I commenti dopo Juve-Benevento

Il gol decide la gara dell’Allianz Stadium tra Juve e Benevento. Al termine dell’incontro sono Fabio Paratici e Andrea Pirlo a prendere la parola. Queste le loro dichiarazioni.

FABIO PARATICI

«In questi anni abbiamo dato tante gioie ai tifosi e purtroppo oggi diamo una grande amarezza. Abbiamo giocato una brutta gara per tanti motivi, alcune volte non riesci neanche a comprenderli tutti, però il campionato va avanti, dobbiamo mettere giù la testa, pedalare, capire quali sono stati i nostri errori e cercare di non commetterli più. Ci sarebbero tanti aspetti da analizzare e lo faremo nelle prossime due settimane. Resta il fatto che non abbiamo effettuato una prova alla nostra all’altezza e di questo ci rammarichiamo. Abbiamo giocatori di livello che sono abituati avere pressioni, dobbiamo solo abbassare la testa e lavorare. Non è una partita che cambia le nostre idee, abbiamo una programmazione e una linea che abbiamo intrapreso, non solo all’inizio di quest’anno ma anche già da quello scorso e andiamo avanti per la nostra strada. Siamo contenti di quello abbiamo fatto, di quello che stiamo facendo e continueremo su questa strada, logicamente lavorando per migliorare. Ronaldo? È il migliore al mondo e ce lo teniamo stretto. Siamo qui da undici anni e abbiamo sempre vinto e cambiato, anche attraverso scelte difficili che hanno portato a costruire i progetti successivi. Io sento parlare di ciclo finito, ma da quando sono qui di cicli ce ne sono stati parecchi e abbiamo comunque continuato a vincere, prendendo rischi. La parola transizione alla Juventus non esiste, si gioca per vincere sempre. Alcune stagioni vanno meglio e altre peggio, però la parola transizione non esiste. Le stagioni sono importanti anche se c’è una crescita che porta risultati negli anni successivi».

Nell’ora più buia, ci illumina Paratici: caro Tifoso, ti racconto la Juve in 10 punti

La juventinità in 10 punti, quelli raccontanti da Fabio Paratici nel momento più buio degli ultimi 11 anni bianconeri. Dieci punti che spiegano la grandezza di una società, di una dirigenza, di una squadra capace di costruire il più lungo ciclo di successi della storia calcistica italiana. Dieci punti raccontati con semplicità da uno dei maggiori artefici di questa incredibile storia; da un professionista che ci mette la faccia anche ora che tutto sembra perso. Dieci punti raccontati da un grande tifoso a tutti i tifosi bianconeri. Dieci punti esposti rispondendo a domande comuni, durante un post-partita non comune che sicuramente ricorderemo a lungo.

  1. Serietà: “La mia presenza qui è perché in questi anni abbiamo dato tante gioie ai tifosi e purtroppo oggi diamo una grande amarezza. Dobbiamo mettere giù la testa, pedalare e cercare di capire i nostri errori per non ripeterli”
  2. Umiltà: “Abbiamo giocatori di livello che sono abituati ad avere pressioni. Abbiamo purtroppo giocato una brutta gara, per tanti motivi. Alcune volte non riesci neanche a capirli completamente tutti. Dobbiamo solo abbassare la testa e lavorare”
  3. Analisi: “Non voglio commentare gli episodi, non sono qui per questo. Le gare vanno analizzate escludendoli perché altrimenti condizionano la valutazione”
  4. Realismo: “Si può stare giorni a cercare di capire perché abbiamo giocato una partita non buona, non positiva. Ci sono tanti aspetti da analizzare e lo faremo in queste due settimane. Resta il fatto che non abbiamo effettuato una prova alla nostra altezza e di questo ce ne rammarichiamo”
  5. Convinzione: “Abbiamo una programmazione e non è una partita che sposta le nostre idee. Abbiamo una linea intrapresa non solo all’inizio di quest’anno, ma all’inizio della passata stagione per quanto riguarda la rosa. Andiamo avanti per la nostra strada. Siamo molto convinti di quello che stiamo facendo e di quello che abbiamo fatto e continueremo cercando di abbassare la testa e pedalare”
  6. Fermezza: “Su Cristiano Ronaldo, la nostra posizione è che abbiamo il miglior calciatore del mondo e ce lo teniamo stretto”
  7. Visione: “Noi non eravamo insoddisfatti degli allenatori precedenti. Ci sono delle motivazioni differenti per cui abbiamo cambiato. Come non è una sconfitta, non è una vittoria a determinare la linea di un club: abbiamo una visione chiara di dove vogliamo andare e di dove vogliamo arrivare. Vedremo alla fine se abbiamo seguito la linea corretta”
  8. Ambizione: “La parola TRANSIZIONE alla Juventus non esiste. La Juventus gioca tutte le competizioni per vincere, tutte le partite per vincere. Alcune stagioni vanno meglio, alcune peggio, però le annate sono importante anche perché c’è una crescita durante l’anno che portano risultati in quelli successivi. Se la transizione riguarda soltanto i risultati sportivi, è chiaro che ci sono tantissime squadre che hanno avuto 6, 7, 10 anni di transizione. Il problema è che in quegli anni di transizione non sono magari riusciti a costruire”
  9. Coraggio: “Io sono qui da 11 anni. Gli ultimi 9 abbiamo vinto e comunque abbiamo sempre cambiato. Probabilmente la gente non se ne è accorta, perché vincendo passa tutto in secondo piano. Però noi abbiamo sempre cambiato parecchio negli anni e per vincere siamo passati per scelte difficili e ringiovanimenti che hanno costruito i successi seguenti. Questo stiamo facendo anche adesso. Può succedere che in una stagione non si riesca a costruire e vincere, come invece è successo negli anni scorsi”
  10. Costruzione: “Io sento parlare di cicli e da quando sono qua posso elencare almeno 6 volte in cui è stato detto che ne finiva uno. È finito un ciclo quando siamo usciti con il Galatasaray ad Istambul. È finito un ciclo quando Conte ha deciso di andarsene. È finito un ciclo dopo la finale di Berlino, quando sono partiti Tevez, Pirlo e Vidal simultaneamente. È finito un ciclo quando dopo dieci gare del successivo campionato eravamo a dieci punti dalla vetta. È finito un ciclo dopo Cardiff. È finito un ciclo quando è stato cambiato Allegri. Invece, abbiamo sempre vinto di nuovo. Noi abbiamo cambiato sempre e per vincere abbiamo dovuto costruire, prendendo rischi per poter arrivare ai nostri obbiettivi. A volte riesci a fare entrambe le cose, altre no. Però quando hai una visione e una linea nella tua testa, è giusto portarla avanti e cercare di sostenerla.

ANDREA PIRLO

«Avevamo il dovere di fare una partita migliore, mentre purtroppo abbiamo giocato una brutta gara sotto tutti gli aspetti. Siamo incappati in una giornata storta, nell’atteggiamento, nelle situazioni tecniche… Sapevamo che sarebbe stata difficile perché il Benevento è una squadra organizzata che si difende molto bene con due linee compatte, quindi bisognava avere anche la calma di sfruttare meglio l’ampiezza del gioco, invece abbiamo sbagliato molto. Quando il risultato rimane in bilico viene un po’ di frenesia e non era questo l’atteggiamento che dovevamo avere. Serviva anche più voglia di raggiungere il risultato perché avevamo anche l’occasione concreta di accorciare la classifica. Dobbiamo cambiare la testa: indossiamo una maglia importante che va sempre onorata e in queste partite ci vuole un altro atteggiamento».

“Obbiettivi non cambiano, deve cambiare la testa”

Pensiamo a qualificarci per la prossima Champions, altro che Scudetto. Mister Pirlo?

“Non c’era troppa pressione, c’era il dovere di fare una partita migliore di questa e non l’abbiamo fatta. Siamo incappati in una giornata storta e quando fai questo genere di partite non riesci a portare avanti il tuo lavoro” – Altro che giornata storta. Episodi a parte, il punto più basso di questi nove anni.

“C’era la voglia di vincere la gara, ma sapevamo che sarebbe stata difficile perché il Benevento si difende bene e con due linee molto compatte. Siamo stati frenetici, abbiamo sbagliato tanto e non siamo riusciti a portare a casa il risultato” – Il Benevento ha fatto una buona partita, organizzata e solida dal punto di vista difensivo. Noi siamo stati sterili, incapaci di concretizzare le nostre occasioni e superficiali al punto da regalare loro il vantaggio.

“Dobbiamo continuare a credere allo scudetto, il nostro obbiettivo non cambia ma dobbiamo cambiare la testa perché indossiamo una maglia importante che va sempre onorata” –  Onorare la maglia prima di tutto, poi pensare a qualificarsi per la Champions. Lasciamo stare lo scudetto, prima c’è da farsi un esame di coscienza e riprendere a vincere con continuità. Questo deve essere l’unico pensiero nello spogliatoio.

“Sapevamo di affrontare una squadra che ti costringe a non giocare bene. Sono le classiche partite dove se riesci a sbloccare il risultato diventa tutto più facile, invece se rimane in bilico sale la frenesia. Non era questo il tipo di partita da fare, dovevamo avere più voglia di raggiungere il risultato per accorciare la classifica” – Voglia, tattica, fortuna, episodi, concentrazione: non è girato nulla come avrebbe dovuto. Però, perdere così con il Benevento non è accettabile, nemmeno se avessi schierato l’U23. PS: una squadra come la Juventus non può farsi prendere dalla frenesia, ma mantenere il sangue freddo e portare a casa l’obbiettivo.

“Arthur ha commesso un errore non da lui, non ha visto l’avversario perché coperto da Bonucci. Il passaggio orizzontale è sempre molto pericoloso, ma è stato un errore di leggerezza come tanti ne abbiamo commessi in questa partita” – Galimberti afferma nel saggio “L’Ospite Inquietante” che le psicopatologie spesso rappresentano non tanto un disagio individuale, quanto quello dell’intera società. Ecco, Arthur ha fatto un errore gravissimo, figlio però di uno stato di ansia e frenesia cui partecipava tutta la squadra. Non crocifiggiamo lui, dunque, ma cerchiamo certezze: bisogna gettare nuove fondamenta.

“Non bisogna prendere sempre uno schiaffo per dover reagire. È prematuro parlare del derby, abbiamo tempo e modo per analizzare la gara di oggi” – Speriamo che le analisi prodotte siano lucide ed efficaci per il futuro.

“Non mi giudico, siete già in tanti che lo fate quotidianamente” – E voi? Che giudizio dareste al lavoro di Mister Pirlo?

E così, senza alcuna domanda riguardo l’episodio del mancato rigore a Federico Chiesa, si conclude la conferenza di Andrea Pirlo.