18 Febbraio e il 10 Marzo, ovvero 2 giorni prima di ogni sfida.
Il logorio mentale che già sta dilaniando i tifosi in vista della sfida coi Colchoneros non deve MINIMAMENTE SFIORARE la squadra, che non ha bisogno né di stimoli né di consigli, e che deve solo ESSERE.
Essere la Juve.
Stefano Utzeri
Come ti elimino l’Atletico? Beh la mia soluzione è abbastanza complessa, difficile da spiegare in 3 righe. Me ne basta mezza: Date palla al 7.
Michael Crisci
L’Atletico si batte imbottendo di fisicità il centrocampo e armando gli esterni. E soprattutto col cinismo. I madrileni concederanno poche occasioni da gol, e soprattutto Ronaldo e Mandzukic, dovranno provare a raggiungere il 100% di conversion rate. Non schiererei Dybala, relegandolo nell’imbuto del loro centrocampo, e così di fatto, regalando loro un uomo.
Willy Signori
L’Atletico
si affronta con la minestra: Simeone è il re dei minestrari, Allegri
dovrà fare una minestra migliore della sua. Primo comandamento: segnare
almeno un gol a Madrid, lasciare a loro il manico di potersi gestire i
gol fuori casa sarebbe letale. Per me sarà allargare il più possibile
l’Atletico giocando sulle fasce provando a farli scoprire centralmente. E poi palla al più forte e confidiamo in lui, come lo schema di Pelé in fuga per la vittoria.
Ma soprattutto zona, ragnatela, fasce laterali che devono correre,
passaggi corti e pressing… più un pizzico della farina del sacco di
Allegri che adesso non vi sto a dire perché è un segreto.
Giancarlo Liviano
L’Atletico si batte migliorando gli automatismi nel gioco offensivo. Con una squadra che difende bene non bisogna sprecare le tantissime ripartenze a causa di scelte sbagliate e assenza di schemi. Inoltre bisogna calarsi al meglio nel clima gara sudamericano, fatto di provocazioni, perdite di tempo, falli furbi, scorrettezze. Si vince al fotofinish, conteranno tantissimo i dettagli e la concentrazione.
Alexander Supertramp
Con l’Atletico si vince con sfrontatezza. Non metterla sul piano esasperatamente tattico strategico. Nella gara del più furbo Simeone ti porta sul suo terreno e ti batte con l’esperienza. Far valere da subito la maggiore qualità. Piede sull’acceleratore.
Leonardo Dorini
Ne so troppo poco. Quel poco che so è che c’è un allenatore che ha dentro di sé molto del nostro campionato, forse troppo. So che c’è una coppia di centrali tostissimi; che c’è Griezmann campione del mondo, che fa i balletti dopo ogni gol che fa; c’è Diego Costa: un bestione mica male. So che anche loro non riescono a vincerla, un po’ come noi. E so che già qualche anno fa ci fu un ottavo ingiocabile, contro Guardiola, ed è andata come è andata. Ma poi ci fu un altro quarto, ingiocabile, contro il Barca. E poi, certo, Madrid è un ricordo troppo fresco per tutti; ma per tornare al Wanda, bisogna passare al Wanda.
Nevio Capella
L’Atletico si batte ed elimina innanzitutto giocando a calcio senza fare la “Juve che amministra e controlla” ma anche confidando in un Ronaldo che poteva trovare stimoli maggiori solo contro il Real e sapendo che loro con la finale in casa sono gli unici ad avere, se possibile, una scimmia sulla spalla più pesante e minacciosa della nostra.
Sergio Sersim
Come battere l’Atletico? Con il coraggio, soprattutto. Negli anni abbiamo ottenuto grandi risultati con prestazioni furbe e ciniche, ora però abbiamo Cristiano e da furbi dobbiamo evolvere in coraggiosi. Spero in una doppia sfida con tanti tiri in porta. Il one shot one kill visto contro il Tottenham lo scorso anno potrebbe non funzionare.
Sabino Palermo
L’Atletico si batte in velocità: denti stretti, soffrire e attaccare al momento giusto. In una guerra logorante bisogna mandare avanti la testuggine: Mandzukic e Chiellini contro Godin e Diego Costa. Avanzare sulla linea laterale e “scatenare l’Inferno” dalle retrovie. Simeone si batte con le frecce al nostro arco, senza timore o paura di soffrire, sennò ti ingabbierà in un sol boccone. Uno contro uno moriremo in battaglia, uniti (anche e soprattutto dalla panchina) abbiamo un esercito imbattibile.
Vittorio Aversano
Per battere l’Atletico Madrid ci vuole…Culo. No, scherzo. Cioè anche culo, ovviamente, come in tutto, specie perché forse siamo creditori verso l’urna degli ottavi di Nyon. Ma, come ha detto il mister, “chi ha ambizione non ha timore” e, quindi, pronti lancia in resta ad affrontare i colchoneros di Simeone senior; anche perché, con lo squadrone di quest’anno, forse di culo ce ne può servire anche un po’ meno del solito. Colchoneros che – teoricamente – non dovrebbero essere più quelli di una volta perché, pur nominalmente quasi sempre gli stessi, sono ora un po’ più attempati e con diverse defezioni individuali, che ne hanno reso il cammino nel girone un po’ meno agile del previsto, nonostante gli avversari sulla carta nettamente più abbordabili rispetto ad altri (4V, 1N, 1P). La stessa difesa dell’Atletico Madrid ha, infatti, subito 6 reti in 6 gare, segnandone appena 3 di più; anche perché talvolta priva di Godin, ma due partite saltate sono poche per giustificare un passivo così regolare. Questo dovrebbe andare a nozze con l’attacco atomico della Juventus, cui corre l’obbligo, però, di capitalizzare con maggiore cinismo le molte occasioni che crea e alla luce dell’incredibile potenziale. Dybala sarà cruciale nel cucire il gioco tra i reparti, servire al meglio i due punteros e andare lui stesso alla conclusione: non è sufficiente che subisca molti falli, per affermare che ha giocato discretamente, né è sufficiente che giochi soltanto discretamente. E poi Pjanic che, per una volta almeno, dovrà dimostrarsi leader del proprio reparto, soprattutto in considerazione delle difficoltà che incontra subendo pressione (e l’Atletico Madrid pressa) e, quindi, nel liberarsi efficacemente del pallone: qualche schema specifico in più al riguardo non guasterebbe, come anche sui calci d’angolo. Sono questi i giocatori che, per caratteristiche e consegne tattiche, ritengo fondamentali per imprimere reale valore alla squadra, perché agiscono nella parte centrale del campo, rubano il tempo al diretto marcatore e, in definitiva, creano intorno a CR7 quella squadra di cui ha bisogno per innescare le proprie doti esplosive. Insomma, servirà una grande Juve per prevalere su questo esperto avversario: e ciò non si dovrà esprimere solo con la tecnica e la tenacia, ma con la lucidità assoluta nella gestione di determinati momenti della gara, nel cercare il passaggio giusto (in apparente assenza di particolari schemi offensivi e soprattutto di contropiede, visto quanti ne sbagliamo); e poi occorrerà – finalmente, speriamo – un’ottima mira sui calci di punizione diretti, perché lì non segniamo dai tempi di Platini e con questi specialisti sembra inverosimile. Come è noto, l’Atletico Madrid gioca simile a noi, anche con maggiore fluidità in certi frangenti e, in altri, rimanendo chiuso e compatto, per poi ripartire velocemente con Griezmann e Diego Costa, come già molte squadre italiane che ci affrontano: un ruolo importante, per scardinare la prevedibile, folta presenza di avversari nella propria metà campo, avrà quindi Douglas Costa (“una riserva”, cit.), con la sua velocità e capacità nell’uno contro uno. Diversamente, si rischierebbe uno sterile possesso palla orizzontale, con la speranza dell’episodica occasione per l’imbucata: non credo si debba affrontare un ottavo di Champions League basandosi principalmente su questo. Tutto questo, dando per scontato che gli altri nostri eroi, inclusa la sfarzosa panchina (che meraviglia, un inedito per la Juve) contribuiscano con immediata reattività perché, quando questo accade (e devo dire che quest’anno non ci si può proprio lamentare), siamo davvero i più forti.