Sul tweet di Marchisio sbagliano i miei colleghi

Faccio il giornalista. Fare questo lavoro significa ogni giorno avere a che fare con persone scontente dei miei servizi. Significa ogni giorno restare con la schiena dritta e andare avanti, con onestà e indipendenza, a reclamare il mio diritto di critica. Sarei un pazzo, però, se negassi agli altri il diritto di criticare il mio lavoro, di contraddirmi. Il limite che pongo – oltre il quale reagisco con sdegno – è quello della delegittimazione. Io rispetto e critico, quindi accetto le critiche e pretendo rispetto.
Marchisio non ha offeso nessuno. Ha espresso il suo giudizio su un fatto di gioco e sulla telecronaca che quel fatto ha raccontato, prendendo le difese di un compagno a suo parere ingiustamente giudicato dalla troupe Rai. La reazione sdegnata del sindacato dei giornalisti della televisione di Stato, Usigrai, è eccessivo e scomposto. Marchisio non ha offeso, non ha delegittimato. Ha criticato. E questo – in un Paese in cui il “giornalismo” viene continuamente massacrato quasi fosse una categoria ontologica – il tweet del calciatore bianconero sarebbe una ventata di aria fresca: quando alzano la cornetta, inviano un comunicato, convocano una conferenza stampa per criticare un mio servizio, mi sento in realtà rispettato; le vere delegittimazioni sono quando le frasi cominciano con “i giornalisti…”, con un “chi ti manda?”, o le tante volte in cui ti sbattono la cornetta del telefono, o la porta, in faccia. Ecco, l’Usigrai cominci a indignarsi per i «silenzi stampa».
P.S. Appare del tutto surrettizio il fatto che Usigrai prenda di mira Marchisio per il commento sui ciechi, che di certo non è certo offensivo nei confronti dei ciechi. E’ evidente che chi non vede non potrebbe mai fare una cronaca di un evento sportivo. La critica beffarda è per i telecronisti. E Usigrai usa questo pretesto per attaccare. L’unico vero insulto è l’espressione “non vedenti”, che come tutti gli eufemismi è davvero insopportabile.

Giulio Gori.

Telecronista tifoso, mai fazioso

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Alzi la mano chi non ha mai fatto, nemmeno per gioco, una telecronaca sportiva. Anche se ora non vi posso vedere, so che saranno veramente pochi quelli che non hanno mai sognato di commentare dietro ad un microfono una partita o un gran premio e non lo hanno mai fatto giocando a subbuteo, calciobalilla, con le biglie sulla spiaggia o ai videogames…

Di telecronisti in tv ne esistono di tutti i tipi: da quello morigerato, a quello noioso, dall’urlatore a quello preparatissimo. Sono corredati molto spesso di seconde voci, di taglio più tecnico, il più delle volte ex calciatori o allenatori. Da qualche anno però è nata anche la “moda” dei telecronisti “tifosi”, ovvero di una telecronaca un po’ più “colorita” fatta da un giornalista dichiaratamente tifoso della propria squadra del cuore.

 

(E’ vero, molto spesso si sentono anche tanti telecronisti che si dichiarano imparziali che fanno però telecronache smaccatamente tifose, anche sulle reti pubbliche… ma questa è un’altra storia…)

Mediaset Premium, ad esempio, si è affidata a giornalisti che seguivano e commentavano già per reti minori o locali le partite della squadra del cuore, mentre parzialmente diverso è il discorso per quel che concerne la satellitare SKY che, soprattutto per Inter, Lazio, Milan, Roma e Juventus “apre” l’audio verso i commentatori del canale tematico di riferimento.

Ed è proprio verso uno dei commentatori di questi canali che si è focalizzata la mia attenzione: Enrico Zambruno, 35 anni, telecronista ufficiale di J|Tv. Torinese, ex pallanuotista di buon livello, tifoso bianconero sin dalla tenera età, mi ha colpito per il suo commento: preparato, pulito e mai sopra le righe, professionale, scorrevole e davvero piacevole da ascoltare. Tifoso sì, e sul canale tematico può anche non nasconderlo, ma mai fazioso, obiettivo, sempre sul pezzo, come si suol dire, ma soprattutto senza mai derive allo stile, quello stile Juve che esiste davvero dentro e soprattutto fuori dal campo.

Enrico1Sono sempre stato molto curioso di sapere come si preparasse un telecronista sportivo, quanto lavoro ci fosse dietro a quei 90 (e più…) minuti raccontati quasi senza sosta e, anche un po’ grazie alla mia faccia tosta, è arrivata l’occasione per conoscere anche questo lato del mondo del calcio. Poco prima del derby d’andata di qualche stagione fa, complice una posizione “favorevole” e il potente zoom della mia macchina, riuscii a scattargli questa foto. Mancava poco meno di un’ora alla partita e lo colsi mentre stava ripassando i suoi appunti.

Potenza del web e dei social networks, con il tempo sono riuscito a raggiungerlo per chiedergli in che modo un telecronista sportivo come lui preparasse la sua partita ed Enrico, molto disponibile, ha deciso di raccontarmelo senza problemi.

La prima fase della preparazione avviene nei giorni che precedono i match: ci si rivede, anche più volte, l’ultima partita della Juventus, a freddo, per poter fare analisi tecnico-tattiche e cogliere eventuali errori nella telecronaca, al fine di poter sempre migliorare. Occorre anche prepararsi sugli avversari: vanno quindi visionate le ultime uno/due partite della squadra che andrà ad affrontare la Juventus. Questa operazione è molto importante, perché se è semplice riconoscere al volo e pronunciare il nome di Szczęsny, Błaszczykowski, El Shaarawy o Götze, la stessa cosa non vale per (con rispetto parlando) Ciofani, Porcari, Heimeroth o Schulz. Bisogna quindi fare occhio e orecchio a sagome, volti e nomi, anche e soprattutto se si decide, come Enrico, di fare la telecronaca prettamente “dal vivo” ossia guardando direttamente il campo, avvalendosi degli schermi unicamente per il replay. La difficoltà aumenta soprattutto sui calci piazzati, ma con il tempo alcuni trucchi aiutano a riconoscere al volo i giocatori, anche durante azioni confuse. Un esempio? Nel momento del confuso pareggio del Frosinone al 96° minuto del match di andata era difficoltoso capire al volo chi avesse segnato, in quel caso lo aiutarono i tatuaggi sulle bracci, segno distintivo di Blanchard nella rosa frusinate.

Ricordare tutto però non è semplicissimo e allora come organizza Enrico la sua postazione?

Enrico2Tra monitor e Glend Sound (l’apparecchio che permette di andare fisicamente in onda su due linee – satellite e telefono) Enrico posiziona essenzialmente 5 fogli.

Il primo è il referto della partita: un foglio inizialmente “bianco” dove annotare minuti ed episodi salienti della partita come gol, ammonizioni, sostituzioni, fuorigioco, episodi dubbi, infortuni, insomma tutto quello che via via succede nella gara e che servirà ricordare nel commento del match. Per lui c’è anche la difficoltà di non avere attualmente una seconda voce che può dargli un momento di respiro: gli appunti vanno presi quindi senza interrompere la cronaca.

Il secondo foglio viene preparato poche ore prima della partita ed è la “mappa” delle formazioni in campo, corredata però di molti dettagli come presenze, reti, presenze in maglia bianconera, traguardi particolari (come furono ad es. le  700 partite in bianconero di Del Piero o le 500 di Buffon) schierati per ruolo, arricchiti di numeri e di dati. Un navigatore all’interno della partita, per avere sott’occhio in ogni momento qualunque dato disponibile sui giocatori in campo e in panchina.

Il terzo e il quarto foglio invece, fronte/retro entrambi, raccolgono curiosità, statistiche e numeri relative a Juventus, avversari e arbitri, tutto frutto di una raccolta e di una cernita attenta fra le varie fonti del settore, professioniste e non, che si trovano sul web. I numeri del match insomma, per poter raccontare nel dettaglio tutte le sfumature dell’incontro.

campettoL’ultimo, ma non meno importante, contiene l’unica cosa letta interamente prima della partita: l’intro del match. Di solito viene scritto di pancia poche ore prima della partita. Mai uguale, sempre diverso, se non per il benvenuto, un’unica frase ricorrente, che in casa suona così: ”Dallo Juventus Stadium di Torino, benvenuti da Enrico Zambruno…”

Insomma la telecronaca non è fatta solo di quelle due ore di video, ma va preparata prima con professionalità e precisione perché l’obiettivo di Enrico è quello di raccontare prima di tutto la partita e di fare un commento onesto, leale e professionale, che venga, perché no, apprezzato anche da chi non tifa Juve. Un racconto fatto sempre nel rispetto degli avversari, nella sconfitta come nella vittoria.

Tutto questo si sente. Si sentono tifo ed emozione, ma sempre in modo educato e mai forzato, soprattutto in momenti particolarmente emozionanti, basti pensare in questi ultimi anni ai gol nel derby (partita che da torinese sente molitssimo) di Pirlo e Cuadrado dopo il 90’ o agli splendidi gol di Tevez e Dybala che hanno . Ma si sente anche quanto lavoro ci sia dietro i suoi racconti, quanta passione metta in quello che fa e, soprattutto, quanto riguardo abbia, prima di tutto, verso chi lo ascolta. Cosa non da tutti. Stile Juve, anche in questo.

Telecronista ufficiale dal 20/02/2011 non iniziò nel migliore dei modi: una sconfitta a Lecce per 2-0 nella partita delle 12.30. La vittoria arrivò dopo ben 5 giornate con il Brescia… Si è rifatto però con gli interessi: le quattro stagioni successive hanno portato altrettanti scudetti (il 30, il 31, il 32 e il 33…) oltre a ad aver potuto raccontare il ritorno nel top europeo, per uno come lui, bianconero sin da bambino cosa chiedere di più?

Io un’idea ce l’avrei… A Berlino non ci è andato molto lontano… ma anche questa è un’altra storia…

Nel frattempo, se avete SKY e volete un commento piacevole, preparato e bianconero DOC, cambiate audio e mettete lui, non ve ne pentirete. Non tornerete più indietro.

Maurizio Romeo.

La non nota della società sul “caso Marchisio”

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