Una Juve tosta, rabbiosa sempre in pieno controllo della partita, porta a casa la Supercoppa, primo trofeo della stagione, rispondendo con Ronaldo e Morata alle critiche piovute dopo la sconfitta di domenica contro l’Inter. I bianconeri concedono poco al Napoli che, oltre a sbagliare un rigore con Insigne, quando ha l’occasione per passare trova uno Szczesny insuperabile.
BUONA JUVE, SUPER TEK
Pirlo recupera Cuadrado, guarito dal COVID e ripropone dal primo minuto Arthur e McKennie, mentre in avanti ci sono Kulusevski e Ronaldo. È del portoghese il primo spunto, un dribbling sulla tre quarti e un destro da fuori area deviato in angolo, quindi è Arthur a mettere alto dopo l’accelerazione di Kulusevski. Per venti minuti in campo c’è solo la Juve, forse non troppo incisiva in avanti, ma comunque padrona del gioco, perché Arthur detta egregiamente i tempi e i compagni attaccano gli spazi. Il Napoli però non ne concede molti e pian piano prende campo, arrivando a creare l’occasione più ghiotta del match alla mezz’ora, con il traversone di Demme e il colpo di testa di Lozano che Szczesny respinge con un riflesso da campione. La Juve non concede altro e riprende in mano il gioco, arrivando ancora al tiro con Ronaldo, che non centra la porta dopo una bella discesa sulla sinistra nel finale di tempo.
LA SBLOCCA CR7
Pirlo inizia la ripresa con Bernardeschi al posto di Chiesa e il nuovo entrato va subito vicinissimo al gol deviando con la punta del piede il cross di McKennie e trovando il riflesso di Ospina che riesce a bloccare sulla linea. I bianconeri sono ancora pericolosi con il filtrante di Arthur sul quale arriva Ronaldo, che riesce ad anticipare Ospina, ma mette al lato. La Juve schiaccia un Napoli arroccato a difesa della propria area e sugli sviluppi di un calcio d’angolo, il pallone toccato da Bakayoko arriva a Ronaldo, appostato a ridosso dell’area piccola. E da quella posizione CR7 è una certezza. + 14
INSIGNE SBAGLIA DAL DISCHETTO
Se prima la Juve dirigeva il gioco, ora lo comanda, ma il Napoli, in una delle rare occasioni in cui passa la metà campo, ottiene un rigore: McKennie apre il destro per rinviare, Mertens si inserisce tra piede e pallone e Valeri, dopo aver consultato il VAR, indica il dischetto. Batte Insigne che incrocia il tiro, ma esagera e mette a lato.
SALVA SZCZESNY, CHIUDE MORATA
Nel finale tocca a Rabiot e Morata, in campo al posto di Bentancur e Kulusevski e in pieno recupero il Napoli ha un’occasione d’oro per pareggiare, ma sul tiro di deviato da Chiellini, Szczesny risponde da campione e salva il risultato. E sugli sviluppi del corner seguente, la gara finisce. Non solo perché il cronometro ormai segna meno di trenta secondi alla fine, ma anche perché McKennie parte in contropiede e arrivato davanti ad Ospina allarga per Morata, che tocca in rete l’ultimo pallone della partita. La Supercoppa è bianconera, per la nona volta.
JUVENTUS-NAPOLI 2-0
RETI: Ronaldo 19′ st, Morata 50′ st
JUVENTUS
Szczesny; Cuadrado, Bonucci, Chiellini, Danilo; Chiesa (1′ st
Bernardeschi), Arthur, Bentancur (39′ st Rabiot), McKennie; Kulusevski
(39′ st Morata), Ronaldo
A disposizione: Buffon, Pinsoglio, Di Pardo, Dragusin, Frabotta, Ramsey, Fagioli, Ranocchia
Allenatore: Pirlo
NAPOLI
Ospina; Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly, Mario Rui (39′ st Politano);
Demme (39′ st Llorente), Bakayoko (22′ st Elmas); Lozano, Zielinski, L.
Insigne; Petagna (27′ st Mertens)
A disposizione: Meret, Contini, Maksimovic, Ghoulam, Hysaj, Rrhamani, Lobotka, Cioffi
Allenatore: Gattuso
ARBITRO: Valeri
ASSISTENTI: Bindoni, Del Giovane
QUARTO UFFICIALE: Mariani
VAR: Di Bello, Paganessi
AMMONITI: 29′ st Ronaldo, 44′ st Zielinski
Supercoppa: non poteva non deciderla il “re” delle finali!
La Supercoppa Juve – Napoli non poteva che risolverla il “re” delle finali. In una gara sporca, anche il gol del portoghese è etichettabile come “sporco”, sugli sviluppi di un calcio piazzato. Prima del match si temeva molto la possibilità di Zielinski di inserirsi alle spalle della linea mediana bianconera, ma così non è stato. La squadra di Pirlo ha giocato di reparto, corta e compatta tra le linee, ben presente in campo, soprattutto nella metà avversaria (il numero di tocchi e di palloni giocati ne sono la testimonianza).
In un match molto tattico dove sia Juve che Napoli si sono rispettate molto, è servito il cinismo e anche quella compattezza che si sono richiesti nel post Inter. Antichi valori che hanno contraddistinto e marcato fortemente questi ultimi 9 anni e che stasera si sono rivisti. I calciatori bianconeri si sono dimostrati molto “solidali” l’uno con l’altro, dimostrando grande spirito di sacrificio. All’interno di questo quadro bisogna sottolineare ulteriormente le prove alquanto generose di McKennie e Kulusevski che hanno speso molto per la causa sull’out di destra dove anche il ritorno di Cuadrado è stato manna dal cielo.
Sintetizzando forse al massimo l’esito di questa Supercoppa possiamo dire che la differenza l’ha segnata il duello a distanza tra Cristiano Ronaldo e Insigne. I due più attesi alla vigilia. I due che hanno deciso le sorti di un incontro che fino ad allora è stato bloccato e tirato. Il primo non ha fallito sotto porta, il secondo ha fallito a porta vuota.
Il calcio si è dimostrato ancora una volta molto “episodico” ma gli episodi non sempre remano dalla propria parte e i 95′ di questa sera giustificano la buonissima prova di una squadra, quella bianconera, che ha messo in campo qualcosa in più, soprattutto a livello tecnico. Di questo Juve – Napoli resta il primo trofeo di Andrea Pirlo da allenatore. Le sue lacrime e la sua corsa ad abbracciare i ragazzi al triplice fischio finale. Uno sprint di eccezzionale entusiasmo per il proseguo di questa stagione. “Un rinnovato entusiasmo” cit.
Juve-Napoli 2-0: SUPERCAMPIONI!!!
La coppa più importante del decennio nel momento più delicato dell’ultima decade.
Non avete letto male: senza dubbi la coppa più importante, LA coppa.
Il trofeo meno importante, l’ultimo 6 della primiera, si trasforma
nell’asso pigliatutto nel periodo più complicato, con la Juve sul ciglio
del burrone e mezza figura oltre.
Pirlo ci ha abituato in questi mesi a guidare un carro dall’andatura altalenante, prestazioni esaltanti distrutte da altre disdicevoli, porcherie e belle figure, Bohemian Rhapsody e Back Chat.
La rullata presa a Milano
presagiva disgrazie bibliche, la Juve invece nell’impresentabile campo
del Mapei Stadium (non si può giocare una finale in un terreno ridotto
in quella maniera… c’è gente che guarda…) regge più dei soliti dieci
minuti iniziali e questa già sembra una notizia incredibile. Ci troviamo
estasiasti a sorprenderci dell’ovvio.
Si comincia con la difesa a 4, col redivivo Cuadrado
negativizzato e spedito con uno shuttle charter a Reggio Emilia nel
pomeriggio -dio lo abbia in gloria- messo esterno destro a fare la cover
di Chiesa, ancora zoppo che faticherà tutto il primo tempo e verrà
sostituito da un ottimo Bernardeschi che darà così l’addio al calcio con
un trofeo in più in bacheca e una buona prestazione con cui ricordarlo.
Dall’altra parte nel poker arretrato Danilo comincia a marcare rosso
nella spia della benzina, no good. Il modo in cui si lascia bruciare da
Lozano (come domenica sera da Vid… Vida… Artu… niente non ce la faccio,
tanto avete capito) è preoccupante.
Bentancur e Arthur se la giocano
e il brasiliano si esalta nel controllo del pallone sia quando c’è da
ragionare che quando si deve strappare. A sinistra l’uomo più importante
ora del centrocampo: McKennie. Al texano non si può
rinunciare anche se da una sua dormita nasce il rigore per il Napoli che
Insigne cuore bianconero calcia fuori.
Davanti CR7 è in letargo e Kulusevski lo imita.
Manca il migliore in campo: Szczesny, è grazie a lui se la Juve non va in svantaggio nel primo tempo e non becca il pareggio al minuto novantaquattro.
Se consideriamo che il Napoli ha giocato sottotono, aveva Mertens fuori
e Petagna dentro, mettere a referto il portiere come migliore non è il
più sublime dei ricordi.
Ma chi se ne frega, c’era la coppa più importante dell’anno
e del decennio in ballo, la prima per Pirlo, uno che passa da fenomeno a
incapace con la stessa disinvoltura con cui i 5 stelle fanno alleanze
con la destra e la sinistra.
“Le finali si vincono” aveva detto il mister ieri, la finale s’è vinta.
Con un guizzo, dopo un’ora di gioco, segna Ronaldo, che come una
marmotta in letargo si sveglia solo quando sente l’odore del cibo, e poi
torna nella tana. Un altro mese di inverno.
Poi al 95°, dopo aver
rischiato tutto quello che si poteva rischiare -concedendo un rigore che
stava per risvegliare un Napoli tramortito, un autogol di Chiellini a
30′ secondi dalla fine del recupero che solo l’ennesimo polacco in odore
di santità riesce ad evitare- Cuadrado, che non si allenava da 2
settimane, con ancora i tamponi infilati nel naso, parte con un
intercity box to box e corre coi talloni incollati al sedere manco fosse
Forrest Gump, arriva leggiadro alle soglie dell’area di rigore e
appoggia per Morata appena entrato, ultimo arrivato ma decisivo come un
Ciampolillo, che scarica in rete.
Il numero 9 che mette il sigillo sulla SuperCoppa numero 9 della Vecchia Signora.
È finita la partita è iniziata la festa. Di tutti, anche di noi tifosi,
nessuno escluso, senza sottostimare nessun trofeo, perchè mai come
quest’anno ogni piccola vittoria è una conquista.
Perché dopo il cappotto di San Siro c’era solo una cosa da fare, che è l’unica cosa che conta: vincere.
SUPERCAMPIONI.
E mai una SuperCoppa era stata così bella. E così importante.
Insigne, le finali e i rigori contro la Juve
C’è un protagonista in più nella sfida di Supercoppa vinta dalla Juventus contro il Napoli: si chiama Lorenzo Insigne da Frattamaggiore. Il capitano dei partenopei ha sbagliato all’80esimo minuto il rigore, assegnato da Valeri per un contatto tra McKennie e Mertens, che poteva pareggiare la partita e spostare gli equilibri da un’altra parte.
Insigne, però, ha fallito l’occasione, spiazzando Szczesny, ma depositando fuori, al lato della porta il pallone del possibile pari. Una situazione risultata decisiva, perché poi poco dopo la Juventus ha siglato il 2 a 0 con Morata.
Una maledizione quella dell’attaccante napoletano che contro la Juventus ha calciato tre rigori su tre, sbagliandoli tutti: l’ultimo rigore che l’azzurro aveva sbagliato era stato nel marzo 2019 e lo aveva tirato sempre nella porta della Juventus.
Nefasta forse è stata anche quella battuta, di quando, dopo una vittoria del Napoli allo Stadium che sembrava poter ridare speranze scudetto ai partenopei, Insigne aveva pronunciato: “La Juve ha detto che se la giocava come una finale di Champions e hanno perso? Sono abituati”. Una settimana dopo la finale il Napoli l’ha persa in albergo, dimenticando uno scudetto a Firenze.
Una frase che gli ha portato bene anche in occasione di questa Supercoppa italiana, visto che è stato in grado di “mostrare” in campo al Mapei Stadium, con l’ennesimo rigore fallito, come fare a vincere un trofeo nella finale secca. Peccato per lui che anche questa volta sia finita in lacrime. La nemesi perfetta.