Manzo più là

Non chiederti cosa i tuoi compagni possono fare per te, chiediti cosa tu puoi fare per i tuoi compagni“.

Se la mia squadra vince vinco anche io, non importa il punteggio, non conta se faccio gol o meno, se attacco o difendo…conta essere degno della mia squadra“.

Sabato sera inseguivo tutti in campo cercando di pressare e recuperare ogni palla, mentre correvo gridavo se segnate a Gigi vi spezzo le gambe!“.

Così muore un centravanti. Non so se queste dichiarazioni siano di Mario Mandzukic. O soltanto un fake della rete. Certo è che sono verosimili. Sono figlie del clima creato attorno all’ex centravanti trasformato in suora di carità. Un clima di solidarietà verso sofferenza altruismo e sacrificio di uno sviato dalla razza per il goal, dal proprio ruolo mortifero di esecutore della fine altrui, per cosa poi. Mettersi a fare il Padoin, il tappabuchi, il soldatino tuttofare. Mandzukic uno che venne per fare il generale scaltro e pratico trasformato in una infermiera stanca che distribuisce panni caldi. Che poi. La solidarietà verso questo genere di olocausto di se stessi è pelosa. Qui al primo stronzetto che la butta dentro senza troppe menate solidali s’è già pronti a scaricare sua generosità a secco per troppo amore. Mario Manzo va ritrovato. Venne che era slavo, già pronto e usabile con appena un po’ di fuoco come un quattro salti in padella. Cattivo e usabile sia come zingaro di porta che “zingaro di merda”. Poi ha avuto il Midas, il cambio di dna da speculazione edilizia in area a pony express delle pizze, la trasformazione in ciuco, in cocco bello degli afflitti. E quasi lo si preferiva rotto. Piuttosto che intero. E i cocci rotti fan male, tagliano. E la vanità delle persone intere, no. E tutto è cominciato con quel maledetto recupero di testa a Bergamo. E nessuno dice niente, l’ambiente come al solito come con Tevez che non sa fare calcoli sulle scelte di vita e ruolo. Il passaggio da dritto a fregnone anziché da Dybala a lui plaudito come alle serate Telethon. Mario Mandzukic va salvato. Come ? Va rimesso a posto. Al suo, davanti. Più là di dove sta adesso, che a pensarci bene manco lo si sa più. In fondo la generosità ti porta ad essere onnipresente, in questa caricatura di Nostro Signore. Che se porta la croce viene elogiato. Ma se mette in croce gli avversari, viene amato.

Vincenzo Ricchiuti.

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