Il tifoso juventino vive un episodio di Black Mirror (serie visionaria, sulle paranoie tecnologiche).
Si alza, si connette al mondo: TV, Radio, Portali, Social e ha di fronte 2 realtà parallele.
In una realtà parallela la Juve prosegue un ciclo incredibile puntando al “primato mondiale dei club” e affiancando il giocatore e l’allenatore più importanti al Mondo Questa fantarealtà, inimmaginabile pochi mesi fa, ha una sua logica: dopo CR7 tutto è possibile, l’ambizione di Agnelli è lungimirante: Pep per l’evoluzione definitiva, la creazione di un nuovo modello Juve, dalle giovanili alla A, rivoluzione del gioco, del DNA, nel segno della vittoria. Esaltazione di un brand mondiale, dopo lo Stadium, il dominio interno, il logo, l’U23, le Women, la maglia: è il futuro.
In una realtà molto più pragmatica la Juve proseguire un ciclo di dominio casalingo, con dubbi sul piano del gioco, con l’allenatore Nemesi del precedente: Sarri. L’antitesi degli ultimi 5 anni, il belgioco schematico che soppianta il non-gioco speculativo, l’integralismo dell’uomo per cui vincere non è importante, o non quanto giocare bene, dell’uomo emblema del potere rivoluzionario dello spettacolo contro il Palazzo, contro la Juve, fondamentalmente: è la sterzata.
Nella fanta-realtà Guardiola la logica è cesellata di dettagli: Maserati, visite al J-Medical, licenziamento di tutti i mister dagli allievi all’U23, preparatori e medici, sentenza UEFA, clausola di Pep, rincaro degli abbonamenti, caccia al mister con 6 semifinali nelle ultime 10 CL dopo il giocatore con 4 UCL vinte negli ultimi anni. Poi la scadenza al 30.6 degli 11 uomini dello staff di GuardioLand, il +30% in borsa di un club senza allenatore, le voci sostanziose degli ambienti finanziari e legali.
Nella versione ufficiale della realtà c’è invece Sarri convinto di essere già su quella panchina, le continue rassicurazioni del suo agente, Ramadani, ai maggiori media, c’è un tecnico italiano (come da tradizione), che ha ottenuto risultati (sportivi e di gioco) eccezionali in Ae ottenuto, tra mille difficoltà, più di quanto gli veniva richiesto al Chelsea. Un allenatore libero o quasi, nessun ostacolo, l’apprezzamento della dirigenza. Le smentite della Juve su Pep, la convinzione di tutti.
La forza di questa doppia narrazione è sbattere in faccia al tifoso tutti i suoi sogni -Pep, la sfida mondiale, l’esaltazione, l’appeal, un nuovo DNA- e renderli “credibili”: dopo CR7 tutto si può, con la sentenza si può fare, molti giornalisti seri, di altri campi, ne parlano, SI PUO’ FARE! Dall’altro lato una narrazione ancor più credibile ma che mischia ansia e paura: Sarri è verosimile, ha il gioco, è lo shock necessario, ha vinto in Europa, eppure è tutto ciò che, extra-campo, la Juve ha imparato a fronteggiare (ancor più di Allegri al Milan): alibi, flop europei a Napoli, integralismo, difficoltà ai microfoni, stile,il rapporto con i grandi campioni. E poi la minaccia di Conte, altra storia quasi inverosimile.
Sogni coerenti e Paure ancora più concrete.
Su questo si poggia l’inedito trattamento mediatico, lo scontro tra grandi media e altre testate con news nulle, insiderate estreme, audio e foto virali, avvistamenti, aerei, agenda di Pep, visite in hotel. I tempi si allungano e accorciano, fino all’avvitamento proprio con Allegri o Benitez (altra nemesi di Sarri e suo predecessore al Napoli) in ballo per la panchina Chelsea.
L’emblema della dicotomia è nel video del City: The Best is Yet to Come.
Lo stesso documento suffraga due tesi opposte, avvalora realtà antitetiche.
Per la concreta realtà Sarrista è la pietra tombale: Pep su City TV con l’esaltazione di club, squadra, Premier, ambiente, di quella sorta di Emirato Guardiola costruito a sua richiesta. Pep parla del futuro, si riparte da zero. Arrendetevi terrapiattisti: Guardiola non esiste, non è mai esistito.
Per la fanta-realtà astratta Guardiolista è l’ennesima prova: il City annusa la catastrofe, fa ricorso, consapevole della scelta di Pep, lo inchioda alle sue responsabilità postando dopo un mese, un video del 19 Maggio. E’ un’exit strategy: Pep darà la colpa alla sentenza, il City darà la colpa a Pep. Con la terza, la Juve, che gode.
E’ il mercato come mai è stato raccontato, non più trasferimenti e teatro di sogni, ma costruttore di realtà parallele che si auto-alimentano a vicenda nello scontro titanico, una dialettica aspra e amplificata dai social. Tifosi senza via d’uscita se non quella di essere inchiodati all’attesa, di ore, giorni, settimane, con la calma piatta della reiterazione dei cliché mercatari, fino a quello che sarà il precipitarsi improvviso, scontato o incredibile, della vicenda.
Apprenderemo del destino della nostra passione da un clic, una notifica, o un annuncio in TV: da uno schermo, bianco o nero.
Sandro Scarpa.