Che una parte del pubblico juventino si sia imborghesita e sia diventata pretenziosa e con una spiccata ossessione verso la lamentela è ormai sotto gli occhi di tutti, ma finché non si invade la libertà altrui e non si sconfina nell’illegale, ognuno è liberissimo di dire o fare ciò che si vuole.
La testimonianza che segue purtroppo però travalica determinati confini ed è figlia di diversi episodi, anche se ne riporta un numero limitato.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è arrivata domenica scorsa a Bologna, dove il pubblico juventino è arrivato in massa dopo la sconfitta di Madrid e gli isterismi erano alle stelle.
Tralascio i lamenti sul gioco, poiché rientrano alla critica personale, ma ciò che veramente non è più sostenibile è l’atteggiamento di alcuni membri dei gruppi organizzati, i cosiddetti ultras.
Purtroppo certi individui hanno la pretesa di comandare migliaia, milioni di persone che loro non rappresentano minimamente, limitandone la libertà.
Loro erano in sciopero ‘’per il caro biglietti’’, nonostante in passato, per una partita di Champions in casa, si rivendessero i biglietti di curva anche a 180€ al povero malcapitato e disinformato di turno.
Questo sciopero consiste nel totale silenzio nei cori e nelle espressioni tipiche dello stadio all’interno del settore: non lo condivido ma, ognuno è libero di effettuare le proprie scelte. Il problema nasce quando non si limitano a rappresentare sé stessi, ma minacciano chi intraprende iniziative del genere.
Ho assistito infatti alla scena di un ultrà che sale verso chi aveva fatto partire un coro dicendo ‘’se ci riprovi ti taglio la testa’’; più volte questo fenomeno si è ripetuto nei 90’ a Bologna.
Stessa cosa contro il Frosinone in casa, si vedano immagini TV che lo testimoniano: chi vuole cantare, viene azzittito senza troppe buone maniere. Loro sono in sciopero e io non posso cantare.
Da assiduo frequentatore di stadio sono stufo, e so con certezza di non essere l’unico, chiedo alla società di effettuare controlli, perché legittimandoli hanno ancora più motivo di cantare ‘’La juve siamo noi’’.
Sappiamo bene che la juve non sono loro, la maggior parte dei nostri tifosi (e probabilmente anche buona parte dei tifosi organizzati) sono persone serie e che conoscono e rispettano la legge e la libertà individuale.
Ma i tanti individui che nella curva impediscono di cantare chi non ha alcuna voglia di fare sciopero sono la rovina della nostra società, calcistica e non, l’unica falla nell’organismo perfetto chiamato juve.
Mi piacerebbe, dunque, per vivere la partita con passione senza dover stare agli ordini di qualcun altro, e anche per tutelare tutte le persone per bene facenti parti anche di quei gruppi, che ci fossero dei controlli crescenti, verifiche nei settori e allontanamenti di chi non sa comportarsi con rispetto nei confronti degli altri.
Usque ad Finem
Giovanni D.