Fare, molto bene, quello che dovevamo fare. Potrebbe sembrare la normalità e invece avevamo bisogno esattamente di questo, di una partita chiusa nel primo tempo, senza prendere gol, tante occasioni, insomma una serata normale, una di quelle che abbiamo vissuto mille volte in questi anni e ora ci mancano un po’.
L’inizio sembra in linea con le ultime prestazioni, con la squadra un po’ incerta e gli svedesi che trovano coraggio ma non occasioni, producendo solo qualche punizione da fuori e poco più: in questo periodo, però, sappiamo che a volte basta indirizzare il pallone verso la nostra porta e se proprio non ci pensano gli altri ci capita pure di dare una mano.
L’inerzia invece cambia subito, perché a Napoli alla fine hai meritato di perdere e quindi chiuso il discorso, ma certo avere Cuadrado che crossa da destra e Alex Sandro che si inserisce da sinistra per sbloccare il risultato non è poi così male. La squadra stavolta non si ferma, Morata si fa trovare spesso in fuorigioco ma lavora, fa cento scatti e in uno di questi si fa atterrare in area. Rigore, va Dybala che lo tira male ma gli unici rigori tirati bene sono quelli che entrano: il suo entra, lui esulta con la fascia al braccia ed è bellissimo vederlo così. Non male, riavere anche Paulo, che non è al meglio, sbaglia un gol, perde alcuni contrasti ma a volte viene a prendersi il pallone, lo lavora bene, trova falli ed è tutto utile per ritrovare un po’ di condizione.
C’è ancora qualche minuto prima che finisca il tempo e la Juve di stasera non ha voglia di sorprese, quindi ecco l’ennesimo scatto di Morata che forse colpisce male ma – esattamente come per i rigori – i palloni che ci piacciono sono solo quelli che finiscono dentro: 3-0 e, visto il periodo, siamo quasi timidi nel goderci l’intervallo con uno stato di serenità che non siamo sicuri di poterci permetterci. Il secondo tempo si rivela una passeggiata, con Szczesny osservato speciale e invece più sicuro delle ultime esibizioni (non che…), Kean che entra e fa un bel gol in fuorigioco, Rabiot che prosegue la sua buona partita, Locatelli positivo all’esordio in Champions, Bonucci-Danilo-de Ligt tornano sicuri e insomma, stavolta la squadra fa bene quello che deve fare come atteggiamento e concentrazione, concedendo pochissimo e creando tanto.
Ed era scontato, forse, ma nelle trasferte di Champions non c’è nulla di ovvio e stavolta sbagliare sarebbe stato imperdonabile e senza appello.
Esaltarsi, chiaramente, non avrebbe alcun senso: i problemi non sono certo risolti e la situazione in campionato resta tremendamente difficile, dobbiamo ancora centrare la prima vittoria dopo 270 minuti deludenti e arriva il Milan in gran forma, già staccato di 8 punti.
Niente feste, allora, ma prendiamoci il buono della serata, dal fin troppo atteso clean sheet al risultato rotondo e mai in discussione, dalle belle prestazioni individuali (quante critiche per Alex Sandro, cui non viene mai perdonato nulla anche se gioca da 3 anni senza un sostituto) alla continuità mostrata dalla squadra per tutta la partita.
Se non basta, appelliamoci anche alla legge dei grandi numeri, che rende impossibile la prosecuzione per tutto l’anno della bizzarra mania di farci gol da soli.
È un po’ il sunto di tutto quello che mi aspetto dalla partita contro il Milan: concentrazione, cinismo sotto porta, non regalare reti agli avversari. Fare la Juve, sempre, qualunque sia l’avversario. Perché in Champions abbiamo fatto il nostro dovere ma in campionato, i bonus regali, li abbiamo già esauriti alla terza giornata.
Il Maestro Massimo Zampini.