“Emre Can 8,5
Migliore in campo tra gli umani. Averlo a pieno servizio cambia faccia al centrocampo e ancora di più la faccia di tutta la Juve. Terzo centrale, primo ad alzare la linea e il pressing che col passare dei minuti diventa sempre più oppressivo. Gioca almeno in 4 ruoli diversi, lo si vede ovunque.
Stratosferico.”
Questo scrissi nelle pagelle post ritorno vs Atletico, e già rende chiara l’ammirazione che ho per lui.
Emre Can ci lasciò negli occhi una prestazione straordinaria quella sera, un insieme perfetto di forza, intelligenza e duttilità.
La notizia dopo la compilazione della lista che lo vede escluso è che per lui la CL 2019/2020 è finita prima di iniziare e se ne riparla a febbraio del prossimo anno.
Con quale maglia? A questo punto staremo a vedere, le parole rilasciate stamattina al quotidiano Bild sembrano dichiarazioni di guerra, o poco ci manca.
Proviamo a fare chiarezza:
Il giocatore Emre Can ha diritto ad essere deluso?
Sì, senza dubbio. Non sappiamo quali rassicurazioni avesse ricevuto da Sarri in persona o dal suo staff ma un’esclusione dalla competizione più importante che un professionista possa disputare è sempre uno smacco.
Can aveva scelto la Juve un anno e mezzo fa, credendo fortemente nel progetto e con la convinzione di poter divenire una pedina fondamentale, un titolare per farla breve. Ad oggi è fuori per fare spazio a compagni che un mese fa avevano la valigia in mano.
Questo ci porta alla seconda considerazione: il tedesco è finito nel tritacarne degli esuberi che ha messo spalle al muro la Juventus e ha portato alla luce del sole tutta la fallacia della gestione di questa situazione delicata.
Non c’è mai stata chiarezza su chi fossero davvero gli esuberi: anche spinti da motivi economici sul mercato sono finiti tutti e nessuno, perfino giocatori presentati una settimana prima (vedi Demiral) o altri considerati intoccabili (appunto Can).
A quelli che dovevano partire è stato concesso di potersi giocare le proprie chance per guadagnarsi un posto in rosa e questo ha complicato tremendamente le cose dal momento che nessuno ha più accettato le destinazioni proposte, fondamentalmente per due motivi: 1) alla Juve si sta bene 2) alla Juve si guadagna -troppo- bene e non è facile trovare altre squadre disposte a pareggiare l’offerta.
Qualcuno doveva rimanere fuori, la scelta è di Sarri e non la critico dal punto di vista tecnico/tattico. Seppure non sia d’accordo ho piena fiducia in chi è pagato per scegliere e al contrario mio vede e allena i giocatori tutti i giorni.
Terzo aspetto: le parole di Can.
Al giocatore è successa una cosa normale in una squadra di calcio: l’allenatore momentaneamente vede meglio un altro o altri al posto tuo. È fastidioso ma succede.
Compresa la delusione, compresa la giovane età del giocatore restano inaccettabili le sue parole. Certe cose vanno chiarite in privato, coi diretti interessati.
Nessuno deve restare alla Juventus per forza ma se vuole andarsene deve comunicarlo a chi di dovere nelle sedi opportune.
Questo Emre Can deve capirlo prima possibile e sarà bene che qualcuno tra Nedved e Paratici glielo spieghi quanto prima.
Alla Juve l’ordine è sempre stato importante, (ricordiamo tutti che anche un senatore come Bonucci saltò un ottavo di CL dopo aver discusso in pubblico con Allegri) ed è bene mettere in chiaro questo aspetto subito, all’inizio di una stagione che gioco forza vedrà più di un tesserato essere scontento delle decisioni di Sarri.
Non si tratta di etichetta, o del fantomatico “stile Juve”, è una questione di ordine, evitare che certi malumori divengano ingestibili e che altri scontenti possano pensare che vada bene urlare ai 4 venti il loro disappunto.
Perchè Emre Can non è entrato nel cuore di Sarri
Chiunque fosse stato escluso dalla lista Champions avrebbe creato forti discussioni, talmente la Juve ha una rosa lunga con nomi di livello e blasone. Alla fine è toccato a Emre Can, uno dei giocatori migliori della seconda metà della stagione passata, e che, oltretutto, sembrava destinato a essere pilastro della Juventus del futuro (se non come mezzala, almeno come terzo di difesa). Sulle mie forti perplessità nel vedere Emre Can funzionale nel calcio di Sarri mi sono espresso in tempi non sospetti, anche nel video pubblicato sul canale youtube di Juventibus: nel calcio del tecnico toscano, tutti i centrocampisti partecipano attivamente al palleggio.
Devono essere precisi nella distribuzione, giocare bene sul corto a pochi tocchi, associarsi bene coi compagni formando triangoli e avere ottime letture senza palla negli smarcamenti. Emre Can va in profonda difficoltà durante queste situazioni di gioco: patisce molto la pressione, ed è poco preciso nello smistare in spazi stretti (lo si è visto nelle amichevoli estive). Nonostante le sue grandi doti difensive nella riaggressione e contro-pressing, le sue lacune in fasi di possesso si stanno rivelando evidentemente un peso troppo grande. Lui dà il meglio di sé quando ha tanto campo davanti, ed ha modo di superare le linee di pressione con progressioni palla al piede: sintetizzando barbaramente, più un giocatore da break che non da fraseggio in uno stile più associativo
Certo, fa strano vedergli preferito Matuidi, profilo che in teoria ha ancora meno a che vedere di Can col calcio di Sarri. Evidentemente, nel lavoro specifico sui singoli che l’ex Napoli ha svolto in queste settimane, il francese ha nel complesso dato risposte migliori rispetto al tedesco. E ciò lo si è visto nell’ultimo turno di campionato, in cui Matuidi ha fatto bene tanto negli inserimenti senza palla quanto nel palleggio in spazi interni (sia lui che Khedira sono stati sorprendenti sotto questo punto di vista). Il dubbio, a questo punto è comprendere se la permanenza di Can deriva da un cambio di idee o se, semplicemente, non si è trovato un acquirente. Di certo, la società dovrà compiere delle scelte nella gestione tecnica del tedesco, considerando che il possiede ha un ingaggio particolarmente elevato. Uno degli eroi della rimonta contro l’Atlético rischia di essere un esubero incompatibile col nuovo progetto tecnico.
Il senso e il nonsenso dell’esclusione di Emre Can
La lista Champions consegnata all‘UEFA dalla Juventus ha emesso il suo verdetto; oltre agli infortunati Chiellini, Pjaca e Perin e a Mario Mandzukic, sarà Emre Can a completare il gruppetto di elementi tagliati dalla fase a gironi di Champions.
Il tedesco, tra l’altro fresco di ritorno in nazionale, paga un mercato quasi inesistente a livello di uscite e il sorpasso di Sami Khedira nelle gerarchie. E anche quello, forse più inaspettato, di Blaise Matuidi, giocatore forse ancor meno aggraziato, ma di cui Sarri pare fidarsi di più, in questa fase della stagione.
Il numero 23 non brilla certo per fantasia e capacità di giocare sul corto, a due tocchi, però è un calciatore di caratura internazionale. La sua duttilità, dimostrata anche nella scorsa stagione, sarebbe potuta essere utile nelle notti europee, considerando soprattutto la ristrettezza nel comparto terzini (a cui si è aggiunta la defezione di De Sciglio). Can sarebbe stato perfetto anche per un’eventuale ricorso alla difesa a 3, ma su quel frangente, Sarri non ci sente: “NEVER”.
Emre, entrato in corso d’opera col Napoli, dimostrando il non perfetto inserimento negli schemi di Sarri, forse è arrivato preparato a questa esclusione, considerando che da un paio di settimane, un non irreprensibile Paratici ha cercato di usarlo come pedina di scambio, per ottenere anche una buona plusvalenza (con Rakitic in cambio, col Barcellona).
Il tedesco di origini turche è dunque stato ritenuto il candidato più logico, considerando Bentancur come unico vice Pjanic in rosa, e non potendo de facto rinunciare ai nuovi acquisti, Rabiot e Ramsey. Il tutto, nonostante dal punto di vista fisico, il gallese, ma anche lo stesso Khedira, non offrano le certezze che potrebbe offrire Can, che ha smaltito definitivamente i problemi, traumatici, della scorsa stagione.
Dal punto di vista economico, lo scotto che potrebbe pagare la Juve è tuttavia minimo; è vero che fuori dalla lista, l’ex Liverpool (che guadagna quasi 5 milioni di euro l’anno…) potrebbe svalutarsi, ma è anche vero che l’acquisizione a 0 potrebbe comunque portare a una plusvalenza, anche se, magari, non dell’entità della clausola (50 milioni).
La stagione è lunga, Can potrà ancora dimostrare di saperci stare nel calcio di Sarri, sfruttando le occasioni che gli verranno concesse da qui a dicembre. Poi, a gennaio, si vedrà se le strade si separeranno, o se invece il nome Emre Can comparirà nella lista UEFA della fase finale della Champions (ammesso venga raggiunta, giusto sottolinearlo). Chi vivrà vedrà.