Udinese – Juve: luci e ombre della prima di campionato

Il rocambolesco 2-2 della Dacia Arena non è esattamente il risultato con il quale la Juve di Max Allegri avrebbe voluto cominciare la Serie A 2021/22. Al di là del risultato, sono tanti gli spunti offerti dai primi 90′ più recupero della stagione, da prendere comunque con i piedi di piombo ricordandoci in ogni momento che si tratta solamente della prima giornata.

Nonostante il pari, è stato possibile intravedere diversi aspetti positivi nella Juve scesa in campo a Udine:

– Il Paulo Dybala visto con l’Udinese sembra un upgrade di quello della seconda parte della stagione 2019/20, centravanti solo sulla carta, influente in ogni zona di campo e vero motore della Juventus, ma ora anche decisivo in area di rigore. La vera sfida per Allegri sarà proprio fondere il Dybala direttore d’orchestra lanciato da Sarri con quello realizzatore dei suoi primi anni;

– la squadra sembra aver guadagnato compattezza rispetto alla Juve di Pirlo, non subisce più sistematicamente attacchi in parità numerica e non si spezza in due quando offende con molti uomini, almeno finché è schierata col 4-4-2;

– sgravato dai compiti di regia, Bentancur sembra poter azzerare l’ultima pessima stagione e ricominciare a macinare chilometri e arginare gli avversari senza soluzione di continuità, fondamentali nei quali è tra i migliori giocatori in rosa;

– la Juve non ha giocato in modo propriamente aggressivo, ma non ha neanche adottato una strategia puramente attendista come in molti temevano; Allegri ha impostato la gara alternando fasi di pressione, a volte anche molto alta, ad altre più passive, aggiungendo rispetto al passato dei meccanismi di uscita dal pressing che possono portare benefici a cascata se innescati correttamente, come in occasione del secondo gol (da molti erroneamente classificato come “rete in contropiede”);

– l’intento di Allegri di aumentare la qualità in campo e provare a segnare il 3-1, piuttosto che difendere il 2-1, è in controtendenza rispetto a quello che ci aspettiamo dal tecnico livornese e, pur non avendo sortito i risultati sperati, va applaudito per il coraggio e per il messaggio positivo che trasmette ai giocatori in campo.

A fare da contraltare ci sono alcune note dolenti, aspetti sul quale il tecnico dovrà lavorare ulteriormente:

Szczesny, ovviamente: il periodo negativo del numero 1 polacco prosegue da diversi mesi, nazionale compresa, ed è costato 2 punti alla Juventus. L’ex Arsenal e Roma è un ottimo portiere e l’ha dimostrato nell’arco delle sue prime tre stagioni in bianconero, punto più alto il premio di miglior portiere della Serie A 19/20. Ora però Szczesny è psicologicamente a pezzi, inanella un errore dopo l’altro e sta progressivamente perdendo sicurezza nei suoi mezzi; l’imperativo è recuperarlo il prima possibile, perché tecnicamente è troppo superiore a Perin e può ancora tornare un valore aggiunto;

– il 3-5-2 visto nel secondo tempo è sembrato improvvisato e ha avuto il duplice effetto di confondere la Juve, azzerandone l’efficacia in quell’uscita dal pressing che bene aveva funzionato nella prima frazione, e rinvigorire l’Udinese. Spaesato Kulusevski da mezzala, poco incisivo Danilo da regista, troppo lontano dalla porta Chiesa in un momento cruciale della gara: l’esperimento non è da abortire, semplicemente da rimandare, magari a frangenti di partita meno caotici e con una Juventus meno traballante di quella colpita a freddo dal rigore di Pereyra;

– l’atteggiamento di Allegri relativo ai cambi nella ripresa va applaudito, ma l’impatto dei subentrati sulla gara non è stato quello che ci si poteva attendere. Detto di Kulusevski e Chiesa, anche Cristiano Ronaldo ha faticato a trovare la posizione giusta in campo, trovandosi spesso in zone del campo difficili da servire e poco propenso al dialogo con Dybala;

– dopo una prima ora fatta di controllo ma anche di occasioni da gol, nell’ultima mezz’ora la Juve è vistosamente calata, costruendo davvero poco: oltre al gol annullato da Cristiano, ad impensierire Silvestri sono stati solamente il palo di Bentancur e il sinistro a giro di Dybala, entrambi su iniziativa da fuori area. La squadra ha faticato a consolidare il possesso e affacciarsi sulla trequarti di padroni di casa con azioni non estemporanee, e Bonucci ha dovuto ricorrere sin troppo spesso a lanci lunghi non troppo produttivi. E’ comunque l’aspetto meno preoccupante, visti i carichi di lavoro delle prime settimane di preparazione ancora da smaltire.

Analisi tattica di Udinese-Juventus, guida ai primi avversari della Juve per la Serie A 2021/22

Domenica la Juventus si appresta ad affrontare la stagione 2021/2022, quella del ritorno in panchina di Mr Allegri, e lo fa andando ad affrontare l’Udinese al Dacia Arena.

I bianconeri friulani, guidati dal confermato, con merito, Mr Gotti, affrontano questa stagione senza l’apporto di elementi importanti quali Musso, portiere argentino ceduto all’Atalanta, e soprattutto senza il leader tecnico Rodrigo De Paul, passato all’Atletico Madrid del Cholo Simeone.

Nella passata stagione l’Udinese ha concluso al 12^ posto con 40 pts con un PPDA medio di  13.79, valore che aiuta a comprendere come i friulani prediligano attendere, concedere il palleggio ai rivali per poi, conquistata la palla, produrre pericolose transizioni positive.

Tabella fornita da Understat con evidenziato il valore PPDA/medio prodotto dall’Udinese nella passata stagione.

Un profilo tattico quello della squadra di Gotti intuibile anche dai dati riferiti ai gol subiti, che piazza l’Udinese al 12^ posto, e degli xGA che vedono l’Udinese piazzarsi 10^ con un valore di 56.38, leggermente inferiore al dato reale.

Tabella tratta da Understats con evidenziati i valori riferiti ai gol subiti e agli xGA prodotti dall’Udinese nella passata stagione

Da quello che si è potuto scorgere guardando le amichevoli giocate sembra che la squadra di Gotti manterrà anche in questa stagione la stessa attitudine tattica, puntando su un gioco veloce e verticale ogni qual volta si palesi la possibilità di attaccare la profondità alle spalle della difesa avversaria.

La Juventus dovrà cercare quindi di mantenere un equilibrio di gioco per evitare di esporsi alle transizioni dei friulani, cercando di giocare un’ottima gara a livello tecnico sia per evitare di regalare palloni, e quindi potenziali opportunità, ai rivali e per creare occasioni da gol sfruttando i regali che la squadra di Gotti concede nella fase di non possesso.

In tal senso queste difficoltà si sono viste soprattutto nella gara persa 4-1 vs il Lens, gara nella quale i friulani hanno palesato carenze nella fase di non possesso, sia che si tratti di transizioni negative, attuate con tempi troppo lenti dovuti anche ad una condizione non ottimale, che con difesa schierata, con troppi spazi concessi e tempi di pressione sbagliati, che consentono al rivale di poter pensare ed effettuare la giocata con relativa tranquillità.

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ransizione positiva del Lens dopo un recupero palla, condotta ottimamente dai francesi che sfruttano gli spazi concessi.
Attacco del Lens con la difesa dell’Udinese schierata. La pressione e la chiusura degli spazi non sono adeguate e questo consente alla squadra francese di poter attaccare la profondità costruendo, con facilità, una triangolazione.

Sempre dalla medesima amichevole è emerso come la squadra di Mr Gotti soffra in maniera importante l’aggressività, soprattutto sulla prima costruzione, regalando quindi transizioni positive che, in questo caso specifico, hanno permesso al Lens di trovare due dei quattro gol segnati con facilità.

Un frame, tratto sempre dalla gara giocata dall’Udinese vs il Lens, nel quale si può notare la pressione dei francesi che riescono a recuperare palla, mostrando la sofferenza dei friulani in questa particolare situazione di gioco.
In questo caso il Lens va a pressare lateralmente, facendosi aiutare dalla linea laterale, riuscendo, anche in questa occasione, a recuperare la palla nella trequarti difensiva dell’Udinese

La Juventus vista vs l’Atalanta e Barcelona ha mostrato di essere in grado di portare una forte pressione sul primo possesso avversario, di produrre importanti transizioni positive e di saper mantenere un buon equilibrio tattico, tutte situazioni che se riprodotte vs i friulani possono portare alla conquista della vittoria.

L’Udinese ha mostrato di subire la pressione sulla sua prima costruzione, ma ha anche mostrato di essere in grado, una volta saltato il pressing, di palleggiare con buona qualità, arrivando a creare buone trame di gioco.

Nei 32^ di finale di Coppa Italia giocati vs l’Ascoli, sconfitto con un netto 3-1, la squadra di Gotti ha creato delle giocate muovendo la palla da un lato all’altro del campo con buona tecnica e velocità, riuscendo così a creare occasioni sfruttando gli spazi che si venivano a creare dal movimento del blocco difensivo ascolano.

In questi due frame tratti dalla gara di Coppa Italia vs l’Ascoli si può notare come l’Udinese sia capace di sviluppare delle buone giocate, con una buona occupazione in ampiezza del campo e con un buon movimento orizzontale della palla che permette di spostare l’attacco sul lato debole

Per evitare queste situazioni la Juve dovrà mostrare di avere, sin dalla prima giornata, un buon equilibrio di squadra, riuscendo ad effettuare pronte transizioni negative e letture preventive per evitare di concedere spazi di facile lettura ai friulani.

Nonostante le importanti assenze a centrocampo (mancheranno McKennie per squalifica e Rabiot per infortunio), la Juventus non può sbagliare l’esordio in campionato e deve puntare a tornare a casa dalla Dacia Arena con i 3 punti in tasca mostrando, quando ne avrà l’occasione, quel cinismo che è tratto distintivo delle grandi squadre.