Con un sinistro spettacolare pochi secondi dopo essere entrato in campo in avvio di ripresa, Morata cambia il corso di una partita che nel primo tempo aveva visto la Fiorentina portarsi in vantaggio con il rigore di Vlahovic e controllare il gioco senza correre rischi, ad eccezione di un’occasione d’oro capitata a Ramsey negli ultimi secondi. Nella seconda parte di gara la Juve cambia passo e prova in tutti i modi a portare a casa i tre punti, ma i viola resistono e il punteggio sul tabellone non si schioda dall’1-1.
VLAHOVIC, VANTAGGIO VIOLA DAL DISCHETTO
Entrambe le squadre si schierano con il 3-5-2, intasando il centrocampo e chiudendo anche gli spazi sulle fasce, perché gli esterni in fase di non possesso sono pronti a ripiegare sulla linea dei difensori. Manovrare palla a terra diventa complicato e quando si sbaglia l’appoggio gli avversari possono ripartire in verticale: ci riescono Ramsey e Cuadrado da una parte, Ribery e Vlahovic dall’altra e in entrambi i casi i portieri sono pronti a chiudere. Il primo pericolo dell’incontro nasce da un’iniziativa di Milenkovic, che spara un destro a mezza altezza da venti metri e Szczesny vola a deviare in angolo. Il secondo non tarda ad arrivare ed è ancora un tiro dalla distanza, questa volta di Pulgar, che centra in pieno il palo. Le due occasioni danno fiducia ai viola che insistono, rimangono nella metà campo bianconera e, quando uno spiovente in area viene toccato involontariamente con il braccio da Rabiot, ottengono il rigore, dopo l’intervento del VAR. Vlahovic dal dischetto è glaciale e porta in vantaggio i padroni di casa. La Juve prova a reagire, ma fatica a trovare spazio sugli esterni e allora prova per vie centrali: Dybala e Bentancur riescono a sfondare e a servire Ramsey davanti a Dragowski, ma il tocco del gallese è a lato.
MORATA, PAREGGIO CAPOLAVORO.
Pirlo inizia la ripresa passando al 4-4-2, togliendo Bonucci e Dybala e inserendo Kulusevski e Morata. E allo spagnolo, per lasciare il segno, bastano trenta secondi e due tocchi: il primo serve per controllare sulla fascia il filtrante di Cuadrado e accentrarsi, il secondo per inventare un sinistro a giro perfetto, che si infila sul secondo palo e ristabilisce la parità.
La partita ora è più vivace e se la Juve riesce a trovare lo spazio di manovra, la Fiorentina non sta a guardare e impegna ancora Szczesny con il destro di Pulgar dal limite. Dall’altra parte la sponda di Chiellini sulla punizione di Cuadrado non trova nessuno pronto alla deviazione, poi Milenkovic e Dragowski riescono a respingere i tentativi di Ronaldo. Pirlo cambia Ramsey con McKennie e la Jue insiste, soprattutto dalla destra con Cuadrado, come sempre generoso non solo per la quantità di cross che scodella, ma anche per il lavoro di copertura su Ribery e Castrovilli. Nel finale le squadre sono stanche e si allungano, esponendosi al contropiede, ma la Juve sembra avere più energie ed è pericolosa con il cross di Kulusevski che non trova per un soffio appostato sul secondo palo. I bianconeri non mollano e chiudono in avanti, ma la Fiorentina è attenta, respinge colpo su colpo e riesce a tenere il pareggio fino al fischio finale senza correre altri rischi. + 13
FIORENTINA-JUVENTUS 1-1
RETI: Vlahovic rig. 29′ pt, Morata 1′ st
FIORENTINA
Dragowski; Milenkovic, Pezzella, Caceres; Venuti (1′ st M. Quarta), Amrabat, Pulgar, Castrovilli (40′ st Eysseric), Igor (27′ st Biraghi); Ribery (27’st Kouame); Vlahovic
A disposizione: Terracciano, Malcuit, Barreca, Maxi Olivera, Callejon, Montiel, Rosati
Allenatore: Iachini
JUVENTUS
Szczesny; de Ligt, Bonucci (1′ st Morata), Chiellini; Cuadrado, Ramsey (24′ st McKennie), Bentancur, Rabiot, Alex Sandro; Dybala (1′ st Kulusevski), Ronaldo
A disposizione: Buffon, Pinsoglio, Danilo, Frabotta, Arthur, Bernardeschi, Felix Correia
Allenatore: Pirlo
ARBITRO: Massa
ASSISTENTI: Meli, Alassio
QUARTO UFFICIALE: Ayroldi
VAR: Giacomelli, Ranghetti
AMMONITI: 40′ pt Igor, 7′ st de Ligt, 16′ st Caceres, 43′ st Biraghi
45′ horror, poi la Juve si sveglia: è solo pari a Firenze
45′ horror, poi una seconda ripresa all’altezza delle proprie qualità ma senza il guizzo decisivo: è ancora una Juve a due facce quella che esce da Firenze con un pari che la costringerà a guadagnarsi la Champions punto su punto. La versione da trasferta dei bianconeri è ancora una volta insufficiente.
Partita delicata per la Juventus che prova a dare continuità al successo contro il Parma e a vendicare la sconfitta dell’andata. I viola scendono in campo con Dragowski; Milenkovic, Pezzella, Caceres; Venuti, Amrabat, Pulgar, Castrovilli, Igor; Vlahovic, Ribery. Pirlo schiera la difesa a tre e propone la coppia Ronaldo-Dybala in avanti con Morata in panchina: Szczesny; De Ligt, Bonucci, Chiellini; Cuadrado, Bentancur, Rabiot, Alex Sandro; Ramsey; Ronaldo, Dybala.
Primi minuti di assestamento per le squadre, con grande densità nella fase centrale del campo. Al 6′ Pulgar controlla male, Ramsey gli ruba il tempo ed entra in area servendo in sovrapposizione Cuadrado, pallone al centro ma nelle braccia del portiere viola. Al 12′ Ronaldo sbaglia un passaggio, Ribery a campo aperto prova a servire Vlahovic: Szczesny anticipa in uscita, rimediando tra l’altro un pestone. Al 13′ gran lancio di De Ligt che libera CR7, Dragowski bravo in uscita.
Al 16′ buona ripartenza della Fiorentina, con cross di Igor che taglia l’area, libera Sandro in corner. Al 18′ tiro dalla distanza di Milenkovic con Szczesny che respinge in angolo: corner pericoloso ricacciato da De Ligt, Venuti da fuori area calcia di prima intenzione alto. Al 20′ Pulgar da fuori area trova una traiettoria deviata da Bonucci che trova il palo: Szszesny immobile si ritrova il pallone fra le mani. Juve lenta e senza particolari idee in questa fase, padroni di casa attenti e aggresivi. Al 25′ pasticcio in area bianconera: la Fiorentina batte una punizione con Venuti e Pulgar che muovono la difesa, Ribery a metà tra un tiro e un assist, Szczesny si perde la palla, ma la difesa spazza.
Poco dopo, al 29′, arriva il rigore per la Fiorentina per un fallo di mano di Rabiot in area. Dal dischetto va Vlahovic che col cucchiaio sigla l’1 a 0 per i padroni di casa. La Juve non sembra, però, reagire allo svantaggio con i padroni di casa che restano più pericolosi. Al 43′ si vede finalmente la Juve: break di Dybala, che serve Bentancur che di prima libera Ramsey, che a tu per tu con Dragowski dopo un controllo approssimativo mette fuori tentando lo scavetto. Errore clamoroso del gallese. Il primo tempo finisce con la Fiorentina in avanti: 1 a 0 con Juve finora impalpabile.
Secondo tempo con la Juve che cambia Morata con Dybala e Kulusevski al posto di Bonucci; la Fiorentina sostituisce Venuti con Martinez Quarta. Al primo minuto la Juve pareggia con un’azione sulla destra con Cuadrado che libera Morata, traiettoria a rientrare sul palo più lontano e Dragowski battuto. 1 a 1 e Juve più logica e determinata sin dalle prime battute della ripresa. Sull’azione successiva Vlahovic dentro l’area bianconera ci riprova di testa ma è una fiammata perché la Juve è aggressiva e tenta di sfondare con Ronaldo anche sull’altra fascia con un pallone ricacciato in affanno dalla retroguardia viola, Kulusevski recupera, tenta il numero, ma viene rimpallato. Al 51′ ammonito De Ligt che fa fallo su Ribery e regala una punizione da posizione pericolosa: batte Pulgar e deviazione: sugli sviluppi azione prolungata della Fiorentina, Chiellini cerca il controllo in area e chiama il proprio portiere all’uscita, pasticcio con Szczesny che respinge di pugno.
Al 54′ padroni di casa fanno girare la palla e liberano Pulgar che calcia di precisione dal limite, Szczesny mette in angolo. Al 58′ Ronaldo si mette in proprio, mandando a vuoto Caceres e cercando un piazzato sul palo lontano senza fortuna. Al 60′ ammonito Caceres per fallo su Ronaldo: sulla punizione traiettoria insidiosa di Cuadrado, che taglia l’area, Dragowski legge male ma Chiellini a porta vuota mette dentro l’area e la difesa viola spazza. Al 62′ inizativa di Cuadrado che salta Castrovilli e serve Kulusevski che di sinistro va alto. Al 63′ rinvio sbagliato del portiere viola, Morata mette per Ronaldo stoppato da Milenkovic, Ramsey rimette per il portoghese che trova solo un corner. Al 69′ Pirlo si decide a cambiare un Ramsey disastroso con McKennie.
Al 70′ Vlahovic prova un diagonale debole controllato da Szczesny. Iachini cambia Igor con Biraghi e Ribery con Kouamé. Squadre spezzate con tanti errori in fase d’impostazione e continui cambi di fronte, senza però conclusioni davvero efficaci. All’84’ Kulusevski trova Ronaldo libero sotto porta ma il portoghese non riesce a impattare. Fuori Castrovilli e dentro Eysseric. All’88’ buona punizione per Cuadrado che Kouamè spazza via anticipando il tiro di Ronaldo.
Finisce 1 a 1. Strada per la Champions sempre più in salita.
Juve 1-1: Il fondo del barile
Ciò che rende questa stagione così dolorosa agli occhi di noi tifosi non è la sconfitta, che è cosa di sport, si accetta si incarta e si porta a casa. La cosa che fa male è la resa senza lotta, l’incapacità di leggere la situazione, di capire il momento, di giocarsi le proprie possibilità con dignità, di veder guidare una Ferrari come se fosse una Panda 45, col braccio fuori dal finestrino, quasi vantandosene, di sentire l’allenatore parlare di esperimenti al 25 aprile, come se la trentatreesima giornata di campionato fosse un’amichevole e la quarta posizione una piazza che non interessa.
Arroganza e disordine, disordine e arroganza in questa stagione pensata male, affrontata malissimo e spiegata ancora peggio.
In ogni campionato disgraziato arriva il punto in cui tutti mollano e ognuno pensa agli affari suoi: chi ai record, chi a non prendersi il rischio di sbagliare e passare per peggiore, chi ha in testa la nazionale, chi il prossimo contratto, chi chiede di poter giocare di più, chi si esonera da solo. Non è ammutinamento, è rompete le righe, liberi tutti.
Dopo il Benevento (che da allora prende schiaffi a destra e sinistra), dopo il Porto, dopo le sconfitte amare, i pareggi faticosi, le vittorie sofferte anche contro le piccole: la sveglia suona da mesi ma nessuno dà segni di vita.
La formazione è sempre un rebus senza soluzione, anche oggi a Firenze ci si presenta con una inedita difesa a 3. Viene il dubbio che l’idea non sia tutta di Pirlo, uno che ha due espressioni: con la cravatta e senza la cravatta. Con Chiesa indisponibile vengono lasciati in panchina Morata e Kulusevski, gli unici, insieme a Cuadrado, capaci di cambiare passo e dare profondità, infatti quando entreranno saranno i migliori di questa armata Brancaleone con le maglie bianconere.
Ramsey gioca una partita decente, sempre col difetto di sbagliare qualche controllo di troppo che gli impedisce di fare la cosa giusta, ma resta in campo ben oltre il rigor mortis. Pirlo lo toglie quando vede arrivare il magistrato e il PM autorizza la rimozione del cadavere.
Della partita però c’è poco da dire: solito primo tempo gentilmente offerto agli avversari, solito allenatore avversario che viene fatto sembrare Rinus Michels. Il secondo tempo si apre con l’insperato pareggio di Morata. Da lì in poi non succede più nulla, non si tira più in porta, non si gioca più a calcio. Ronaldo si divora un gol fatto. Il fenomeno vero ha chiaramente tirato i remi in barca e questo non va bene, se ti chiami Cristiano Ronaldo e guadagni un paio di milioni di euro abbondanti al mese. È decisamente in un periodo no della stagione, ma è fisiologico, normale, prevedibile: ha cantato e portato la croce per 9 mesi, ha segnato più di tutti gli altri messi insieme, se non sempre gli riesce di fare tana libera tutti va compreso.
Si fa invece fatica a comprendere gli altri, che nel mezzo della processione se ne sono andati a casa.
Si capisce ancora meno la posizione della società, che una settimana
dopo il tentativo di bluff peggio riuscito della storia resta muta,
impassibile di fronte al disfacimento del club.
Come se un genitore
vedesse suo figlio addormentato sul materassino in mezzo al mare portato
via dalla corrente e non facesse nulla, anzi fosse troppo impegnato a
tramare per saccheggiare il negozio di ghiaccioli. Chiamate il telefono
azzurro.
L’unico che parla della dirigenza Juventus è Paratici.
Ogni volta che lo si vede balbettare davanti ai microfoni si sta male
per lui… questo trattamento comincia a configurarsi come accanimento
terapeutico, sembra un supereroe di quelli senza senso e senza poteri.
Ci si aspetta che da un momento all’altro si tolga la maschera e dica
“So Lillo!”
E perché riservare ai tifosi questo strazio?
Domande e richieste che rimarranno inevase, per ora, mentre la Juve è ancora padrona del proprio destino per conquistare l’ultimo posto utile per andare in CL, e noi restiamo attoniti e pensiamo che “Più giù di così non si poteva andare più in basso di così c’è solo da scavare…”