La Juve vince la stracittadina grazie alla rete dell’olandese nella ripresa
Torino è ancora bianconera grazie a a Matthijs de Ligt che con una zampata nella ripresa decide il Derby della Mole. Una gara combattuta, sporca intensa, tutt’altro che bella. E proprio per questo, “più Derby” di tante altre partite.
UN DERBY DA MANUALE
Il primo tempo è un inno alle stracittadine della Mole: si corre, si lotta a metà campo e si entra duro, anche se sempre nei limiti. Ne viene fuori una gara non proprio da palati fini e, al di là di un rimpallo in area del Toro con conseguente tentativo di de Ligt respinto da Sirigu, c’è poco da raccontare.
LA ZAMPATA DI DE LIGT
La Juve è pericolosa anche in avvio di ripresa, con il destro di Ronaldo respinto dal portiere granata, ma Sarri vuole più incisività in avanti e prova a inserire Higuain e Ramsey al posto di Dybala e Bernardeschi. Appena entrato, il Pipita lascia il segno: prima con una girata che Sirigu mette in angolo, poi con una sponda perfetta per de Ligt che, appostato a centro area, spara il vantaggio bianconero sotto la traversa.
NIENTE RISCHI PER LA JUVE
Il Toro prova a reagire con Ansaldi, che conclude un’azione pregevole calciando sul primo palo e trovando la risposta di Szczesny, ma è la Juve ad avere l’occasione migliore: il pressing alto mette in imbarazzo la difesa granata e Ramsey non ne approfitta sol perché Sirigu è perfetto nel scegliere il tempo di uscita. È questa l’unica, vera altra opportunità della gara. Il resto è solo intensità e la Juve dimostra di trovarsi a suo agio anche in una gara sporca , fatta di puro agonismo. E quando arriva il fischi finale, i tre punti sono più che meritati.
TORINO-JUVENTUS 0-1
RETI: de Ligt 25′ st
TORINO
Sirigu; Bremer, Izzo, Lyanco; Ola Aina, Rincon (29′ st Zaza), Meitè, Baselli (41′ st Millico), Ansaldi; Verdi, Belotti
A disposizione: Samir, Rosati, De Silvestri, Laxalt, Lukic, Berenguer, Djidji
Allenatore: Mazzarri
JUVENTUS
Szczesny; Cuadrado, Bonucci, De Ligt, De Sciglio; Bentancur, Pjanic, Matuidi; Bernardeschi (22′ st Ramsey); Dybala (15′ st Higuain), Ronaldo
A disposizione: Buffon, Pinsoglio, Danilo, Rugani, Demiral, Alex Sandro, Khedira, Emre Can, Douglas Costa
Allenatore: Sarri
ARBITRO: Doveri
ASSISTENTI: Giallatini, Tegoni
QUARTO UFFICIALE: Guida
VAR: Maresca, Carbone
AMMONITI: 44′ pt Ola Aina, 9′ st Bentancur, 12′ st Cuadrado, 18′ st Ansaldi, 23′ st Bremer, 48′ st Belotti
Torino-Juventus 0-1: salviamo il (poco) salvabile
Derby di Torino, vince la Juve, segna De Ligt: sorriso. L’unico della serata. Si potrebbe riassumere così e chiuderlo qui il commento di questa serata, perché sennò sarebbe una specie di bagno di sangue. Non è una questione di pessimismo cronico, men che meno è un discorso da allegrisi o anti-sarristi, ma è evidente che dalla vittoria di San Siro in poi questa squadra abbia intrapreso un cammino involutivo che non si capisce bene quale possa essere la motivazione. Una lucidità fisica che per ora non accompagna la squadra, il tentativo di assimilare concetti ancora nuovi e con maggior attenzione che implica un’attenzione che fa perdere in imprevedibilità, o cos’altro non è chiaro, appunto, ma qualche pensiero non si può non avere. Poi ci sono i singoli che peggiorano un quadro già difficile per come spiegato: non si vuole sparare sulla Croce Rossa, ma le prestazioni di De Sciglio e Bernardeschi sono sotto gli occhi di tutti. Il primo sparacchia e dormicchia, il secondo quasi non lo si nota in campo.
Il mister è stato chiaro qualche giorno fa, è questa la struttura di squadra che ritiene più idonea, più adatta agli uomini a disposizione, c’è da sperare che con interpreti differenti cambi anche la musica. Si è visto qualcosa con gli Higuain ed i Ramsey in campo, ma in quei frangenti era già subentrata una questione nervosa che alla fine ha fatto la differenza. Eccolo, a ben pensarci, un altro motivo per sorridere: la forza mentale della squadra è comunque evidente. Il gol del vantaggio è emblematico a riguardo, anche le occasioni avute nella ripresa, ed anche la capacità di saper soffrire nei momenti di inevitabile pressione.
Il futuro è ancora una volta un rebus: quando ci si aspettava una crescita costante, abbiamo cominciato la passeggiata del gambero, così come prima si era avviato un percorso di crescita inaspettato che poi si è concluso nella maniera più strana possibile. E’ piacevole pensare che sia tutto un percorso voluto: curve, rettilinei, accelerazioni, rallentamenti, l’importante è arrivare all’obiettivo finale. Stupiteci, ragazzi, ancora una volta, ancora di più.