La chiave di Inter-Juventus, oltre al pressing bianconero che confina i nerazzurri nel loro centrocampo per lunghi tratti, è nei tre cambi di Sarri: Benta e Pipa, poi Emre Can.
Un pari in casa dell’Inter imperforabile in A era accettabile. Non per Sarri che dopo 15′ della ripresa di dominio, si è ingolosito cercando di buttare a terra un Conte stretto alle corde.
Fuori Berna nullo in possesso e Khedira a disagio nelle due fasi, e dentro Pipa e Bentancur.
Nella tana di Conte col tridente HDR, quello del bar, contro un’Inter già ampiamente mandata al bar.
La mossa “fatality” di Sarri si è rivelata un boomerang: senza la pressione di Berna sui tre centrali e su Brozovic, l’Inter ha ripreso vitalità arrivando spesso a Lukaku-Lautaro. Niente di pericoloso (Vecino non è Sensi) ma un piccolo un segnale di inversione dell’inerzia della gara.
A quel punto il nuovo, a tratti perfetto stratega Sarri ha accantonato il tridente onirico e messo a riposo il buon Dybala della prima ora per l’Escluso: Emre Can. Niente Ramsey (problemini fisici), niente Rabiot, ma quello che Sarri riteneve il 7° centrocampista. La squadra ha ritrovato equilibrio in non possesso e Benta e Pipa hanno occupato porzioni di campo più sicure e razionali e creato il logico e stra-meritato 2-1. Lavoro di Cuadrado (travolgente su Asa), ricamo alto di Pjanic, Benta “da trequartista“, giocata perfetta di CR7, triangolo di geometrico a liberare stop e destro di un Higuain ancora top player da terminale di giocate manovrate.
2-1 Sarri Masterclass e Conte di nuovo al bar.
Non inganni il risultato da horto muso, la Juve di Sarri ha soppiantato nel gioco l’Inter di Conte che le è rimasta aggrappata solo per episodi e la nuova mentalità “contiana”.
È ottobre, senza il pilastro Chiellini, senza il perno Dougy Costa, senza il mercato estivo (Ramsey, Rabiot, Danilo), la Juve di Sarri ha margini così ampi che tutto quanto visto finora è quasi incredibile.
Vittoria, primo posto, crescita, uomini che ruotano e segnano, gioco che decolla, le conferenze precise, le polemiche snobbate e “se una gara di ottobre conta psihologihamente non siamo pronti a grandi cose a cui puntiamo!“, tutto perfetto, in attesa di capire come reagiremo, nel caso, al priom stop.
Dall’altro lato invece la botta psicologica c’è eccome: l’Epic Fight si trasforma in Epic Fail, la gara è “equilibrata secondo le statistiche”, la Juve vince “solo perché ha cambi e rosa profonda” per tacere dei soliti presunti “falli e simulazioni impunite” che spuntano alla fine di una gara in cui l’Inter fa 25 falli con 2 gialli e la Juve 3 cartellini con 9 falli.
Inter-Juventus è una gara normale, per noi, per Sarri, per la stagione. Per loro no. E hanno perso ancora. Noi andiamo avanti, il decollo è iniziato.
Sandro Scarpa