Le gare dei quarti di finale di Champions League, soprattutto quelle disputate martedì, hanno probabilmente lasciato anche il più ottimista e meno dietrologo dei tifosi juventini in balia dei rimpianti. Cosa sarebbe successo se Evra avesse spazzato quel pallone a Monaco? Dove saremmo potuti arrivare in una Champions senza Barcellona? Dove sarebbe ora la Juventus con Arturo Vidal ancora in rosa?
Qui vogliamo provare a rispondere a quest’ultimo quesito, attraverso statistiche e dati oggettivi, per scoprire se effettivamente l’assenza del cileno è stata coperta al meglio dai nuovi e dai vecchi bianconeri, o se c’è qualche fondamentale nel quale la Juventus 2015/16 è carente rispetto a quella della passata stagione.
PRESENZA
Quasi onnipresente nella prima stagione in bianconero, i minuti giocati da Vidal sono progressivamente scesi anno dopo anno, a causa di svariati problemi fisici e alcune vicissitudini extracalcistiche che ne hanno minato la continuità. Nella scorsa stagione Vidal ha collezionato 23 presenze in Serie A, non molte in più del “sempre rotto” Khedira, che a 6 giornate dalla fine del campionato risulta aver messo piede in campo per 17 volte. Mettiamo in chiaro il fatto che Khedira NON è il sostituto di Vidal, dal quale differisce enormemente per caratteristiche e contributo alla squadra, ma lo è “numericamente” dato che di fatto ha preso il posto del cileno nell’11 tipo di Massimiliano Allegri.
FASE REALIZZATIVA
A stagione quasi terminata, possiamo affermare che la Juve non ha in rosa uno o più giocatori che possano garantire la capacità realizzativa di Arturo Vidal. Nei piani della società, soprattutto se Allegri avesse deciso di insistere con il 4-3-1-2, il sostituto di Arturo sarebbe potuto essere Pereyra; un’aspettativa lecita, viste le ottime premesse dello scorso campionato, peccato che un brutto infortunio abbia costretto il Tucu a saltare gran parte della stagione. Centrocampista da doppia cifra, nella sua peggior stagione in bianconero ha comunque segnato 7 reti in campionato e una in Champions League, contro il Monaco. Nonostante un Khedira mai così prolifico dai tempi di Stoccarda (4 reti, tutte in Serie A) e un Pogba che si sta confermando sotto porta, al centrocampo bianconero mancano i gol di cileno, considerando lo 0 alla voce gol fatti di Marchisio, Asamoah e del già vitato Pereyra.
ASSIST E KEY PASS
La capacità di Vidal di inserirsi e rendersi pericolosissimo nei pressi dell’area avversaria è risaputa, meno reclamizzata è invece la sua capacità di servire i compagni. Nell’ultima stagione, in linea con le precedenti, Vidal aveva una media di 1,3 key pass a partita, con 4 assist realizzati, tutti in campionato. Dal punto di vista delle occasioni create a partita, Khedira non garantisce lo stesso contributo di Arturo (0,6 per gara), Marchisio è passato dall’1,4 dell’anno scorso all’1 attuale e Pogba è rimasto stazionario attorno all’1,4. A bilanciare questo deficit, la rinnovata propensione di Paul all’assist, ben sfruttata dagli attaccanti bianconeri: ben 10 i passaggi vincenti di Paul in stagione, da sommare ai 3 di Sami e ai 2 di Claudio. Da questo punto di vista l’addio di Arturo è stato discretamente coperto, considerando che i numeri sopra citati non potranno che migliorare nelle ultime 6 giornate di campionato.
GESTIONE DELLA PALLA
Pur dotato di una sensibilità di calcio superiore alla media, Arturo poteva inizialmente sembrare un alieno in mezzo ai fini palleggiatori della mediana del Bayern. Pian piano il cileno è riuscito ad assimilare il gioco di Guardiola e ora i suoi numeri relativi alla gestione del pallone si avvicinano molto a quelli di artisti della pedata come Xabi Alonso e Thiago Alcantara. Anche senza di lui, comunque, la Juve non pare aver particolari problemi di palleggio. Più o meno stabile attorno all’84% di passaggi riusciti e ai 49 passaggi per gara nel suo periodo in bianconero, Vidal è stato degnamente sostituito da Khedira (85% e 41 passaggi a partita), Pogba (stabile con 83% e 46 passaggi) e soprattutto dal Marchisio più “guardiolesco” di sempre (addirittura 88,5% di passaggi riusciti con 66 appoggi a gara), di poco inferiore al Pirlo bianconero.
FASE DIFENSIVA
Partiamo dal tasto dolente: i tackle, i pulitissimi recuperi in scivolata che, prima ancora dei gol, hanno reso Vidal l’idolo dello Juventus Stadium. Nell’ultima stagione Vidal ha fatto meglio di tutti i centrocampisti della rosa attuale, con 3,1 tackle a partita, ma in passato ha raggiunto picchi mostruosi come i 5,4 della stagione d’esordio, meglio ancora dello straripante Kanté visto all’opera nel Leicester. Pogba (2,3), Marchisio (2,1) e soprattutto Khedira (0,7) non hanno saputo tappare il buco lasciato dal cileno per quanto riguarda questo particolare fondamentale; le speranze sono riposte principalmente in Sturaro e Lemina, che con un po’ di continuità in più potrebbero mettere insieme numeri discreti. Per quanto riguarda gli intercetti, il sostituto di Vidal indossa la maglia numero 10: in questa stagione Pogba ha raddoppiato i palloni intercettati a partita, passando da 0,7 a 1,3, media vicina a quella dell’ultimo Vidal bianconero (1,6).
Per concludere, è evidente come i centrocampisti bianconeri, nuovi e vecchi, abbiano saputo colmare bene il vuoto lasciato dal cileno per quanto riguarda diversi aspetti, mentre per altri aspetti è stato impossibile raggiungere i suoi picchi di rendimento, con Massimiliano Allegri che ha dovuto giocoforza modellare diversamente il gioco della sua squadra. Meno “garra” a centrocampo e meno break dei centrocampisti hanno portato a uno stile di gioco più riflessivo e più incentrato sulle progressioni e i cross degli esterni, grazie a due interpreti di livello europeo come Cuadrado e Alex Sandro. Una Juve sicuramente diversa, che col cileno in mezzo al campo sarebbe forse stata perfetta, ma che sta continuando a dominare in Italia e ha combattuto ad armi pari contro una delle squadre più forti d’Europa anche senza Arturo. Che anche il tifoso più freddo e razionale, in fondo in fondo, rimpiange almeno un pochino.
Alex Campanelli.