Non è finita fino a quando non è finita

Non è finita fino a quando non è finita. Bisogna tenere presente questo detto che viene dall’hockey su ghiaccio, dagli anni ’70, dall’America e dalla libertà. La Juventus è vicina al traguardo, ma ci sono ancora partite e tranelli dietro l’angolo. Nessuno vorrà regalare il quinto titolo consecutivo. Nessuno vorrà passare quale agnello sacrificale. Anche il Palermo ha promesso bel gioco e impegnato muscoli e cervello per quasi 70 minuti. E quanto avvenuto a Marchisio è la dimostrazione di ciò. Quando ti regalano una partita non c’è bisogno di contendere ogni palla fino allo sfinimento. Per questo adesso è sempre più importante la riserva di muscoli e audacia che è in panchina. Rugani ha dimostrato di saperci stare nell’11 titolare. Stessa cosa dovranno fare, saranno chiamati a fare, Lemina e Sturaro, Hernanes e Zaza. Il campionato non è finito e la coppa Italia è una finale complicata, che può dimostrare qualcosa. Il “double” che la Juventus può bissare quest’anno è una occasione troppo bella per rilanciarsi in Europa, lì dove tutto si complica.
Lazio, Fiorentina, Sampdoria sono partite difficili per motivi diversi. I punti di vantaggio possono significare molto e non dire nulla però sono una riserva per il futuro prossimo. “Sfruttare il momento favorevole per servirsene quando le cose non vanno per il verso giusto e desiderato” diceva un vecchio allenatore. E’ questa una regola che si può adattare dalle squadre solitamente in lotta per la retrocessione, ma che deve servire adesso. Con la prossima primavera e l’estate che sarà calda, gli Europei che l’Italia perderà come è tradizione e Allegri che dovrà rinnovare il contratto sempre che qualche nababbo non voglia portarlo via. E’ questo il nodo da risolvere. A Torino lo sanno bene. Stanno facendo passare l’acqua sotto al ponte e trovare una soluzione accettabile sul mercato, che faccia contenta la guida tecnica ed i tifosi che sono ancora perduti dietro a Vidal, Tevez, Pirlo, Coman e Llorente.

Simone Navarra.