Ronaldo-Higuain, la Juve passa anche in Germania

I bianconeri superano 2-0 il Bayer Leverkusen e chiudono il Gruppo D con 16 punti, onorando fino in fondo la fase a gironi

La Juve onora la fase a gironi di Champions League fino in fondo, vincendo anche a Leverkusen una partita a cui non aveva nulla da chiedere se non delle risposte convincenti. E le risposte arrivano, eccome, specie considerando il logico turnover operato da Sarri. Il tecnico pretendeva impegno e dedizione e i suoi lo accontentano, ricevendo in premio i gol di Ronaldo e Higuain e la quinta vittoria su sei gare nel girone.

FORMAZIONE INEDITA

Gli uomini che compongono il 4-3-1-2 schierato alla BayArena sono una novità: Bonucci riposa, de Ligt non è neanche tra i convocati e così la coppia di centrali davanti a Buffon è formata da Demiral e Rugani che, con De Sciglio e Danilo sulle fasce, compongono una difesa inedita. Inedito è anche il centrocampo, con Cuadrado e Rabiot ai lati di Pjanic, mentre in avanti ci sono conferme per Bernardeschi e Ronaldo, affiancato oggi da Higuain.

FIAMMATE IMPROVVISE

Dopo una decina di minuti in cui le squadre corrono molto, ma producono poco, la partita si accende all’improvviso. Nel giro di un minuto Demirbay spaventa Buffon con una conclusione dal limite fuori di poco; sul capovolgimento di fronte Danilo trova Higuain in area che cerca il suggerimento per Ronaldo, in leggero ritardo; quindi tocca a Diaby, che da venti metri stampa un siluro sul palo. La gara prosegue a fiammate, perché dopo altri dieci minuti di solo agonismo, arrivano nuovi brividi: Ronaldo prima e Cuadrado poi sfiorano il palo con due conclusioni in diagonale, mentre Buffon deve distendersi per togliere dall’angolino il destro di Bellarbi.

GARA IN PERFETTO EQUILIBRIO

L’atteggiamento dei bianconeri è il solito: pressing alto, ricerca della manovra per vie centrali, possibilmente con uno, due tocchi. Il Bayer, piuttosto, costretto a vincere, non sembra particolarmente aggressivo e si accontenta di un gioco ordinato, ma piuttosto prevedibile. Prima dell’intervallo la Juve ha ancora un’occasione doro per passare, ma Higuain, dopo avere recuperato palla al limite, cerca la potenza senza trovare sufficiente precisione. Sono però i tedeschi ad avere l’opportunità migliore, quando rubano palla a Rabiot sulla tre quarti, Havertz può calciare a due passi da Buffon e per evitare il gol serve un prodigioso intervento di Demiral, che devia in angolo in scivolata.

DYBALA-RONALDO, IL VANTAGGIO È SERVITO

La Juve appare più decisa nella ripresa, anche perché le notizie che arrivano dal Wanda Metropolitano, con l’Atletico in vantaggio sulla Lokomotiv Mosca, non sono certo un’iniezione di fiducia per il Bayer. Dopo una ventina di minuti Sarri passa al tridente, cambiando Bernardeschi con Dybala ed è proprio dal piede dell’argentino, alla mezz’ora, che parte il suggerimento decisivo per Ronaldo: la Joya crossa dalla sinistra e CR7 deve solo spingere in rete da due passi.

HIGUAIN, SIGILLO FINALE

La gara a questo punto va solo gestita, ma il tridente è ispirato e, dopo un quarto d’ora di controllo, Higuain mette il sigillo finale scambiando con Dybala al limite e infilando il rasoterra sul primo palo. La Juve chiude con due gol la partita e con 16 punti il Gruppo D. E dimostra, ancora una volta che, per quanto ci sia ancora da lavorare per crescere, la personalità con cui affronta gli impegni europei, è ormai quella delle grandi, grandissime squadre.

BAYER LEVERKUSEN-JUVENTUS 0-2

RETI:
Ronaldo 30′ st, Higuain 47′ st

BAYER LEVERKUSEN
Hradecky; L. Bender, Dragovic, S. Bender, Sinkgraven; Bellarabi (21′ st Bailey), Demirbay (21′ st Baumgartlinger), Aranguiz, Diaby;  Havertz, Alario (37′ st Volland)
A disposizione: Ozcan,  Retsos, Tah, Wendell
Allenatore: Bosz

JUVENTUS

Buffon; Danilo, Demiral, Rugani, De Sciglio; Cuadrado, Pjanic, Rabiot (40′ st Matuidi); Bernardeschi (21′ st Dybala); Higuain, Ronaldo
A disposizione: Szczesny, Bonucci, Alex Sandro, Muratore, Portanova
Allenatore: Sarri

ARBITRO: Bastien (FRA)
ASSISTENTI: Zakrani (FRA), Haquette (FRA)
QUARTO UFFICIALE: Abed (FRA)
VAR: Buquet (FRA), Delerue (FRA)

Sarri Mr. Europa e quel tridente tentatore

La Juventus di Sarri vince in casa del Bayer Leverkusen, 0-2 rotondo con Ronaldo e Higuain serviti da Dybala, subentrato all’ora di gioco. 16 punti nel girone la Juve non li faceva da tempo immemore. Sarri quindi le vince tutte, tranne quell’esordio al Wanda in cui era sopra 0-2.

Il toscano arriva a 22 gare di fila da imbattuto in Europa, terzo posto solitario dopo Eriksen (23, tra Goteborg e Benfica) e Sir Alex Ferguson, ovviamente tutte col Man United.

Eppure, fino all’entrata in campo di Dybala per il solito generoso, arruffone, anonimo Bernardeschi, la Juve aveva tirato 4 volte, 1 sola volta in porta, corricchiando in modo compassato contro il solito Leverkusen dai tanti passaggi, dal tanto possesso e dal solito fumo davanti, con Havertz ancora non pervenuto e Bailey che inizia in panca.

Nella prima sbadigliante ora bianconera si segnala solo un Demiral tonico, attento e preciso, i due terzini senza sbavature (Danilo e De Sciglio) e un volitivo Higuain. E’ il centrocampo il solito meccanismo del motore Juve che gira a ritmo ridotto: Pjanic sembra non venire più fuori dall’apnea degli ultimi mesi, Cuadrado fa il suo da interno adattato senza infamia e senza lode e Rabiot, forse il più atteso, continua con un ritmo troppo indolente per essere vero. Ronaldo e Pipa si muovono, si cercano, si impegnano ma dietro hanno il solito Bernardeschi dalle 99 scelte sbagliate e 1 pessima.

Così, lo sbadiglio diventa sospiro -di illusione, di tentazione, perché no, anche di sogno- quando il tridente CR7-HD ritorna in campo (dopo il finale dell’andata col Lokomotiv). Tempo 5 minuti e un Rabiot in crescita (quando gli altri calano e vanno al suo ritmo) e un De Sciglio sempre più positivo (a sinistra) costruiscono una palla interessante per la superiorità numerica del tridente contro la difesa tedesca: Dybala scappa a sinistra e serve facile Ronaldo che sbuca tra i centrali: tac, gol! Il Bayer attacca per l’inerzia del saluto alla Champions e la Juve regge con la difesa B decisamente promossa, ci abbassiamo perché il tridente davanti aiuta ma a folate eppure, basta una seconda fiammata, questa volta da destra (Danilo guizzi pregevoli in una gara sufficiente) e ancora Dybala (questa volta a destra) mette quella qualità di aggancio, visione e tocco che consente ad Higuain, dopo un rimpallo, di staffilare un bel destro nel sacco.

Il riassunto è fin troppo banale, scontato e pericoloso: la Juve col tridente trasforma il possesso, la Juve col tridente ha quella qualità negli ultimi 20 metri e quella pericolosità che disarma difese e concretizza occasioni, la Juve col tridente esalta anche terzini e centrocampisti che si “divertono” a correre, inventare ed osare, la Juve col tridente espone la difesa agli 1 contro 1 che la tengono sull’attenti e la ringalluzziscono.

E’ solo un sogno di una notte di fine autunno o è quell’evoluzione in farfalla a tre punte alla quale porterà questo lungo stato di crisalide bianconera in cui né Bernardeschi, né Ramsey, né Douglas Costa, per diversi motivi hanno convinto?

Le altre big europee segnano a grappoli, noi nel nostro piccolo bissiamo il record di punti nel girone che fu di Lippi 96-97 e Capello 03-04. Ora sotto con le cose concrete, l’Europa è solo un sogno lontanissimo.

A proposito di sogni, in porta c’era un certo Gigi Buffon. L’ultima volta era uscito col rosso, senza poter parare il rigore di CR7.

Sandro Scarpa

Bayer Leverkusen-Juve 0-2: sweet sixteen

Bayer Leverkusen-Juve era l’incontro che tutta Europa aspettava col fiato sospeso. Anche noi tifosi abbiamo vissuto con tensione massima le palpitanti ore che hanno preceduto questo storico evento che ha fatto la storia.

Nell’incontro prepartita coi giornalisti Pjanic aveva ribadito la piena fiducia del gruppo a Sarri, una volta scartata l’ipotesi Gattuso, già opzionato dal Napoli.
Di seguito vi riportiamo un breve passaggio della conferenza (passato sotto silenzio grazie alla stampa compiacente…) in cui il bosniaco ha raccontato dei colloqui avuti coi compagni nello spogliatoio subito dopo la sconfitta romana:

“Ciccio Graziani – lo dico per tutti i compagni della mozione “Ciccio Graziani” – ha il film: avevamo anche pensato di rinviare l’esonero, ma dopo fa Fazio… E pazienza, è andata così… Batistuta? Non ha il patentino, non facciamo a tempo… Ancelotti – lo dico perché so che esiste una corrente Ancelotti contro di me – ha rifiutato: dice che dopo il Napoli non vuole fossilizzarsi nella parte di quello che affonda. Franco Scoglio – lo dico a tutti i compagni della mozione “Franco Scoglio” – è morto! E porca miseria, era perfetto, ma è morto: ho pensato di proporlo anche da morto, ma non è possibile, bisognava fare una riforma… C’era pure Stramaccioni, ma il nonno tifa Inter. Giampaolo? C’ha i diritti Mediaset, non ce lo danno. L’unico era Eziolino Capuano…”.
Questo il virgolettato, ognuno tragga le sue conclusioni…

Sarri cerca di rendere interessante la trasferta in Renania scommettendo sull’over. Per favorire il successo della sua puntata e tornare a casa col portafoglio gonfio schiera Rugani e Demiral, una specie di “hold my beer” dopo aver visto la formazione del Barcellona impegnata la sera prima.

Ah già, dimenticavo… la partita!
La Juve si ripresenta con un 4312 di belle speranze. Il primo tempo spegne ogni entusiasmo come un proclama di Paratici sul mercato invernale.
Nei secondi 45′ si intravede qualcosa di meglio, la manovra è più fluida, i cambi ringalluzziscono il collettivo, il freddo addormenta le parti molli e i giocatori si guardano tra di loro con l’espressione “già che stiamo qua… giochiamo”.
E giocano. E vincono. 16 punti sui 18 disponibili, record eguagliato. Da febbraio inizia un’altra storia ma nel frattempo il girone è stato affrontato al meglio non sottovalutando nessun impegno e non accontentandosi mai anche quando la testa poteva restare in Italia. Soprattutto tornano tutti a casa sulle proprie gambe.

Cuadrado è svagato. Sembra uno che corre in un’altra stanza e poi si dimentica perché c’è andato.
Bernardeschi confonde il gioco del calcio con quello della palla avvelenata: quando deve farsi vedere si nasconde. Quando deve tirare, passa (male). Quando deve passare, tira (male). Cosa gli sta succedendo? Nulla.
Fa posto a Dybala nel secondo tempo ed è tutta un’altra musica. Se fosse stato uno dei Queen, sarebbe quello che ha lasciato il posto a Freddie Mercury.
De Sciglio scende in campo coi gradi del più bravo tra i 4 difensori; lo dimostrerà infilando un’altra partita buona e col tunnel che dà il via all’azione del gol di Ronaldo (quello falso). Per gli altri è il momento di fare un compendio della propria carriera e chiedersi cosa sia andato storto.
Di Rabiot non vogliamo dire che non corra, però quando esce non ha ancora chiuso gli anelli dell’apple watch.

PS: Applausi all’Atalanta. Ha dimostrato di onorare l’impegno in coppa non cercando scuse (girone difficile, inesperienza, assenze) imparando dagli errori commessi nelle prime giornate e giocandosela fino alla fine. IMPRESA vera ed emozionante. Complimenti.