Dei diritti tv abbiamo parlato a lungo nell’ultima puntata de IL BIANCO E IL NERO (ascoltatela qui). Questa è la situazione dei diritti tv nelle 5 principali Leghe europee.
INGHILTERRA
DIRITTI DOMESTICI
50% ripartiti in parti uguali
25% numero di partite trasmesse in diretta televisiva (non le trasmettono tutte per favorire il riempimento degli stadi)
25% risultati sportivi stagione in corso
DIRITTI PER L’ESTERO
100% parti uguali
CARATTERISTICHE
– Di fatto, il 70% dei diritti tv globali (domestici+estero) è distribuito equamente in parti uguali.
– Assenza totale di bacini di tifo/popolarità del club.
– Sostituzione del criterio non oggettivo della “popolarità” con uno oggettivo del numero di passaggi in tv.
FORBICE
La più remunerata dell’anno scorso, il Chelsea, ha preso il 6,2% del totale. Rapporto First/Last = 1,5:1
GERMANIA
DIRITTI DOMESTICI
40% risultati sportivi stagione in corso
30% risultati sportivi ultima stagione
20% risultati sportivi penultima stagione
10% risultati sportivi terzultima stagione
DIRITTI PER L’ESTERO
63% risultati sportivi ultima stagione/ranking
37% coefficiente UEFA che si è contribuito a creare nelle ultime 5 stagioni
CARATTERISTICHE
– Assenza totale di ripartizioni in parti uguali.
– Assenza totale di bacini di tifo/popolarità club/dati auditel.
– Totalmente meritocratico.
FORBICE
La più remunerata dell’anno scorso, il Bayern Monaco, ha preso il 7,4% del totale. Rapporto First/last = 2,5:1
FRANCIA
DIRITTI DOMESTICI
28% parte fissa
19% licenze (*)
5% risultati sportivi ultime 5 stagioni
23% risultati sportivi stagione precedente (le neopromosse prendono 0€)
25% circa in base alla popolarità dei club (calcolata in base al numero di incontri trasmessi in tv negli ultimi 5 anni e ai relativi dati di ascolto)
(*) si devono collezionare almeno 6000 punti dalla lista di “obiettivi” che vanno dalla sicurezza negli stadi, alla condizione del terreno di gioco, all’assenza di piste di atletica nello stadio, all’anno di costruzione e capacità dello stadio, agli investimenti nel settore giovanile, all’organizzazione finanziaria, ecc)
CARATTERISTICHE
– Sostituzione del criterio non oggettivo della “popolarità” con uno oggettivo del numero di passaggi in tv.
– Vincolo importante (del 19%) al compimento di alcuni step obbligatori.
FORBICE
Record: la più remunerata dell’anno scorso, il PSG, ha preso il 9,7% del totale. Rapporto First/last = 3,8: 1
SPAGNA (fino a quest’anno)
DISTRIBUZIONE
Contrattazione individuale.
FORBICE
La più remunerata dell’anno scorso, il Real Madrid, ha preso il 21,3% del totale; la seconda, il Barcellona, ha preso il 21,1% del totale. Assieme, hanno raccolto il 42,4% del totale. Rapporto First/Last = 10,7:1.
SPAGNA (dall’anno prossimo)
DISTRIBUZIONE
50% parti uguali
25% risultati sportivi ultime 5 stagioni
17% stima numero di tifosi
8% numero abbonamenti e biglietti stadio ultimi 5 anni
CARATTERISTICHE
– Assenza di merito in base ai risultati sportivi ultima stagione
– Criterio non oggettivo che stima numero di tifosi (sulla falsa riga criterio italiano)
– Criterio basato su spettatori allo stadio
IMPORTANTE
Per i primi 6 anni, ci saranno due paletti per l’applicabilità della nuova norma:
1) Se la somma totale della contrattazione collettiva dovesse essere inferiore alla somma di tutte le contrattazioni individuali della stagione 2014/15, i nuovi criteri non si applicherebbero (si distribuirebbero i soldi rapportandoli a quelli dell’ultima stagione con contrattazione individuale).
2) Se la somma totale della contrattazione collettiva dovesse essere superiore a quella della somma delle individuali, ma alcuni club dovessero nonostante ciò ricevere meno soldi rispetto alla contrattazione collettiva, i club in “surplus” rinuncerebbero in proporzione al surplus fino al raggiungimento del pareggio dei club in “deficit”.
ITALIA
DIRITTI DOMESTICI
40% parti uguali
25% popolarità del club
5% popolazione città
15% risultati sportivi ultime 5 stagioni
10% risultati sportivi dal 1946/47 alla sestultima stagione
5% risultati sportivi ultima stagione
CARATTERISTICHE
– Criteri non oggettivi su popolarità del club (non sono nemmeno pubblici, per giunta).
– Criterio oggettivo della popolazione della città dove fa sede il club, ma senza senso.
– Basso risalto a risultati sportivi ultima stagione.
– Criteri che privilegiano club storici con buon palmares e proteggono big che falliscano una stagione.
FORBICE
La più remunerata dell’anno scorso, la Juventus, ha preso l’11% del totale. Rapporto First/last = 4,7:1
IMPATTO VARIE VOCI SUI BILANCI
IMPATTO BROADCASTING SUL FATTURATO
60% JUVENTUS
58% Italia (65% Napoli, 50% Inter e Milan)
49% Inghilterra
47% Spagna
40% Francia
32% Germania
IMPATTO RICAVI MATCHDAY SUL FATTURATO
21% Germania
20% Spagna
19% Inghilterra
16% JUVENTUS
11% Francia
11% Italia
IMPATTO MARKETING SUL FATTURATO
49% Francia
48% Germania
34% Spagna
30% Italia
29% Inghilterra
16% JUVENTUS
NOTE FINALI
1) Dal rapporto Deloitte 2016 si rileva come l’incidenza media del broadcasting per le top-20 squadre europee sia appena del 39%.
2) La Juventus è passata dagli 88-90 mln di ricavi da diritti tv delle stagioni 2012 e 2013 ai 199 mln della passata stagione. Parliamo di più del doppio. Morale: il vero baratro con le altre italiane l’ha fatto l’andare così avanti in Champions League (market pool italiane enorme).
3) La Premier League ha introdotto la “Short-Term Cost Control Measure” che fissa dei limiti all’aumento del costo del personale con i fondi provenienti dai diritti TV della Premier League.
Antonio Corsa
Diritti tv: in Italia il manifesto del capitalismo familistico
La cosa assolutamente da evitare, e la storia questo insegna, e’ usare un criterio ispirato a quella deriva del capitalismo che e’ il “crony capitalism” o “capitalismo familistico”; detto in termini piu’ pratici quello che non premia ne’ il merito, ne’ la partecipazione ma tende a consolidare attorno a chi e’ piu’ potente una grande “rendita di posizione”. E questo e’ un criterio terribile, perche’ unisce i difetti dei due criteri precedenti, senza condividerne alcuno dei pregi. In altre parole tende a dividere la fetta piu’ grossa della ricchezza tra un numero limitato di soggetti, che pero’ non sono scelti in base al loro merito ma ad altri parametri; e di conseguenza impedisce di fatto che i soggetti piu’ premiati varino nel tempo, in modo che siano sempre gli stessi a dividersi la fetta piu’ grossa, indipendentemente dal loro contributo al movimento.
Detto questo, nessuno si stupira’ che il criterio scelto in Italia per la divisione dei diritti TV sia esattamente del tipo tossico descritto sopra.
Vediamolo in dettaglio, grazie al grande lavoro di Antonio Corsa:
40% parti uguali
25% popolarità del club
5% popolazione città
15% risultati sportivi ultime 5 stagioni
10% risultati sportivi dal 1946/47 alla sestultima stagione
5% risultati sportivi ultima stagione
La parte divisa equamente fra tutti e’ il 40%, il che mette il criterio abbastanza lontano da quello democratico (in EPL, il piu’ democratico di tutti, si divide in parti uguali circa il 70% dei profitti). Tuttavia le altre voci hanno pochissimo di meritocratico e sono piu’ ispirate ad altre criteri. Una buona parte e’ calcolata con la popolarita’ del club. Questo e’ un criterio che potrebbe pure andare bene se fosse calcolato in modo trasparente e con criteri oggettivi; in realta’ in Italia non si sa nemmeno esattamente COME venga calcolato. Pare che si usi un misto di dati auditel e di sondaggi, ma in questa forma andrebbe completamente abolito. Se questo criterio e’ discutibile, almeno nella sua implementazione, gli altri sono decisamente demenziali e dannosi; considerare i risultati sportivi dell’ultima stagione e’ il criterio meritocratico per eccellenza ma viene calcolato un misero 5% (in Germania per esempio e’ il 40%), ovvero la stessa percentuale data dalla popolazione della citta’ di appartenenza. Chiaramente la popolazione della citta’ di appartenenza non e’ un criterio meritocratico e quindi andrebbe abolito; ma se proprio lo si vuole mettere e’ demenziale che abbia lo stesso peso della classifica dell’ultimo campionato. Tanto per essere chiari ai fini della spartizione e’ come se in Italia ogni anno si giocassero due campionati: uno lo vince chi lo vince, l’altro lo vince sempre la Roma (e la Lazio), seconde arrivano Milan e Inter, terzo il Napoli e quarta la Juventus (e il Torino).
Come se non bastasse ci sono gli altri due criteri, che considerano i risultati delle ultime 5 stagioni (e fin qui ci puo’ stare), ma il colmo del ridicolo e’ attribuire il 10% considerando i risultati dal 46/47. In altre parole, avere fatto bene negli anni 50 conta il doppio che vincere il campionato 2015/16.
In altre parole il sistema italiano di spartizione dei diritti TV puo’ essere considerato il MANIFESTO del capitalismo familistico; e favorisce il modo sfacciato le squadre di grandi citta’ e/o di grande tradizione, indipendentemente dalla loro forza attuale. Quindi e’ un sistema assolutamente dannoso per il movimento, perche’ di fatto impedisce la crescita di qualunque altro soggetto. Per esempio il Sassuolo quest’anno arrivera’ subito sotto il Milan (io spero subito sopra, ma non e’ detto); ma in ogni caso non prendera’ un po’ meno (o un po’ piu’) del Milan ma sempre e comunque circa un terzo. In Inghilterra invece l’anno prossimo il Leicester prendera’ piu’ del Chelsea.
Chiaramente il sistema italiano e’ da cambiare; io personalmente userei un criterio misto, simile a quello francese, in cui conta molto la classifica dell’ultimo anno ma anche una serie di altri parametri che prendono in considerazione le strutture di una societa’. Ma la discussione in questo senso e’ aperta e le notizie che arrivano dai legislatori non sono le migliori.
Concludo dicendo che noi tifosi della Juventus non dobbiamo avere paura del cambiamento e per diverse ragioni. La prima (e di questo ha gia’ parlato Antonio Corsa in trasmissione) e’ che per la Juventus il vero gap nei diritti con le altre e’ causato dai diritti di broadcasting della Champions League. Il secondo e’ che la Juventus ha tutto l’interesse che il movimento cresca, perche’ e’ difficile essere molto migliori del movimento che ti esprime. Molti hanno detto (volgarmente) che con Calciopoli e’ finita la Prima Repubblica del calcio; io dico che col campionato di quest’anno e’ finita anche la Seconda Repubblica ed e’ cominciato l’Impero. Perche’ mai come quest’anno la Juventus ha dimostrato la sua schiacciante superiorita’ e la sua distanza dalle altre societa’ sotto ogni aspetto. E nonostante questo tutti siamo convinti che ancora in Europa dobbiamo salire qualche gradino; e la ragione e’ che se ti vuoi sedere al tavolo coi potenti e’ meglio essere l’imperatore del Sacro Romano Impero che quello della Dancalia.
Kantor.