10 spunti di riflessione dopo Juve-Empoli

1- Davvero splendida la coreografia della sud dedicata a Gigi Buffon, il portiere dei record. #césolounnumerouno

2- L’Empoli é una squadra ostica e anche se non abbiamo sofferto più di tanto è stato fondamentale sbloccare la partita prima dell’intervallo.

3- Pogba è un fenomeno, e come tutti i fenomeni capita che si piaccia un po’ troppo in alcuni momenti della partita. Giocasse semplice non sarebbe Pogba.

4- Troppo leziosi in alcuni momenti chiave della partita. Occorrerebbe essere più cinici. Meglio prima chiudere la partita e pensare poi ad essere belli.

5- Si è sbloccato Mandzukic e questo non può che essere un bene.

6- I muscoli di Chiellini sembrano modellati a Praga negli ultimi tempi, ma con un Rugani così in crescita la sua assenza mi fa meno paura.

7- Morata ha voglia e si vede. Avrebbe meritato il gol, l’incrocio dei pali glielo ha negato.

8- Vincere aiuta a vincere. La partita di San Siro non sarà decisiva per lo scudetto, ma sicuramente darà qualche indirizzo in più. Arrivarci così dà morale.

9- Non so quanto vantaggio dia giocare prima, ma ora mancano 7 partite alla fine e vincere dà certamente morale quando di punti a disposizione.

10- 21 partite utili consecutive: 61 punti su 63 disponibili. Fenomenali.

L’uno a zero dei numeri 1

L’uno a zero dei numeri 1

 

Vincenzo Ricchiuti.

JUVENTUS-EMPOLI 1-0/ Nulla di nuovo sotto le luci dello Stadium

I commenti sulle partite della Juventus rischiano di ripetersi. E questo è un bene, perché si continua a vincere e il numero delle gare diminuiscono. Cosa si può aggiungere di nuovo? Le giocate dei singoli, l’infortunio, la solidità difensiva e la maturità (penso alla gestione degli ultimi 10 minuti) sono ormai un classico. Non ci si deve mai però stancare di scrivere e parlare di Pogba, uno che fa una chiusura difensiva da terzino con uncinata da numero 10 e poi risolve la gara con un cross da 11. L’onnipotenza calcistica di questo ragazzo non finisce di stupire. Giochicchia? Anche, ma è sempre decisivo: questo conta. Lo stesso non si può dire di Pereyra, uno che in due stagioni, al netto degli stop causa problemi fisici, non è mai riuscito a fare davvero la differenza. Asamoah, uno della cui intelligenza e bravura non si può discutere, ha inciso maggiormente nei dieci minuti nel quale è stato in campo. Probabilmente Allegri non ci ha indovinato quando ha scelto, perché costretto, di passare al 442 con l’argentino centrale di centrocampo con Pogba chiamato a una notevole mole di compiti difensivi; forse bastava invertire la posizione dei due, forse bastava togliere prima l’argentino. Restando sui singoli: bene Rugani, sverginato dopo gli errori con l’Inter, sempre più dentro il sistema della Juventus, diverso da quello dell’Empoli di Sarri nel quale ci si muove in relazione alla posizione della palla e dei compagni: Allegri chiede di relazionarsi anche in base all’avversario con marcature più strette. Morata ha iniziato nel migliore dei modi, poi è andato a fiammate. In generale, il numero eccessivo di fuorigioco delinea una difficoltà nel muoversi nei tempi giusti o  evidenzia la tendenza a eseguire le giocate con una frazione di ritardo. Non è nemmeno una novità l’infortunio di Chiellini (prima di piangere, però, è sempre meglio aspettare gli esami). Si dice non sia il solito polpaccio ma la coscia destra. L’impressione è quella di trovarsi con un giocatore davvero borderline fisicamente. Un posto in rosa per lui non può essere messo in discussione, ma in una squadra come la Juventus servono sempre più calciatori integri e meno proni agli infortuni.

Davide Terruzzi