La peggiore copia del migliore Allegri

Quali sono le due gare più epiche della Juve di Allegri col maggior rimpianto dei 5 anni?

Facile: Bayern-Juventus (da 0-2 a 2-2 nei 90 minuti, poi 4-2), Real-Juventus (1-3 col rigore di CR7 al 93°).

La cavalcata di Morata e quella di Mandzukic. La spazzata di Evra e i fruttini di Buffon.

L’epica di quelle gare l’ho trovata sempre un po’ farlocca, da allegrista convinto. Ho preferito mille volte Juve-Barca (3-0) o Juve-Atletico (3-0), non per il risultato, ma per la volitività e l’audacia. Mi spingo oltre: meglio un Juve-Siviglia e perfino Juve-Manchester (persa 1-2) all’epica dell’Allianz e del Bernabeu. Perché quell’epica, quei primi tempi clamorosi in casa delle squadre più forti dell’epoca erano frutto di una perfezione di una serie di elementi: difesa, ripartenze, attenzione, intensità, cinismo. E la perfezione non è riproducibile, per definizione.

Soprattutto, quel tipo di gara ti spompa e ti porta (senza cambi paragonabili a quelli dei rivali) a schiantarti all’ultimo metro, sia esso lastricato da Evra che non spazza o da Benatia e Oliver che combinano pasticci.

Ciò che si è visto nelle 3 rimonte subite dalla Juve in 4 gare -Udinese, Napoli e Milan- è la pessima copia di quelle Juve all’Allianz e al Bernabeu, con la differenza che contro non avevi il Bayern di Pep o il Real di CR7 ma Arslan, Anguissa e Kalulu.

La Juve approccia bene, è cinica (avanti al 4° con Udinese e Milan, al 10° col Napoli), sfrutta errori altrui con la generosità di Morata, i tocchi di Dybala, un po’ di pressing, buone verticalizzazioni e azioni mix tra football americano e beach volley: lanci di 40 metri, scatti di 60, combinazioni con palla alta di 30 metri. Poi va in stand-by con i rivali che ti fanno il solletico. Perfetto.

Il punto però è che la Juve ha un 7-0 parziale nei primi tempi e un 1-5 straziante nelle riprese. Non è un caso. Anche negli sciagurati errori di Tek il fattore era lo stesso: comprensibile difendersi bassi e lasciare palla a Thiago e Modric, ma non per 70 minuti contro Walace e Makengo, Elmas e Politano, Saelemakers e Brahim Diaz.

Se ti difendi 70′ puoi essere perfetto per 69 ma, prima o poi, anche senza papere, il gol lo becchi. Un rimpallo, un eurogol, una mezza dormita, un eccesso di foga, un ritardo: il gol lo prendi. La perfezione difensiva la Juve l’ha raggiunta solo una volta: al Camp Nou contro Messi, Neymar e Suarez, che pure si mangiarono qualche gol.

Il gol lo puoi prendere, dal nulla, anche se non hai rischiato, anche se il tuo portiere non fa parate. Vale la stessa logica per cui sei andato avanti al primo tiro o al primo errore altrui. Il volume di gioco nella tua area è tale per cui finché giochi a vincere le gare senza rischiare nulla, qualcosa potrà sempre andare storto. E ci andrà.

Ci sono poi delle attenuanti nella colpa al 100% di Allegri.

Azzurri e sudamericani sono arrivati tardi da Euro e Copa (la Juve ha 5 campioni d’Europa e 2 campioni di Copa), i sudamericani hanno saltato un big match (come salteranno, per lo stesso folle motivo, Juve-Roma), il ritiro è stato fatto con de Winter, Rugani e De Sciglio, Ramsey play e CR7, Tek ha regalato 2-4 punti sui 10 gettati.

L’altra attenuante è la mancanza di “conoscenza” che Allegri aveva della rosa. Ha scoperto che Bentancur non è migliorato di un’oncia, Dybala ha ormai 45′ (sublimi) nelle gambe, Tek non è più solido e, tra i nuovi, Rabiot pur crescendo a volte si addormenta, McKennie è svagato, Kulu non è Douglas Costa.

Ora Allegri ha alcune certezze (se è vero che un punto con un Milan stanco e ferito è grave vista la classifica, la Juve è parsa migliorata nella prima ora rispetto alle precedenti): Danilo, Bonucci, Chiellini e Sandro sono solidi, Locatelli (al netto dell’errore su Rebic) è centrale e Cuadrado, Dybala e Morata hanno un’ora di ottimo “football/beach volley“.

Allegri poi sa bene (non è stupido, anche se qualcuno dipinge così l’uomo con la più alta % di vittorie della Storia Juve) che de Ligt e Chiesa sono gli unici due potenziali fuoriclasse in rosa ma, da prassi allegriana, vuoi per lo stato di forma di Bonucci&Chiellini, vuoi per qualche noia fisica di Chiesa, sta facendo ad entrambi quel trattamento che ha riservato a tutti i giovani fenomeni alla Juve, da Morata a Pogba, da Dybala a Kean. I due hanno materiale umano e tecnico e spalle larghe per uscirne ancor più migliorati. Che è quello che conta.

Eppure… tic tac, tic tac, il tempo scorre, la Juve non è più quella del suo primo quinquennio e le attenuanti, il tempo per esperimenti (folli) come con l’Empoli o per conoscere come stanno i vecchi e cosa sono i nuovi è ampiamente scaduto, coìì come per rendersi conto che l’Allegrismo dell’Allianz e del Bernabeu non porta a nulla con questa squadra.

Meglio cominciare ad intravedere l’altra faccia di Allegri, quella audace del 4231 o quella alla morte di Juve-Atletico. Altrimenti sarà una stagione lunghissima (e un quadriennio atroce).