Szczesny 5,5
Grande raccoglitore di farfalle. Fortunatamente la sua passione per i lepidotteri interferisce col suo lavoro assai raramente.
Cancelo 7
Quanto era mancato! Avete presente la sensazione quando rimetti sotto
al sedere l’auto dopo aver girato per una settimana con quella
sostitutiva vecchia spompa e imballata? Eccola.
Finche gli regge la pompa è uno spettacolo, poi cala.
Bonucci 6
Controlla abbastanza bene un notevolissimo Cutrone (uno la cui testa potrebbe portarlo più lontano dei suoi piedi).
Chiellini 7
Mi chiamo Giorgio Decimo Meridio, comandante dell’esercito del Nord,
generale delle legioni Max, servo leale dell’unico vero imperatore
Andrea Agnelli. Padre di un figlio assassinato, marito di una moglie
uccisa… E avrò la mia vendetta, in questa vita o nell’altra.
Alex Sandro 6
Attento sul volo alla Ralph Supermaxieroe di Szczesny, gli riesce anche
qualche dribbling… per i cross invece c’è ancora da attendere.
Bentancur 5
Banti gli risparmia il solito giallo, lui ci rimane male. Gioca poco
ordinato, sembra sempre in ritardo come le interviste via satellite.
Pjanic 6
In un periodo di appannamento che dura ormai da più di un mese. I piedi
però non si appannano e mette sulla testa del fenomeno il pallone
perfetto per eccellenza: giusto timing, giusta velocità, giusti giri,
giusto tutto. Mezzo voto in meno per il pallone “Pirlesco” che perde in
mezzo e da il là all’azione che avrebbe potuto portare al gol del Milan.
Matuidi 6,5
Combattente col coltello tra i denti. Fa gli straordinari senza battere
ciglio coprendo per gli altri asfissiati dal caldo di Jeddah.
Douglas Costa 6,5
Un filo di barba al palo di Donnarumma (dopo uno zigzag di Cancelo
degno di Automan) avrebbe potuto cambiare la storia della finale,
registrare la rinascita del carioca con qualche mese di anticipo
rispetto alla Pasqua e metterlo in lizza con Bolsonaro per il ruolo di
brasiliano più influente sulla scena italiana.
Nel frattempo ci accontentiamo del bel primo tempo e tiriamo la moneta sul secondo.
Dybala 5
Tana per Paulo dietro al ragazzo con la maglia rossonera!
Cristiano Ronaldo 7
Un felino rapace e sornione. Gira col motore al minimo poi in un attimo
accelera al massimo con la coppia istantanea di un’auto elettrica.
Pericolosissimo in area con azioni che costringono i milanisti a provare
a fermarlo come meglio possono, perfetto nell’inserimento e
l’elevazione nel colpo di testa che porta al gol, occasione in cui resta
in aria per un tempo calcolabile in mezza puntata di Holly & Benji.
Emre Can 6
Quello che serviva in mezzo ad un centrocampo boccheggiante. Tanta
energia, anche troppo nel garibaldino intervento al 90° su Conti.
Bernardeschi sv
Khedira sv
Allegri 6
Mancando Mandzukic si spera di vedere l’idillio amoroso tra i 3
moschettieri che invece sembrano non aver giocato mai insieme. Perfetti i
movimenti a non trovarsi mai… a mettersi d’impegno non ci sarebbero
riusciti.
Juve stravolta dal caldo e dal solito atteggiamento di chi sa di essere non solo più forte ma molto più forte dell’avversario.
Atteggiamento da amichevole estiva? Sì. Preoccupante per il prossimo
futuro? diciamo sottovoce di no… la Juve ha dimostrato più volte di
saper cambiare marcia al momento opportuno.
Partite del genere
lasciano però il sapore di un “potrei ma non voglio” che può risultare
pericoloso soprattuto quando diventa l’abitudine, un approccio
ricorrente e alla lunga porta la squadra a tenere sempre aperte partite
che si potrebbero chiudere prima; non a caso abbiamo assistito a momenti
in cui il Milan avrebbe anche potuto passare in vantaggio con merito.
PS
in questa rubrica quasi mai parliamo di arbitraggi e non cominceremo
stasera, ma il peso a certi episodi glielo da lo svolgimento della
partita.
Tenere in bilico i risultati fino all’ultimo senza forzare
mai (faccio riferimento all’invito di Allegri a far girare il pallone
dopo l’espulsione di Kessie invece di provare ad affondare il colpo)
porta la Juve ad essere in balia di se stessa, del suo sapersi più forte
e credersi talvolta invulnerabile, così da rendere ogni pallone buttato
in area un potenziale pericolo che può stravolgere una partita condotta
tranquillamente fino a quel momento.
Ce n’è davvero bisogno?