I numeri di uno Scudetto da leggenda

Record, primati di squadra e personali, vittorie e, soprattutto, una cavalcata straordinaria: ecco perché We Made Hi5tory

Uno Scudetto del genere non si era forse mai visto. Mettete insieme questi ingredienti e capirete il perché: una squadra completamente rinnovata, un avvio complicato, una cavalcata pazzesca. Aggiungete che quello che abbiamo appena vinto è uno Scudetto indimenticabile, perché completa il secondo Quinquennio della storia bianconera, e capirete perché i nostri ragazzi hanno scritto una pagina di storia. Anzi, diciamolo pure: di leggenda.

Iniziamo da una domanda: perché questo Scudetto è così incredibile?
Intanto, perché nessuna squadra nella storia della Serie A ha vinto lo Scudetto dopo aver raccolto un solo punto nelle prime 3 partite giocate, e dopo averne raccolti 12 dopo 10 giornate di campionato. Inoltre, solo due squadre avevano vinto in passato il Tricolore dopo aver perso la prima giornata di campionato: il Toro, nelle stagioni 42/43, 75/76 e proprio la Juve, durante il primo Quinquennio (1932/33) e poi nel 1974/75. Infine, da segnalare che la Juventus è la prima squadra dell’ultimo decennio in Serie A a vincere il campionato senza essere stata campione d’inverno.

I record di squadra

Veniamo a un secondo punto: i record messi a segno dalla Signora in questa stagione.
La Juve non ha subito gol per 10 gare consecutive di campionato (mai nessuno ci era riuscito in Serie A), inoltre, ha ottenuto 72 punti sui 75 nelle ultime 25 giornate, record di punti in Serie A, prendendo in esame questo intervallo di partite. Con la sfida contro la Lazio, i bianconeri hanno anche stabilito il loro record di partite interne consecutive senza subire gol: quello precedente era di otto, adesso siamo a nove e ci sono ancora due sfide allo Stadium da giocare. Infine i bianconeri hanno stabilito negli scorsi mesi il loro record di vittorie consecutive in una singola stagione, 15.

I record personali

Ci sono i record di squadra, e quelli personali: analizziamoli.

Paul Pogba ha finora messo a referto il suo record di assist in carriera in un campionato (11) ed eguagliato quello di gol in campionato (8); inoltre il francese mai ha tirato così tanto verso la porta (114 volte) e nello specchio (36) in una stagione.

Primati personali anche per Paulo Dybala: la Joya ha messo a segno 16 reti, mai così tante in Europa, e soprattutto ha contribuito a creare ben 69 occasioni da rete.

Se ci soffermiamo sugli assist, non vanno dimenticati i sei di Morata e i tre di Alex Sandro: per lo spagnolo e il brasiliano si tratta di record personale (per Alex Sandro ci riferiamo a campionati europei).

Ovvio, però, che se parliamo di record personali, non possiamo che alzarci in piedi ancora una volta e celebrare il primato di Gianluigi Buffon, che rimanendo imbattuto per 973 minuti in questo campionato ha stabilito il record per un portiere in Serie A. E se non vi basta, aggiungiamo una chicca extra campionato: Gigi ha disputato la sua gara numero 90 in Champions League in maglia bianconera, diventando il bianconero più presente di tutti. Una leggenda vera.

Il nostro Mister

Massimiliano Allegri ha vinto il suo terzo Scudetto da allenatore in A: entra così nella top 10 dei tecnici più scudettati dopo Trapattoni (7), Capello e Lippi (5), Carcano e Felsner (4) e al pari di Conte (3), Garbutt (3), Herrera (3), Mancini (3), Weisz (3). Inoltre, Allegri è il settimo allenatore della Juventus a vincere due scudetti consecutivi dopo Trapattoni, Lippi, Carcano, Conte, il binomio Cesarini-Parola e Vycpalek.

Altri record possibili

Abbiamo vinto lo Scudetto, ma la stagione non è ancora finita: ecco perché ci sono ancora record che i bianconeri possono portare a casa, per rendere la stagione ancora più leggendaria.

Intanto, la porta bianconera è rimasta imbattuta finora per 20 volte: il record è di 22 gare, nel 2013/14, mentre quello personale di Buffon è 21, nella stagione 2011/2012

La Juventus ha subito solo 17 gol finora. Il primato in un campionato italiano a 20 squadre è di 20 reti subite proprio dalla Juventus 2011/12: aggiungiamo comunque che mai i bianconeri dopo 34 giornate avevano incassato così pochi gol.

E infine, se vincesse tutte le partite da qui alla fine, la Juventus metterebbe a referto 55 punti nel girone di ritorno, record per un singolo girone di Serie A.

Le curiosità

Volete sapere quali sono le partite in cui sono stati segnati più gol, subiti meno tiri, messi a segno più passaggi? Continuate a leggere:

Partita con più gol e con maggiore scarto: Udinese-Juventus 0-4, Chievo-Juventus 0-4 e Juventus-Palermo 4-0.

Partita con più tiri da parte dei bianconeri: Juventus-Frosinone (36 per i bianconeri)

Partita con più tiri nello specchio: Chievo-Juventus e Atalanta-Juventus (10)

Partita con maggior possesso palla: Juventus-Atalanta (69,6%)

Partita con meno tiri subiti: Juventus-Bologna (2)

Partite con meno tiri subiti nello specchio: Frosinone-Juventus, Palermo-Juventus, Juventus-Atalanta e Genoa-Juventus (tutte a 0). A proposito: questo è un altro primato in campionato (i quattro match senza subire tiri), condiviso con Napoli e Fiorentina

Partita con più passaggi effettuati: Chievo-Juventus (725)

Partita con più cross su azione: Juventus-Udinese (34)

Partita con più dribbling riusciti: Juventus-Frosinone (28)

Romanzo Criminale

Romanzo Criminale

Siamo campioni d’Italia. Festeggiamo indossando la maglia 34, una cosa da fuorilegge. Innocua in fondo per il potere, giusto per tante robine. Giusto per la giustizia che non è di questo mondo ma del nostro si, giusto per farli incazzare. Due numeri in più rispetto l’albo d’oro. Il rispetto lo dobbiamo ad altro. Archiviare le ultime due vittorie è facile. Equilibrio solo a chiacchiere con la Lazio che pensa solo a portarsi il pallone a casa. Equilibrio da gatto e topo con la Viola bella da vedere fino a quando viene al dunque mostrandosi impotente come il Bell’Antonio della letteratura. Un tre punti portati a casa modello film con Bud Spencer. Il film finisce cioè quando ci incazziamo. Finisce anche per l’aritmetica il nostro campionato. Onoreremo come sempre gli ultimi 3 successi rimasti. Ma la storia è finita. Storia iniziata male, con mille scusanti dei mille cambi di facce di riferimento, mille infortuni, mille ciacole su Allegri morto che cammina che lo scudetto se l’è portato via. Torneranno. Funziona così. Allegri non s’è fatto accoppare dalle tante suggestioni. Ha deciso di prendersi la Juve per prendersi tutto. I suoi ragazzi spinti all’azione da un disegno tanto liquido quanto preciso, libertà quanto bruttezza, hanno occupato le caselle del 2015-16 già occupate da altri con sistematicità, ambizione, forza bruta. I cadaveri ideologici dei Montella, dei Sarri, dei Sousa fan parte ormai del panorama di questo anno appena archiviato. Un anno di punti, record e bottino accumulati e sbriciolati partendo co’le pezze al culo. Se ne parlerà a lungo di questo romanzo bianconero. Se n’è parlato tanto durante. Se n’è detto di ogni. Saranno altri a fare la cronaca nera di questo torneo. A biasimare quell’episodio lì o quell’episodio l’altro. Di fronte a una scalata di classifica tanto inaspettata quanto violenta la reazione naturale è stata tipica da sfrattati. Siamo senza vergogna. Senza limiti. Non abbiamo cuore. Ma santi in Paradiso, soldi in portafoglio e ruspe dentro i piedi. Siamo quelli che non stabilizzano il Paese. L’ostacolo alla felicità. Quelli che non capiscono. Quelli che rubano i migliori anni della loro vita. E non abbiamo limiti, non abbiamo tempo, non festeggiamo neanche. Siamo contro natura. Vero. Non siamo figli d’uomo. Perché dovremmo esserlo, non ci sono dati che lo dimostrino. Cos’è l’umanità alla fine, finire appunto e con le regole da simili tra simili. In fondo non moriamo mai. Quanto alle regole, son oggi 34. Siamo figli di, vero. Figli delle stelle. Quelle che ci siam tolte. Quelle che vi facciamo vedere.

Cinque gol per cinque scudetti

Cinque gol per cinque scudetti

Un gol che vale una stagione, cinque gol per cinque scudetti, cinque momenti che significano tutto in cinque cavalcate memorabili, così diverse e così simili l’una all’altra. Tutte con un unico filo conduttore: quel singolo attimo che ti da la consapevolezza che l’obiettivo è lì, a portata di mano. Basta solo allungare la mano e farlo tuo per sempre. Noi l’abbiamo fatto e non ci stancheremmo mai di rifarlo.

Borriello vs Cesena

Al Manuzzi la Juve culla un sogno impensabile prima dell’arrivo di Antonio Conte. ma per dare concretezza a quella che rischia di restare soltanto un’idea meravigliosa serve vincere le resistenze di un Cesena coriaceo. Pirlo ha spedito sul palo il secondo rigore concesso in stagione e Antonioli si è appena superato su una splendida punizione di Del Piero. Sulla rimessa laterale successiva è proprio Alex a calciare a centro area: sponda di Vucinic e sinistro al volo di Marco Borriello (criticato urbi et orbi dopo il suo arrivo a gennaio) che dà un senso a una carriera con un gol da tre punti. Quello decisivo, il cui peso si capirà solo al termine della serata di Trieste (Cagliari-Juve 0-2)

Giaccherini vs Catania

La Juve di Conte 2.0 è una squadra molto più consapevole dei suoi mezzi. Tuttavia lo scudetto consecutivo numero due non arriva in scioltezza come la graduatoria di fine campionato lascerebbe supporre. Soprattutto dopo una sconfitta a Roma (gran gol di Totti) in gennaio, il Napoli secondo in classifica battendo la Sampdoria in casa avrebbe l’opportunità di portarsi a -1. Al San Paolo, però, finisce 0-0 e, di fatto, gli uomini di Mazzarri non riusciranno più a tenere il passo della capolista. Che mantiene 6 punti di vantaggio dopo la trasferta a Fuorigrotta (1-1) pur restando bisognosa del colpo del ko. Che arriva dall’uomo simbolo dell’idea di squadra voluta dal tecnico leccese: Emanuele Giaccherini, nel recupero, batte il Catania, lancia la Juve a +9 e le cuce addosso tre quarti di tricolore:

Pirlo vs Genoa 

L’anno dei 102 punti, l’anno dei record, l’anno di una Juve che rimonta una Roma capace di vincere le prime 10 partite di campionato. Una squadra, quella giallorossa, che cede soltanto nel finale complice, forse, quel che accade al Luigi Ferraris di Genova. I bianconeri sono in una di quelle serate in cui il 3-5-2 è fin troppo prevedibile, soprattutto al cospetto di un Genoa ben messo in campo. E che, a un quarto d’ora dalla fine, avrebbe anche la palla del vantaggio. Un calcio di rigore che, però, Calaiò si fa parare da Buffon. A due minuti dal 90′ poi, sull’altro fronte, calcio di punizione. Sul pallone c’è Pirlo. Vuoi vedere che…

Roma che passa dal -6 al -9. Il 2013/2014 finisce qui.

Vidal vs Sampdoria

Dal 14 luglio 2014 al 2 maggio 2015 ci sono 10 mesi. Una vita, calcisticamente parlando. Tanto ci mette Massimiliano Allegri a trasformare i fischi in applausi, gli insulti in ovazioni. L’addio di Conte doveva essere prodromico al disfacimento di un gruppo logoro e stanco. Diventa l’apoteosi di una squadra che si arrenderà solo al più grande Barcellona di sempre nella notte bella e triste di Berlino. In mezzo una Coppa Italia e l’ultimo gol in maglia bianconera di Arturo Vidal, che vuol dire poker scudettato:

Cuadrado vs Torino

Dodici punti in dieci partite. E la sensazione che stavolta l’impresa sia disperata. Con i ghigni altrui a rendere tutto più insopportabile. Eppure, certe volte, basta un attimo a cambiare il tuo destino. Un attimo da cogliere al volo come quel treno che non passerà più. Perché fino alla fine non è solo un motto da stadio. E’ uno stile di vita.

Il resto, come si suol dire, è storia. Anzi #Hi5tory.