Il Douglas Costa che ci meritiamo

Un anno fa ci chiedevamo cosa avrebbe potuto dare in più rispetto alla prima stagione in bianconero, un anno fa pensavamo fosse niente ciò che avevamo già visto e speravamo in lui e Cristiano appena arrivato, mica male averli insieme nel reparto offensivo. Ora un anno è passato e, dopo aver sentito parlare di Costa più fuori dal campo che dentro, siamo ancora fiduciosi e pronti ad investire su di lui; la società ha fatto la sua scelta, perché un giocatore del genere va messo in condizione di far bene, perché un giocatore così è unico e per fortuna ce l’abbiamo in casa.

La partita di inizio campionato di Douglas costa è stata una partita da 7 in pagella, un esordio tutto tecnica e velocità mostruosa, giusto per mettere le cose in chiaro. Nel primo tempo di Parma-Juve (già molto sarriano), si è vista l’imprevedibilità senza schemi negli ultimi metri di campo che lo stesso allenatore toscano ha avallato; il brasiliano si cercava spesso con Ronaldo e Higuain, con tocchi di prima e scambi nello stretto, spesso accentrandosi da destra in cerca del tiro a giro o per lasciare spazio sulla fascia a Khedira e De Sciglio, a tratti terzino offensivo che non conoscevamo ancora.

Douglas Costa di ieri è il giocatore che ci è tanto mancato, quello che dribbla nello stretto nascondendo la palla e procurandosi il fallo quando l’avversario riesce almeno a prendere le gambe. Se poi quel gol annullato a Ronaldo per un deltoide in fuorigioco fosse stato valido, Costa avrebbe già messo la sua firma nella classifica assist-man, dove ci aspettiamo primeggi a fine stagione; prende palla,avanza mettendo il turbo e superando l’avversario prima di servire Ronaldo rientrato dal fuorigioco mezzo secondo dopo del tempo necessario. Peccato per le statistiche di entrambi, ma rimane la grande azione e un’intensa già promettente seppur acerba.

Il brasiliano finisce inoltre il primo tempo con un grande recupero in velocità su Inglese, che dalla fascia destra di attacco del Parma era diretto in porta verso Szczesny; un Douglas costa che quindi non corre solo in avanti, ma si dedica anche alla fase difensiva, come quando recupera un’altra palla su Gervinho in una sfida tutta tra velocisti, prima di lasciare il campo per crampi.

Se c’è una grande incognita sull’esterno d’attacco bianconero è decisamente la sua fragilità fisica, che lo rende spesso soggetto a problemi muscolari, legati anche al modo in cui gioca. Dal mio punto di vista, l’altro problema, la “fragilità mentale”, che è venuta fuori spesso nella passata stagione, non si ripeterà ancora; era evidente che si fosse rotto qualcosa con Allegri, come è stato evidente il suo cambiamento d’umore all’arrivo di Sarri, con parole al miele per lui e la società Juve che ha deciso infine di trattenerlo ed investire ancora su di lui.

Come fare del resto a lasciare libero di andar via “un top player non ancora esploso”?
Ieri ha solamente acceso la miccia, e noi speriamo esploda presto come il rumore forte del tuono che segue “Flash“, come lui vuol esser chiamato.

L’equivoco Higuain dopo Parma-Juve

Non è facile giudicare la prestazione di Gonzalo Higuain in Parma-Juve. Bisogna prendere atto che sia i giornali che gli algoritmi tendono a premiare la sua prova con una sufficienza piena, figlia della sua capacità di smistare il pallone di prima e combinare bene con Ronaldo. Un voto solo però non riassume bene le sensazioni trasmesse sul campo da Gonzalo, nemmeno se questo voto fosse la media aritmetica fra la sua buona prestazione da regista offensivo e la prestazione ahinoi piuttosto sconcertante come attaccante d’area di rigore.

Higuain sembra aver perso quella capacità di coordinarsi in modo fulmineo per il tiro che lo aveva portato fino al record di gol in un campionato di Serie A. In area di rigore i suoi movimenti sono impacciati, pesanti e la loro prevedibilità facilita il lavoro di anticipo al marcatore di turno.

Tanto è bravo a giocare a un tocco lontano dalla porta, quanto sembra sempre ricorrere a un tocco di troppo e perdere l’attimo quando arrivano palloni buoni da calciare verso la porta. E questi palloni bisogna anche saperseli procurare: lo stesso giocatore che un tempo pareva avere la calamita nei piedi, a Parma è arrivato sempre leggermente fuori posizione sui cross, o in ritardo o in anticipo per l’impatto.

Un’altra situazione di gioco in cui l’Higuain del 2019 appare in grossa difficoltà è quella di contropiede lungo. Quando si fa saltare dal pallone su questo buon lancio di Matuidi, senza più riuscire a entrare in controllo della sfera, sembra un giocatore fuori contesto, spaesato dalla traiettoria della palla e dal ritmo degli avversari.

Insomma, Higuain ha dato il meglio di sé quando ha potuto giocare in un fazzoletto, con tanti compagni pronti a essere serviti vicino a lui. Una situazione tattica che potrebbe ben presto diventare familiare per la Juve di Sarri, che troverebbe così un grande specialista capace di far girare la squadra negli ultimi 30 metri.

Ma quando arriveranno squadre con difese più alte? Higuain faticava già due anni fa in bianconero contro difensori aggressivi, che gli toglievano spazio e tempo per agire da regista offensivo. E si è sempre dimostrato piuttosto inoffensivo anche in campo aperto, il più grande limite della coppia Dybala-Higuain che ci ha portato fino a Cardiff.

Bisogna comunque concedere a Higuain il beneficio del dubbio. Il giocatore potrebbe essere in difficoltà atletica e non avere ancora brillantezza in questa fase della stagione; così come è possibile che i suoi problemi di destrezza in area di rigore siano un blocco mentale temporaneo. A livello tecnico, sono fiducioso che il tiro in porta di Higuain sappia essere ancora implacabile.

Facendo una fotografia del giocatore nel post-Parma, con le sue attuali difficoltà a girarsi fronte alla porta e a impattare sui servizi dei compagni, è però difficile immaginarsi un Pipita incisivo in zona gol. E questa squadra ha grande bisogno di una seconda bocca da fuoco, soprattutto se il terzo uomo del tridente sarà sempre uno fra Douglas Costa e Bernardeschi.

La prestazione ambigua di Parma, discreta e insufficiente allo stesso tempo, rischia di diventare la copertina dell’equivoco Higuain: la società lo aveva già scaricato 12 mesi fa e nel frattempo i limiti del giocatore sembrano essersi inaspriti sempre di più. Può davvero essere lui il centravanti titolare di una squadra che cerca di spostare l’asticella ogni anno sempre più in là?