Lettera aperta ai ragazzi (con un dolore pazzesco dentro)

Cari ragazzi, cari giocatori della Juventus, non vi fate distrarre, convincere, siete sempre dei bravissimi figli e campioni anche solo perché indossate quella maglia bianconera. State tranquilli. Il nostro amore per voi non cambia. Le partite come quella con il Bayern sono accidenti della vita, disastri, incidenti, simili a malattie, ferite che passano. L’importante, adesso, è non pensare alle vacanze, agli Europei che verranno, alla ragazza che dice di voler il mare andando a Madrid. Cari amici dei nostri desideri più giovani e belli, vi prego restate sereni. La partita con i tedeschi non ha detto niente. Solo che a volte qualche sostituzione si può sbagliare, che c’è bisogno di fare legna in mezzo al campo e che quando l’avversario in ginocchio bisogna giustiziarlo, senza pietà. Le squadre di Guardiola sono così. Lo sono sempre state. Fantasiose e lineari in attacco, come un Zeman qualunque. Spietate e semplici in retrovia, come insegna l’esempio di Capello che a quel Barcellona di Cruyff gli ha menato quando contava.
Cari ragazzi nella maglia di Scirea e Charles, siate buoni. Mangiate bene, andate a dormire presto e allenatevi il giusto. State sereni. Vi vogliamo dolci. E’ la cosa più bella. La bontà vince sempre. La curva, il lato arrotondato, è quello imparabile. Voi rappresentate una luce in fondo al tunnel. Non vi dividete. Fate una promessa dentro lo spogliatoio e la prossima volta spaccherete tutto. Potete scegliere contratti migliori o farvi abbindolare da un ottavo di finale giocato in casa, come un Vidal qualunque, ma potete fare meglio. Scvrivere la storia, si dice. Ecco la prossima volta potete fare così. Dare un senso alle cose, al mondo che viene e va. Manca solo un creatore di gioco che sappia dialogare. Quando quel buon Marotta, con i suoi modi da farmacista gentile, ce lo regalerà dicendo che dobbiamo aspettare un po’ per vederlo crescere si potrà cominciare a sognare.

Perché amo Massimiliano Allegri

Perché amo Massimiliano Allegri


di Agnese Rumolo

Non lo volevo con noi e non ho paura di ammetterlo. Non volevo quel livornese strano, colpevole di aver recriminato troppo sul famoso goal di Muntari, non dopo Conte, che ci aveva abbandonato all’improvviso, dicendo che non eravamo più all’altezza.
Volevo allontanarmi dal mondo del pallone, dalle esultanze, dagli sfottò, da quel “fino alla fine” ed il suo significato.
Eppure ora sono una delle sue più grandi sostenitrici.
Ieri sera Massimiliano Allegri si è dimostrato uno dei migliori allenatori del mondo.
Ha preparato la partita con la formazione che il Destino gli aveva assegnato, pagando l’assenza dei titolari nei cambi che, ahi noi, non si sono dimostrati all’altezza.
Ci ha creduto fino alla fine, scegliendo di lasciare Paulo a Torino e accettando l’assenza di Claudio, senza rassegnarsi. Ci ha creduto mentre parlava in conferenza, tranquillo e determinato.
Era venuto per vincere e ha giocato per vincere, preparando la partita in maniera perfetta, dominando per 70 minuti contro la seconda squadra più forte al mondo (la prima l’abbiamo affrontata il 6 Giugno), ci ha creduto quando si è giocato l’ultimo cambio, mossa tattica per permettere alla squadra di rifiatare e raccogliere idee e lucidità.
Mancava poco, pochissimo, e lui ci credeva.
Poi è successo ciò che è successo e il sogno di Massimiliano Allegri – il nostro sogno – è andato in mille pezzi.
Sarebbe stato magnifico sbattere quella coppa maledetta in faccia a chi ci augura la caduta, il fallimento, la morte. A chi dice che 15 vittorie di fila sono inutili. A chi dice che siamo come una famosa squadra norvegese. A chi quella coppa non l’ha mai vinta e probabilmente non la vincerà mai.
Eppure non dobbiamo disperare.
Uno dei meriti di Massimiliano Allegri è quello di averci ridato una mentalità europea, oltre che vincente. È quello di averci permesso di giocarcela alla pari con le più grandi d’Europa, riuscendo a dominare e a sfiorare il sogno con la punta delle dita.
Ciò che mi ha lasciato ieri sera, oltre a tantissima amarezza, è la consapevolezza che questa squadra ha solo ampissimi margini di miglioramento e che, con Massimiliano Allegri alla guida, possiamo davvero ambire a raggiungere ciò che abbiamo solo sfiorato.
Io credo in Massimiliano Allegri e credo nella Juventus FC.
Avanti, tutti insieme! Fino alla fine!