Asamoah, la lunga strada verso la vetta

Non Sturaro, com’era plausibile pensare alla vigilia, non Lemina, con Marchisio restituito al ruolo di mezzala, né tantomeno Hernanes: nella partita più delicata assieme alla trasferta di Firenze, il mister ha scelto di affidarsi a Kwadwo Asamoah, addirittura allontanando Pogba dalla sua mattonella prediletta sul centro-sinistra per mettere a proprio agio il ghanese. Certo, Asa non ha disputato una gara memorabile, non la inseriremmo nemmeno tra le sue migliori prove stagionali, ma ha aggiunto un altro tassello importante nel mosaico che, una volta completo, dovrebbe riportare il centrocampista ai livelli che gli competono.

Non dobbiamo assolutamente dimenticare da dove viene Asamoah, giocatore assolutamente fondamentale nello scacchiere di Antonio Conte per due stagioni e partito bene anche con Allegri, che sulla scia tracciata dal suo predecessore ha impiegato il numero 22 da quinto di centrocampo a sinistra. 9 presenze nelle prime 14 gare disputate dalla Juve 2014/15, un titolare a tutti gli effetti, prima dell’infausta condropatia rotulea che di fatto distruggerà la sua stagione. Asa tornerà in campo, dopo quasi 5 mesi d’assenza, in occasione della penultima di campionato contro il Napoli, nell’inedito ruolo di terzino sinistro del 4-3-1-2 disegnato da Allegri nella seconda parte della sua prima stagione in bianconero.

Luce in fondo al tunnel? Non ancora, dato che il medesimo problema ha costretto l’ex Udinese a saltare la prima parte di questa stagione. Ai più Asamoah pareva un giocatore finito, almeno nella Juventus; qualche sporadica presenza al pari di Simone Pepe l’anno scorso e poi via, con qualche rimpianto per quello che sarebbe potuto essere senza la gogna degli infortuni. Niente di più sbagliato. Una presenza con l’Atalanta, un nuovo infortunio muscolare, ottime prove con Lazio e Udinese a cavallo con il nuovo anno e qualche affanno in più contro il Sassuolo, oltre alle gare bifronti contro l’Inter in Coppa Italia.

Il suo è stato un impiego a singhiozzo finora, giustificato da diversi fattori: i già citati problemi muscolari di varia natura, che complessivamente lo hanno costretto a restare fuori dai convocati in 14 occasioni, l’elevata qualità della concorrenza a centrocampo, la giustificata prudenza dello staff bianconero che ha fatto il possibile per evitare ulteriori ricadute (non a caso Asamoah non è mai sceso in campo da titolare per due gare consecutive).

Stesso modulo dei fasti contiani, il 3-5-2, ma “nuovo” ruolo: con Evra e Alex Sandro (col quale ha dimostrato di intendersi alla grande) padroni della corsia mancina, Allegri ha rilanciato Asamoah come mezzala sinistra, ruolo che il ghanese occupava a Udine. Se da esterno Asa puntava tutto sulla progressione in fase offensiva e sulla sua innata capacità di leggere il gioco rendendosi utilissimo anche in fase di copertura, da centrocampista centrale ha ridotto le sue scorribande offensive per provare a tornare l’infaticabile recuperatore di palloni visto al Friuli e in nazionale. Una tipologia di giocatore che Allegri non possedeva, con caratteristiche diverse dai pari ruolo Sturaro, Pereyra e Khedira, escludendo l’alieno Pogba.

Il tassello aggiunto ieri ha un’importanza che va oltre il rendimento del giocatore in campo: Allegri si fida di Asamoah e l’ha mandato in campo in una trasferta delicatissima, per la prima volta da quando, lo scorso 23 maggio, il centrocampista è tornato a calcare i campi della Serie A. La prossima stagione sarà decisiva e saprà dirci se Asa sarà in grado di riprendersi un ruolo di rilievo in questa Juventus, al netto dei problemi fisici che speriamo l’abbiano definitivamente abbandonato.

Alex Campanelli.