di Michele Tossani
Una partita da ricordare, forse anche oltre questa stagione. Una partita di grande intensità, entusiasmante, come si conviene ad un ottavo di Champions League fra due squadre del blasone e della caratura di Bayern Monaco e Juventus. Certo, rimane il dispiacere di come non si sia ancora pensato ad inserire una specie di criterio stile teste di serie a partire dalle gare ad eliminazione diretta della massima competizione mondiale per club, visto che Chelsea e Juventus sono fuori mentre passa il Wolfsburg…
La partita di ieri, soprattutto, è stata una grande battaglia tattica fra due ottimi allenatori. Mentre analisi generali della partita sono già state fatte ed ampiamente discusse, in questo articolo ci limitiamo a sottolineare alcuni aspetti tattici che sono venuti fuori osservando ed analizzando la partita fra Bavaresi e Bianconeri.
Fluidità. Per fluidità si intende un “termine generico con cui si indica la maggiore o minore facilità delle parti di un corpo allo stato liquido o aeriforme di scorrere le une sulle altre. Con significato specifico, l’inverso della viscosità” (treccani.it). Il filosofo Zygmunt Bauman ha caratterizzato come “liquida” la condizione esistenziale della società contemporanea, «una società può essere definita “liquido-moderna” se le situazioni in cui agiscono gli uomini si modificano prima che i loro modi di agire riescano a consolidarsi in abitudini e procedure. Il carattere liquido della vita e quello della società si alimentano e si rafforzano a vicenda. La vita liquida, come la società liquido-moderna non è in grado di conservare la propria forma o di tenersi in rotta a lungo». Più prosaicamente, nel calcio, per liquido o fluido deve intendersi un sistema tattico variabile, che si adatta alle circostanze di gioco e/o che si modifica a seconda della fase offensiva o difensiva della squadra. In queste ultime stagioni abbiamo assistito a molti esempi di sistemi di gioco fluidi. La fluidità è stata ed è caratteristica del calcio di Guardiola. E anche in Serie A abbiamo visto il sistema fluido 3-4-2-1/4-4-1-1 della Fiorentina di Paulo Sousa. Contro il Bayern, la fluidità è stata mostrata anche dalla Juventus di Allegri, capace di adattare il 5-4-1 di partenza alle varie situazioni di gioco.
La pressione alta della Juventus.
La linea a 4 di centrocampo della Juventus.
La fluidità del sistema della Juventus: Alex Sandro si alza per affrontare il neo entrato Coman. La profondità è coperta dai 3 centrali.
Allegri ha studiato e ha visto come Borussia Dortmund (con una difesa a 5) e Mainz (con un 5-2-3), hanno messo recentemente in difficoltà la fase offensiva 2-3-5 del Bayern di Guardiola. Con il suo 5-4-1 flessibile, Allegri ha chiuso tutti i varchi al Bayern, sia centralmente che lateralmente. Utilizzando questo sistema, unito al pressing iniziale che ha mandato il tilt la fase di costruzione del Bayern, la Juventus si era costruito un meritato 0-2 di vantaggio.
La fase di costruzione del Bayern, 2-3-5 con Alonso No.5 e con Alaba e Lahm negli half-spaces. La Juventus è ben bilanciata, con ogni uomo pronto ad essere coperto (Lichtsteiner vs Ribery fuori inquadratura).
Solo Kimmich e Benatia vengono lasciati liberi. Pogba indica Muller a Evra, mentre si prepara ad uscire su Lahm. E’ lo stesso movimento di Hummels su Muller in BVB – Bayern 0-0 di questa stagione.
La palla arriva all’esterno e la Juventus è brava a scivolare e chiudere gli spazi esternamente.
L’azione da cui parte lo 0-2. Il centro è congestionato ed il Bayern non riesce a sviluppare il suo gioco centrale basato su passaggi corti.
Il Bayern vince con i cross. Allegri ha costretto Guardiola a cambiare più volte i suoi piani iniziali. Troppo inefficacie il gioco sviluppato dal Bayern, così il tecnico catalano è stato costretto, via via, a cambiare, prima togliendo Xabi Alonso, spostando Vidal davanti alla difesa, poi inserendo Coman largo a destra per spostare Douglas Costa centralmente, nel cuore della manovra, per sfruttare le sue doti di 1 contro 1 e di passaggio.
Ma la cosa forse più soprendente è stato il fatto che il Bayern, per pareggiare, ha dovuto cambiare il suo game plan, puntando sui cross molto più di quanto sia solito fare. Alla fine, i Bavaresi hanno provato ben 39 cross, numero insolitamente alto a quelle latitudini.
Il Bayern schiaccia la Juventus, che si abbassa troppo. Ma 8 contro 9 si può ancora difendere.
Mario Mandzukic. L’ingresso di Coman, opposto ad una squadra in evidente calo fisico e, in particolar modo, ad uno stanco Alex Sandro, ha cambiato la partita. Ma anche un altro cambio ha avuto l’effetto di rinvigorire il Bayern e mteere in crisi la Juventus. Si tratta dell’ingresso di Mandzukic al posto di Morata. Avventuo quando la squadra bianconera era ormai schiacciata nella propria metà campo, l’ingresso del croato ha ulteriormente permesso ai tedeschi di far abbassare gli uomii di Allegri. Infatti, Mandzukic, contravvenendo agli ordini di Allegri, forse per un eccesso di generosità, rientrava troppo profondamente nella metà campo bianconera, facendo schiacciare ancora di più la Juventus, dato che permetteva anche i centrali bavaresi di entrare nella tre quarti juventina. Rimanendo altio, come aveva fatto Morata, Mandzukic avrebeb permesso alla Juventus di difendere 8 vs 9 nella propria metà campo.
Mandzukic arretra per aiutare la squadra. Ma in questo modo contribuisce a farla schiacciare ancora di più. Kimmich e Alaba avanzano fin oltre la metà campo. E’ 10 contro 10 negli ultimi 30 metri della Juventus, senza appoggi in avanti per far salire la squadra.
Come sopra.
Ora, anche se la Juventus si era abbassata comunque troppo, in 8 contro 9 si poteva difendere. Questa situazione è stata rimarcata dallo stesso Allegri dopo la partita: “speravo che Mandzukic potesse tenere su la palla e invece si è schiacciato troppo vicino ai centrocampisti e di conseguenza loro hanno alzato il baricentro e non avevamo più l’uomo in avanti. A Morata invece gli avevo detto di rimanere su e di non preoccuparsi della fase difensiva.” Con l’abbassarsi di Mandzukic, invece, la partita si è trasformata in una esercitazione attacco contro difesa 10 contro 10, con la Juventus privata di un punto di riferimento cui appoggiarsi con palloni lunghi per far salire e respirare la squadra, sottoposta all’intensa pressione del Bayern.
Conclusione. Detto di Mandzukic, anche Sturaro non ha inciso positivamente sulla partita. Il centrocampista bianconero è stato autore di una prova opaca. Allegri ha quindi sbagliato i cambi? Ha perso la battaglia tattica con Guardiola? La risposta è no. Non è infatti colpa di Allegri se i sostituti hanno sbagliato partita. Di Mandzukic abbiamo già detto: non erano quelli gli ordini ricevuti dal croato. Anche il cambio in sé aveva senso, con Morata che aveva dato tanto e con il croato che, sempre a detta dell’allenatore bianconero, doveva tenere impegnati con la sua stazza i centrali Kimmich e Alaba. Per quanto riguarda Sturaro, non si poteva certo immaginare che non desse il suo contributo, come invece aveva fatto all’andata, contribuendo alla fase difensiva e collegando perfettamente centrocampo e attacco. Guardiola ha fatto dei cambi vincenti, ma Allegri ha risposto bene. Se i giocatori entrati hanno sbagliato la partita, non si può incolpare l’allenatore bianconero, che non ha responsabilità. Anzi, Allegri va proprio elogiato per aver ingabbiato il Bayern, per averlo messo in difficoltà a casa sua e per aver letto bene, ancora una volta, la partita.